Dopo “Challenger” di Guillem Lopez, Eris Edizioni scommette ancora una volta sulla contaminazione dei generi. LUCENTI, terzo romanzo dello sfuggente scrittore Uduvicio Atanagi – una tra le più originali e visionarie voci della letteratura horror e fantastica italiana – è un libro in cui si incontrano l’orrore e il romanzo di formazione con riflessioni esistenziali.
Nelle campagne toscane di metà anni ’90 un ragazzino, Mino, scivola lentamente dalla realtà di tutti i giorni a una più oscura, fatta di forze ancestrali, predestinazioni ataviche e riti magici che si ripetono in diverse epoche storiche sempre uguali, come una maledizione.
Pensieri e temi esistenziali accompagnano non solo le scelte del protagonista ma anche quelle di tutti i suoi comprimari, a partire da Lucio, con il quale Mino instaura una conflittuale amicizia fatta di luci e ombre che molto ricorda la tradizione della narrativa giapponese, in cui bene e male spesso non hanno confini netti e si mescolano all’interno dell’individuo, emergendo attraverso scelte giuste o azioni sbagliate.
Solo il lettore lentamente potrà acquisire nella lettura la consapevolezza della natura ambigua di quel territorio dove sono molte le generazioni a essersi succedute: le tetre vicende di una genealogia maledetta ruotano tutte attorno a un solo edificio, un casolare, teatro di avvenimenti inquietanti che forse non riguardano solo quel singolo “sangue” ma l’illusione tutta umana di poter esercitare la propria autodeterminazione.
Una forte componente esoterica, una ritualità fatta di un costante ritorno; un perpetuo loop fatto di scelte sempre uguali su un terreno lastricato di leggende che ci ricordano che le narrazioni di stampo fantastico possono crescere grazie al ricco patrimonio mitologico locale dal quale Uduvicio Atanagi – uno dei tanti pseudonimi utilizzati dallo sfuggente scrittore di questo romanzo – attinge a piene mani.
Atmosfere che ricordano Thomas Ligotti, Cronenberg e film come “La casa delle finestre che ridono” di Pupi Avati: la narrazione di Atanagi evoca dal buio orrori e terrori, incubi e ossessioni della cultura popolare-rurale italiana in un romanzo che abbraccia il genere per andare oltre il puro intrattenimento e affrontare tematiche esistenziali.
Arricchiscono il volume, inserito nella collana di narrativa “Atropo”, le illustrazioni di AkaB, poliedrico e affermato artista, la cui poetica si sposa perfettamente con il gusto esoterico e immaginifico di Uduvicio Atanagi.
Buona lettura.