Sergio Martino e la commedia sexy – Parte 01
La commedia erotica, detta anche commedia sexy o commedia scollacciata, deriva dalla commedia all’italiana e presenta una commistione di diversi generi cine-letterari. La commedia sexy comincia a far parlare di sé a partire dagli inizi degli anni Settanta, un periodo poco florido per il cinema italiano, che vive all’ombra dei grandi successi statunitensi. I prodotti italiani nascono come puro cinema di imitazione sulla scia dei lavori d’oltreoceano, nella speranza di bissarne i grandi incassi al botteghino. Questo assunto presenta le dovute eccezioni.
Pensiamo a un genere come lo spaghetti western che, pur attingendo dal cinema statunitense, da Sergio Leone in poi presenta una ben precisa originalità. Per l’horror vale lo stesso discorso, perché registi come Lucio Fulci, Dario Argento e Joe D’Amato rappresentano una via italiana alla cinematografia del brivido.
La commedia sexy, però, è un genere italiano al cento per cento ed è una diretta filiazione della commedia classica, forse è il solo genere a non risentire di alcuna suggestione esterofila. Nella commedia erotica tutto deriva dalla nostra cultura: luoghi, circostanze, situazioni, erotismo morboso e malizioso. I registi che praticano il genere si limitano a trasporre sul grande schermo l’immaginario erotico dell’italiano medio e strizzano l’occhio alle fantasie degli adolescenti. Per questo vediamo sfilare sul grande schermo una serie di bellezze che prendono le sembianze di vigilesse, poliziotte, insegnanti, studentesse, dottoresse, infermiere, maestre di scuola e chi più ne ha più ne metta. Le interpreti della commedia erotica sono attrici belle e maliziose, ma dotate di una sensualità naturale, lontana anni luce dalla bellezza artificiale di certe attrici contemporanee. Queste attrici vestono i panni delle donne che ogni giorno frequentano la vita dell’italiano medio ed è così che il sogno erotico sembra a portata di mano. I registi giocano su questo fatto e accanto alla bellezza di turno utilizzano attori comici bravi ma non belli, come Lino Banfi e Alvaro Vitali, e li mettono al centro di situazioni erotiche piccanti. I sogni del maschio italiano si fanno realtà, anche se sono sempre le donne a condurre il gioco e a far capitolare gli uomini.
Le commedie sexy hanno una trama semplice e spesso prevedibile, anche se i film davvero riusciti non sono uguali uno all’altro. I comici bravi improvvisano e caratterizzano certe pellicole, così come i registi più dotati imprimono un marchio d’autore riconoscibile. La commedia sexy, come tanto cinema italiano originale di quel periodo storico, non è cinema di serie B e certa critica importante ha la responsabilità di averne affrettato la scomparsa. Adesso possiamo pure rivalutare la commedia erotica, ma resta il fatto che il nostro cinema ha lasciato morire il suo unico genere originale. La commedia sexy, fin dal suo apparire, riscuote un grande successo di pubblico e nessuna attenzione da parte della critica, che stronca per principio ogni pellicola. In questi film si raccontano spaccati di provincia, gelosie, amori, tradimenti, invidie, sempre con il sorriso sulle labbra, ricorrendo spesso a una comicità di grana grossa. Immancabili le bellezze discinte, le docce, gli sguardi furtivi dal buco della serratura, i reggicalze, le gonne che si alzano improvvise, una scala provvidenziale sotto la quale spiare i segreti del sesso e via dicendo. Possiamo dire, con Gian Luca Castoldi, che è da Signore e signori (1965) di Pietro Germi che la commedia all’italiana comincia a virare verso un erotismo più accentuato.
Il primo esempio di commedia sexy, secondo Bruschini e Tentori, è Vedove inconsolabili in cerca di distrazioni (1969) di Bruno Gaburro, mentre per altri resta Mazzabubù… quante corna stanno quaggiù (1970) di Mariano Laurenti. A ben guardare, però, sono due pellicole che possono sempre essere ricondotte nel quadro più ampio della commedia all’italiana. Non è facile indicare con precisione una pellicola che ha cominciato a introdurre varianti sexy nella commedia all’italiana, perché anche nello schema classico un velato erotismo c’è sempre stato. A mio avviso il modello fondamentale resta Malizia (1973) di Salvatore Samperi, una pellicola di livello superiore alla media che detta gli stilemi imprescindibili del genere.
La commedia sexy si divide in sottogeneri: famigliare, professioni, scolastico e militare, secondo l’ambiente dove viene inserita l’azione comico – erotica. Questi film vengono quasi sempre girati in provincia e riproducono la vita dell’Italia lontana dai grandi centri, spesso è la Puglia che la fa da padrona, forse perché in quel periodo sta cercando un lancio turistico. Sono film che piacciono molto in provincia dove il pubblico frequenta le sale anche solo per guardare le bellezze provocanti delle protagoniste. Logico che ambientare in provincia l’azione filmica comporta una maggior identificazione nei sogni erotici dello spettatore. Le donne sono importanti nella commedia sexy e il buon andamento del film dipende dalla scelta dell’attrice: Edwige Fenech e Gloria Guida vogliono dire successo sicuro presso un certo tipo di pubblico. La prima è indicata per rivestire ruoli da insegnante, poliziotta e dottoressa, mentre la seconda è perfetta come ragazzina maliziosa, studentessa e torbida amante di vecchi sporcaccioni. Altre sexy star da non dimenticare sono Barbara Bouchet, Carmen Villani, Nadia Cassini, Laura Antonelli, ma l’elenco sarebbe interminabile. La commedia sexy non è tale senza le solite scene di doccia, le spiate dal buco della serratura, le trovate da pochade, le volgarità gratuite, le flatulenze, i rumori corporali, le battutacce grevi e volgari. Tutto come da copione.
Sergio Martino va considerato come uno dei registi migliori nel campo della commedia sexy, anche se non è il più celebrato, oserei dire che spesso viene quasi dimenticato. Accanto a lui ricordiamo il grande Nando Cicero, Mariano Laurenti, Marino Girolami, Michele Massimo Tarantini, Gianfranco Baldanello, Mauro Ivaldi, Giuliano Carnimeo, Nello Rossati, Bruno Corbucci e Sergio Corbucci. Non dimentichiamo che spesso si sono cimentati nel genere della commedia sexy anche registi come Lucio Fulci, Luigi Cozzi, Joe D’Amato, Umberto Lenzi, Massimo Dallamano e molti altri.
La commedia sexy comincia a farsi spazio nei gusti degli spettatori italiani ormai stanchi del decamerotico. Malizia (1973) di Salvatore Samperi è il film che apre le porte al genere ed è il capostipite di tutte quelle commedie scollacciate che hanno la famiglia come campo d’azione delle situazioni perverse. Chi non ricorda la sexy cameriera Laura Antonelli mentre seduce il giovanissimo Alessandro Momo? Il reggicalze, la scala sotto la quale spiare le gambe, la doccia nuda e il buco della serratura, tutte le malizie del genere cominciano proprio da Malizia. La stessa Laura Antonelli interpreterà altri film sulla stessa falsariga ma non riuscirà mai a bissare il successo dell’originale. Cose come Peccato veniale (1974), Scandalo (1976), Nenè (1977), Casta e pura (1981) e infine il pessimo Malizia 2000 (1991) sono decisamente inferiori.
La commedia sexy riunisce due elementi fondamentali: un po’ di sesso non troppo spinto e una comicità di bassa lega, quasi sempre piuttosto volgare. Tra le prime commedie sexy possiamo citare Non commettere atti impuri (1971) di Giulio Petroni con Barbara Bouchet.
(3/1 – continua)