Titolo originale: Dellamorte Dellamore
Anno: 1994
Regia: Michele Soavi
Soggetto: dal romanzo omonimo di Tiziano Sclavi
Sceneggiatura: Gianni Romoli e Michele Soavi
Direttore della fotografia: Mauro Marchetti
Montaggio: Franco Fraticelli
Musica: Manuel De Sica
Effetti speciali: Sergio Stivaletti
Produzione: Tilde Corsi, Gianni Romoli, Michele Soavi, Conchita Airoldi, Dino Di Dionisio e Michele Ray Gavras
Origine: Italia / Francia / Germania
Durata: 1h e 45’
CAST
Rupert Everett, François Hadji-Lazaro, Anna Falchi, Anton Alexander, Mickey Knox, Fabiana Formica, Claudia Lawrence, Stefano Masciarelli, Clive Riche, Katja Anton, Pietro Genuardi, Barbara Cupisti
TRAMA
Francesco Dellamorte lavora come becchino nel cimitero della piccola cittadina di Buffalora, isolato dal resto del mondo e privo di vita sociale, godendo unicamente della compagnia del suo aiutante Gnaghi, ritardato e incapace di esprimersi a parole (dice solamente: “Gna”). Da qualche tempo una strana “epidemia” si è diffusa nel cimitero: alcuni defunti entro sette giorni dal decesso ritornano in vita. Francesco li chiama perciò “ritornanti”, e si trova costretto a neutralizzarli in qualche modo per poi seppellirli nuovamente, onde evitare che in paese ci si possa accorgere della cosa, per paura di perdere il posto. Per passare il tempo adora leggere vecchi elenchi del telefono, cancellando a penna i nomi dei cittadini deceduti nel frattempo, inoltre tenta continuamente di assemblare (senza però mai riuscirci) un modellino di teschio. La sua vita monotona viene scossa dall’incontro con una vedova, recatasi al cimitero per visitare la tomba del marito, della quale Francesco si infatua. I due si ritrovano, in seguito ad alcune vicende, a baciarsi e fare l’amore proprio sulla tomba del defunto marito di lei, e ad un certo punto quest’ultimo si risveglia improvvisamente e la ferisce, facendole perdere i sensi, prima di essere ucciso per la seconda volta da Francesco. Quando la donna si risveglia, Francesco intuisce che è ormai diventata anche lei una “ritornante” e le spara, uccidendola. In seguito ai misteriosi avvenimenti verificatisi nel cimitero, viene chiamato a investigare sulla vicenda l’ingenuo commissario Straniero; ne avverranno, nel frattempo, molti altri. A questo punto la vedova precedentemente sepolta si sveglia per la seconda volta, aggredendo Francesco. Appare così chiaro che prima che lui la uccidesse non era ancora defunta, ma solo caduta in uno stato catalettico. Viene poi neutralizzata definitivamente da Gnaghi. Qualche tempo dopo, Francesco incontra la Morte in persona, che gli dice di smetterla di «uccidere i morti», e di sparare, piuttosto, direttamente alle persone vive, evitando così di subirne la persecuzione una volta decedute. Da questo momento, Francesco inizia a perdere il contatto con la realtà, a non distinguere più la vita dalla morte, e comincia a uccidere a partire da un gruppo di ragazzi che talvolta si facevano beffa di lui, sparandogli una notte nel bel mezzo della piazza. Dellamorte, in seguito, incontra e si innamora di altre due donne ancora, misteriosamente identiche alla vedova. In seguito ad altre sconfortanti delusioni e disavventure, Francesco decide di andare via per sempre da Buffalora insieme a Gnaghi, per sfuggire a una realtà che non riesce ad accettare e i due si mettono in viaggio quella stessa mattina. Mentre è alla guida dell’auto nella galleria, Francesco viene abbagliato da una forte luce proveniente dall’uscita del tunnel e frena bruscamente. A questa scena segue un finale inaspettato ed enigmatico.
NOTE
“Dellamorte Dellamore”, diretto da Michele Soavi, è tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi, scrittore horror molto sui generis e “padre” del fumetto Dylan Dog.
Gli esterni del cimitero sono stati girati in un vero camposanto ad Arsoli, piccolo paese nella provincia di Roma, mentre la maggior parte delle scene è stata girata nel comune di Guardea, un piccolo paese nella provincia di Terni.
Il film è caratterizzato da una forte dose di umorismo nero, e grande importanza riveste la componente scenografica, che valse alla pellicola il Premio David di Donatello per la migliore scenografia del 1994, oltre al Premio della giuria e Premio del pubblico al Festival internazionale del film fantastico di Gérardmer.
Gli effetti speciali sono stati curati dal maestro Sergio Stivaletti, mentre per le musiche si decise di affidarsi a Manuel De Sica (“Sette scialli di seta gialla”, “I guerrieri del terrore”, “Volere volare”).
Fra gli attori troviamo alcuni volti noti al genere fantastico: Rupert Everett (“Inspector Gadget”, “Stardust”, “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”), François Hadji-Lazaro (“Delicatessen”, “La città dei bambini perduti”, “Il patto dei lupi”, “Dante 01”), Anna Falchi (“Desideria e l’anello del drago”), Claudia Lawrence (“Sotto il ristorante cinese”, “L’arcano incantatore”, “Saturnino Farandola”), Pietro Genuardi (“Le porte dell’inferno”, “Paganini Horror”, “Killer Crocodile”) e Barbara Cupisti (“Lo squartatore di New York”, “Deliria”, “Opera”, “Le porte dell’inferno”, “Fuga dal paradiso”, “La chiesa”, “Denti”).