Stefano Iachetti è autore che conosco bene per aver apprezzato un suo pregevole testo su Asia Argento e soprattutto in libro di interviste alle protagoniste del cinema thriller italiano degli anni Settanta (La paura cammina con i tacchi alti, Il Foglio). Non delude neppure in questa agile ricostruzione della carriera cinematografica di Laura Morante, attrice in punta di piedi perché i suoi primi passi – è proprio il caso di dirlo! – li ha mossi come ballerina.
Il libro LAURA MORANTE, IN PUNTA DI PIEDI (170 pagine; 22 euro; pubblicato da Edizioni Sabinae – CSC Cineteca Nazionale) analizza la vita artistica di un’attrice raffinata, a me cara sia per aver avuto i natali a Bagnore di Santa Fiora (luogo proustiano della mia infanzia), sia per averla apprezzata per la prima volta – in tutta la sua selvaggia bellezza – in Bianca di Nanni Moretti.
Iachetti parla dei primi anni sulle tavole del palcoscenico teatrale con Carmelo Bene, delle frequentazioni cinematografiche con Giuseppe Bertolucci (Oggetti smarriti, La tragedia di un uomo ridicolo) e Nanni Moretti (Sogni d’oro, Bianca, La stanza del figlio…) – che la trasforma in attrice simbolo – ma anche dei film con Pupi Avati (Il nascondiglio, Il figlio più piccolo…), Carlo Virzì, Gabriele Salvatores…
Non mancano note critiche e ricordi sulle due prove da regista di Ciliegine e Assolo, film risolti e convincenti, che hanno avuto poco pubblico ma molta critica entusiasta. Laura è attrice che piace a Nanni Moretti perché non ruba i primi piani e sa gestire il suo ruolo senza essere invadente, mentre Pupi Avati le contesta un eccesso di partecipazione alla scrittura, che non ritiene compito di un attore.
Attrice sui generis, vocazione da scrittrice per il momento repressa, ma allevata come nipote prediletta di Elsa Morante (La storia, Il mondo salvato dai ragazzini…), quindi dobbiamo attenderci opere da autrice, come già fa notare la sua ambizione a diventare regista. Laura Morante ama affrontare nuove sfide, perché ogni volta che ricomincia da capo le sembra di ritornare adolescente e di dedicarsi a un mondo nuovo e inesplorato, lo dimostra la sua carriera: danza, teatro, cinema, regia, senza soluzione di continuità.
Il libro di Iachetti è corredato di molte foto a colori e in bianco e nero tratte dai film di Laura Morante e dal suo album privato, stampato benissimo su carta fotografica, di grande ed elegante formato, come i classici libri di cinema curati dal Centro Sperimentale. Molte interviste, tra le quali spicca per la sua assenza (inspiegabile) Nanni Moretti, il regista che ha lanciato Laura, forse – come fa notare Iachetti con spirito citazionista – avrà pensato che non partecipando si sarebbe notato di più. Ma ci sono Pupi Avati, Carlo Verdone, Michele Placido, Gianni Amelio e molti altri che hanno guidato Laura Morante, così come la protagonista commenta la sua carriera con arguzia e intelligenza, ricordando la famiglia e gli anni giovanili.
Un libro imperdibile per i fan della Morante e per gli amanti del cinema italiano. Costa solo 22 euro (edizione di pregio) e li vale tutti.