Continuano i nostri consigli per gli acquisti in vista del Natale per arricchire ulteriormente la vostra biblioteca personale del fantastico: stavolta vi suggeriamo di leggere “La figlia della Dea” di Giordana Gradara (200 pagine; 15,00 euro) pubblicato da Zerounoundici Edizioni.
Vediamo la trama. Daniel, “stimato” capitano pirata, ha preso a bordo la giovanissima sorella Nilys per sottrarla alla miseria che l’avrebbe inevitabilmente condotta sulla strada della prostituzione. La ragazzina cresce così in un ambiente prettamente maschile, fra la diffidenza dei lupi di mare che vedono la sua presenza come un segno di malaugurio. Daniel deciderà pertanto di imporle il fidanzamento con Garrett, un promettente membro del suo equipaggio, nella speranza che i due riescano a trovare il modo di ricostruirsi un’esistenza sulla terraferma. Purtroppo, in occasione di una visita a Ethrill, la sua città natale, la presenza di Nilys suscita le attenzioni di uno scalcinato movimento indipendentista che, con la connivenza delle autorità locali, va predicando un ritorno all’indipendenza della città-stato, caduta non molti anni prima sotto il dominio imperiale. Il comandante dei ribelli, avvedutosi di alcune singolari coincidenze riguardanti la giovane, pensa di poterla sfruttare per convincere i suoi seguaci che si tratti niente popò di meno che della figlia della Dea patrona della città, il cui avvento era stato profetizzato, e la fa rapire. Nel frattempo Daniel cerca di ritrovarla, ma, messo su una falsa, incrocerà la strada di Iris, l’affascinante regina di Lillia, la quale si rivelerà una preziosa alleata degli ethrilliani nella loro lotta per la libertà. Il seguito alla prossima puntata.
“L’idea da cui nasce la trama, ci racconta l’autrice, è abbattere il cliché tipico delle narrazioni fantastiche in cui funge da personaggio principale un prescelto destinato a trarre in salvo il suo popolo attraverso poteri di cui solo lui dispone. Qui sulla vera natura di Nilys, la figlia della Dea -per l’appunto- si gioca sino alla fine, rivelando sono negli ultimi capitoli chi/cosa è effettivamente la ragazza. Manca inoltre un’effettiva lotta tra bene e male, sostituita da uno scontro tra ideologie politiche differenti, particolare che rende la trama assimilabile per certi aspetti a un racconto storico e gradevole anche per un pubblico adulto. Altro elemento essenziale all’interno dell’opera è la presenza nei Sei Domini di una religione fortemente radicata, che mi ha permesso di approfondire la cultura dei personaggi, rendendoli più credibili e verosimili, e di creare miti e leggende (storie nella storia), in grado di dare una dimensione realistica e al contempo popolana dei luoghi che vengono descritti; vere e proprie città-stato su modello delle polis greche, la vita delle quali ruota attorno alla figura del Sommo Sacerdote votato alla divinazione del dio patrono della città stessa”.
Giordana Gradara nasce a Cesena nel 1985. Si diploma all’Istituto Tecnico per il Turismo di Rimini e nel 2008 si laurea in giurisprudenza. Attualmente vive a Forlì con il marito Lorenzo e lavora come impiegata. Coltiva da anni la passione per la narrativa fantastica e d’avventura, che sfocia nella creazione del suo primo romanzo “La figlia della Dea” appunto, pubblicato da Zerounoundici Edizioni. Considera J.R.R. Tolkien il padre spirituale de “La figlia della Dea”, in quanto ha deciso di voler scrivere un romanzo fantasy solo nel 2001, dopo aver letto “Il signore degli anelli”. Ritiene invece Stevenson il padre materiale, dal momento che l’input per narrare le vicende di Ethrill le è stato donato nel 2006 da “La freccia nera”, alla quale le vicende di Nilys, Daniel e Draug devono molto.
Se volete saperne di più vi suggeriamo di dare un’occhiata al sito dedicato al romanzo, mentre a noi non resta altro da fare che auguravi la consueta buona lettura.