Sergio Martino e la commedia sexy – Parte 11
Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande (1982) è un altro film di Sergio Martino che valorizza Edwige Fenech, forse la sua attrice preferita, visto il numero di volte che l’ha diretta sul set. In quel periodo bastava il nome della bella franco – algerina sui manifesti per assicurare un buon successo di pubblico. La critica contava poco, tanto si sapeva che stroncava per partito preso certi lavori divertenti. Sceneggiatori di questa commedia a episodi sono Castellano, Pipolo, Sergio Martino, Alberto Silvestri e Franco Verucci. Produce Luciano Martino. Interpreti: Pippo Franco, Adriana Russo, Renato Pozzetto, Lino Banfi, Edwige Fenech, Janet Agren, Daniele Formica, George Hilton, Riccardo Garrone e Pippo Santonastaso.
Si tratta di una pellicola che fa da seguito ideale a Zucchero, miele e peperoncino ed è prodotta e pensata dagli stessi autori. La commedia a episodi in Italia è un genere che ha attraversato alterne fortune ma non è mai entrato del tutto nelle grazie del pubblico. Se mi passate il paragone letterario è un po’ come i racconti nei confronti del romanzo che da sempre hanno meno presa sul lettore. Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande è meno riuscita di Zucchero, miele e peperoncino, pure se cast e autori sono molto simili.
I tre episodi vengono girati a Livorno e sono legati dal filo conduttore delle cause dibattute in pretura davanti a uno stanco e accaldato giudice Pippo Santonastaso. Una sorta di omaggio al celebre film Un giorno in pretura di Steno (1953). Il primo episodio è il più divertente e ha per protagonista Pippo Franco, un povero cristo che va al mare per fare una vacanza naturale e alla fine sua moglie scappa con un gruppo di nudisti. Da notare che Adriana Russo, consorte dello sfigato Pippo Franco, resta abbagliata dall’abbondanza virile del nudista “Batacchio”. Il secondo vede protagonista Lino Banfi, marito di un’industriale emiliana che si vuol concedere una scappatella con una bella tedesca (Janet Agren), però alla fine scopre che è una truffatrice. Niente di nuovo sotto il sole. Adriana Russo e Janet Agren sono molto belle ma non si spogliano per niente. Il terzo episodio vede protagonista Edwige Fenech che interpreta con Renato Pozzetto una storia surreale di un industriale che cederebbe sua moglie a uno sceicco pur di salvare i propri cantieri. Resta il problema, non di poco conto, che lo sceicco è omosessuale. Da segnalare che lo sceicco è interpretato da George Hilton, attore uruguayano che in gioventù ha girato alcuni thriller con Edwige Fenech e pare abbia avuto una storia d’amore con la bella attrice. Nella finzione però preferisce Pozzetto alla Fenech che nell’assurdo finale grida: “Cornuto sì, ma culattone no!” e soprattutto: “Il culo non è una postilla!”. Alla moglie che dice: ”Fa più male a me che a te” risponde: “No, ti assicuro che fa più male a me!”. Pozzetto aveva ceduto alle pressioni degli operai senza stipendio, ma soprattutto di tutto il mondo politico e religioso italiano preoccupato di evitare una crisi con gli arabi. Non poteva prevedere che l’harem delle dodici mogli dello sceicco fosse composto da uomini biondi e che “la tredicesima perla bruna da aggiungere alla collezione” non fosse sua moglie. La causa davanti al pretore finisce con lo sceicco che per risarcimento danni ordina dodici yacht al cantiere di Pozzetto. L’industriale cammina rigido e ingessato dopo la dolorosa notte d’amore ma alla fine accetta, purché “non vi siano postille”.
Edwige Fenech è doppiata in milanese e fa vedere poco o niente. C’è una scena in pretura durante la quale si china a raccogliere i fogli e mostra le cosce, ma in seguito si esibisce pure in una specie di danza del ventre e fa vedere un seno. In tempi di politically correct un film così non lo si potrebbe neppure pensare, viste le valenze omofobe e i luoghi comuni sugli arabi. Per Mereghetti si tratta di “tre barzellette raccontate senza nessuna verve” e non è facile controbattere questa affermazione. I tempi d’oro della commedia sexy sono ormai lontani. La parte peggiore della commedia sexy deve ancora arrivare perché il genere sta estinguendosi per carenza di idee e si dibatte per alcuni anni prima di spengersi definitivamente. Il canto del cigno della commedia erotica è rappresentato da alcune pellicole con Gigi e Andrea, due attori comici reduci da un effimero successo televisivo che non reggono la prova del grande schermo.
(3/11 – continua)