Se parliamo di autori come Lovecraft, Ashton Smith, Howard, Derleth e molti altri che hanno fatto la storia del genere fantastico nella prima metà del Novecento, non possiamo non citare “Weird Tales”, il più famoso pulp magazine (rivista rivolta a un pubblico che oggi potremmo definire popolare) statunitense di racconti horror e più in generale fantastici, pubblicato per la prima volta nel marzo del 1923. Fu proprio su queste pagine che debuttarono ed ebbero la loro fortuna molti degli scrittori che oggi vengono considerati dei miti dai cultori del genere.
Il periodico fu fondato a Chicago da J.C. Henneberger, un ex giornalista con il gusto per il macabro. Edwin Baird fu il primo editore del mensile, aiutato da Farnsworth Wright.
Baird fu il primo a pubblicare alcuni degli autori più famosi di “Weird Tales”, come appunto H.P. Lovecraft, Clark Aston Smith e Seabury Quinn, autore, quest’ultimo, delle popolarissime storie di Jules de Grandin. Il giornale perse però una considerevole somma di denaro mentre Baird ne era il redattore, quindi fu chiuso dopo solamente 13 uscite. Henneberger allora offrì il lavoro di editore a Lovecraft, che invece rifiutò, adducendo come scusa la sua riluttanza a trasferirsi a Chicago: “Pensa alla difficoltà di un tale spostamento per un vecchio antiquario”, dichiarò lo scrittore, allora appena 34enne. L’editore diede quindi il lavoro a Farnsworth Wright, che divenne il redattore più conosciuto del periodico. Wright (che era affetto dal morbo di Parkinson) continuò a pubblicare storie di Lovecraft, Smith e Quinn, anche se era più selettivo di Baird: rifiutò infatti alcuni dei maggiori capolavori di Lovecraft, fra cui “Alle montagne della follia”, “La maschera di Innsmouth” e (inizialmente) perfino “Il richiamo di Cthulhu”. Anche molti dei racconti del ciclo hyperboreano di Smith vennero allo stesso modo rifiutati. D’altro canto fra i nuovi autori che Wright trovò per la rivista vi furono Robert Bloch e Robert Ervin Howard, le cui storie di Conan il barbaro divennero molto popolari. Wright pubblicò per la prima volta anche il commediografo Tennessee Williams, con la storia “The Vengeance of Nitocris”).
Da segnalare che Wright assunse anche l’illustratrice e stilista Margaret Brundage per produrre le illustrazioni della copertina del giornale (di cui potete vedere alcuni esempi a completamento di questo articolo), a cominciare dal 1933, facendo di lei la prima e unica illustratrice donna di copertine di giornali economici. La Brundage creò molte immagini impressionanti, specialmente di giovani donne nude o seminude in pose provocanti (le sue scene fecero scalpore al tempo). Anche se la sua arte era tutt’altro che impeccabile, le sue copertine divennero un centro di attenzione e di grandi controversie, il che naturalmente favorì la diffusione del giornale, incrementando notevolmente le vendite. Wright fece decollare anche le carriere di due importanti artisti fantasy, Virgil Finlay e Hannes Bok, acquistando e pubblicando i loro lavori per la prima volta e poi sempre più frequentemente.
Nonostante il successo e i grandi autori, “Weird Tales” ebbe però sempre problemi finanziari. Negli anni Venti e Trenta, il manager economico del giornale, William Sprenger, ebbe molta difficoltà a tenere a galla l’impresa. Si è stimato che la circolazione mensile del magazine non superò mai le 50.000 copie per numero, mentre la vendita dei “pulp magazine” più famosi toccava la soglia del milione; perfino durante la Grande Depressione, i giornali più popolari come “Doc Savage” o “The Shadow” raggiunsero una circolazione di 300.000 copie per numero, mensilmente o anche quindicinalmente. Dopo il 1926 Farnsworth Wright pagò i suoi collaboratori con un cent per parola, raddoppiando il costo del giornale di mezzo centesimo a parola; ma durante gli anni Trenta la rivista fu spesso in ritardo con i pagamenti agli autori (fatto usuale nel campo dei periodici a quel tempo).
Nel 1938 Henneberger vendette la rivista a William J. Delaney, proprietario ed editore del giornale “Short Stories”. A Wright venne affiancata Dorothy McIlwraith, la redattrice di “Short Stories”, ma una serie di scelte sbagliate e il declino delle vendite portarono l’editore a lasciare “Weird Tales” nel marzo 1940. Wright morì a giugno dello stesso anno.
Sotto la guida di Dorothy McIlwraith, la rivista fu caratterizzata dall’arrivo di nuovi scrittori, incluse alcune grandi figure importanti come Ray Bradbury, Manly Wade Wellman, Fritz Leiber, Henry Kuttner, C.L. Moore, Theodore Sturgeon, Joseph Payne Brennan, Jack Snow e Margaret St. Clair, assumendo un carattere più eclettico. Occasionalmente la rivista pubblicò alcuni racconti lovecraftiani presentati come pezzi “perduti” di Lovecraft, completati il più delle volte dal suo autonominato “esecutore letterario” Augusth Derleth, che scrisse racconti per il magazine anche con il suo nome.
Come molti giornali a basso prezzo, “Weird Tales” soffrì per la carenza di carta da giornale durante il secondo conflitto mondiale, mentre nel dopoguerra il principale nemico fu la concorrenza dei fumetti, delle commedie radiofoniche, della televisione e dei tascabili economici. A livello commerciale, il periodico subì così un rapido declino fino a cessare le pubblicazioni nel settembre 1954, dopo ben 279 numeri.
La rivista ebbe poi alcune successive edizioni dalla vita però breve, negli anni seguenti, inclusi quattro numeri come giornale nella prima metà degli anni Settanta redatti da Sam Moskowitz e pubblicate da Leo Margulies, mentre Robert Weinberg e Victor Dricks acquisirono il titolo e i diritti di pubblicazione dopo la morte di Margulies e pubblicarono una serie di quattro antologie tascabili, dal 1981 al 1983, curate da Lin Carter.
“Weird Tales” fu riesumato per l’ultima volta nel 1988 sotto la licenza dei redattori/editori George H. Scithers, John Gregory Betancourt e Darrell Schweitzer, cominciando dal numero 290. Il giornale riedito ebbe un ragionevole successo commerciale (come qualsiasi periodico di racconti), pubblicando alcuni importanti scrittori contemporanei come Tanith Lee, Brian Lumley e Thomas Ligotti. “Weird Tales” poi divenne parte della catena DNA Publications per alcuni anni intorno alla fine del millennio, mentre nel 2005 è stata venduta alla Wildside Press (posseduta dal precedente coeditore Betancourt) e trasformata in pubblicazione bimestrale (6 numeri all’anno).
All’inizio del 2007, la Wildside ha cominciato le uscite regolari della nuova serie di “Weird Tales”, nominando redattori Ann VanderMeer e Stephen Segal, mentre Scithers e Schweitzer sono rimasti come azionisti e Betancourt come editore. L’edizione di marzo/aprile 2007 è stata la prima con una nuova veste grafica in 75 anni di pubblicazione.
Per quanto se ne sappia, a oggi l’unico autore italiano a essere stato pubblicato su “Weird Tales” è Roberto Quaglia, in una storia scritta insieme allo scrittore britannico Ian Watson.