Roma, Piazza della Rotonda. Anno Domini 1638
Ovvero…
PAPA PIO VII NEL XXIII ANNO DEL SUO REGNO
A MEZZO DI UN’ASSAI PROVVIDA DEMOLIZIONE
RIVENDICÒ DALL’ODIOSA BRUTTEZZA L’AREA
DAVANTI AL PANTHEON DI M. AGRIPPA OCCUPATA
DA IGNOBILI TAVERNE E ORDINÒ CHE LA
VISUALE FOSSE LASCIATA LIBERA IN LUOGO APERTO
Così si legge ancora a Roma su un’epigrafe marmorea sita sulla facciata di un palazzo – guarda caso, proprio sopra un fast-food! – a pochi metri dal tempio di tutte le divinità passate, presenti e future.
Forse il benedettino Barnaba Niccolò Luigi Chiaramonti, papa Pio VII, non aveva tutti i torni nel decidere di eliminare l’”odiosa bruttezza” e far letteralmente piazza pulita delle “ignobili taverne” che rendevano quasi impraticabile uno dei più suggestivi angoli di Roma, davanti al Pantheon, fatto edificare dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 128 d.C.
Barnaba Niccolò Luigi Chiaramonti, papa Pio VII.
Tra quelle taverne, tra quelle botteghe, all’epoca di papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, ce ne era una che avrebbe fatto la gioia di Dario Argento se fosse vissuto a quell’epoca e se a quell’epoca fosse stato possibile girare un film!
Roma, Piazza del Pantheon o Piazza della Rotonda.
Infatti, se questo capitolo fosse la sceneggiatura di un film, il direttore del casting e il regista si recherebbero di certo in Umbria, a un centinaio di chilometri da Perugia, proprio a Norcia. Ma perché?
Perché Norcia è universalmente conosciuta non solo come la patria dei “nursini”, i tranquilli abitanti della bella cittadina, ma anche dei “norcini”, gli espertissimi addetti alla macellazione del maiale e alla lavorazione delle sue carni.
Previa autorizzazione delle autorità sanitarie, gli apprezzatissimi “norcini” DOC vengono chiamati ancor oggi per far macellare i maiali allevati in alcune zone d’Italia!
Proseguendo nell’ipotetica sceneggiatura del nostro horror-movie, immaginiamo una di quelle maleodoranti botteghe con i due norcini intenti ad accumulare una salsiccia dopo l’altra, a tagliare con una poco rassicurante mannaia quarti di maiale, a raccoglierne il sangue per preparare succulenti “sanguinacci”, ovvero gli insaccati contenenti parti delle interiora e molto sangue del sacrificale Sus scrofa domesticus, il povero verro o la povera scrofa che, in un modo o nell’altro, compare spesso sulla nostra tavola.
Ma che cosa c’è di strano in una tranquilla scena – anche se un po’ da splatter movie – come quella ora descritta?
Perché mai due pacifici artigiani – nell’ipotetico horror-movie opteremo per un’attempata coppia in… alta uniforme, con due insanguinatissimi grembiuli – dovrebbero suscitare un brivido di orrore negli inesistenti spettatori del nostro inesistente film?
A sinistra, siamo, purtroppo, costretti a riportare in questa didascalia un cinico pensiero, poiché l’immagine ci riconduce agli sventurati pellegrini capitati dalle parti di Piazza del Pantheon e… finiti così! A destra, anche oggi, sulla Piazza del Pantheon, proprio dove nel XVII secolo sorgeva la “tenebrosa locanda”, è possibile rifocillarsi con gustosissimi piatti di ogni genere. Tra le due finestre si vede l’epigrafe che ricorda la “bonifica” voluta da papa Pio VII nel 1823.
Norcini DOC nel pieno esercizio delle loro funzioni. Ma i due serial killer che avevano bottega alla Piazza de la Ritonna “sofisticavano” un po’ troppo la loro “merce”!
Semplicemente perché la nostra attempata coppia sta macellando corpi umani e la poco rassicurante mannaia serve a ridurre ai minimi termini braccia, gambe, testa di qualche sventurato pellegrino che passava da quelle parti o che aveva chiesto loro informazioni su dove poter trascorrere la notte!
Scena di quotidiana attività di norcini d’altri tempi. Ciò che dalle parti del Pantheon veniva macellato a Roma nel XVII secolo era ben altro…
Si sa cosa succede in questi casi, si sa che il popolo mormora, si sa che…
La calunnia è un venticello,
un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar…
Mormora oggi, mormora domani, la “calunnia” , che però “calunnia” non è…
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s’introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar…
E tra le orecchie della gente ci sono anche le attentissime orecchie del Capitano di Giustizia, ovvero del Capo della Polizia, del responsabile dell’ordine pubblico!
Quasi incredulo il “Giustiziario” – come era anche chiamato – avvia un’indagine per appurare se possa essersi veramente distratto davanti ad un così efferato crimine.
Nulla sfugge – egli seriamente crede… – al suo vigile occhio!
“Arrestateli subito!” avrà certamente urlato quando gli confermano che in quelle “ignobili taverne”, davanti alla fontana sormontata da un piccolo obelisco, moltissimi romani – notoriamente “buone forchette”! – erano sul serio stati attirati da un delizioso profumo di salsicce in padella o alla brace cucinate da una coppia di sorridenti e “miti” “norcini”, quasi… due santi sull’altare!
Il Capitano di Giustizia, cosa ben nota, non sopporta le sofisticazioni alimentari e non può mandar giù che salsicce & Co. siano tutte a base di carne umana ricavata ammazzando senza troppi preamboli chissà quanti poveri pellegrini ridotti ai minimi termini… fatti entrare – molto obtorto collo! – nei budelli per salsicce per poi letteralmente finiti dalla padella nella brace!
Forse così reagì il Capitano di Giustizia di una Roma del XVII secolo quando gli confermarono che in una “ignobile taverna” di Piazza della Ritonna – come all’ombra del Colosseo chiamavano Piazza del Pantheon – si scannavano e cucinavano ingenui pellegrini in cerca del giusto ristoro!
Viene coinvolto anche papa Urbano VIII – un Papa Re, come in pratica lo furono quasi tutti i Papi fino a Pio IX – che si arroga il giusto ma poco caritatevole diritto di stabilire il tipo di condanna a morte da comminare ai due “Serial killer de Noantri”.
Pensa e ripensa, poi al Sommo Pontefice giunge la “celeste” illuminazione…
Così, in un freddo 3 gennaio 1638 da un predecessore di Giovannni Battista Bugatti – il celeberrimo Mastro Titta – in una piazzetta davanti a Castel Sant’Angelo…
“Furono accoppati scannati e squartati due empi scellerati norcini che condivano la carne porcina con la carne umana.”
Parce sepultis!
A sinistra, Maffeo Vincenzo Barberini, papa Urbano VIII e a destra i “ferri del mestiere” del boia di Roma, Mastro Titta, un predecessore del quale provvide a fare giustizia dei due serial killer… “norcini DOC”.
Più o meno così furono giustiziati i due “empi scellerati norcini” che sofisticavano la carne suina con quella umana”
Mastro Titta, Mastro Titta ‘na pagnotta e ‘na salsiccia…”
Di quei serial killer ante litteram, nel 1836, si ricordò anche il grande poeta romanesco Giuseppe Gioacchino Belli ne “Il deserto” – ne riportiamo il testo con “traduzione”… dal vernacolo romanesco – in cui descrive il senso di disperata solitudine che, all’epoca, colpiva chi si avventurava da quelle parti.
Anzi, l’io narrante, si raccomandava a tutti i Santi, a “Cristo e alla Madonna” affinché lo dissuadessero dal recarsi “alla Ritonna” per procurarsi la “giuncata”, un formaggio fresco e molle di solito a base di latte vaccino…
Dio me ne guardi, Cristo e la Madonna
d’annà ppiú ppe ggiuncata a sto precojjo.
Prima… che pposso dí?… pprima me vojjo
fà ccastrà dda un norcino a la ritonna.
Percorri chilometri e chilometri e non vedi neppure un albero, al massimo scorgi qua e là qualche roccia, completamente immerso in un assordante silenzio, un silenzio in cui anche se urli nessuno ti risponde!
Fà ddiesci mijja e nun vedé una fronna!
Imbatte ammalappenain quarche scojjo!
Dapertutto un zilenzio com’un ojjo,
che ssi strilli nun c’è cchi tt’arisponna!
Da qualsiasi parte volgi lo sguardo vedi solo una campagna che si perde a vista d’occhio, del tutto pianeggiante come se sopra vi avessero passata la pialla, senza neppure un abbozzo di casa!
Dove te vorti una campaggna rasa
come sce sii passata la pianozza,
senza manco l’impronta d’una casa!
L’unica cosa visibile in tutto il vagare in quel “deserto” è stata una carrozza guidata da un barrocciaio… morto ammazzato…
L’unica cosa sola c’ho ttrovato
in tutt’er viaggio, è stata una bbarrozza
cor barrozzaro ggiú mmorto ammazzato.
Una location da vero… horror-movie dunque!
Roberto Volterri
A settembre 2018, per Enigma Edizioni di Firenze con copertina di Enrico Baccarini, sarà disponibile in libreria questa nuova ricerca, una sorta di sequel del riuscitissimo “KILLERS. Gli Apostoli del Male” (Eremon Edizioni).