Titolo originale: Black Panther
Anno: 2018
Regia: Ryan Coogler
Soggetto: basato sui personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby
Sceneggiatura: Ryan Coogler e Joe Robert Cole
Direttore della fotografia: Rachel Morrison
Montaggio: Claudia Castello, Michael P. Shawver e Debbie Berman
Musica: Ludwig Göransson
Effetti speciali: Geoffrey Baumann e Lisa Beroud
Produzione: Marvel Studios, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nate Moore, Jeffrey Chernov e Stan Lee
Origine: Stati Uniti
Durata: 2 h e 14′
CAST
Chadwik Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’o, Danai Kurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Letitia Wright, Angela Bassett, Forrest Whitaker, Andy Serkis
TRAMA
Molti pensano che lo stato di Wakanda, al centro dell’Africa, sia il solito Paese del Terzo Mondo al limite della miseria: in realtà la presenza del metallo proveniente dallo spazio vibranio ha permesso a quel mondo di raggiungere un livello di tecnologia impensabile e ai suoi abitanti di possedere poteri sovraumani. Il principe T’Challa, noto anche come il super eroe Black Panther, è diventato il nuovo re dopo la morte prematura del padre, ma presto si troverà coinvolto in intrighi e pericoli, quando una persona proveniente da un passato che gli è stato nascosto tornerà pretendendo il trono, annientando la sua famiglia e lanciandosi alla conquista del mondo. Sconfiggerlo sarà duro e farà nascere non pochi interrogativi, anche morali, nel protagonista e nelle persone che gli sono vicine.
NOTE
Dopo essere comparso in Capitan America: Civil War torna in un film tutto per lui Black Panther, il primo super eroe di colore, tra l’altro non un afroamericano (troppo facile) ma un africano, appartenente a un mondo tutto da scoprire come immaginario fantastico, dove non a caso stanno emergendo autori e autrici di fantasy e fantascienza.
Il film approfondisce il personaggio del principe T’Challa, destinato a diventare re del regno di Wakanda, diviso tra antichi riti tribali con un richiamo ai super poteri e modernità estrema, svelando il suo passato o meglio un fatto non conosciuto e tragico che riguarda suo zio e suo cugino, che getta un pericolo sul suo presente. Come Simba de Il re leone, altro eroe occidentale ma che viene dall’Africa, anche Black Panther si trova a dover fronteggiare un pericolo che viene dalla sua stessa famiglia, anche se da qualcuno che non conosceva, che viene presentato all’inizio ma che solo a metà film emerge con le sue ragioni e la sua minaccia.
Dietro a questo pericolo, a questo cugino in cerca di vendetta, emerge la questione africana, mai forte come oggi, quella di un continente sfruttato all’inverosimile e dove non è stato possibile costruire una vera economia, e i cui abitanti sono stati per secoli portati via come schiavi e ancora oggi vivono in difficoltà. Un film fantastico e ricco d’azione, certo, ma capace di far riflettere sul mondo di oggi, sulle sue contraddizioni e su che ruolo dare a un mondo complesso e interessante, dove Wakanda può essere, almeno nell’immaginazione, una sorta di riscossa, ma dove i problemi del mondo reale restano e vengono citati.
Il cast è formato per lo più da attori di colore, con veterani come Forrest Whitaker e Angela Bassett, volti noti come Lupita Nyong’o e lo stesso Chadwik Boseman e emergenti promettenti come Danai Gurira, la sorellina Okoye, brillante scienziata alla quale è molto probabile che venga dedicato quanto prima un film. Accanto a loro emergono Andy Serkis, per una volta con il suo volto e non nascosto sotto la computer graphic, e Martin Freeman, compassato ancora di più che in Sherlock come Watson.
Black Panther dimostra comunque la vocazione internazionale e contro ogni discriminazione che hanno oggi i super eroi, senza essere politicamente corretti ma capaci di riflettere un mondo globale e multietnico. Sperando che, visti gli ultimi sviluppi successivi al film, gli abitanti di Wakanda possano essere protagonisti di nuove avventure.