Titolo originale: Pirates of the Caribbeans: At World’s End
Anno: 2007
Regia: Gore Werbinski
Soggetto: Ted Elliott, Terry Rossio, Stuart Beattie e Jay Wolpert
Sceneggiatura: Ted Elliott e Terry Rossio
Direttore della fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Stephen E. Rivkin e Craig Wood
Musica: Hans Zimmer
Effetti speciali: Industrial Light & Magic
Produzione: Jerry Bruckheimer
Origine: Stati Uniti
Durata: 2 h e 48′
CAST
Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Geoffrey Rush, Jack Davenport, Jonathan Pryce, Bil Nighy, Stellan Skarsgård, Naomie Harris, Chow Yun-Fat
TRAMA
Mentre nei Caraibi la lotta contro i pirati diventa sempre più spietata, non risparmiando neanche i bambini, Barbosa, William ed Elizabeth fanno vela verso i mari della Cina, per scoprire come raggiungere il posto dove è tenuto prigioniero Jack.
Per raggiungere il loro scopo si alleano con il pirata Sao Feng, mentre Elizabeth scopre che a casa è morto anche suo padre, vittima della repressione del temibile Beckett. Tia, che ha rivelato di essere la dea Calypso, lascia i nostri eroi al loro destino, mentre cercano di sconfiggere Davy Jones, che però avrà bisogno di qualcuno che lo sostituisca sull’Olandese Volante, nave legata a una maledizione indistruttibile e che non può finire con la sua morte.
Mentre l’amore per William ed Elizabeth sembra legato alla scelta di lui di rimanere sulla nave e compiere il suo destino, Jack, finalmente libero, decide di partire alla ricerca della Fonte dell’Eterna Giovinezza. I due innamorati potranno incontrarsi solo una volta ogni dieci anni, a meno che qualcuno non riesca a spezzare la maledizione, cosa che sembra improponibile.
NOTE
Il terzo capitolo di Pirati dei Caraibi arriva quasi subito, strettamente legato al precedente, tra maledizioni del mare che continuano a perpetuarsi, avventure, colpi di scena, recuperando un po’ di mordente, con nuove sfide da affrontare, non tutte risolutive, perché la vicenda sembra complicarsi sempre di più.
Stavolta a essere coinvolti sono anche i pirati dei Mari dell’Oriente, storicamente attivissimi e temibili come e più dei loro colleghi caraibici, e poco noti al grande pubblico al di fuori della loro area geografica: del resto l’Estremo Oriente è uno dei mercati più floridi per il cinema e sta diventando sempre più fondamentale inserire personaggi e richiami alla sua cultura, ricchissima di storie tutte da scoprire qui in Occidente.
Ottima la presenza dell’attore Chow Yun-Fat, noto a livello internazionale dopo la partecipazione a vari film cinesi di genere wuxia, fino al pluripremiato La tigre e il dragone: un volto capace di caratterizzare in maniera efficace un pirata di un’altra parte del mondo, purtroppo in maniera autoconclusiva per questo capitolo.
L’elemento fantastico continua a essere preponderante, tra richiami alla cultura nordica e omaggi a quella classica, con il personaggio di Calypso, qui vista come una dea del mare quando nell’Odissea era invece la ninfa che per vari anni ospitò Ulisse sull’isola di Ogigia.
Il ritmo è meglio distribuito che nel capitolo precedente, e risultano interessanti i richiami alla repressione storica con cui si decise di debellare la pirateria dai Caraibi, cancellando dalla realtà e facendola diventare un elemento fondamentale per le storie di fantasia, capace di avvincere per i secoli successivi, fino a oggi.
Jack Sparrow è come sempre il protagonista di tutto, in varie scene madri, a cominciare dalla sua follia sull’isola da solo; William ed Elizabeth vedono nuovi sviluppi per la loro storia, destinata a rimanere senza un lieto fine, dopo che Orlando Bloom e Keira Knighley tra l’altro preferiranno prendersi una pausa dalla serie tornando solo in tempi recenti.