Avete mai fatto caso che spesso, se le chiese sono scampate alle varie ristrutturazioni sei e settecentesche, nella controfacciata dell’edificio si trova un Giudizio Universale?
Iniziamo con ordine: cos’è una controfacciata? Si tratta della parete interna alla chiesa che sta dietro la facciata, quella dove ci sono i portali d’ingresso, per capirci. Quella che il fedele davanti a sé vede nel momento in cui, terminata la funzione, si accinge ad uscire dall’edificio. Specialmente in epoca medievale, quando le spesse pareti romaniche erano un enorme supporto dove affrescare vite di santi o di Gesù o della Madonna, anche la controfacciata diventava utile per diffondere il messaggio cristiano e in questo caso, essendo come già detto l’ultima cosa che il fedele vedeva davanti a sé prima di uscire nel mondo e nel peccato, spesso ignoti autori vi dipingevano il Giudizio Universale.
Al di là della tradizionale rappresentazione del Giudizio, che talvolta vede la sostituzione di Dio con san Michele Arcangelo, quello che qui mi interessa farvi notare è la presenza di figure diaboliche che accompagnano le anime dei dannati e di mostri che spalancano le loro fauci, pronti ad inghiottire i peccatori piangenti. Mi viene in mente un affresco cinquecentesco conservato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Soncino, in provincia di Cremona: i fratelli Bernardino e Francesco Carminati realizzano questo soggetto e nella parte inferiore, sulla destra, si nota un enorme mostro, contornato dalle fiamme dell’Inferno, pronto a mangiarsi chi si è macchiato di colpe che non possono essere perdonate (il particolare è visibile a questo link). Il fedele che si trovava davanti ad una rappresentazione del genere era ammonito: una volta uscito nel secolo, qualora si fosse comportato in modo non conforme ai dettati della religione cristiana, si sarebbe guadagnato quella tristissima sorte.
La rappresentazione dei fratelli Carminati segue la classica tradizione iconografica che vede Dio Padre al centro della composizione e alla sua destra coloro che si sono salvati e dall’altra parte i dannati, ma c’è addirittura chi in controfacciata ci racconta dell’origine di tutti i mali, come nella chiesa di San Michele al Pozzo Bianco a Bergamo. L’edificio è stato sottoposto in anni recenti ad un restauro che ha restituito una serie di lacerti in cui, oltre a riconoscere i dannati incatenati, si vedono anche Adamo ed Eva: quest’ultima, insidiata dal serpente, accetta la mela offendendo Dio e causando, per chi crede, la dannazione dell’uomo. Della serie: attenzione a quello che ti gira intorno, tutto potrebbe essere una lusinga del Male!
Se queste immagini possono sembrare pesanti per un uomo comune del Medioevo, neanche vi sto a raccontare quando ci si trovava alle rappresentazioni di donne e uomini che, prima di essere decapitati, ne subivano di tutti i tipi. Alla prossima!