Titolo originale: I criminali della galassia
Anno: 1965
Regia: Anthony M. Dawson
Soggetto: Ivan Reiner e Renato Moretti
Sceneggiatura: Ivan Reiner e Renato Moretti
Direttore della fotografia: Riccardo Pallottini
Montaggio: Otello Colangeli
Musica: Angelo Francesco Lavagnino
Effetti speciali: Aurelio Pennacchia
Produzione: Joseph Fryd e Antonio Margheriti
Origine: Italia/Spagna
Durata: 1h e 33’
CAST
Tony Russell, Jane Fate, Massimo Serato, Carlo Giustini, Franco Nero, Enzo Fiermonte, Umberto Raho, Vittorio Bonos, Aldo Kant
TRAMA
Nel 2015 il mondo è governato da un’alleanza di nazioni che si riconoscono nella libertà e nella democrazia. La politica di pace e di collaborazione è però incrinata dalle mire economiche di potenti gruppi industriali e finanziari. Sulla stazione orbitante Gamma 1 il dottor Nurmi, legato al potere economico, lavora a rivoluzionari progetti di trapianti e miniaturizzazione di organi umani. I suoi esperimenti non sono graditi al comandante della base, Mike Halstead (anche perché Nurmi gli corteggia la ragazza). Quando riceve l’incarico di indagare sulla scomparsa misteriosa di alcune personalità, essendo uno degli ufficiali più attivi nel condurre le indagini, Halstead sospetta dello scienziato. Disobbedendo agli ordini dei superiori che vorrebbero escluderlo dalle indagni, Mike parte alla volta del planetoide Delphos, roccaforte di Nurmi, e scopre che gli uomini scomparsi (e la donna che ama) sono tenuti prigionieri per essere sottoposti a diabolici esperimenti. Tutte le vittime sono state catturate dalle squadre di giovani donne che Nurmi ha creato in laboratorio e inviato sulla Terra, dotate d’una forza incredibile. Ridotti in proporzioni minuscole, gli individui catturati dai seguaci dello scienziato vengono adoperati per pazzeschi esperimenti, tesi alla creazione d’una razza umana perfetta. Da Delphos, lo scienziato criminale progetta di piegare le Nazioni Unite alla sua volontà. Lo stesso Mike, insieme con i suoi uomini, farebbe una brutta fine se, all’ultimo momento, non riuscisse ad avere il sopravvento ed a distruggere l’intera base
NOTE
Anthony M. Dawson altri non è che il regista italiano Antonio Margheriti, che infatti figura tra i produttori: la scelta dello pseudonimo inglese era molto in voga in quel periodo in Italia, per permettere alle pellicole l’accesso all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. Ed era proprio questa l’intenzione per “I criminali della galassia” (intitolato poi negli Usa “The wild, wild planet”), primo film della quadrilogia definita “Gamma 1” in quanto le pellicole erano tutte ambientate sulla stazione orbitante che dà il titolo alla saga. “In orbita a migliaia di chilometri dalla Terra, Gamma 1, la più lontana delle stazioni spaziali, segna il confine invisibile dell’espansione dell’uomo nell’Universo”: con questa frase terminavano i titoli di testa del film che era stato progettato, come dicevamo proprio per il mercato americano. Le quattro pellicole (le altre erano “I Diafanoidi vengono da Marte”, “Il pianeta errante” e “La morte viene dal pianeta Aytin”) furono prodotte dalla società americana Mercury Film International, per conto della Metro Goldwyn Mayer.
La serie di film venne realizzata in soli tre mesi da Antonio Margheriti che, anticipando un po’ certe tendenze attuali nelle lunghe saghe cinematografiche, li girò contemporaneamente, con non poche difficoltà e, sempre per i soliti motivi di budget, con il limite di poco più di due settimane di lavorazione per ognuno. Ulteriore difficoltà fu che le quattro storie erano completamente diverse tra loro e perfino i protagonisti dei primi due cambiavano in quelli successivi. Quasi sempre, per ottimizzare un ambiente, venivano girate nello stesso giorno scene di film diversi con attori diversi, cambiando di corsa i costumi e gli elementi scenici. Nonostante però tutte le difficoltà incontrate, la serie riuscì talmente bene che la Metro Goldwyn Mayer decise di lanciarla sul mercato cinematografico americano prima dello sfruttamento in quello televisivo. Infatti in principio, quando erano stati commissionati, si era pensato a una miniserie televisiva.
Il cast era ricco di ottimi attori: da Massimo Serato (“L’umanoide”, “Solamente nero” e lo sceneggiato televisivo “Ritratto di donna velata”), nel ruolo dello scienziato malvagio, a Lisa Gastoni (che usò anche lei lo pseudonimo americano di Jane Fate) fino a un giovanissimo Franco Nero, al suo esordio cinematografico (e che poi avrebbe recitato in pellicole come “2012 – L’avvento del male”, “Desideria e l’anello del drago”, “I viaggiatori delle tenebre”).