LUCI LONTANE (1992) – PARTE 03
ALIEN 3 (Alien 3)
Che non fosse facile pensare a un seguito della saga di Alien soprattutto dopo il successo del film di James Cameron Aliens – Scontro finale, pensiamo sia cosa chiara a tutti. L’allora presidente della 20th Century Fox, Joe Roth, voleva realizzare qualcosa che non fosse una ripetizione delle storie precedenti e, in effetti, fin dall’inizio degli anni ‘90 i due produttori, Giler e Hill, proposero una storia nella quale non era prevista la presenza del Tenente Ellen Ripley, ma Joe Roth non ne voleva assolutamente sapere, non intendeva rinunciare all’unica donna guerriero presente nella mitologia cinematografica per cui, per riavere Sigourney Weaver, sborsò quattro milioni di dollari e la fece diventare anche coproduttrice della pellicola. A questo punto la storia fu modificata innumerevoli volte, passando da vari sceneggiatori a tre registi diversi e, alla fine, sempre con l’assenso della Weaver, Roth scelse come regista David Fincher, un giovane esordiente la cui notorietà era legata solamente ad alcuni videoclip di successo per Madonna e George Michael, oltre a degli spot per la Pepsi, la Levi’s e la Nike.
In questo film una sola è la creatura visibile ed è stata realizzata da Alec Gillis e Tom Woodruff Jr. che, assieme allo stunt-man Val Musetti, si alternavano dentro il costume, aderentissimo, della creatura. Per altre sequenze sono stati usati dei modelli animati da un team coordinato da Laine Liska.
Nella scena della nascita, quando la creatura si impossessa del cane di uno dei detenuti, è un pupazzo mosso da una mano nascosta mentre, nella scena seguente, quando lo si vede malfermo sulle quattro zampe, è un modello chiamato Bambi Burster, in netta ispirazione con la sequenza del film Bambi dove si vede il piccolo cerbiatto camminare malfermo sulle zampe, telecomandato con la pelle di nylon spalmata di viscida multicellulosa. Come disegno della creatura si torna il più possibile al disegno originale di H.R. Giger, realizzando un essere che è a metà tra un grosso felino e un insetto che corre stando appiccicato al soffitto offrendoci anche sequenze dal suo punto di vista, pur non avendo alcuna apertura visibile per gli occhi. Il costume indossato da Woodruff, anche per quattordici ore di seguito, era fatto in gomma e fibra di vetro senza bottoni o cerniere che ne avrebbero rovinato l’effetto, nel quale venivano inserite teste diverse secondo le ragioni di ripresa e veniva guidato sul set a voce perché non vedeva nulla sotto quella maschera.
Sprofondata nell’ipersonno Ellen Ripley (Sigourney Weaver) non si accorge che qualcosa di terribile sta accadendo a bordo dell’astronave militare da trasporto Sulaco. Qualcosa che minaccia lei e i suoi due occupanti, la piccola Newt e il Caporale Hicks. Qualcosa di viscido, uscito da un bozzolo, e che si avvicina alla sua capsula.
Fiorina “Fury” 161
Copertura Raffineria Mineraria
Cromosoma Doppio Y – Sezione di correzione
Massima sicurezza
La navetta di emergenza si sgancia e precipita come una meteora nella turbolenta atmosfera del pianeta. Dei corpi recuperate, uno solo mostra segni di vita, mentre non c’è più nulla da fare per Newt e Hicks. Così come i resti dell’automa Bishop (Lance Henriksen) sono sparsi per tutta la navetta.
Ripley viene portata in infermeria e curata dal Dottor Clemens (Charles Dance) mentre il sovrintendente Andrews (Brian Glover) con il suo aiutante, Aaron (Ralph Brown), stanno tenendo un’assemblea per avvisare i detenuti dei fatti accaduti.
Andrews: “Ho chiesto un controllo notizie ed ecco i fatti: come molti di voi sapranno una navetta d’emergenza modello 3-3-7 ha tentato un atterraggio alle ore sei antimeridiane e si è schiantata al suolo. C’è stato un solo superstite, due morti ed un androide così malridotto da risultare definitivamente danneggiato. Il sopravvissuto è una donna.”
Morse: “Voglio solo ricordare che ho fatto un voto di castità e questo voto include anche le donne. Tutti abbiamo fatto questo voto! E poi non apprezzo minimamente il fatto che le venga permesso di mescolarsi ai detenuti e al personale di custodia.”
Dillon: “Quello che nostro fratello intende dire è che noi consideriamo la presenza di un estraneo, e in particolare di una donna, una violazione della armonia e un potenziale pericolo per la nostra unità spirituale!”
Andrews: “Conosco bene le vostre opinioni sull’argomento ed è per questo motivo che ho chiesto l’intervento urgente di una squadra di soccorso. Se tutto va bene dovrebbe essere qui tra una settimana e provvederà a portarla via nel più breve tempo possibile… Quali sono le sue condizioni?”
Clemens: “Non sembra ferita gravemente, ha perso conoscenza. Non posso essere più preciso, al momento.”
Andrews: “Pensa che vivrà?”
Clemens: “Sì, penso di sì.”
Andrews: “Sentite, sarà meglio per tutti che quella donna non esca dall’infermeria finché non sarà arrivata la squadra di soccorso e, comunque, mai senza la scorta di servizio, chiaro?”
Aaron: “Bene.”
Andrews: “Signori, continueremo ad attenerci alle nostre regole, senza farci influenzare da quello che è successo. Giusto? D’accordo! Grazie, signori!”
Dillon: “D’accordo.”
Clemens raggiunge Ripley nell’infermeria. La donna è ancora svenuta. L’uomo prepara un’iniezione per endovena e sta per praticargliela quando la ragazza si sveglia e gli afferra la mano.
Clemens: “Un piccolo cocktail di mia invenzione. Le darà forza.”
Ripley: “È un dottore?”
Clemens: “Mi chiamo Clemens, sono l’ufficiale medico, qui.”
Ripley: “Qui?”
Clemens: “Fury 161. Si tratta di una Colonia Penale di massima sicurezza. Mi dispiace dirglielo… ora posso? (Le fa l’iniezione) È solo uno stabilizzante. Le dovrò radere la testa. Purtroppo c’è una grande quantità di pidocchi. Quando starà meglio le darò un rasoio così provvederà lei stessa alle sue cose…”
Ripley: “Come sono arrivata qui?”
Clemens: “Ha… fatto un atterraggio di fortuna su una navetta d’emergenza, deve essersi staccata dalla nave base prima di entrare nella nostra atmosfera. Ha idea di quanto tempo è rimasta in ipersonno? Esserne uscita così può averle provocato uno shock.”
Ripley: “Mi rimetterò in un paio di settimane… Dove sono gli altri?”
Clemens: “Non ce l’hanno fatta.”
Ripley: “Cosa?”
Clemens: “Non sono riusciti a sopravvivere.”
Ripley: “Devo andare alla navetta… devo andarci subito…”
Clemens: “Non è in grado di farlo.”
Ripley: “Vuole procurarmi dei vestiti o devo andare così?”
Clemens: “Data la condizione degli abitanti del luogo le consiglierei di coprirsi. Nessuno di loro ha visto una donna da molti anni. Neanche io, se è per questo… Una volta la Colonia Penale ospitava cinquemila detenuti ma ora ne sono rimasti solo venticinque a custodire gli impianti.”
Ripley: “Perché?”
Clemens: “Per tenere accesa la fiamma pilota.”
Ripley: “A che serve?”
Clemens: “Per l’altoforno, metano naturale. Qui c’era una fonderia, Tenente Ripley. I detenuti forgiano lastre di piombo per contenitori di rifiuti tossici.”
Ripley: “Come conosce il mio nome?”
Clemens: “Era stampato sul retro dei suoi shorts…”
Ripley: “Dove sono i corpi?”
Clemens: “Li abbiamo messi all’obitorio. La squadra investigativa arriverà la prossima settimana.”
Ripley: “C’era un androide…”
Clemens: “Disattivato. I suoi pezzi erano sparsi dappertutto, abbiamo buttato i resti nella spazzatura… Ah, il Caporale è stato trafitto da un palo di sostegno: è morto sul colpo…”
Ripley: “E la bambina?”
Clemens: “Lei… è annegata nel tubo criogeno. Non credo fosse cosciente quando è successo.”
Ripley sta osservando i resti della navetta e vede su una delle capsule dell’ipersonno una strana macchia, come se il metallo fosse stato bruciato da dell’acido…
Clemens: “Che c’è?”
Ripley: “Dov’è ora?”
Clemens: “In cella frigorifera.”
Ripley: “Devo vederla… voglio vederla ancora una volta…”
Il cane di uno dei detenuti è la prima vittima dell’alieno e da esso esce un essere quadrupede che, velocissimo, si allontana nei corridoi. Intanto Ripley, sempre più sospettosa, chiede che venga fatta l’autopsia al corpo della bambina ma la diagnosi di Clemens viene confermata; questo comunque non soddisfa Andrews che reclama per non essere stato avvisato della faccenda. Poi i corpi di Newt e di Hicks vengono gettati nella fornace. Ripley ringrazia Dillon (Charles S. Dutton) per il suo discorso funebre ma l’uomo quasi non le risponde e accenna solo alle loro credenze religiose. Ripley chiede spiegazioni a Clemens.
Clarence: “Dillon e tutti gli altri prigionieri che lo hanno seguito hanno abbracciato questa religione circa cinque anni fa…”
Ripley: “Che genere di religione?”
Clarence: “Una specie di fondamentalismo cristiano, apocalittico, millenario… Il problema è sorto quando la Compagnia voleva chiudere gli impianti e Dillon e gli altri convertiti volevano restare, così venne loro permesso di rimanere a fare i custodi con due supervisori e un Ufficiale Medico, tutto qui.”
Ripley: “Come ha avuto questo magnifico incarico?”
Clarence: “Le piace il suo nuovo taglio?”
Ripley: “Mi piace…”
Clarence: “Dopo che per causa sua ho avuto quello scontro con Andrews danneggiando, se possibile, ancora di più il mio rapporto con lui e dopo che le ho raccontato tutte le vicissitudini della Colonia 161, vuol dirmi cosa stava cercando in quella ragazza?”
Ripley non risponde. I due finiscono a letto.
Intanto uno dei detenuti, Murphy (Chris Fairbanks), sta pulendo uno degli areatori quando viene assalito e trascinato verso le pale che lo fanno a pezzi. Aaron avvisa Clemens dell’accaduto ma il medico è perplesso, non solo perché in quel momento le pale non stavano risucchiando aria ma la stavano spingendo all’interno, ma anche per un’altra cosa. Ne parla a Ripley che raggiunge tra i resti della navetta prima di recarsi all’appuntamento con Andrews.
Clemens: “Ah, sei qui. Se continui ad andartene in giro senza scorta farai girare le palle a quell’incazzato di Andrews.”
Ripley: “Raccontami dell’incidente.”
Clemens: “Uno dei prigionieri è stato ucciso.”
Ripley: “Davvero?”
Clemens: “Uhm…”
Ripley: “Come?”
Clemens: “Nell’aeratore. Quella mezza sega si è avvicinato troppo alla ventola. Ho trovato qualcosa sul luogo dell’incidente, proprio a due passi da dove è accaduto. Un segno, una bruciatura, come quella che hai trovato tu sul tubo criogeno della ragazza… Senti, io sono dalla tua parte, voglio aiutarti ma ho bisogno di sapere cosa sta succedendo o cosa credi che stia succedendo.”
Ripley: “Se mi vuoi aiutare veramente trovami un computer capace di leggere i dati contenuti nel registratore di volo.”
Clemens: “Non abbiamo niente del genere.”
Ripley: “Che ne dici di Bishop?”
Clemens: “Bishop?!”
Ripley: “L’androide che si è schiantato assieme a me.”
Clemens: “Posso indicarti dove trovarlo ma non posso venire con te. Purtroppo ho già un appuntamento.”
All’appuntamento Andrews lo informa che il Comando ha dato ordine di sorvegliare Ripley con un messaggio a priorità assoluta. Clemens non è molto d’accordo su questi ordini, ma Andrews gli ordina di eseguirli minacciando di raccontare qualcosa del passato del medico.
Ripley cerca tra i rottami i resti di Bishop e se li carica in spalla. Viene fermata da dei galeotti che la assalgono ma viene salvata da Dillon.
Ripley porta Bishop in infermeria riuscendo a rimettere in sesto i principali collegamenti.
Ripley: “Ehi…”
Bishop: “Sei tu, Ripley?”
Ripley: “Ciao, Bishop, come stai?”
Bishop: “Mi sento a pezzi…”
Ripley: “Mi dispiace…”
Bishop: “In fondo sono sempre stato un elettrodomestico. Tu come stai? Mi piace il tuo nuovo look…”
Ripley: “Puoi leggere i dati del registratore di volo?”
Bishop: “Nessun problema… sono pronto.”
Ripley: “Cos’è accaduto sulla Sulaco? Perché hanno esposto i tubi criogeni?”
Bishop: “Condizione di stasi interrotta. Attenzione, incendio nel reparto criogenico, ripeto, incendio nel reparto criogenico…”
Ripley: “Che cosa è successo? Che cosa l’ha provocato, Bishop? Puoi sentirmi?”
Bishop: “C’è stato un corto circuito localizzato sotto la pavimentazione.”
Ripley: “I sensori hanno captato dei movimenti prima che la navetta si staccasse?”
Bishop: “È molto buio qui, non sono più quello di una volta…”
Ripley: “Rispondi. Il registratore di volo dice qualcosa? C’era anche un alieno con noi a bordo?”
Bishop: “Sì.”
Ripley: “È rimasto sulla Sulaco o è salito sulla nostra navetta?”
Bishop: “È stato con noi per tutto il viaggio.”
Ripley: “La Compagnia lo sa?”
Bishop: “Loro sanno sempre quello che accade a bordo. È tutto registrato nel computer che trasmette i dati ai loro esperti.”
Ripley: “E che accadrà dopo?”
Bishop: “Soffro… Ti prego Ripley, disconnettimi. Potrei essere riattivato ma non sarò mai più al massimo. Meglio essere niente.”
Ripley: “Sicuro.”
Bishop: “Fallo per me, Ripley…”
Ripley disconnette Bishop definitivamente. Intanto tre detenuti che stanno controllando un condotto vengono assaliti dall’alieno e uno solo si salva. Viene portato in infermeria in uno stato confusionale e blatera di un “drago” che li ha assaliti. Ripley parla della faccenda ad Andrews che la tratta con molta sufficienza.
Andrews: “Dunque, vediamo se ho capito bene, Tenente: è una creatura alta due metri e mezzo con acido nelle vene ed è arrivata qui sulla vostra navetta. Uccide a vista ed è piuttosto ripugnante. E lei si aspetta che io creda a tutto questo sulla parola?”
Ripley: “No, io non mi aspetto niente.”
Andrews: “Gran bella storia, Signor Aaron.”
Aaron: “Certo, Signore, fantastica. Non ho mai sentito niente di simile.”
Andrews: “Ne sono convinto. E mi dica, Tenente, cosa ci suggerirebbe di fare?”
Ripley: “Che armi avete a disposizione?”
Andrews: “Questa è una prigione, non è prudente che degli ergastolani giochino con le armi!”
Ripley: “Così lei evita di farsi ammazzare.”
Andrews: “Esatto. Non si scappa da qui. Ci penseranno gli uomini della Compagnia ad eliminarlo, il drago, appena arrivano.”
Ripley: “Questa è una prigione di massima sicurezza, non è vero? E voi dite di non avere armi di nessun genere?”
Andrews: “Abbiamo dei trincianti nel mattatoio, un po’ di coltelli in sala mensa, delle accette antincendio sparse qua e là, ma niente di eccezionale, come può ben vedere…”
Ripley: “Nient’altro?”
Andrews: “Crediamo nel codice d’onore.”
Ripley: “Allora siamo fottuti.”
Andrews: “No, no, lei è fottuta! Confinata in infermeria e in quarantena, il signor Aaron l’accompagnerà. Vedrà che lì starà al sicuro da questa terribile bestiaccia, giusto? Su, faccia la brava…”
Ironicamente, l’infermeria è proprio il primo posto che viene attaccato dalla mostruosa creatura, mentre Clemens stava raccontando a Ripley che era rimasto su Fury perché aveva compiuto uno sbaglio che aveva causato la morte di alcuni suoi pazienti.
L’alieno uccide Clemens e si avvicina minacciosamente a Ripley ma poi si allontana per il condotto, la donna corre verso la sala mensa dove Andrews sta tenendo una riunione. Quando irrompe nella sala, Andrews ordina ad Aaron di portarla via ma di nuovo l’alieno, sbucando da un condotto posto in alto, trascina via Andrews. Dopo il fatto i superstiti si riuniscono.
Ripley: “Non abbiamo armi, giusto?”
Aaron: “Giusto.”
Ripley: “Non ho mai visto niente di simile prima d’ora. Agisce in modo diverso. Gli altri avevano paura del fuoco, solo di quello… Possiamo isolare questo settore?”
Aaron: “Impossibile. L’impianto è di sedici chilometri quadrati e cento condotti d’aria.”
Ripley: “Telecamere? Ho visto che ci sono dei monitor, potremmo localizzarlo con quelli.”
Aaron: “L’impianto non funziona da anni, non funziona quasi niente qui. Alta tecnologia ma tutta fuori uso…”
Morse: “Quello che ottantacinque sta cercando di dire…”
Aaron: “Non chiamarmi così!”
Morse: “… è che non abbiamo una sala giochi, né l’aria condizionata, non un impianto video, niente sorveglianza, né freezer, neanche uno schifosissimo gelato, niente preservativi né donne, né armi. La sola cosa che abbiamo è la merda… Oh, ma perché diavolo perdiamo tempo con questa, è stata lei che ci ha portata quel mostro. Perché non le prendiamo la testa E GLIELA SBATTIAMO CONTRO IL MURO!”
Dillon: “Morse… Piantala di dire stronzate!”
Aaron: “Giusto, sono d’accordo. Allora, cosa vogliamo fare?”
Ispezionando il carcere Ripley trova che il posto migliore dove imprigionare la creatura è la discarica per le scorie nucleari e la donna illustra il suo piano a Dillon.
Dillon: “Vediamo se ho capito bene. Vuoi stanarlo col fuoco, costringerlo ad uscire dai condotti, portarlo a entrare qui, chiudere la porta e fotterlo alla grande.”
Ripley: “Giusto.”
Dillon: “E vuoi un aiuto da noi? Noi col cromosoma Y doppio?”
Ripley: “Avete qualcosa meglio di fare?”
Dillon: “Perché dovremmo rischiare di farci fottere per te?”
Ripley: “È un rischio che state già correndo. La domanda è semplice: che cosa volete fare?”
Iniziano i preparativi per spargere il liquido infiammabile lungo i corridoi. Tra parentesi si viene pure a sapere perché Aaron viene chiamato “ottantacinque” dai detenuti. La cifra in questione è riferita al suo Quoziente Intellettivo.
A causa dell’assalto da parte dell’alieno a uno dei detenuti viene erroneamente innescata una carica che trasmette l’accensione a tutto il liquido, travolgendo e uccidendo alcuni uomini. Ripley continua a non sentirsi bene, pensa di avere una lesione interna, va alla navetta per utilizzare lo scanner medico. Aaron la raggiunge per aiutarla.
Aaron: “Penso che tu ne abbia uno dentro.”
Ripley: “Non è possibile… Che aspetto ha?”
Aaron: “Orribile.”
Ripley: “Devo assolutamente vederlo… Ferma l’immagine.”
Aaron: “No, è meglio di no…”
Ripley: “Fermala!”
Ripley esce dalla capsula e osserva l’immagine sullo schermo e ciò che vede conferma la diagnosi iniziale.
Aaron: “Mi dispiace…”
La grande antenna ruota verso lo spazio.
Aaron: “È collegato. Che devo dire?”
Ripley: “Digli che tutto il posto è contaminato.”
Aaron: “Stai scherzando! I soccorsi non verranno mai qui. Torneranno indietro!”
Ripley: “Sì, lo so!”
Aaron: “Ma che ti salta in mente? La nostra speranza è che vengano ad ucciderlo. Potrebbero aiutare anche te, forse… non lo so… ibernarti, farti un’operazione. Hanno la tecnologia necessaria.”
Ripley: “Se questo organismo lascerà il pianeta distruggerà tutto. Alla Compagnia questo non interessa. Loro vogliono usarlo come una nuova arma biologica. Perciò non possiamo farli atterrare.”
Aaron: “Vaffanculo! Mi dispiace che tu abbia quella cosa dentro di te ma io voglio che vengano a salvarmi. Non me ne frega niente dei prigionieri. A casa ho una moglie e un figlio e questa volta, al prossimo cambio, torno a casa!”
Ripley: “Lo so. Non è facile capire. Ma devo mandare il messaggio e mi serve quel maledetto codice.”
Aaron: “Mi dispiace, mia cara, non sono autorizzato.”
Ripley si allontana e, al tempo stesso, arriva un messaggio dalla Compagnia.
EEV 2650 Euroscan
Ricezione Dati
Squadra Esplorativa medica in arrivo entro due ore
Priorità massima Tenente Ripley sottoposto a quarantena fino all’arrivo
Attesa di riscontro
Attesa di riscontro
Attesa di riscontro
Attesa di riscontro
Attesa di riscontro
Ripley è andata a cercare l’alieno nei sotterranei e lo trova. Ciò che accade lo racconta la donna stessa a Dillon pochi istanti dopo.
Ripley: “Non vuole uccidermi.”
Dillon: “Che ci fai qui? Dovresti startene al sicuro.”
Ripley: “Ne ho uno dentro di me.”
Dillon: “Che stai dicendo?”
Ripley: “L’ho visto. Ho fatto la Tac. È una regina, depone le uova, può generarne migliaia identiche a quello che conosciamo.”
Dillon: “Secondo me sono tutte cazzate. Se quel coso è dentro di te, come ci è arrivato?”
Ripley: “Non lo so. Quando ero nell’ipersonno, immagino. Non ho molto tempo, non riesco a fare quello che devo… Ho bisogno del tuo aiuto, ho bisogno che tu mi uccida.”
Dillon: “Ma che stai dicendo?”
Ripley: “Sono morta comunque. Non riuscirò a sopravvivere. Quella che ho dentro di me, la regina, può generarne migliaia. Devo morire. Perciò qualcuno deve uccidermi. Tu te la senti di farlo?”
Dillon: “Riguardo a questo stai tranquilla.”
Ripley: “Niente discorsi, niente prediche…”
Ripley si appoggia a una inferriata dando di schiena a Dillon ma il colpo mortale, vibrato con l’ascia, la sfiora soltanto.
Dillon: “Non mi piace perdere… con niente e con nessuno. Quella maledetta bestia là fuori ha già ucciso metà dei miei uomini e l’altra metà se la sta facendo sotto. Finché lui resterà in vita, sorella, tu non potrai salvare l’universo.”
Ripley: “Vigliacco… porco schifoso!”
Dillon: “VOGLIO FARLO FUORI! Voglio catturare quel coso e per farlo ho bisogno di te. E visto che non vuole ucciderti forse questo ci aiuterà a combatterlo, altrimenti… va a farti fottere!”
Ripley: “Dillon! Va bene, occupiamoci di lui. Poi ti occuperai di me.”
Dillon: “Sta tranquilla. Rapido, facile e indolore…”
Non è facile convincere gli altri a offrirsi come esca per essere inseguiti dall’alieno lungo i corridoi fino alla camera blindata e, a chi ha ancora dei dubbi sulla correttezza della Compagnia, Ripley ha per loro una valida risposta.
Ripley: “La prima volta che ne hanno sentito parlare, l’equipaggio fu sacrificato. La volta successiva mandarono i Marines, anch’essi sacrificati. Ora cosa vi fa pensare che si preoccuperanno per un mucchio di ergastolani che hanno trovato Dio nel profondo culo dell’Universo, pensate davvero che vi permetteranno di interferire nei loro piani? Per loro siamo feccia. A loro non importa niente dei vostri amici che sono già morti… ve l’assicuro…”
La caccia alla creatura ha inizio mentre l’astronave della Compagnia si sta avvicinando al pianeta. Quando gli uomini ne scendono e si dirigono all’ingresso del penitenziario, la creatura ha già massacrato quasi tutti gli ergastolani. Dillon e Ripley si fanno inseguire dentro l’altoforno mentre Aaron accoglie gli astronauti con sollievo e li guida verso il luogo dove hanno imprigionato l’alieno. Per impedire che l’essere si arrampichi lungo le pareti del forno, Dillon resta e si fa assalire dal mostro mentre Ripley ordina a Morse (Denny Webb) di sganciare il piombo fuso. Non basta per fermare l’alieno che riesce a sbucare fuori dalla melma infuocata e solo una ulteriore pioggia di materiale in fusione lo distrugge. Gli uomini della Compagnia, intanto, sono giunti davanti all’altoforno: uno di loro, del tutto identico a Bishop ma che si identifica come il suo creatore, cerca di convincere Ripley a non gettarsi nella fornace.
La donna non ci crede e si prepara per il tuffo mortale; nella confusione che ne segue, gli uomini di Bishop II uccidono Aaron e feriscono Morse. Mentre cade, lo stomaco di Ripley si apre e ne esce l’orrenda creatura che la donna tiene ferma tra le sue mani costringendola a morire con lei. Mentre portano via Morse viene redatto il rapporto.
Weyland – Yutani
Prigione lavorativa Fury 16 chiusa e sigillata
Presenza di custodia terminata
restante equipaggiamento dislocato
da considerarsi come scarto
Fine della trasmissione
Ma non è finita…
(3 – continua)