Autrice del romanzo “La figlia della Dea”, Giordana Gradara si è affacciata per la prima volta con un romanzo fantasy nel panorama letterario italiano e subito ha fatto centro, destando molto interesse nel settore per l’approccio non convenzionale con cui ha affrontato il genere. Vediamo di conoscerla meglio.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GIORDANA GRADARA?
Sono una normale ragazza di 25 anni che cerca di barcamenarsi come meglio può tra marito, lavoro e hobby vari, tra i quali lo sport e la scrittura.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
“La figlia della Dea” è il mio primo romanzo, prima di questo ho scritto diversi racconti e partecipato a qualche premio letterario, ma non avevo mai sentito l’esigenza di esplorare a fondo personaggi e luoghi narrati tanto da farne una composizione lunga. Uno dei racconti a cui sono più affezionata ha fatto qualche apparizione sul web e riscosso alcuni successi. Se a qualcuno venisse voglia di leggerlo lo può trovare online.
RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ROMANZO INTITOLATO “LA FIGLIA DELLA DEA”. VUOI PARLARCENE?
Certamente! “La figlia della Dea” è stato per me una sfida personale, la dimostrazione che potevo essere abbastanza determinata e testarda da poter arrivare a scrivere la parola fine alla storia e, successivamente, da poter trovare un editore. Si tratta di un romanzo a cavallo tra il fantasy e l’avventura, i due generi che preferisco, e narra le avventure di Daniel, “stimato” capitano pirata alla ricerca della sorella rapita da un gruppo di ribelli in quanto creduta la figlia della Dea patrona della città di Ethrill. Da questa base si narrano le vicende politiche dei Sei Domini e delle sue città-stato, recentemente riunite sotto lo stesso stendardo, ma ancora in costante lotta tra loro.
VISTO CHE QUESTO È IL PRIMO LIBRO, COSA DOVREMO ASPETTARCI IN SEGUITO?
I miei sforzi al momento vanno tutti in un’unica direzione: scrivere gli ultimi due episodi della saga, nei quali verranno descritti anche gli stati confinanti con i Sei Domini, dove invece la storia stanziava nel corso del primo libro. Terminati questi, credo che mi dedicherò alla scoperta del fantasy storico, ma è ancora presto per dirlo. Ne riparliamo tra un annetto o due…
COME È NATA L’IDEA DI FONDO DELLA SAGA?
L’input mi è stato dato dalla voglia di leggere un fantasy diverso da quello “classico”. Probabilmente avevo appena terminato di leggere uno di quegli autori blasonati ma standard, che secondo me poco aggiungono al genere, e mi sono messa a ricercare gli elementi che avrebbero potuto far nascere una storia originale. La mancanza di un eroe, la voglia di non utilizzare razze posticce, ma di mettere al centro l’uomo, la creazione di un mondo che attinge dalle polis greche piuttosto che dalle città medievali… direi che è stato questo il punto di partenza. Alla trama in senso stretto ho pensato in un secondo momento.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?
Molti dei miei personaggi compiono una crescita personale nell’arco dell’intera saga e cominciano a muovere solo i primi passi in questo senso nel corso del primo libro. Va da sé che chi non conosce il seguito potrebbe trovare il personaggio “incompleto” o “ingiustificato” e ho dovuto porre massima attenzione a far sì che qualsiasi scelta venisse ben allineata al percorso di cambiamento del personaggio che avrà il suo apice nel secondo libro, senza che questo lo snaturi per quello che è nel primo.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Il fantasy è l’unico genere che mi permette di associare con naturalezza l’avventura a uno degli elementi più classici del genere come il mito (personalmente sono da sempre affascinata dalla mitologia). L’avventura porta il lettore a lavorare d’immaginazione e a “evadere” dalla realtà quotidiana, mentre il mito, qualsiasi mito, riporta al momento favoloso della creazione di qualcosa o alla risposta a un perché, e devo ammettere che lavorare su questo aspetto, oltre che piacermi moltissimo, mi ha permesso di dare spessore ai Sei Domini e agli uomini che li abitano. Per il resto credo fermamente che la maggior parte degli autori si riesca a districarsi in maniera convincente solo con un genere (possiamo chiamarlo genere di riferimento?) e per me questo è il fantasy.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Dipende. Quando ho capito quali dovevano essere gli elementi portanti del romanzo che volevo scrivere e sono passata a pensare alla trama, l’ispirazione mi è stata data da alcuni romanzi letti in passato. Nel particolare “La freccia nera” di Stevenson è stata la costola da cui è nato il gruppo indipendentista di Eth. Per il resto l’ispirazione mi arriva spesso anche dallo studio dei miti, sia classici che non.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Ovviamente tra i miei scrittori preferiti la pole position è occupata da autori fantasy. Il primo posto va a Tolkien, per aver ricostruito un mito in maniera encomiabile, ma poi troviamo anche Moorcock e Martin, che hanno saputo scrivere qualcosa di completamente nuovo e originale, e Marion Zimmer Bradley, per il suo ciclo di Avalon, in cui il fantasy abbraccia la storia (altra tematica a cui sono molto legata). Fantastico a parte adoro i libri di Stevenson e mi piacciono molto l’autrice orientale Banana Yoshimoto e il nostrano Andrea Camilleri.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
Per quanto riguarda la filmografia non ho un genere di riferimento e neanche un regista o un attore. Tra i miei film preferiti “Gli intoccabili”, ma anche “Blade Runner”, “Braveheart” e “Le iene”.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Al momento mi piacerebbe terminare la saga de “La figlia della Dea”, ma ho anche qualche altra idea in mente. Nel particolare mi piacerebbe coinvolgere qualche altro giovane autore in un’antologia di racconti, ma al momento è solo un pensiero abbozzato nella mia mente!
IN BOCCA AL LUPO!