CHI NON MUORE… PAGA PEGNO! (1993) – PARTE 02
Dopo una lunga, strenua caccia, il Sergente di polizia John Spartan (Sylvester Stallone) raggiunge, in elicottero, l’edificio dove si nasconde il suo mortale nemico Simon Phoenix (Wesley Snipes) un criminale senza scrupoli che ha preso in ostaggio una corriera con dentro trenta passeggeri.
Spartan: “Ci vuole un pazzo per beccare un pazzo!”
E, in effetti, Spartan porta fuori dall’edificio in fiamme il suo avversario svenuto mentre un’ulteriore esplosione distrugge completamente l’edificio e la corriera. Solo allora si viene a sapere che gli ostaggi sono morti. Il verdetto di responsabilità inchioda John Spartan.
DEMOLITION MAN (Demolition Man)
Smithers: “John Spartan, hai fatto grandi cose per la città di Los Angeles. È quindi con un certo dispiacere che io, William Smithers, vicedirettore di questo carcere, mi accingo ad eseguire la sentenza.”
Spartan: “Vada avanti.”
Smithers: “Sergente Spartan, sei stato condannato a settant’anni di congelamento correttivo nel criopenitenziario della California per l’involontaria strage di trenta civili innocenti.”
Spartan: “Vada avanti.”
Smithers: “Sarai posto in ibernazione per la durata della tua condanna durante la quale il tuo comportamento sarà modificato per suggestione sinaptica. Il tuo rilascio sarà esaminato a partire dall’anno 2046. Sono spiacente, Sergente.”
La procedura viene completata e il corpo di Spartan viene congelato.
Una macchina della polizia procede lungo i viali della città di San Angeles, a bordo della stessa si trova il Tenente Lenina Axley (Sandra Bullock) che sta parlando con il direttore del criopenitenziario William Smithers (Andrè Gregory ora; nel 1996 era interpretato da Mark Colson) e quasi le dispiace non vi si sia stata alcuna sommossa o alcun tentativo di fuga. Intanto, dal sottosuolo dei giardini, una canna spruzza liquidi colorati a formare delle scritte e causa alcuni piccoli scoppi. È un esempio di sommossa causato dagli abitatori del sottosuolo: i Relitti.
La macchina di Lenina, manovrata ora manualmente, raggiunge la sede del S.A.P.D. (San Angeles Police Department) e la ragazza, raggiunti gli uffici, viene subito fermata dal Capitano George Earle (Bob Gunton).
Earle: “Tenente Axley. Ho monitorato le sue osservazioni disfattiste e sconfortanti al direttore del penitenziario. Lei sente davvero nostalgia per il caos e la disarmonia? L’ammirazione per le vecchie volgarità influenza la sua capacità di giudizio. Si rende conto che sta dando un cattivo esempio agli altri ufficiali e graduati del Corpo?”
Axley: “Grazie per la correzione di comportamento, Capo Earle. Informazioni assimilate… (Poi, a bassa voce) Stronzissimo!”
Computer: “Bzzzzz… Lenina Axley. Multa di mezzo titolo per violazione sottovoce del regolamento di moralità verbale.”
Axley: “Grazie.”
Il suo collega Alfredo Garcia (Benjamin Bratt) la raggiunge alla sua scrivania.
Garcia: “Ehi, è stata dura…”
Axley: “T’è sembrata dura?”
Garcia: “Sì.”
Axley: “Dimmi un po’ Garcia, ma tu non ti annoi mai a sorvegliare i criminali che violano il coprifuoco e dicono parolacce?”
Garcia: “Veramente no. Trovo il mio lavoro molto gratificante. Io… non riesco a concepire la realtà di questo ufficio, Lenina Axley, tu sei ancora drogata di Ventesimo Secolo, ubriaca della sua rozzezza, eccitata dalla sua brutalità… Oh, santo cielo! (Ha aperto involontariamente una delle scatole poste sulla scrivania della ragazza e ne sono usciti dei festoni). C’è una sola cosa in questo ufficio che non violi l’ordinanza numero ventidue?”
Axley: “Senti, Alfredo Garcia, tu non lo desideri mai qualche imprevisto?”
Garcia: “Oh, Dio. No!”
Axley: “Era ovvio che dicessi così… Oh, che cosa non darei per un po’ di novità!”
Il desiderio della ragazza sta per essere accontentato da lì a poco.
Durante il colloquio con il direttore del criopenitenziario, Simon Phoenix, anche lui condannato al congelamento, riesce misteriosamente a fuggire e a eludere le porte retiniche di sorveglianza strappando l’occhio del direttore e usandolo come lasciapassare. Al centro di polizia scatta l’allarme per un reato impensabile da decenni: il codice 187, morte – delitto – omicidio. Qualcuno ha fatto in modo che Phoenix potesse risvegliarsi e fuggire e ancora lo guida tramite degli ordini e delle istruzioni immesse nella sua memoria. L’uomo è ora davanti a una console pubblica e sta cercando delle armi digitando abilmente sul computer.
Phoenix: “Non mi serve la lezione di storia. Andiamo Hal, dove cazzo sono le pistole!?”
Computer: “Bzzzzz… Lei viene multato di un titolo per violazione del regolamento sulla moralità verbale.”
Phoenix: “Umpf… ‘Fanculo!”
Computer: “Bzzzzz… Le sue ripetute violazioni ci costringono a richiedere l’intervento della polizia di San Angeles. È pregato di rimanere dove si trova per la reprimenda.”
Phoenix: “Sì, come no…”
Dalla centrale Earle e gli altri possono seguire l’inutile tentativo dei poliziotti di fermare Phoenix. L’uomo li abbatte in pochi istanti e si allontana dopo aver fatto esplodere anche una delle auto. Intanto, il dottor Raymond Cocteau (Nigel Hawthorne), una delle massime autorità cittadine, sta tenendo una videoconferenza con i suoi collaboratori.
Cocteau: “Il problema non è l’imbrattamento degli edifici, né l’inquinamento del rumore prodotto dagli ordigni esplosivi. Lasciate che vi spieghi: il vero problema è l’uomo le cui iniziali appaiono sui graffiti detonanti per le strade della nostra città. L’uomo dalle iniziali E.F., il signor Edgar Friendy. Purtroppo, per un lungo periodo di tempo, noi di San Angeles, siamo stati afflitti da una banda di teppisti subterreni. Voi li conoscete con il nome di Relitti, uomini e donne che hanno abbandonato le comodità della società allo scopo di avvelenare il seno che li ha nutriti e che essi hanno respinto. C’è stato un tempo in cui consideravamo questi Relitti piuttosto patetici e relativamente innocui. Ora essi hanno un leader. Il signor Friendy è infaticabile nella sua ambizione di infettare la nostra armonia con il suo veleno e deve naturalmente essere fermato. A questo terrorismo estremista, istigato dal signor Friendy, non deve essere permesso di compromettere la nostra sicurezza… (vede il suo segretario, Boo, che gli si avvicina e conclude in fretta) Sicurezza, innanzitutto. Attendo da voi fiducia, speranza e certezza… se volete scusarmi…”
Boo: “Dottor Cocteau, un criodetenuto si è autoliberato dal penitenziario, una cosa orrenda… Morti omicidi, delitti, ogni genere di caos…”
Cocteau: “Quiete e serenità… quiete e… (si accorge che i video dei suoi collaboratori sono ancora collegati e rivolti verso di lui) Dà loro la Buona Vita. Chiamatemi il Capitano George Earle, immediatamente!”
Il colloquio tra i due è breve, le disposizioni precise…
Earle: “…Il fatto è che… come può un uomo, come può essere così sfacciatamente sadico? Era un divertimento per lui… era…”
Cocteau: “Farete quanto in vostro potere per neutralizzare questo elemento distruttivo. Lei ha la mia massima fiducia.”
Earle: “Sarà fatto dottor Cocteau, Buona Vita.”
Lo schermo si spegne dietro un inudibile commento di Cocteau.
Cocteau: “La mia massima fiducia…”
Alla centrale, intanto, Earle sta pensando al modo di cavarsela.
Earle: “Quanto in nostro potere… Che altro succede?”
Axley: “Zachary Lamb, come fu catturato il diabolico Simon Phoenix nel Ventesimo Secolo?”
Lamb: “Caccia all’uomo ogni dieci stati, ricerca satellitare, un servizio in TV su Chi l’ha visto?”
Axley: “Ah…”
Lamb: “Niente funzionò. Alla fine ci riuscì un uomo solo, un poliziotto, John Spartan.”
Axley: “John Spartan?”
Lamb: “Esatto. Lo chiamavano Demolition Man.”
Lenina esamina tutti i file che riguardano John Spartan dove sono anche filmate le sue gesta.
Garcia: “Siamo sicuri che sia roba reale?”
Axley: “Oh, direi di sì. Spartan è una leggenda. Ho fatto uno studio su di lui. Oltre mille arresti nel giro di tre anni, tutti autentici criminali.”
Lamb: “Allora c’era molto più lavoro per noi.”
Earle: “È questo il tuo suggerimento? Demolition Man è un animale!”
Axley: “È chiaramente l’uomo adatto per questo lavoro, potrebbe riarruolarlo.”
Earle: “È un grottesco ammasso di muscoli che non è più in servizio da quarant’anni!”
Lamb: “Simon Phoenix è un criminale di vecchio stampo e a noi serve un poliziotto di vecchio stampo.”
La procedura di scongelamento avviene rapidamente e John Spartan viene posto a sedere mentre lentamente riprende le forze.
Earle: “Dare la caccia a un criogaleotto evaso rilasciandone un altro? Non sono affatto convinto!”
Axley: “Rientra nei poteri della autorità di polizia, Signore. Può essere rilasciato in libertà condizionata e richiamato in servizio attivo.”
Garcia: “C’era bisogno di riportarlo in vita, questo pezzo di antichità?”
Axley: “Il dottor Cocteau ha detto “Quanto in nostro potere”… Io non trovo un’idea migliore.”
Earle: “Non vuol dire che sia una buona idea. Quest’uomo ha un concetto dell’applicazione della legge diverso dal nostro!”
Garcia: “Non credo sia tanto diverso da Simon Phoenix, piuttosto…”
Axley: “Detective… Detective? Sono il Tenente Lenina Axley. L’anno è il 2032. Ora, il motivo per cui lei è stato rilasciato…”
Spartan: “Da quanto tempo ero ibernato?”
Axley: “Trentasei anni.”
Spartan: “E mia moglie? Che fine ha fatto mia moglie?”
Axley: “La sua luce si spense nel Grande Sussulto del 2010… è… è morta in un terremoto, il Megaterremoto.”
Spartan: “Avevo una figlia. Che problemi mi ritroverò con lei?”
Earle: “John Spartan, sono il Capo della Polizia George Earle. Non ti abbiamo disibernato per una rimpatriata, considerala una fortuna che il Tenente abbia fatto una ricerca su tua moglie. Qui si tratta di te e del criodetenuto Simon Phoenix!”
Spartan: “Cosa?”
Axley: “Questa mattina Simon Phoenix è evaso da questo criopenitenziario. Ci sono già stati undici morti omicidi. Vede, la nostra è divenuta una società pacifica e comprensiva e noi siamo francamente poco preparati per affrontare questa situazione.”
Garcia: “A San Angeles non capitava un caso di morte provocata da ben sedici anni…”
Spartan: “Dove?”
Axley: “I complessi di Santa Barbara, Los Angeles e San Diego si sono fusi nel 2011. Lei si trova nel centro della ex Los Angeles.”
Questa unione di città diverse in un unico, immenso formicaio, era stata ideata per Blade Runner ma non fu utilizzata. Eccola ora presente nel film di Marco Brambilla.
Spartan: “Fantastico! Trovami una Marlboro…”
Garcia: “Sì, certo, subito… Cos’è una Marlboro?”
Spartan: “Una sigaretta, una sigaretta qualsiasi.”
Axley: “Uhm… Fumare non è salutare e qualsiasi cosa non sia salutare è cattiva e quindi illegale. Alcool, caffeina, sport violenti, carne…”
Spartan: “Mi prendi per il culo?”
Computer: “Bzzz… John Spartan, lei viene multato di un titolo per violazione della legge sulla moralità verbale.”
Spartan: “Ma che cazzo dici?”
Computer: “Bzzz… John Spartan, lei viene multato di un titolo…”
Axley: “…turpiloquio, cioccolato, benzina, giocattoli non educativi e tutti i cibi piccanti. Anche l’aborto è illegale ma anche la gravidanza se non si ha la licenza.”
Earle: “Cavernicolo! Adesso basta fare il bell’addormentato e muoviti! Il nostro signor Phoenix è risorto dalle sue ceneri!”
Spartan: “Eh? Ho inseguito quel farabutto per due anni e quando l’ho preso, come ringraziamento, m’avete trasformato in un cubetto di ghiaccio. Grazie, ma non se ne fa niente!”
Earle: “Le condizioni del tuo rilascio sono la riassunzione nel dipartimento di polizia e l’assegnazione dell’incarico di catturare Simon Phoenix, sennò torni nel tuo cubetto di ghiaccio!”
Axley: “Non capita a tutti un’occasione così, John Spartan.”
Al dipartimento di polizia Axley sta aspettando che Spartan esca dal bagno. L’uomo esce e gli si avvicina parlandole in un orecchio.
Spartan: “Senti, non so se ve ne siete accorti ma vi è finita la carta igienica.”
Garcia: “Hai detto carta igienica?”
Axley: “Ehm, usavano ro… rotoli di fogli di carta morbida nel Ventesimo Secolo.”
Spartan: “Sono felice di vedervi felici ma dove dovreste tenere la carta igienica avete una mensoletta con sopra tre conchigliette!”
Detto in confidenza, noi non ci troviamo niente di strano in queste tre conchigliette. Sono semplici da usare, basta ricordare che le si devono… ma non divaghiamo! John Spartan incontra una sua vecchia conoscenza, Zachary Lamb e, mentre lo saluta, gli scappa la solita parolaccia. Il computer ricomincia a ronzare. Spartan gli si avvicina.
Spartan: “Grazie mille figlio di puttana, testa di cazzo, fottuto rompipalle, pezzo di merda… (raccoglie i foglietti delle multe) Sono meglio delle conchigliette… Ci vediamo prossimamente… (torna in bagno)”
Al suo ritorno si ferma davanti al computer e Lenina prosegue la spiegazione delle altre particolarità di questo mondo futuro.
Axley: “Sfortunatamente Simon Phoenix non aveva codice. Mentre lei dormiva a tutti i residenti è stato installato un codice. Fu una brillante idea del dottor Cocteau, l’inserimento sottocutaneo di un microchip biocompatibile. I sensori possono localizzare chiunque in qualsiasi momento.”
Garcia: “Non riesco a visualizzare che cosa facevate voi, agente di polizia, prima della codifica.”
Spartan: “Tiravamo la carretta. Queste stronzate fasciste mi fanno vomitare!”
Earle: “Cosa ti stai grattando cavernicolo? Credevi che ti lasciassimo andare senza controllo? Il codice ti è stato inserito appena scongelato!”
Spartan: “Potevate mettermi un guinzaglio alle palle!”
Earle: “Lurido carnivoro! Per quanto barbari fossero i tuoi tempi non riesco a capire come mai ti abbiano dato un distintivo. Tu torni in frigo, John Spartan, oggi ti faccio ricongelare!”
Axley: “Per favore, moderate le vostre scariche ormoniche. Qui ci serve tutta la materia grigia disponibile.”
Earle: “Non ci serve quel cavernicolo. Il nostro computer ha già analizzato tutte le situazioni che possono derivare dalla comparsa di Simon Phoenix. Sappiamo che tenterà di installare una raffineria di droghe e di formare un nucleo di criminalità organizzata.”
Axley: “Esattamente, Capitano George Earle.”
Spartan: “Desolato di interrompervi, piccioncini, ma dite un sacco di stronzate. Credete che voglia rimettersi in affari? Phoenix va in cerca di una pistola. Puro e semplice. Fidatevi di me: è una pistola quella che cerca!”
Earle: “Non mi interessa il pensiero di questo primate. Via… un po’ di attività razionale. L’unico posto in cui una persona possa vedere una pistola in questa città è dentro un museo.”
Ed è proprio dentro a un museo che Phoenix penetra riuscendo a sfondarne le vetrine per impossessarsi delle armi. Quando anche Garcia, Lenina e John entrano nella sala del museo, Demolition Man si porta in avanti e raggiunge Phoenix che sta facendo incetta di armi.
Per amore della precisione, durante il viaggio in macchina dei tre verso il museo abbiamo modo di avere un esempio di programma radiofonico in auge in questo improbabile futuro. Un programma che trasmette i brani che stanno spopolando sul momento: dei jingles pubblicitari. Spartan guarda i due canticchiare gli insulsi motivetti e si mette una mano sulla fronte esclamando:
Spartan: “Per piacere, rimettetemi in frigorifero.”
L’incontro tra Spartan e Phoenix è sottolineato da colpi d’arma da fuoco, da vetrine che si sfondano e da un rapido quanto ironico scambio di battute.
Phoenix: “Eccomi qua. Sono un incubo del passato!”
Spartan: “Ed era meglio se ci restavi!”
Phoenix: “Ehi, questa voce mi sembra di conoscerla, ma chi sei?”
Spartan: “Pessima mira, biondino!”
Phoenix: “Spartan?! John Spartan? Ah, ma che gentaglia che s’incontra in questo secolo. Che cavolo ci fai qui? Chi non muore pago pegno!”
Spartan: “Bravo, sempre meglio. Mi stai rendendo la cosa troppo facile, Phoenix.”
Phoenix: “E dai, pezzo di merda futurista! Fammi capire come è andata. Allora brutto sbirro t’avrebbero scongelato solamente per fare il culetto a me! È stato un grosso sbaglio. Sogno d’ammazzarti da quarant’anni!”
Spartan: “Bravo, continua a sognare!”
Lo scambio dei colpi tra i due continua e Phoenix fugge dal lucernario proprio mentre Cocteau e il suo assistente stanno passando davanti al museo. Phoenix cerca di uccidere il dottore ma non vi riesce, mancando il bersaglio di una buona misura… Da questa sequenza riusciamo a capire che Cocteau ha deciso lo scongelamneto di Phoenix e lo ha assoldato… È Cocteau il responsabile di tutto, vuole eliminare il capo dei Relitti.
L’arrivo di Spartan, Garcia e Lenina mette in fuga il criminale e Cocteau ringrazia i poliziotti dell’intervento anche se in realtà non era in pericolo.
Spartan: “Merda! È una fortuna che quel maniaco non l’abbia accoppato!”
Cocteau: “Devo ammettere che essere accoppato, qualunque cosa significhi, suona molto spiacevole. Lei lo ha messo in fuga, io… io non so come ringraziarla, mi ha salvato la vita.”
Spartan: “Non c’è di che.”
Axley: “Niente male per un ultrasettantenne. Simon Phoenix adesso sa che ha un bel concorrente. Ha trovato pene per i suoi denti, gli ha leccato il pelo…”
Spartan: “Si dice pane per i suoi denti e lisciare il pelo..”
Axley: “Pane per i suoi denti e lisciare il pelo… pane per i denti…”
Cocteau: “Capitano Earle, chi è quest’uomo?”
Earle: “Il Detective John Spartan, temporaneamente reintegrato nel Dipartimento di Polizia per perseguire l’evaso Simon Phoenix… Ci ha detto lei di fare il possibile per catturare quel maniaco…”
Cocteau: “Ah, sì, sì infatti… sì, ora ricordo le imprese del signor John Spartan… sì… ma non lo chiamavano… ma sì, certo, Demolition Man! Ha fatto benissimo, Capo. Imprevedibile, creativo… è un’ottima idea… John Spartan, benvenuto. Per celebrare il suo arrivo e la sua protezione della santità della vita umana, e precisamente la mia, avrei piacere di invitarla a cenare con me, stasera. Venite entrambi, la prego, insisto. Vorrei che lei mi accompagnasse al Pizza Hut.”
Spartan: “Sarà un vero piacere, grazie.”
Cocteau: “A stasera…”
Tornati alla centrale John Spartan continua l’apprendimento e le regole del nuovo mondo, ripassando, da bravo scolaretto, i poteri e le cariche autoritative della Contea.
Spartan: “Fatemi capire un po’ le cose. Questa specie di monaco spaziale, che adesso è quello che comanda, il goversindaco, che mi vuole portare a cena in un Pizza Hut, e io me la faccio volentieri una capricciosa, è anche uno di quei fottuti che hanno creato la crioprigione!”
Al solito ronzare della macchinetta, Lenina intercetta il cartellino con la multa.
Spartan: “Grazie.”
Earle: “Il dottor Cocteau è l’uomo più importante di San Angeles, ha praticamente creato tutto il nostro modo di vita, selvaggio!”
Spartan: “Ah, sì? Beh, che se lo tenga. Ora Phoenix può essere dovunque ma l’essere senza codice potrebbe limitare le sue scelte!”
Axley: “Deduzione corretta. Il denaro è stato abolito, le transazioni avvengono via codice.”
Spartan: “Quindi non può pagarsi da mangiare né da dormire e tentare una rapina sarebbe inutile. Sperando che non gli venga in mente di staccare una mano a qualcuno…”
Garcia: “Ma con tutti gli agenti che stanno rastrellando la città dovrebbe essere questione di pochi tic tac prima che noi…”
Earle: “Quel che più importa è che abbiamo già un piano alternativo. Ci basta aspettare che un altro codice segni rosso e quando Phoenix commetterà un altro mortomicidio sapremo esattamente dove colpire.”
Spartan: “Un gran piano!”
Earle: “Grazie.”
Spartan: “Mi piace il suo piano…”
Verso sera, in macchina, Lenina e John stanno dirigendosi all’appuntamento con Cocteau.
Axley: “Io sono una fanatica delle sue imprese da un bel po’ di tempo, ho visionato alcuni audiovisuali della Biblioteca Schwarzenegger e quella volta che lei prese quell’auto…”
Spartan: “Ferma tutto, Biblioteca Schwarzenegger?”
Axley: “Sì, la Biblioteca Presidenziale Schwarzenegger. Non faceva l’attore quando…”
Spartan: “È diventato Presidente?”
Axley: “Sì. Anche se non era nato in questo paese la sua popolarità causò l’approvazione del sessantunesimo emendamento che recita…”
Spartan: “Ah, non voglio saperlo! …Presidente!”
Nel frattempo Phoenix sta penetrando nel sottosuolo della città attraverso un tombino. Sta dando la caccia a Friendy (Denis Leary).
Spartan e la Axley arrivano al Pizza Hut (Pizza Hut è una catena di fast food alla moda che esiste veramente in alcune contee degli States; l’ambientazione ha richiesto una sostanziale modifica della struttura interna del locale, ma nessuna parete è stata minimante riassestata. In una sequenza tagliata in fase di montaggio, dietro alla figura della Bullock si nota un poster – rimasto per errore – con una bella bottiglietta di Coca Cola in primo piano. Per par condicio diciamo che i distributori di bibite utilizzati nei sottosuoli della città, abilmente camuffati da rottami, erano della concorrente Pepsi Cola). Un pianista sta canticchiando degli stupidi jingles e i due vengono fatti accomodare da Cocteau al suo tavolo. Dopo aver brindato alla sua salute l’uomo cerca di fare conversazione.
Cocteau: “Allora, John Spartan, mi dica: che cosa ne pensa di San Angeles nell’anno 2032?”
Spartan: “Beh, da come andavano le cose ai miei tempi c’era da immaginarsela una società di merda.”
Cocteau: “Lei non era presente quando cominciarono i veri disordini. La società cercò di autodistruggersi. La città degenerò in un inferno di terrore. La cittadinanza stava rintanata nelle case, desiderando solo la fine di quella follia. Così quando intravidi l’occasione di raddrizzare le cose io l’afferrai… Se non l’avessi fatto lo splendore di San Angeles non esisterebbe, sarebbe davvero una società di merda. Mi dica, lei quale preferirebbe?”
Spartan: “Senta, mi prenota un volo per andarmene di qua appena finita la predica?”
Cocteau: “John Spartan, con la sua incriminazione lei sarebbe certamente morto in prigione da un pezzo. Perfino lei dovrebbe apprezzare la suadente e tranquilla umanità del sistema criopenitenziario.”
Spartan: “Non vorrei rovinarti la cena, amico, ma la mia criogalera non era mica tutta rose e fiori. Avevo ancora sentimenti e pensieri. È lungo un incubo di trentasei anni popolato di gente morta bruciata.”
Cocteau: “Era cosciente? Io non lo credo.”
Spartan: “Beh, ci creda invece. Con mia moglie che picchiava i pugni su un blocco di ghiaccio che una volta era suo marito. Poi mi avete svegliato per dirmi che tutto quello a cui tenevo della vita l’avevo perso… era più umano seppellirmi nella sabbia e farmi divorare dai fottuti avvoltoi!”
I Relitti attaccano il ristorante per cercare un po’ di cibo e John Spartan riesce a sventare il loro assalto affrontandoli. Cocteau e Boo rientrano a casa.
Cocteau: “Luce!”
Phoenix: “No… Ho cambiato l’ordine… Illuminare! …Deluminare! …Non è più carino? Coraggio, prova tu!”
Cocteau: “Illuminare…”
Phoenix: “Aaaah… Raymond… Raymond… noi dobbiamo parlare…”
Cocteau: “Come hai fatto ad entrare?”
Phoenix: “Vorrei saperlo anch’io. Mi ritrovo chiavi d’accesso per regni sotterranei segreti, accesso illimitato alla rete interfacciale di banche dati industriali e non so neanche che cavolo vuol dire, ma adesso me lo spieghi, eh? Perché la cosa mi piace molto. A che devo le mie capacità?”
Cocteau: “Le devi ad un motivo preciso. Non certo per tuo divertimento. Il tuo compito è uccidere il signor Edgar Friendy e impedire così che scoppi una rivoluzione. È per questo che sei stato riabilitato!”
Phoenix: “D’accordo. Accetto di fartela questa lurida carognata ma sarà un po’ più difficile di quel che credevi e qualcuno dovrà darmi una mano. Avrò bisogno di cinque o sei uomini un po’ particolari. Anzi, guarda, per combinazione ho qui una lista, vedi? Non vorrei che tu mi scongelassi qualche omicida psicopatico, non so se mi spiego, o qualche figlio di puttana di New York perché è gente troppo nervosa…”
Cocteau: “Vuoi essere tu l’unico omicida psicopatico sulla piazza eh?”
Phoenix: “Exactament.”
Cocteau: “Bene, occupatene. Ma vediamo di sbrigarci, cominci a darmi più fastidi di quello che vali!”
Phoenix: “Oh, Raymond, non mi dire così… e io che ci guadagno in tutta questa storia?”
Cocteau: “Che cosa vuoi?”
Phoenix: “Malibu… Santa Monica… no, anzi, tutte le città della costa, eh?”
Cocteau: “Beh, lo terrò in considerazione.”
Phoenix: “Bene, ti manderò un promemoria.”
Cocteau: “TU FAI IL TUO LAVORO!”
Phoenix: “Ma John Spartan che ci fa qui, eh? Lo hai invitato tu alla nostra festicciola?”
Cocteau: “Tu finisci la tua missione e io te lo rispedisco in frigorifero. Consideralo una tua garanzia.”
Phoenix: “Una garanzia… Beh, non è un granché la tua garanzia. L’ho già sistemato una volta e lo sistemerò di nuovo. Adesso vediamo di scongelare quegli uomini…”
Lenina ha accompagnato John a casa, ora entrambi abitano vicini. Lei gli ha trovato casa in un appartamento al suo stesso piano. Lo invita a casa sua, una casa arredata con oggetti appartenenti all’epoca di John.
Lenina, un poco imbarazzata, gli rivolge una domanda.
Axley: “John Spartan… come lei sa c’è una ben nota e documentata relazione fra il sesso e la violenza. Non parlo di un nesso casuale ma di un diffuso stato di eccitazione neurologica… dopo aver osservato il suo comportamento di stasera e… e relative reazioni… ehm… io mi chiedevo se lei gradisce fare del sesso…”
Spartan: “Con lei?”
Axley: “Aha…”
Spartan: “Qui, adesso?”
Axley: “Aha…”
Spartan: “Ah, sì…”
Axley: “Okay… torno subito!”
Mentre la ragazza si allontana le luci si abbassano e si ode la musica di Love Boat, John la riconosce immediatamente. Poi Lenina rientra portando un contenitore dal quale trae due caschi, ne infila uno in testa a John e trattiene il secondo per sé.
Axley: “Ecco qua, ora si rilassi. Cominciamo tra pochi secondi.”
Spartan: “Cominciamo che?”
Axley: “Il rapporto sessuale.”
John cerca di concentrarsi ma appaiono solo delle immagini rapide e confuse di Lenina che gli colpiscono la mente. Con un gesto brusco si leva il casco.
Spartan: “No!”
Axley: “Ma perché ha interrotto il contatto?”
Spartan: “Contatto? Ma se ancora non t’ho toccata!”
Axley: “Io credevo che lei volesse fare l’amore.”
Spartan: “E così che lo chiami questo?”
Lei gli rimette in testa il casco.
Axley: “Il sesso virtuale produce onde Alpha durante il trasferimento digitalizzato delle energie sessuali!”
Spartan: “Ah, senta Axley, non è che lo potremmo fare come ai vecchi tempi?”
Axley: “Ma è disgustoso! Vuol dire col trasferimento dei… fluidi organici?”
Spartan: “Voglio dire: scopare, fottere, trombare, ballare la rumba…”
Axley: “Non si usa più. Lo scambio dei fluidi organici lo sa a che cosa conduce?”
Spartan: “Sì, lo so, un whisky, una sigaretta, saccheggiare il frigo…”
Axley: “Lo scambio sfrenato di fluidi organici fu una delle cause di decadenza della società, dopo l’AIDS venne l’NRS, dopo l’NRS l’OPT e la prima cosa che il dottor Cocteau riuscì a fare fu di bandire lo scambio di fluidi e con l’ingegneria comportamentale farlo dichiarare asociale… neanche… neanche il contatto orale è tollerato!”
Spartan: “Non è permesso baciarsi?”
Axley: “No!!”
Spartan: “E io che lo facevo così bene…”
Axley: “Nooo…”
Spartan: “E come si fa per i bambini?”
Axley: “La procreazione?”
Spartan: “Sì.”
Axley: “Si fa in laboratorio! I fluidi vengono purificati, selezionati e… e solo da personale medico autorizzato. Solo questo permette la legge… che sta facendo?!”
Spartan (..che sta cercando furbescamente di baciarla): “Infrango la legge.”
Axley: “Lei è una creatura selvaggia, John Spartan, e desidero che esca subito da qui!”
Nella tranquillità (dopo essere rovinosamente inciampato nel primo scalino) del suo nuovo appartamento, John esamina un dischetto che Lenina gli aveva procurato e da esso scopre che Cocteau e Phoenix non solo si conoscono, ma stanno anche complottando assieme.
Il giorno dopo si presenta all’appuntamento di lavoro con Lenina portando un fiammante maglione rosso lavorato durante la notte.
Axley: “Grazie per il bellissimo regalo.”
Spartan: “Non so con che cosa sono stato nutrito da surgelato ma mi sono svegliato con la voglia di fare la calzetta. Come mai so tutto sugli occhielli, gli orli a giorno, i rocchetti, i plissé e i petit pois? Riuscirei a fare una copertina all’uncinetto a occhi chiusi!”
Axley: “È il programma di rieducazione. Per ogni detenuto il computer determina la specializzazione più consona alle sue predisposizioni genetiche e gli trasmette le conoscenze e il desiderio di mettere in pratica l’insegnamento ricevuto.”
Spartan: “Sono una sartina? Ah, che bella notizia. Io esco dalla prigione trasformato in una sartina e Phoenix invece sa usare i computer, conosce l’ubicazione di ogni dettaglio di questa città ed è più forte di quando è finito dentro. Può farmi avere il programma di rieducazione di Phoenix?”
Axley: “Certo…”
Spartan: “Sono una sartina…”
Con qualche difficoltà Lenina riesce ad accedere al programma di riabilitazione e scopre che la riabilitazione di Phoenix non concerne attitudini più domestiche ma consta di un addestramento mentale per un terrorista, per creare una macchina da guerriglia con intenti omicidi… come se Phoenix avesse bisogno di diventare ancora più criminale di quanto non lo sia già.
Il responsabile di questo programma è il dottor Raymond Cocteau; John insiste nell’andare a chiedere spiegazioni direttamente da lui promettendo a Lenina di usare tatto e sottigliezza.
L’uomo li riceve nella sala riunioni parlando dai visori.
Cocteau: “Umili scuse per la mia indisponibilità fisica, Detective, ma ho tanti impegni a cui assolvere.”
Spartan: “Allora assolva anche questo. Lei ha programmato la rieducazione di Phoenix per farne un terrorista e la sua evasione non è stata affatto accidentale.”
Axley: “Che sottigliezza!”
Spartan: “Grazie. Davanti al museo perché non le ha fatto saltare le cervella? Che gli ha detto?”
Cocteau: “Io, francamente, non ricordo. Ma ha importanza?”
Spartan: “Sì, ho visto la registrazione di sicurezza, ha avuto dieci secondi per decidere dove bucare la sua testa di cazzo!”
Cocteau: “John Spartan, queste manifestazioni di comportamento barbarico erano inammissibili perfino ai suoi tempi!”
Spartan: “Sì, ma funzionanti! (Estrae la pistola e distrugge i visori tranne uno) Se uno come Phoenix ti punta una pistola alla testa in dieci secondi sei morto già da nove secondi e mezzo!”
Cocteau: “Non tutti sono ansiosi quanto lei di ricorrere alla violenza per risolvere le difficoltà della vita e io sto cominciando a chiedermi se il caos del museo sia derivato dalla presenza di Phoenix o dalla sua.”
Spartan (che lo ha raggiunto e gli punta la rivoltella alla tempia): “Dubita anche di questa, brutto stronzo! Se pensi di tenere quel maniaco sotto controllo ti sbagli di grosso!”
Cocteau: “Lei intende eseguire una specifica azione con quell’arcaico arnese?”
Axley: “John Spartan…”
Cocteau: “No, lo immaginavo. (Si alza e lo fronteggia) Detective, la sola cosa che non ho sotto controllo è lei, ma questo si può risolvere. Lei, mio caro uomo di Cro-Magnon, è morto, la sua famiglia è morta, il suo passato è morto. Ciò che è morto non può influenzare i viventi, quindi si goda adesso la sua preistorica bravata perché quando uscirà da qui sarà tutto finito, come tutto il resto della sua vita. Tenente, riporti quest’uomo in criostasi immediatamente! Buona Vita…”
Il sorriso ironico gli si spegne sulle labbra quando John gli punta la pistola alla tempia.
Spartan: “Buona morte, stronzo!”
Il colpo prende in pieno la macchinetta delle multe che già stava ronzando all’epiteto di Spartan.
Una macchina della polizia si ferma davanti a uno dei tombini che dà accesso al mondo dei Relitti. Dal mezzo scendono Garcia, Lenina e John.
Garcia: “Io aspetto qui.”
Spartan: “Andiamo.”
Garcia: “Io non so…”
Spartan: “Senti, lo so io. Tu accendi quel giocattolo. (Una pila)”
Garcia: “Spero che tu sia sicura di quello che fai.”
Axley: “Lei mi chiede di disobbedire ad un preciso ordine. Io devo scortarla al criopenitenziario!”
Spartan: “Lei faccia quello che vuole, io devo inchiodare quel maniaco e rimetterlo in frigo, altrimenti ci torno io.”
Garcia: “Quiete e serenità John Spartan…”
Spartan: “Ne ho le palle piene di quiete e serenità! Io voglio solo quello psicopatico e dare la quiete eterna a lui e quando l’ho fatto voglio dedicarmi a quel finocchio di Cocteau. Non siete obbligati a venire con me, io me la cavo da solo, ok?”
Garcia: “Anche se Phoenix è stato programmato per evadere, estinguere vite e rubare armi di contrabbando, perché ti vuoi inoltrare nel territorio dei Relitti?”
Spartan: “Il vostro rastrellamento non è servito a niente perché Phoenix si trova nell’unica zona che A: non ha monitoraggio, B: vi fa cagare sotto e C: non vi interessa un cazzo di niente. Ecco perché voglio andare là sotto. Io voglio trovare Phoenix e prenderlo a calci in culo. Volete venire con me o volete arrestarmi, eh?”
Axley: “Okay, vengo con lei. Andiamo a metterlo sotto chiavata…”
Spartan: “Sotto chiave, andiamo a metterlo sotto chiave!”
Axley: “Se lo dice lei…”
Spartan: “Deve stare attenta con le parole.”
La botola porta in un vero e proprio mondo sotterraneo. Odori acuti e pungenti sfarfallano per i cunicoli, per Garcia e Lenina sono disgustosi olezzi ma per John corrispondono a qualcosa di veramente appetitoso. Spartan si avvicina a un chiosco, ricavato con materiali di fortuna, dove stanno rosolando dei burger e ne ordina uno dando in cambio, come pagamento, l’orologio di Lenina (un Rolex di nuova concezione, robetta a buon mercato, insomma…).
Spartan: “Mmmmttt… Oddio, è una cosa fantastica. Dovete assaggiarne uno!”
Axley: “Non chieda la provenienza della carne.”
Spartan: “Axley, che vorresti dire?”
Axley: “Lei ha visto dei bovini in giro, Detective?”
Spartan (Rivolgendosi alla ragazza che lo ha servito): “Che es esta carne?”
Venditrice: “Esta es carne de raton.”
Spartan: “Topo? È un Topoburger… Niente male. È il miglior topo che assaggio da anni!”
Venditrice: “Gracias, senõr!”
Spartan: “De nada…Ci vediamo.”
Proseguendo il cammino si fermano ad ammirare una vecchia macchina in perfette condizioni. La stanno guardando con ammirazione discutendo delle caratteristiche tecniche, quando Edgar Friendy si palesa loro con i suoi uomini. Lo scontro iniziale è piuttosto duro.
Friendy: “Tu vorresti portarmi dentro, eh? Sai che ti dico? Non ce la farai mai! Dì a Cocteau che me ne sbatto di lui, sì, me ne sbatto! Digli che gli ci vorrà un esercito di scagnozzi per liberarsi di me perché non ho niente da perdere!”
Spartan: “Non ti voglio rovinare la predica, amico! Ma io non so neanche chi sei, figurati se voglio portarti dentro. Tu resta qui, Buona Vita e Cocteau vada a cagare!”
Uomo: “Ehi, Friendy, ributtiamoli di sopra, sono scesi solo per spiarci.”
Spartan: “Un momento, tu non eri davanti al Pizza Hut?”
Friendy: “Sì, e con questo?”
Spartan: “Tu non rientravi nei programmi di Cocteau.”
Friendy: “Avidità, ipocrisia, abuso di potere… non è un programma!”
Spartan: “È per questo che state qua sotto?”
Friendy: “Certo che è per questo. Vedi, secondo il suo programma, io sono il nemico perché uso il cervello, mi piace leggere, solo per la libertà di parola e per la libertà di scelta e sono uno a cui piace sedersi in una bettola a riflettere: mi faccio una bella bistecca o una lombata alla griglia con patate al sugo d’arrosto. Io voglio tenere alto il colesterolo, voglio mangiare lardo, burro e formaggio a tonnellate, okay? E fumarmi un sigaro lungo mezzo metro dove c’è scritto Vietato Fumare! Voglio andare per strada nudo, spalmato di gelatina verde e leggendo Playboy! Perché? Perché a un tratto potrebbe venirmene voglia, okay bello? Io l’ho visto il futuro e lo sai cos’è? Uno zitellone di mezz’età e che sta in camicia da notte a bere centrifughe di carote e mele cantando ritornelli della pubblicità. Se vivi lassù devi vivere alla Cocteau, fare quello che vuole lui, come vuole lui. Hai un’alternativa: venire qui sotto magari a morire di fame!”
Spartan: “Perché non prendi il comando e porti questa gente fuori di qua?”
Friendy: “Io non sono un leader, io faccio quello che devo fare. Qualche volta la gente viene con me. Io voglio solo seppellire Cocteau nella merda fino al collo e lasciarlo ai suoi pensieri di gio-gioia in eterno!”
Spartan: “Allora ho cattive notizie. Io credo che ti voglia morto.”
Intanto Phoenix arringa i suoi nuovi complici appena scongelati. Il suo piano è quello di instaurare un regime di terrore e prepotenza.
L’incontro con Spartan non tarda ad arrivare e ne nasce una furibonda sparatoria. Inseguito, Phoenix raggiunge la superfice e ruba la macchina di Lenina.
Tramite un vecchio montacarichi Spartan porta in superficie la vecchia macchina di cui discutevano prima e inizia un vorticoso inseguimento lungo le vie della città. Spinto dalla foga Spartan piomba sulla macchina di Phoenix e riesce a scaraventarlo fuori, poi perde il controllo del mezzo che piomba davanti al centro di polizia mentre della strana schiuma esce da ogni parte del veicolo. Axley interviene per tirare fuori dal mezzo, ricoperto di schiuma in realtà molto simile al polistirolo, Spartan.
Axley: “Temevo la fine prematura della sua energia vitale.”
Spartan: “Credevo anch’io di essere morto… Ma che è successo? D’improvviso si è trasformata in un cannolo.”
Axley: “È l’autoschiuma. Le ha salvato la vita. Ma… si guardi, lei è un disastro!”
Spartan: “Ah, lo sistemo dopo. Basta che trovo un ago e un po’ di filo… è rispuntata la sartina… Porca…!”
In quel mentre arriva Earle con i suoi uomini con il preciso intento di arrestare Spartan ma l’idillio è interrotto dalla comparsa di Friendy e i suoi uomini.
Spartan si fa dare da loro delle armi e sta per avviarsi con Axley ad arrestare Cocteau e fermare Phoenix ma Earle gli abbaia contro.
Earle: “Spartan, aspetti, lei non può andarsene. Lei è in stato di arresto! Il concetto stesso nega la possibilità di un suo allontanamento.”
Spartan: “Vogliamo scommettere?”
Earle: “Tenente Axley…”
Axley: “Capo, si riprenda i miei gradi e se li ficchi nel cuculo!”
Spartan: “Si riprenda i miei gradi e se li ficchi nel culo!”
Axley: “Come?”
Spartan: “Lasciamo andare, è meglio.”
Nello stesso momento, da Cocteau, l’uomo sta parlando con Phoenix e i suoi uomini.
Cocteau: “Non osavo sognarlo ma devo dire che hai fatto una riuscita meravigliosa. Sono tutti terrorizzati da te.”
Phoenix: “Non è una novità. Sono sempre tutti terrorizzati da me.”
Cocteau: “Sì, ma questa volta sono realmente impauriti. Ora avrò carta bianca per la creazione di una perfetta società. La mia società. San Angeles sarà un monumento alla legge e all’ordine con la purezza di una colonia di formiche e la bellezza di una perla immacolata.”
Phoenix: “Sai che rottura un mondo pieno di bravi bambini! Sai che mi fai venire in mente? Un fottuto boy scout! Per favore, ammazzalo, mi sta troppo antipatico.”
Visti inutili i suoi tentativi di ammazzare Cocteau personalmente per via del condizionamento indotto durante la crioprigionia, Phoenix lancia l’arma a uno dei suoi complici che, senza il minimo scrupolo, uccide il GoverSindaco.
Boo, spaventato e ipocrita, offre i suoi servigi a Phoenix. Il monitor mostra l’arrivo di Spartan e Axley; due degli uomini di Phoenix li attendono al varco pronti ad assalirli ma vengono stesi a colpi di cazzotti da Lenina e Spartan. La ragazza è costretta per la prima volta a uccidere, salvando la vita di John.
Attraverso il computer di Cocteau, dopo aver visto i suoi resti gettati nel grande caminetto della sala, i due scoprono che Phoenix si è recato al criopenitenziario per scongelare altri ottanta criminali.
John deve andarci da solo, stordisce Lenina e si precipita alla prigione.
Spartan: “Ci vuole un pazzo per beccare un pazzo!”
I due iniziano subito a spararsi addosso, mentre uno spaventato Boo fugge precipitosamente; Phoenix riesce ad attanagliare Spartan usando la piccola gru che serve a trasportare i blocchi di ghiaccio.
Phoenix (Ride): “Spartan, ti vedo molto preso eh? (Ride) Che effetto fa essere stritolati dal braccio violento della legge? Oh, andiamo Spartan, perché non ti agiti un po’? Su, coraggio fammela un po’ di scena eh? Coraggio, facciamo un po’ di tiro al bersaglio. Che ne dici, ti va? Oplà… oh, ti sei fatto male alla testa? (Ride e canticchia poi la sua arma finisce le munizioni) Proprio adesso, pistola di merda, cazzo! …È finita, Spartan, sei fottuto questa volta! Adesso ti sbatto in quel congelatore là sotto e ti friggo le chiappe come a un pollo! Mi basta il mignolino per buttare giù questo moscerino…”
Usando uno dei cavi spezzati dai quali fuoriesce un liquido congelante Spartan riesce a rendere fragile come il vetro una delle pinze della gru e a liberarsi. Allora Phoenix imbraccia un fucile laser e comincia a sparare all’impazzata.
Phoenix: “Che mi prenda un colpo! Fanculo, ma che palle! Dov’è che sto sbagliando?”
Ora i due sono uno di fronte all’altro.
Spartan: “Fa freddo qua dentro o è un’impressione mia?”
Phoenix: “Hai buona memoria.”
Dopo una lotta feroce Spartan riesce a spezzare una delle capsule di congelamento. Inizia un velocissimo processo di cristallizzazione di tutte le cose intorno, Phoenix compreso che diventa una statua di ghiaccio. Spartan, con un colpo preciso, colpisce la testa di Phoenix, spezzandola. Poi fugge di corsa mentre la crioprigione diventa un inferno di fuoco.
Fuori, ad aspettarlo, ci sono Earle, Lenina, Garcia e Friendy.
Earle: “Ha catturato il responsabile dell’assassinio del nostro Raymond Cocteau?”
Spartan: “Beh, non direi catturato, esattamente. È diventato storia antica e la crioprigione è storia antica anche lei.”
Earle: “E ora cosa faremo? Come vivremo?”
Friendy: “Te lo dico io. Andiamo a bere, ci prendiamo una bella sbornia e pitturiamo tutta la città. La riempiamo di graffiti e di scritte sui muri. sarà uno sballo!”
Spartan: “Ferma, ferma, ferma! Ve lo dico io che dovete fare. Tu devi sporcarti un po’ e tu devi ripulirti e a un certo punto… non lo so, lo capirete da soli.”
Dopo aver mostrato ad Axley l’importanza dello scambio di fluidi attraverso un vecchio ma sempre valido bacio, i due si allontanano.
Spartan: “Credo che mi piacerà il futuro.”
Axley: “Adesso che hai demolito tutto?”
Spartan: “C’è solo una cosa che vorrei sapere… Come cavolo funziona quella storia delle tre conchigliette?”
Già… vorremmo saperlo anche noi…
(2 – continua)