E’ uscito per Nicola Pesce Editore il volume LA TANA (64 pagine; 16,90 euro) per la collana “Nuvole in Tempesta”, adattamento a fumetti di uno degli ultimi e più angoscianti racconti di Franz Kafka, splendidamente realizzato da Pietro Elisei, incredibile talento al suo debutto nel comicdom italiano.
LA TANA è uno degli ultimi racconti di Franz Kafka, scritto nel periodo berlinese e pubblicato postumo dall’amico Max Brod, e si colloca tra le opere più complesse dell’autore boemo. Incompiuto e narrato in prima persona, racconta dell’ossessione del protagonista di costruirsi un rifugio perfetto nel quale godere di una sicurezza assoluta, un covo inespugnabile che lo protegga dai suoi nemici. Nemici che altro non sono che perseveranti paure degli altri e di se stesso, sepolte da mille ipotesi, angosce e tormenti senza fine.
«Ho costruito la tana e sembra riuscita bene. Dall’esterno è visibile solo un grosso buco, in realtà esso non conduce da nessuna parte, dopo pochi passi già ci si imbatte nella roccia naturale, compatta. Non voglio vantarmi di aver intenzionalmente adottato questo stratagemma, esso era piuttosto ciò che restava di uno degli innumerevoli tentativi falliti di costruzione, ma alla fine mi sembrò vantaggioso non riempire quell’unico buco. In verità alcuni stratagemmi sono tanto ingegnosi da distruggersi da soli, lo so meglio di chiunque altro, e certo è rischioso richiamare l’attenzione sul fatto che lì ci possa essere qualcosa da scoprire…»
Pietro Elisei, classe 1989, nasce a Spoleto, una piccola città che riposa infossata tra le colline umbre. Cresciuto dalla madre e dai due fratelli maggiori, dopo un liceo classico inadeguato fugge dalla cittadina per trasferirsi a Urbino, dove per due anni si annulla e dedica completamente tutto il suo tempo al disegno e all’animazione tradizionale, passione che coltiva sin da quando era piccolo. Consegue quindi il diploma biennale di specializzazione in disegno animato e si trasferisce per circa due anni in Inghilterra, finché decide che se proprio deve lavorare gratis e in posti che non gli competono, tanto vale tornare e dedicarsi a ciò che veramente lo tiene in vita: il disegno. Autodidatta, da quel momento del biennio a Urbino, sta cercando una via per raccontare qualcosa dentro di sé (che tuttora deve ancora capire). Il piccolo straordinario che si cela nel quotidiano che rende l’ordinario memorabile, una scultura del tempo. I disegni che immagina sul viso della sua donna o il silenzio delle stanze la mattina, prima di colazione: è questo ciò che Pietro vuole raccontare.