ILARIA TUTI… E I FIORI SOPRA L’INFERNO

Dal 27 al 30 settembre a Matera, città che nel 2019 svolgerà l’importante ruolo di Capitale Europea della Cultura, si è svolto il Women’s fiction festival, evento letterario internazionale giunto alla tredicesima edizione.

La prestigiosa manifestazione, dedicata alla narrativa femminile, si è tenuta in location storiche della città e, in particolare, fra gli affascinanti Rioni Sassi.

Tra i tanti appuntamenti di interesse da segnalare quello dedicato alle scrittrici di genere giallo nel seicentesco Palazzo Lanfranchi. In proposito è stata organizzata una tavola rotonda sul “Giallo che si tinge di rosa”. Ne hanno discusso alcune tra le autrici molto note di eroine detective e altre che invece incominciano a distinguersi nel panorama narrativo nazionale. Il dibattito, molto vivace, è stato moderato da Isabella Fava, giornalista di “Donna Moderna”. Erano presenti le scrittrici Giuseppina Torregrossa, Gabriella Genisi, Cristina Cassar Scalia, Chiara Moscardelli, Rosa Teruzzi e Ilaria Tuti.

Ci soffermiamo su quest’ultima bravissima scrittrice proprio perché esordiente. Infatti, Ilaria, al suo primo romanzo è una delle promesse della narrativa noir femminile italiana.

Della giovane autrice friuliana che vive a Gemona (Udine) ne parlavamo con Franco Forte, editor de “Il Giallo Mondadori”, nell’intervista che ci ha rilasciato al Mystfest di Cattolica, il quale ci ha fatto presente come Ilaria, che nel 2014  vinse il Premio Gran Giallo Città di Cattolica con un suo racconto, rappresenta oramai una delle autrici di talento che si stanno affermando. Conferma ne è il suo thriller psicologico “Fiori sopra l’inferno” (Ed. Longanesi 2018) che sta vendendo tantissimo, tanto da essere giunto alla sesta edizione. E’ stato tradotto in Francia e sono previste uscite in molti altri Paesi.

ILARIA, DAL RACCONTO VINCITORE DEL GRAN GIALLO CITTA’ DI CATTOLICA NEL 2014 “LA BAMBINA PAGANA” AL ROMANZO “FIORI SOPRA L’INFERNO” DI QUEST’ANNO,  IL PASSO E’ STATO DIFFICILE?

Dico subito che per me vincere il Premio Gran Giallo è stato importante: è iniziato un percorso fondamentale. Ci sono state altre pubblicazioni nel Giallo Mondadori nel 2015 e nel 2016. Da lì, anche confrontandomi con i professionisti del settore, ho capito che ero sulla strada giusta. I risultati c’erano, allora ho scritto il romanzo ed è andato subito bene.

CI HAI LAVORATO MOLTO?

Quasi un anno.

E STA ANDANDO MOLTO BENE…

Sì, è uscito a gennaio e siamo alla sesta edizione. Comunque è difficile abituarsi…

QUAL E’ STATO LO SPUNTO?

Teresa Battaglia che è la protagonista, inquieta ma saggia commissaria di polizia sessantenne, l’avevo già sperimentata in un racconto e quindi sapevo che funzionava. La sentivo forte come personaggio.

E L’AMBIENTAZIONE?

Potevo solo scrivere delle mie montagne, un po’ perché se avessi ambientato un thriller in una metropoli sarebbe risultato  finto in quanto è una realtà che io non conosco e un po’ perché ho usato la foresta come simbolo perché poteva creare delle suggestioni molto forti, quindi per me erano luoghi perfetti.

COSA PREVALE NEL TUO ROMANZO LA PSICOLOGIA O L’AZIONE ?

La psicologia è fondamentale perché quello che distingue il thriller da un giallo classico è che non si tratta solo di indagine. Nel giallo si forniscono  una serie di indizi che in modo quasi matematico vengono risolti. Nel thriller non c’è solo l’indagine, ma una caccia nella quale occorre bilanciare bene le cose, le situazioni, la suspence. I personaggi non devono essere chiaramente solo positivi o negativi ma molto ombreggiati.

TI CAPITA DI AVER PAURA QUANDO SCRIVI?

Devi capire bene cosa fa paura e cosa non. La scrittura è un po’ un luogo di osservazione privilegiato che puoi permetterti di avere paura ma in modo controllato sentendoti allo stesso tempo al sicuro. Questo ti permette di calarti nei recessi della mente umana, delle sue pieghe più scomode e inquietanti e gettare anche un po’ di luce.

HAI SCRITTO ANCHE DI FANTASCIENZA NEL PASSATO. L’HAI MESSA DA PARTE?

La fantascienza è una mia grande passione, come del resto lo è l’horror che ho sperimentato ancorandolo alle tradizioni della mia terra, un horror rurale che mi ha dato grandi soddisfazioni. Comunque, in merito, non ho messo niente da parte, sono solo in stand by.

COSA STAI SCRIVENDO AL MOMENTO?

La seconda avventura di Teresa Battaglia, un altro thriller sempre ambientato nella mia terra. Sto però cambiando stagione. Questa volta il romanzo non si svolge in un inverno ghiacciato e incombente, ma in una primavera suggestiva e simbolo di vita.

Filippo Radogna