GIORGIO ZANZI

Autore di “Atlantica – La genesi”, Giorgio Zanzi si affaccia per la prima volta sul mercato letterario fantasy italiano con un buon biglietto da visita, ma la sua passione per il genere e per la scrittura risalgono a molti, tanti anni fa. Conosciamolo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GIORGIO ZANZI?

Eh… eh… visto il contesto… forse la più difficile. Un gran appassionato di fantasy direi. Ho studiato… mi son laureato… lavoro… ma crescendo non ho mai messo da parte i giochi di ruolo, i draghi, le storie fantastiche… mi hanno sempre accompagnato. Per me è stato come un mondo che scoprivo o addirittura creavo un poco di più. La breccia l’ha aperta il D&D (Dungeons & Dragons), come anche per tanti altri miei coetanei… solo che per me, questa breccia è rimasta aperta, riunendomi coi miei amici più e più volte. Per anni (ma tanti!) ho letto libri fantasy e giocato a diversi giochi di ruolo… non tanto come giocatore, ma come arbitro (Dungeon Master) potendo così avere un ruolo principale, ma invisibile, nella costruzione delle nostre avventure.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

“Atlantica – La genesi” è il mio primo romanzo,  ma se ritorniamo sui giochi di ruolo, allora di avventure posso dire di averne “prodotte” tante. Tra i miei amici ho creato diverse avventure basandomi su due filosofie 1) “il giocatore deve divertirsi” e non solo tirare meccanicamente i dadi… non si tratta di un semplice “o vinci o perdi”; 2) “costruire l’avventura sulla pelle dei personaggi” ovvero cercare di capire cosa il giocatore cercava dal gioco di ruolo attraverso il personaggio… e darglielo (semmai facendo sudare un po’…). Da quest’ultimo concetto nasce il mio amore per la cura dei dettagli, l’attenzione nel gestire i personaggi che creano la traccia della storia, esaltando, non tanto l’impresa che compiono, ma l’importanza che questa ha per loro.

RECENTEMENTE È USCITO COME DICEVAMO, IL TUO ROMANZO INTITOLATO “ATLANTICA – LA GENESI”. VUOI PARLARCENE?

Volentieri! La storia parte in un ducato in un periodo particolarmente instabile per motivi politici, economici, religiosi e sociali. Un inspiegabile incidente congela il palazzo di campagna del duca, poco fuori Porto d’Argento. Tra queste stanze, tra ghiaccio e neve, si riunirà un gruppo di avventurieri destinati a cambiare la storia del ducato e dell’intero continente. Sono guerrieri, elfi e nani, tutti giovani e persino spaventati… Diventeranno una squadra imparando a collaborare tra loro affrontando difficoltà di ogni genere. Non rimarranno insensibili alle difficoltà della loro gente, e proprio per questo rimarranno coinvolti in problemi molto più grandi di loro. Fin da subito ho cercato di creare un romanzo non solo per adolescenti che possono farsi coinvolgere negli scontri coi mostri, ma anche per un pubblico adulto invitando il lettore a un impegno maggiore verso intrighi, complotti, dubbi sentimentali, etica… Un altro mio obbiettivo è stato quello di non creare un romanzo “tipicamente maschile”, ma di dare spessore a tutti i ruoli femminili della storia. Spero quindi di riuscire a mostrare alle lettrici che anche questo genere può essere interessante e coinvolgente.

COME È NATA L’IDEA DI FONDO DI QUELLA CHE CI SEMBRA ESSERE UNA LUNGA SAGA?

Beh… nel 1989 cominciai a giocare a D&D coi miei amici dando origine alla struttura di questa grande storia… Beltran, Idra, Ramas e molti altri sono stati personaggi di una reale avventura giocata in quegli anni. Con le varie partite i personaggi risolvevano problemi e “progredivano” nelle loro abilità completando così una avventura per poi iniziarne un’altra… e un’altra ancora… cadenzando il ritmo di una seconda vita virtuale di ogni giocatore. Io come Dungeon Master tendevo sempre a utilizzare lo stesso mondo per questi avventurieri, dettagliandolo ogni giorno di più. Creavo e facevo seguire (ai giocatori) un lungo cordone ombelicale… di cui questa Genesi ne è l’inizio. La saga di Atlantica è incentrata sulla città omonima che sarà fondata e poi difesa in più occasioni… non solo da questi primi avventurieri, ma anche dalle “generazioni” successive.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

Non è tanto la creazione del personaggio che è difficile, ma il suo “utilizzo” nell’avanzare della storia. Un personaggio lo si può creare praticamente come si vuole… o a seconda dell’esigenza della storia… la parte veramente difficile è la coerenza che serve per portarlo avanti dandogli una identità definita… almeno per me… come autore. Quando lo creo… infatti, gli costruisco una vera e proprio scheda (del personaggio) dove fisso le caratteristiche fisiche, caratteriali, il suo background, il suo equipaggiamento e persino il suo bollettino medico. Un altro lato del personaggio molto difficile da creare è l’immagine che voglio che il lettore si faccia di lui, cerco infatti di deformarla un po’ da quella che ho effettivamente scelto proprio per sorprendere il lettore.

E QUALE INVECE È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELL’IDEAZIONE DELL’AMBIENTAZIONE IN CUI SI MUOVONO I PROTAGONISTI?

Di nuovo la coerenza! Ogni ambiente che i personaggi toccano devo schedarlo e riportarlo su un registro in modo da poterlo utilizzare una seconda volta così come l’ho utilizzato la prima. L’ambiente però è costituito da diverse sfaccettature: le città, le comparse, la politica, l’economia, le divinità, i mostri, la magia, le lingue, la cultura, le razze (tante e diverse…)… insomma anche avendo una buona memoria (che non ho!) devo segnarmi tutto. Adoro per di più un intreccio complesso, invitando il lettore a seguire, oltre alla trama principale… quelle secondarie che vi girano attorno.

COSA DOBBIAMO ASPETTARCI NEL FUTURO DI “ATLANTICA”?

La fondazione! Dopo “Atlantica – La genesi”, la storia continua con “Atlantica – La fondazione” che è sostanzialmente già pronta. Attualmente sto lavorando al terzo libro: “Atlantica – L’espansione”. I personaggi principali avranno molto da fare…

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

La possibilità di sognare! E scoprire che sono proprio i sogni ad aprirci le porte della realtà. Ho sempre trovato soddisfazione nel lasciare libera la mente; non ho mai considerato il fantasy un genere per ragazzi… ma per menti aperte, capaci di avere uno schema rigido in meno nel vivere avventure diverse. Il fantasy ha sempre significato la libertà di creare lasciandosi guidare solo dalla capacità della propria mente, senza limitazioni di ogni sorta.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Come ho citato prima, le vecchie avventure, giocate coi miei amici, rappresentano la struttura di base della saga, ma il resto, soprattutto i filoni secondari sono stati creati dopo a tavolino. In genere analizzo la situazione iniziale e quella finale e mi chiedo quali sono gli eventi per poterle collegarle tra loro. Subito scarto le soluzioni che ritengo più banali e quelle illogiche… poi aggiungendo un dettaglio per volta cerco di migliorare la sequenza di eventi che mi piace di più.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Se si parla di fantasy un nome davanti a tutti: J.R.R.Tolkien!  Non solo per la bellezza della storia, ma per la capacità di creare un INTERO mondo fantasy con lingue, razze… con un livello di dettaglio impressionante. Se però devo guardare i miei reali insegnanti fantasy, quelli che mi hanno stregato anni or sono… Margaret Weis e Tracy Hickman con la saga di “Dragonlance”. Ho scoperto in quei libri il fascino dell’avventura fantastica… e un modello di avventuriero/a… non invincibile o leggendario o potente… ma sensibile, spaventato e reale.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Per il cinema, credo che l’ultimo “Signore degli anelli” metta in ombra tanti altri film, ma della mia generazione ho apprezzato moltissimo “Conan” dove il fantasy era una avventura cruda, piena di pericoli, amori e tesori e molto molto lontano dalla favola a lieto fine. Ricordo “La storia infinita”, altro film che molti classificano come semplice favola… (che assolutamente semplice non è!)… e “Labyrinth”: potevo resistere al fascino di un labirinto fantastico?

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Sono sincero! Sono Ingegnere meccanico e il mio lavoro mi piace, lo scrivere storie fantasy è per me un piacevole modo di passare il tempo, ma ha per me una importanza secondaria nella mia vita e riuscire a pubblicare questo primo libro è già stata una grandissima soddisfazione. Però a volte ripenso alle ore e ore passate con gli amici a vivere avventure che ci emozionavano al limite dell’incredibile. Esplorare templi infestati da mostri… viaggiare a cavallo e per mare… sfidare maghi e chierici potenti e pericolosi… risolvere complicati enigmi… guidare rivoluzioni e interi eserciti…  A volte mi chiedo per quanto tempo mi ricorderò… tutti quei dettagli… così… mi viene l’istinto di “salvarli” scrivendoli! Se posso esprimere un desiderio… è proprio quello di riuscire a conservare tutte quelle avventure per me… e per chiunque le voglia vivere come le ho vissute io!

Davide Longoni