RITORNO AL PIANETA DELLE SCIMMIE

RITORNO AL PIANETA DELLE SCIMMIE, in originale Return to the Planet of the Apes, è una serie animata statunitense di 13 episodi della durata di circa 24 minuti ciascuno, inedita in Italia, basata sui personaggi e sulle ambientazioni del romanzo di Pierre Boulle Il pianeta delle scimmie, con riferimenti anche alla serie dei primi cinque film tratti da esso, nonché al serial televisivo.

Sviluppata da David H. DePatie e Friz Freleng, noti animatori che hanno dato vita ai cartoni animati dei Looney Tunes e della Pantera Rosa, la serie vede alle musiche Dean Elliott (“I Fantastici Quattro”, “Alvin & The Chipmunks”, “Sesame Street”, “Mr. Magoo”) che le registrò in Inghilterra sotto la direzione di Eric Rogers.

RITORNO AL PIANETA DELLE SCIMMIE venne prodotta dalla DePatie-Freleng Enterprises e dalla 20th Century Fox Television e trasmessa dal 6 settembre al 29 novembre del 1975 sul network NBC.

A differenza del film, dei suoi sequel e della serie TV live action del 1974, che coinvolgeva una primitiva civiltà scimmia, Return to the Planet of the Apes rappresentava una società tecnologicamente avanzata, completa di automobili, film e televisione; in quanto tale, assomigliava più da vicino sia al romanzo originale di Boulle sia ai primi concetti del primo film sul mondo delle scimmie, che furono modificati a causa delle limitazioni di budget alla fine degli anni ‘60.

Questa serie è stata tra gli ultimi progetti di Planet of the Apes per diversi anni dopo numerosi fumetti della Marvel Comics (agosto 1974 – febbraio 1977) e una serie di avventure audio da Power Records nel 1974. A parte un’altra serie di fumetti pubblicati dalla Malibu Comics nei primi anni ‘90, il successivo progetto basato sui concetti di Boulle sarebbe stato la reinvenzione di Tim Burton nel 2001, seguita in questi ultimi anni da un nuovo reboot della serie giunto per ora al terzo capitolo (mentre un quarto sembrerebbe in lavorazione).

Diamo uno sguardo alla storia della serie animata.

Come nel film e nella serie live action, RITORNO AL PIANETA DELLE SCIMMIE vede protagonista un pugno di astronauti della Terra che sono stati lanciati nel futuro e si sono trovati bloccati in un mondo popolato da scimmie avanzate e umani primitivi. Nel corso dei tredici episodi gli astronauti tentano di mantenersi un passo avanti rispetto alle scimmie per non farsi catturare e al tempo stesso cercano di dare un senso a quello che è successo e di capire come sia accaduto che i ruoli e la società si siano ribaltati, cercando nel contempo di fare del loro meglio per salvaguardare la popolazione umana sopravvissuta dallo strapotere e dall’egemonia delle scimmie.

Ogni episodio era sostanzialmente autonomo, anche se le sottotrame si intrecciavano più volte, con personaggi e storie di episodi precedenti che comparivano in quelli successivi, al punto tale che, per dare un senso completo alla serie, gli episodi dovevano essere visti tutti quanti seguendo l’ordine cronologico.

La serie animata si integrava cronologicamente con il resto dell’universo delle scimmie e prendeva in prestito personaggi ed elementi dai film, dalla serie TV e dal romanzo originale. Il generale Urko ad esempio è preso in prestito dalla serie TV, mentre Zaius, la coppia Zira e Cornelius, Brent (ribattezzato qui come Ron Brent) e Nova appartengono alla serie di film. Krador e gli Underdweller (gli abitanti del sottosuolo) della serie animata sono invece liberamente ispirati agli umani mutanti di “L’altra faccia del pianeta delle scimmie” e di “Anno 2670: ultimo atto”.

Come per la serie televisiva live action, la serie animata si è conclusa prima della risoluzione della trama e quindi non riusciamo a sapere se gli astronauti riescono a tornare indietro nel tempo. Ma la serie animata offre comunque una specie di conclusione. Il dottor Zaius infatti, dopo aver scoperto la minaccia di un rovesciamento militare da parte del generale Urko, si assicura che egli venga sollevato dal comando. Inoltre, Cornelius e Zira, riconoscendo che la società delle scimmie è stata fondata molto tempo dopo che la società umana si è deteriorata, ritengono che sia il momento giusto di offrire pari diritti fra gli esseri umani a le scimmie e intendono presentare la loro proposta al Senato.

Una particolarità sui personaggi della serie animate, è che spesso vengono citate scimmie di spicco che prendono il nome apposta da personaggi storici umani inserendo appropriatamente la parola “scimmia” nel loro nome. Un esempio degno di nota è “William Apespeare”, un analogo scimmiesco di William Shakespeare. Un’altra scena mostra invece un paio di soldati scimmia che parlano di un nuovo film chiamato “The Apefather”, un apparente analogico di “The Godfather”, ovvero “Il Padrino”. A differenza della serie live action e dei film, la società scimmiesca di Return to the Planet of the Apes si presenta tecnologicamente avanzata – come nel romanzo – piuttosto che agraria, per cui non è raro vedere scimmie scrittrici, artiste, pittrici, andare in automobile, al cinema o al ristorante.

Diamo uno sguardo più approfondito ai personaggi principali con i relativi doppiatori.

Bill Hudson, doppiato da Tom Williams (“Prehysteria – Arrivano i dinosauri”, le serie animate di “Superman” e “Batman” come doppiatore, “Un’aliena al centro della Terra”, “Supercar”), è uno dei due astronauti maschi; biondo, con gli occhi azzurri, veste sempre con una maglietta blu e pantaloni bianchi.

Cornelius, doppiato da Edwin Mills (“La terra dei giganti”), è uno scimpanzé maschio scienziato e archeologo.

Zira, doppiata da Philippa Harris (“L’esorcista”), è una femmina di scimpanzé, compagna di Cornelius e scienziato anche lei, che è esplicitamente contraria al regime dei gorilla.

Il Generale Urko, doppiato da Henry Corden (lo storico doppiatore originale di Fred Flintstone nella serie animata de “I Flintstones”), è un sinistro gorilla Generale che progetta di cacciare gli umani e gli abitanti del sottosuolo, gli Underdweller, dal pianeta.

Judy Franklin, doppiata da Claudette Nevins (“Star Trek – L’insurrezione”, “Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman”), è la sola astronauta femmina del gruppo proveniente dal passato ed è un esperta pilota di aeroplani; viene rapita e tenuta prigioniera dagli Underdwellers per un certo tempo prima di essere salvata.

Jeff Allen, doppiato da Austin Stoker (aveva già interpretato Mr. MacDonald in “Anno 2670: ultimo atto”. È stato l’unico membro del cast della serie animata ad aver avuto un ruolo anche nei film e nella serie live action. Altre pellicole da lui interpretate sono poi: “Distretto 13: le brigate della morte” e i serial “L’incredibile Hulk” e “L’uomo da sei milioni di dollari”), è l’altro astronauta maschio; un afro-americano, che veste sempre con una maglietta rossa a collo alto.

Il Dr. Zaius, doppiato da Richard Blackburn (“Code name: Eternity”, “Titans”, “Relic hunter”, “La tempesta del secolo”, “Psi Factor”, “La guerra dei mondi – The series”, “Il mio amico Ultraman”, “Amerika”, “Assassinio nello spazio”), è il leader degli orangutan e della comunità scientifica delle scimmie; viene raffigurato come un politico anziano che mette in discussione le tattiche del Generale Urko.

Nova, anche lei doppiata da Claudette Nevins, è una donna umana che si unisce a Bill e Jeff nelle loro avventure.

Ronald Brent è un astronauta statunitense anche lui catapultato nel XXI secolo, ma è arrivato al tempo del dominio delle scimmie un certo numero di anni prima della spedizione di Hudson, Allen e Franklin.

Krador è il leader degli Underdwellers, gli abitanti del sottosuolo.

Gli Underdwellers, gli abitanti del sottosuolo, sono un gruppo di persone sotterranee basate sugli umani mutanti del film “L’altra faccia del pianeta delle scimmie”.

La serie è stata criticata per i bassi valori di produzione. I detrattori hanno ritenuto che il costante riutilizzo degli sfondi e la mancanza di movimento rendessero l’azione sullo schermo opaca e lenta. Anche il doppiaggio poi è stato criticato perché a volte era privo di emozioni e monotono. Nonostante però queste critiche, la serie è stata molto apprezzata per gli sfondi, le illustrazioni, i disegni dei personaggi e gli effetti di macchina molto dettagliati, dovuti in parte al fumettista veterano Doug Wildey (“L’uomo ragno e i suoi fantastici amici”, “Godzilla”, “Thundarr il Barbaro”, “Jonny Quest”). Mentre l’animazione era scarsa a causa del budget e dei vincoli temporali, l’artwork, che appariva di rilievo nel programma, era estremamente dettagliato, con ampie sfumature, che assomigliavano più a un fumetto che a un cartone animato televisivo.

Per quanto riguarda invece le sceneggiature la critica le ha molto apprezzate, ritenendole molto intelligenti, con storie dettagliate e una solida continuità interna. A differenza di molti adattamenti animati, Return to the Planet of the Apes è riuscito a catturare efficacemente il tono delle caratteristiche dell’azione dal vivo, completando il tutto con un senso di alienazione, meraviglia e perdita, merito questo degli autori Larry Spiegel (“Il tocco del diavolo”), la coppia Jack Kaplan (“Shazam!”) e John Barrett, John C. Strong (“Scooby-Doo”) e Bruce Shelly (“Savage Dragon”, “Action Man”, “Mighty Max”, “Le avventure di Sonic”, “Le avventure di Super Mario”, “Tartarughe Ninja alla riscossa”, “Il principe delle stelle”, “Wonder Woman”, “La donna bionica”, “L’uomo da sei milioni di dollari”, “Capitan Nice”).

Davide Longoni