Eccoci giunti a un nuovo appuntamento della collaborazione tra Zona Morta e il sito “Italia parallela”: con un altro articolo che speriamo possa essere di vostro gradimento. Questa volta parleremo degli avvistamenti Ufo in Italia.
Apparentemente sembra che gli avvistamenti Ufo avvengano maggiormente negli Stati Uniti ma in realtà non è così, la nostra penisola è un luogo privilegiato di avvistamenti e incontri con Ufo.
Le maggiori ondate di questi avvistamenti si sono verificate negli anni 1950, 1954, 1962, 1973 e 1978.
Desideriamo quindi mettere in luce alcuni degli avvistamenti e incontri più significativi avvenuti negli ultimi 50 anni in Italia.
Mercoledi 27 ottobre 1954 la Pistoiese e la Fiorentina giocavano una partita di calcio amichevole allo stadio Comunale. Gli spettatori erano all’incirca diecimila.
A un tratto due dischi volanti comparvero nel cielo, proprio sopra lo stadio e sopra alle teste di tutti quelli spettatori e dopo pochi istanti sfrecciarono via.
Gli spettatori erano allibiti e l’arbitro sospese l’incontro per una decina di minuti.
Alcuni testimoni nei giorni precedenti avevano avvistato, sopra la zona, altri oggetti a forma discoidale che avevano fatto cadere una sostanza bianca filamentosa con consistenza di gelatina che si sarebbe dissolta poco tempo dopo.
Da alcuni campioni prelevati e analizzati in laboratorio risultò che questa sostanza era composta da boro, silicio, magnesio e calcio che sono sostanze reperibili anche sulla Terra.
Il giorno dopo la signora Claire Booth Luce, ambasciatrice degli Stati Uniti d’Italia segnalò un altro avvistamento a Roma con annessa la caduta di altri filamenti.
Il 6 novembre 1954, sempre a Roma, il console d’Italia Alberto Perego avvistò una squadriglia di Ufo.
Nel 1954 ci furono numerosi altri avvistamenti anche In Emilia Romagna, in Liguria e in Sicilia.
Lunedì 10 gennaio 1966 si verificò un blackout sopra Napoli e zone limitrofe (alcuni mesi prima avvenne la stessa cosa a New York).
Questo black out fu attributo a un avvistamento di un disco volante sopra Napoli che sarebbe, dopo pochi minuti, sfrecciato via inseguito da due aerei.
Il quotidiano romano “La sera” scrisse: “Pochi minuti dopo le 18.00 di sabato è apparso nel cielo di Napoli un oggetto luminoso, a forma di globo, dalla grandezza poco più superiore a quella della luna quando è piena, emanava una fortissima luce arancione con contorni violacei. L’oggetto luminoso è stato osservato da numerosissime persone abitanti a Resina. Contemporaneamente a Resina stessa, a Napoli e in vastissime zone dell’Italia meridionale sino alla Puglia e alla Calabria si è verificata una lunga interruzione di corrente elettrica sulle cui cause non è stata data fino ad ora una spiegazione chiara ed esauriente…”. Gli innumerevoli testimoni del caso dissero che le luci si andavano affievolendo man mano che lo strano oggetto si avvicinava tanto da spegnersi quando esso si era fermato sopra la città.
Il 24 dicembre 1978 Benito Franchi, addetto alla centrale elettrica di Pietracarmela, in Abruzzo, affermò di aver sentito una strana sensazione di malore mentre era al lavoro e si sentì mancare le forze mentre gli strumenti di controllo della centrale si attivavano da soli inspiegabilmente con picchi di tensione.
Appena si riprese vide dalla finestra dei lampi di luce e una sfera luminosa che emanava una luce rossa molto intensa che però non illuminava ciò che gli stava attorno.
Dopo pochi istanti l’oggetto si alzò in volo verso il Massiccio del Gran Sasso e scomparve.
Dopo pochi minuti un altro oggetto più luminoso del precedente apparve dalla cima del Gran Sasso e fece alcune evoluzioni.
Dopo poco anche questi se ne andò.
Il 30 novembre 1973 all’aeroporto di Caselle (Torino) verso le 19 apparve nel cielo un oggetto sconosciuto che emanava una forte luminosità.
Tutti i radar dell’aeroporto avvistarono l’oggetto, così anche come la base militare di Mortara, in Lombardia, e anche tre piloti d’aerei: Riccardo Marano (che guidava un Piper Navajo), Giovanni Mezzalami (alla guida di un DC-9 in arrivo da Parigi) e il comandante Tarquilio (che guidava un altro DC-9 verso Roma). L’oggetto compì varie spettacolari evoluzioni nel cielo, veloci e con repentini cambi direzionali.
Riccardo Marano si lanciò all’inseguimento dell’oggetto sconosciuto il quale si mosse zigzagando e anche con repentini cambi di quota.
Quando riuscì ad avvicinarsi abbastanza a esso si lanciò in picchiata ma l’Ufo sfrecciò via nuovamente e il pilota dovette tornare a terra perché era a secco di carburante.
Nessuno dei testimoni dell’avvistamento rilasciò molte dichiarazioni sull’oggetto, le uniche descrizioni furono di un velivolo con una forte luce verde-azzurro-bianca di dimensioni simili a un grosso DC-8 o Boeing 707.
Il consulente dello stato Maggiore, Igino Gatti, affermò che era impossibile dare all’avvenimento una “spiegazione plausibile”.
Il 1 novembre 1954 la signora Rosa Dainelli, di 40 anni che viveva a Cennina, piccolo borgo contadino vicino ad Arezzo, si stava dirigendo verso il cimitero, percorrendo un sentiero nei boschi, con un mazzo di fiori da deporre sulla tomba della persona a lei cara.
Essendo appena piovuto e il terreno molto fangoso preferì togliersi le scarpe e le calze che aveva da poco comprato e quindi procedere scalza verso la sua destinazione.
Giunta a un certo punto vide a una ventina di metri, posato sull’erba, un oggetto sconosciuto, alto e largo circa 2 metri, molto luccicante, la sua forma era affusolata, panciuto nella parte centrate e appuntito alle due estremità.
Nella parte centrale si vedevano due oblò e al centro un portello di vetro dal quale con grande sorpresa della donna uscirono due esseri che le sbarrarono la strada.
Gli esseri erano alti non più di un metro, con una tuta grigia aderente, sulle spalle portavano una mantella corta e un giubbotto senza collo con piccoli bottoni lucenti.
In testa portavano un casco di cuoio con una visiera trasparente dalla quale si scorgevano due visi quasi umani. Uno di essi le parlò ma in un linguaggio incomprensibile, a volte si girava verso l’altro e sorrideva, poi le prese il mazzo di fiori dalla mano e una calza.
Poi si diresse verso il portello e la Dainelli ne poté vedere l’interno: due piccoli sedili (come quelli dove stanno i bambini) piatti e senza spalliera, posti a fronte ai due oblò.
L’essere poi tirò fuori uno strano rotolo scuro a forma di cilindro e lo puntò verso la donna, come se fosse un dono per lei, essa però scappò di corsa dalla radura.
Successivamente l’unica traccia dell’accaduto trovata fu un foro nel terreno.
La storia della Dainelli fu ritenuta probabile perché la donna era una signora di tutto rispetto e molto seria e numerosi furono coloro che avvistarono un oggetto strano nella zona in quei giorni, tra cui anche il parroco Don Nevio Rossi.
Successivamente i fratelli Ampelio e Marcello Torzini, rispettivamente di sei e nove anni, rivelarono di aver assistito a tutto l’accaduto perché si trovavano sul luogo a pascolare maiali quando udirono le voci e videro questi “omini” che parlavano con la donna.
Si recarono subito dal padre a riferirgli l’accaduto ma quando tornarono sul luogo tutto era sparito.
Non si seppe mai però se effettivamente questi videro qualcosa di reale o si trattò di fantasie di bambini scaturita dalle voci del paese e da un’illustrazione che Walter Molino dedicò al caso sulla copertina della “Domenica del Corriere”.
Il 17 settembre 1978 a Torrita, un borgo vicino a Siena, un Ufo atterrò nel cortile della casa di Santina Faralli, fu avvistato da molte persone, tra cui anche un ragazzo dodicenne di nome Riccardo e da sua madre Ultimina Boscagliche. I due si stavano recando alla loro abitazione sita poco distante da li.
Riccardo raccontò di aver visto una forte luce e sentito un boato violento mentre si era allontanato momentaneamente dalla madre e di aver visto, sopra alla propria testa, uno strano alone rosato.
Entrati in casa i due accolsero il fratello Rivo che stavano aspettando e gli raccontarono della strana faccenda.
Quando questo salì in macchina per tornare alla sua abitazione (era sposato con una figlia) dopo poche decine di metri la sua auto si bloccò di colpo, senza motivo.
Improvvisamente, dal cielo scese un oggetto sferico ma piatto di circa 3 metri.
Scesero alcuni esseri che rimasero sospesi sopra al cofano della sua automobile, ecco come li descrisse: “erano piccoli, non più di un metro, ambedue con tuta verde e un grande casco con una calotta trasparente. Forse sarà stata l’impressione del colore dell’indumento o forse perché anche la calotta era colorata, ma la pelle appariva verde. Due facce molto uguali alle nostre. Solo erano piatte, schiacciate, quasi scarnite, con la pelle tesa sulle ossa. Avevano insomma una “faccia da luna” con un’espressione matura, gli zigomi sporgenti e delle bocche senza labbra”.
Gli alieni fecero il giro della vettura (sempre sospesi a una decina di metri dal terreno) e poi risalirono verso il portello aperto della loro astronave che scomparve lasciando dietro di sé una grandissima scia di luce bianca.
Il 6 dicembre 1978, Piero Zanfretta, guardia giurata genovese, si trovava nel borgo di Marzano di Torriglia. Mentre svolgeva il suo turno, si trovò di fronte a un essere alto circa 3 metri che dopo poco era scomparso in una grande vampata di fuoco.
Lo Zanfretta però non ricordava altro, come se gli fosse stata cancellata la memoria.
Per questo fu sottoposto a ipnosi e si scoprì così che questo essere lo aveva trascinato su un’astronave e lo aveva sottoposto, assieme ad altri esseri, a un piccolo intervento chirurgico.
I testimoni che videro il disco volante erano 52 e questo aveva lasciato nel terreno un’impronta a forma di ferro di cavallo.
I giorni successivi Zanfretta rivelò di aver avuto altri contatti con gli alieni e di essere stato rapito svariate volte.
A questo punto la gente iniziò a vedere male la faccenda e prese lo Zanfretta come un instabile, una persona con gravi problemi mentali.
Zanfretta, convinto di quello che diceva si recò a Milano, nel centro di Ipnosi Medica e Psicologica diretto dal Professore Marco Marchesan e chiese di essere sottoposta a una prova di verità.
Questa prova della verità si realizza per mezzo della somministrazione del pentotal, una sostanza che non permette al paziente di mentire se interrogato.
Lo Zanfretta quindi durante l’ipnosi raccontò di nuovo tutta la sua storia come in passato e aggiunse anche dei nuovi particolari che non erano stati raccontati in precedenza tra cui che gli alieni gli avrebbero lasciato un oggetto per mostrare a chi non gli credeva che tutto era accaduto realmente.
La notte fra il 12 e 13 settembre dell’anno 1981 il signor Maurizio Cavallo e i suoi amici stavano facendo una piccola escursione in collina, dopo una pizza in compagnia, quando videro nel cielo una sfera incandescente che sfrecciava e che in seguito atterrò in mezzo a un bosco.
Gli amici incuriositi si diressero in quella direzione ma vista l’ora ormai tarda decisero di non andare oltre e di tornare a casa.
Cavallo, una volta nella sua abitazione non riusciva a prendere sonno e si sentiva male, sentiva voci strane che lo chiamavano e gli dicevano di andare verso il luogo dell’avvistamento.
Cavallo così si diresse verso la sua auto (che trovò stranamente già accesa) e si diresse verso il luogo.
All’arrivo si trovò sotto a una sfera di luce con, all’interno, un’altra sfera più chiara.
Una campana di cristallo scese dall’alto e lo risucchiò all’interno dell’astronave, qui vide una fortissima luce e mondi bellissimi.
Gli esseri gli andarono incontro con una mano alzata in segno di saluto e nella mente gli dicevano di non preoccuparsi, che non gli avrebbero fatto nessun male.
Gli esseri sostenevano di venire da Clarion, un pianeta appartenente a un sistema binario a 150 mila anni luce dalla Terra.
Numerosi sono stati gli incontri successivi di Cavallo con questi esseri (di cui ha scattato anche numerose fotografie) che gli avrebbero insegnato abilità e conoscenze particolari.
Nel 1993 Valerio Lonzi, poco più che quindicenne, a Pian della Biscia, una località montana tra Chiavari e Sestri Levante, era in campeggio con gli scout, quando vide una sfera grossa come una palla da bowling appoggiata al suolo.
Aveva un colore verde chiaro e la luce era debole e scaturiva dall’interno.
Gli amici del campeggio puntarono la torcia contro l’oggetto che pian piano si spense e scomparve, al posto della sfera rimase solo un solco di erba calda e gialla, segno che la sfera era molto pesante e incandescente.
In seguito altre 3 sfere si posarono a terra e iniziarono a roteare tra i ragazzi del campeggio e anche queste dopo poco scomparvero.
Quando fu a casa Lanzi si ritrovò 3 cicatrici sulla schiena, lunghe circa 15 cm.
Il dottore disse che erano segni di intervento chirurgico.
Per tutti coloro che volessero approfondire il caso potete leggere il libro “Gli Ufo nella mente” di Corrado Malanga.
Negli ultimi anni gli avvistamenti di Ufo stanno aumentando sempre maggiormente e in particolare il 2008 è stato un anno record di avvistamenti, mentre nel 2010 si sono verificati più di duemila avvistamenti di Ufo avvenuti principalmente in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna.