Arriva in libreria l’antologia BYZANTIUM (164 pagine; 4,99 euro) di Andrea Gualchierotti e Lorenzo Camerini, pubblicata in digitale nella collana “Polifemo” da Italian Sword&Sorcery Books. La raccolta si avvale della copertina di Andrea Piparo, dell’editing di Francesco La Manno (che ne è anche il curatore) e di Annarita Guarnieri e della grafica e impaginazione di Mala Spina.
BYZANTIUM è un compendio di racconti in sei parti, scritto da Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti. L’opera, a cavallo tra novella storica di cappa e spada e avventura sword&sorcery, rivisita in chiave fantastica gli scenari dell’impero bizantino, a partire dai fasti di Costantinopoli fino alle metropoli del vicino Oriente, e unisce ad essi l’accuratezza della ricostruzione storica assieme al gusto per l’esotismo.
I primi tre racconti (I Sette Dormienti – Il trionfo del Magister Militum – Le folgori della vendetta) costituiscono un trittico ambientato nel VI secolo, durante il regno di Giustiniano.
Protagonista di queste avventure è Costante, una guardia imperiale (excubitor) caduta in disgrazia a causa di un intrigo architettato da astuti rivali; ramingo per le varie province dell’impero, ha come unici compagni il desiderio di vendetta e il silenzioso unno Taluk, che lo segue nella via dell’esilio. Lungo la via del suo sanguinoso riscatto, Costante incapperà più volte nel meraviglioso e nel terribile: affronterà una stirpe mostruosa che dorme sotto le dolci colline di Efeso, scoprirà i segreti della Menorah ebraica e assisterà al ritorno dal passato di divinità dimenticate. E la sua vicenda, che si conclude alle soglie della guerra greco-gotica che investirà l’Italia di lì a poco, rimane aperta, quasi a prefigurare un ritorno del personaggio.
I due racconti successivi (La dèa di carne – I leopardi del deserto) cambiano radicalmente scenario, e hanno per sfondo l’epoca gloriosa di Basilio II, intorno all’anno 1000, in cui dopo secoli di difficoltà l’impero ha messo argine alle invasioni, e recuperato parte delle province orientali, tra cui la Siria. Proprio qui, in una Damasco cosmopolita e caotica, si aggira la coppia di gemelli Gordias e Cosma, ladri persiani avvezzi all’avventura e al raggiro.
Ricercati a causa dell’ennesimo reato, i due fratelli sono costretti a dividersi: un errore fatale, che finisce per invischiare i due nella trama di misteriosi omicidi rituali che insanguina Damasco, e che ha le sue radici addirittura nell’avvento in Siria della sanguinaria dèa Khalì. Solo uno dei due fratelli – Gordias – sopravviverà all’incontro terribile con la divinità indù, senza sapere di stare così compiendo il primo passo sulla via che nel racconto seguente (I leopardi del deserto) lo vedrà combattere per le strade di Antiochia e sui monti sperduti dell’Armenia per il titolo di Maestro degli Assassini.
Il finale dell’opera (Il Palladio di Costantinopoli) è dedicato alla caduta della gloriosa capitale bizantina.
Nel maggio del 1453 le armate turche, spropositatamente grandi, sono sul punto di prendere la città, difesa ormai da milizie sempre più evanescenti e solo pochi sognano ancora una improbabile vittoria. Fra questi, il nobile veneziano Gualtiero Camerari, che riceve dallo stesso imperatore Costantino XI Paleologo il compito di recuperare l’unico oggetto che incarna l’ultima speranza di Bisanzio: il Palladio, la mitica statua di Atena. Sepolta ai tempi della fondazione di Costantinopoli proprio al centro dell’antico foro cittadino, la reliquia pagana ha garantito per secoli la salvezza della città, proprio come aveva fatto per Roma prima della sua caduta. Così, mentre tutto intorno la guerra divampa e i nemici sono prossimi a penetrare le difese bizantine, Gualtiero viene impegnato in una corsa folle per raggiungere il nascondiglio dove giace la statua della dèa, ed evitare l’incombente rovina. Ma un traditore è nascosto fra gli ultimi servi dell’imperatore, e come la storia insegna, il valore di Gualtiero non sarà sufficiente a salvare Costantinopoli dai Turchi; cosciente di non poter piegare il destino, il veneziano si unirà così all’imperatore in un ultimo combattimento che li consegnerà alla leggenda.
Il volume presenta anche i saggi di Adriano Monti Buzzetti dal titolo BISANZIO, “POLMONE” ORIENTALE DELL’IMMAGINARIO MEDITERRANEO e Francesco La Manno intitolato FANTASIA, AVVENTURA E ORRORE NELL’IMPERO BIZANTINO DI ANDREA GUALCHIEROTTI E LORENZO CAMERINI.
Diamo uno sguardo alla presentazione dell’opera.
“Cos’è BYZANTIUM?
Sei racconti di grande avventura, una manciata di polvere d’oro sparsa su un mantello porpora, e il ricettacolo di antiche magie.
Nato con lo scopo di ridare vita ai fasti della città di Costantino, il ciclo di Bisanzio scritto da Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti per Italian Sword&Sorcery Books snoda le sue avventure su un sentiero lungo oltre mille anni.
Su questa strada, come in una girandola, si alternano i protagonisti tipici del Fantastico vecchia scuola: rinnegati in cerca di vendetta, ladri bramosi di bottino, ma anche eroi dai nobili ideali; sono
Costante, guardia imperiale costretta all’esilio; Gordias di Damasco, avventuriero vagabondo, e infine Gualtiero, ultimo difensore delle mura assediate di Costantinopoli.
Ispirati al lavoro di autori storici come R.E. Howard e H.R. Haggard, i racconti di BYZANTIUM sono veloci e sanguinose short stories dal sapore vintage, dove esotismo e mistero si uniscono allo sfondo storico della Seconda Roma, componendo un mosaico in cui spiccano spadaccini e demoni, nobili avvolti nel bisso e predoni orientali.
Ad aprire il volume, ambientati durante il regno di Giustianiano, sono i racconti dedicati alle traversie dell’excubitor Costante.
Soldato scelto dell’imperatore in perduti giorni di gloria, è ora un esiliato che vaga per regioni lontane, vittima dell’intrigo di ambiziosi colleghi. Nel corso delle sue avventure, che si intrecciano con gli avvenimenti storici della restaurazione imperiale giustinianea, trovano spazio le dimenticate leggende dell’antica Bisanzio, e lungo la strada dell’ambito riscatto Costante si troverà a fronteggiare stirpi infernali, creature angeliche e persino antichi dèi riemersi dal passato.
Ben diverso è lo scenario delle avventure di Gordias e di suo fratello Cosma, coppia di ladri persiani che si aggira per i vicoli ombrosi della Damasco a cavallo dell’anno 1000.
Qui ad avere spazio è il confine dell’impero, dove il nome di Bisanzio fronteggia quello dei grandi regni orientali, e sette e congreghe arcane spadroneggiano in scenari rubati a Le Mille e una Notte. Un mondo misterioso e cosmopolita, dove etnie e culti si fondono oltre l’inaspettato, e in cui anche la mano astuta di un ladro può rimanere impigliata in una trappola mortale.
A concludere l’opera, un racconto dedicato al grandioso e terribile assedio di Costantinopoli.
Nel 1453 la capitale dell’impero sta per cadere in mano alle armate turche, eppure un’ultima speranza brilla nel buio, affidata alle mani del nobile veneziano Gualtiero Camerari dallo stesso imperatore Costantino XI. Un segreto incredibile rimasto sepolto fin dalla fondazione della città, e che pure sembra riemergere proprio nella sua ultima ora…
Sei storie diverse quindi, e tanti protagonisti, dai giorni gloriosi di Giustiniano fino al tramonto finale di Costantinopoli, avventure unite da fil rouge che è l’appartenenza a un impero perduto in cui dominano l’arcano e la magia: quella remota degli antichi dèi, quella oscura degli inferi, e quella senza nome delle terre dell’Est.
Buona lettura.