In un lontano futuro (o in un universo parallelo, chissà), il giovane Ehtan deve superare la Porta dei Morti, un luogo sacro dove un oracolo gli indicherà la via per una nuova terra in cui condurre il suo popolo, che vive nell’isola di Xantor, afflitta da una grave carestia. L’oracolo gli indica un Cristallo misterioso, superato il quale Ehtan si trova nella terra di Mitorezia. Gli abitanti di Mitorezia vivono in una città affollata, in una società tecnologicamente avanzata, ma rigidamente classista, in cui masse d’affamati sono oppressi da un’èlite agiata e acculturata, a sua volta divisa in rigide classi professionali, la cui economia è basata sul riciclo. Ehtan è imprigionato dai mitoreziani, e studiato dalla psicologa Weeze, membro della classe dei Vigilanti. Mitorezia però è attaccata dai Sotterranei, un gruppo di guerriglieri che cerca di sovvertirne l’ordine e che si rifugia nei cunicoli del sottosuolo, un’antica via di comunicazione. Ehtan fugge e si unisce ai Sotterranei, e sarà l’inizio di un viaggio di ritorno a Xantor, ma anche un’esplorazione interiore, che porterà alla verità sul passato di Mitorezia e Xantor, e sulla vera identità di Ehtan…
Oltre il cristallo è il romanzo vincitore del Premio Italia 1977, pubblicato l’anno prima dalle Edizioni Landoni. I suoi autori sono Renato Besana e Dino Caroglio, una coppia che ha al suo attivo anche il racconto Cunicoli, pubblicato nell’antologia Universo e dintorni, curata da Inisero Cremaschi e uscita nel 1978. I due infatti facevano parte proprio del cosidetto “clan Cremaschi”, la comunità di scrittori che ruotava attorno a Cremaschi e a sua moglie Gilda Musa. All’epoca i Cremaschi furono accusati dal fandom italiano di aver creato un “clan” i cui membri potevano pubblicare qualunque cosa grazie ai buoni uffici dei “capo-clan” indipendentemente dal valore dei loro scritti: tipica polemica da ambiente sf italiano.
Oltre il cristallo è comunque un romanzo complesso e ambizioso. Incentrato su diversi piani narrativi, e su un continuo cambio di punti di vista, ha il suo punto di forza in uno stile vivace e riccamente visivo. I paesaggi fantastici hanno una forza visionaria potente e suggestiva, insolita in un romanzo italiano, e calano il lettore in un’atmosfera onirica inquietante e trascinante (su tutte la foresta di funghi che Ehtan e i suoi compagni trovano dopo aver lasciato Mitorezia).
Facendo un po’ di spoiler, rivelo che Mitorezia è la Milano del futuro. O di un universo parallelo, per stare all’accattivante ambiguità che gli autori riescono a costruire. Besana e Caroglio sono abilissimi nel suggerirne la vera identità, descrivendo gli ambienti familiari della città, come il Duomo, piazza del Mercato, la metropolitana, e allo stesso tempo camuffandoli con una ricreazione fantastica brillante e vitale.
Gli autori caricano il romanzo con riferimenti alla realtà italiana dell’epoca: il passaggio dimensionale da Xantor a Mitorezia è una trasparente metafora dell’emigrazione fra Sud e Nord, e il cronagin, la sostanza che risveglia ricordi sepolti ma che crea dipendenza e distrugge la personalità, trasfigura il fenomeno della droga che proprio negli anni ’70 aveva invaso l’Italia.
Fascinoso e visionario sul piano stilistico, Oltre il cristallo è meno riuscito su quello narrativo. L’uso delle ellissi porta a vistosi salti narrativi, con snodi confusi o semplicemente “tirati via”, un po’ troppo affidati all’intuizione del lettore. Il ritmo intenso e il tratteggio dei personaggi – affidato a pochi ma salienti e azzeccati tratti – comunque riescono a rimediare i momenti più deboli del romanzo.
La collaborazione fra Besana e Caroglio non lasciò altra testimonianza a parte i due titoli citati. Besana lasciò presto la fantascienza per scrivere tre romanzi storici (i primi due insieme a Marcello Staglieno): Lili Marleen (1980), Il crociato (1983) e Frontiera di nebbia (1993). Oggi è un giornalista e un commentatore politico e collabora a varie testate.