Da qualche giorno è in libreria l’ultimo romanzo di Licia Troisi L’isola del santuario (Mondadori), il terzo episodio del fortunato ciclo de La saga del Dominio della regina del fantasy italiano. Nella storia, ancora una volta gli affezionati lettori di Licia potranno seguire le avventurose gesta di Myra, l’eroina che si batte per far trionfare il bene sul male. “Il romanzo – ci ha anticipato Licia Troisi, che abbiamo incontrato agli inizi di ottobre nel corso della convention letteraria Stranimondi di Milano, quando ancora si era in attesa dell’uscita del testo – è l’ultimo episodio che chiude La saga del Dominio. Anche se – ci ha rivelato la scrittrice – prima o poi conto di tornare sull’argomento”.
STAI GIA’ SCRIVENDO ALTRO?
Sì, ho iniziato a elaborare una nuova saga che sarà un po’ diversa dal solito. Ho fatto una prova con due capitoli.
PER UNA LAUREATA IN FISICA SAREBBE PIU’ LOGICO SCRIVERE FANTASCIENZA INVECE CHE FANTASY…
In una delle mie saghe fantasy ho inserito la fantascienza perché al centro dell’intreccio c’è un oggetto astronomico. Quindi le due strade si sono incrociate. In realtà, però, mi sono sentita portata verso il fantastico sin da bambina. Evidentemente è una mia particolarità caratteriale.
La possibilità di un’ambientazione non tecnologica. Per buona parte della mia vita ho sentito la mancanza di un elemento naturale, quindi mi piaceva recuperarlo attraverso i libri e l’ambientazione pseudo-medievale mi aiutava in questo. Anche il duello all’arma bianca mi affascina molto e poi ho la fissazione per i draghi che è fortissima.
DERIVA DALLA LETTURE DI FIABE E FAVOLE O DA ALTRO?
Il primo seme è stato il pupazzo di gomma del drago Elliot della Disney. Fu uno dei primi giocattoli ricevuti da bambina.
E I TUOI GENITORI COSA PENSAVANO? QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
Sapevano che ero una persona molto fantasiosa e da forti lettori erano contenti che scrivessi di queste cose. Ho scritto delle favolette a 7-8 anni e mio padre le ha batture a macchina, le ha fatte rilegare e le ha conservate nella sua libreria.
COME HAI FATTO A CONTEMPERARE IL LAVORO DI ASTROFISICA CON QUELLO DI SCRITTRICE?
Non faccio più l’astronomo dal 2014, avevo una bambina piccola e fare due lavori totalizzanti come l’astronomo e la scrittrice era impossibile. Una cosa l’ho dovuta lasciar perdere.
CON GRANDE SOFFERENZA…
Sì, cerco comunque di mantenere il legame attraverso la divulgazione. Con gli anni ho scoperto che mi piace di più fare divulgazione perché mi tiene in contatto con la gente che per me è importante.
E COSA PENSI DEL RAPPORTO SCIENZA-SCIENCE FICTION?
Spesso la letteratura fantascientifica ha immaginato cose che poi realmente abbiamo visto, oppure ha preso spunto dall’astronomia per creare storie. La sf parla soprattutto del presente e usa il futuro per raccontarci un’evoluzione possibile della nostra realtà. Una fantascienza che è più vicina alla scienza riesce in qualche modo a immaginare cose che successivamente si possono verificare.
HAI STUDIATO PER TANTI ANNI IL COSMO, RITIENI CHE CI POSSA ESSERE LA VITA OLTRE IL NOSTRO PIANETA?
Ci potrebbero essere le condizioni per forme di vita come batteri o microbi. E’ un po’ più difficile pensare a forme di vita intelligenti.
VORREMMO PORTI TANTE ALTRE DOMANDE MA CI ACCONTENTIAMO DI CHIUDERE CON QUESTE ULTIME TRE: QUANTE ORE AL GIORNO SCRIVI, QUAL E’ IL TUO LIBRO PREDILETTO E QUAL E’ IL TUO SPORT PREFERITO.
Non scrivo tantissimo, tre-quattro ore al giorno e cerco di farlo tutti i giorni con lo stesso numero di pagine. Il mio libro modello è “Il nome della rosa” di Umberto Eco, c’entra poco con il fantasy ma a me piace quel modo lì di raccontare storie che riesce a toccare diversi livelli e dove ognuno può trovare una cosa differente a seconda della propria sensibilità. Quanto allo sport pratico nuoto, attività fisica che mi rilassa e al contempo mi ricarica di energie positive!