LA PORTA DELLE STELLE (1994) – PARTE 01
STARGATE (Stargate)
Il film inizia con una scena che viene poi tagliata e spostata successivamente, quella in cui il corpo di un giovane egizio viene rapito e portato su una misteriosa astronave in orbita attorno alla Terra secoli addietro.
Ora siamo a Giza, in Egitto, l’anno è il 1928. Colei che diventerà una famosa archeologa, Catherine, assiste a uno straordinario ritrovamento per opera di suo padre: un gigantesco coperchio di pietra e un altrettanto gigantesco e misterioso anello coperto di strani segni. Proprio davanti ai suoi occhi il grande manufatto viene messo in posizione verticale con l’aiuto di cavi e corde e di un folto gruppo di manovalanza egiziana il che può dare un’idea non solo delle dimensioni ma anche del peso del reperto e qui assistiamo a un’altra scena tagliata, quella che mostra, sotto l’anello, una strana creatura mummificata non chiaramente identificabile, forse un essere, forse una maschera, forse un bassorilievo.
Tra gli oggetti trovati attorno al grande anello, Catherine s’impossessa di una catenina d’oro che termina con un medaglione. La scena passa in dissolvenza ai giorni nostri dove assistiamo alla conferenza di un giovane archeologo, Daniel Jackson (James Spader). Le teorie che egli espone sono avversate dagli uditori che abbandonano la sala mentre Daniel, avvilito, raccoglie le sue carte ed esce dal palazzo sotto una pioggia scrosciante. Dei militari lo invitano un poco bruscamente a entrare nella limousine parcheggiata davanti all’ingresso. Il giovane entra e, nel sedile posteriore, si trova davanti a una anziana signora che altri non è che Catherine (Viveca Lindfords, qui, purtroppo, alla sua ultima interpretazione).
Daniel: “Ma cos’è questa storia?”
Catherine: “Lavoro.”
Daniel: “Che tipo di lavoro? Mi scusi…”
Catherine: “Traduzioni… antichi geroglifici egizi… Le interessa?”
Daniel: “Devo proprio andare, ora…”
Catherine: “Andare dove? L’hanno appena sfrattato dal suo appartamento e le hanno sospeso i fondi per le ricerche. Tutto quello che possiede è in quei due bagagli… Vuole dimostrare che le sue teorie sono giuste? Gliene do la possibilità… (Gli allunga una busta).”
Daniel: “Che cos’è?”
Catherine: “Il programma di viaggio.”
Davanti a un esterrefatto Daniel Jackson la portiera si apre e viene fatto scendere. Egli, attonito, guarda la macchina che si avvia e apre la busta…
La scena si sposta ora nella casa del Colonnello Jack O’Neil (Kurt Russell) davanti alla quale si ferma una macchina dell’aeronautica militare e due ufficiali trasmettono a Jack l’ordine di richiamo in servizio. L’uomo è nella camera del figlio con una pistola in mano, lo sguardo attonito, come fuori dal mondo. All’arrivo dei due nasconde la pistola e nemmeno replica alle loro parole. Dai due stessi ufficiali veniamo a sapere che l’uomo è distrutto dal dolore per la morte del figlio, ucciso da un colpo di pistola partito accidentalmente dall’arma del padre mentre il piccolo vi stava giocando. Seguendo il programma di viaggio Daniel arriva nella base militare di Creek Mountain, nel Colorado. Lo scienziato è in preda a quella che definisce “un’allergia da viaggio” e starnutisce in continuazione. Appena entrato nella base viene portato dai militari e da dei civili, fra cui Catherine, davanti al grande coperchio di pietra trovato in Egitto tanti anni prima.
Daniel: “Non avevo mai visto niente di simile.”
Catherine: “Ovviamente, Jackson… Non l’ha mai visto nessuno…”
Barbara: “Ci sono due fasce di geroglifici: quelli noti sulla fascia interna sono uguali a quelli del cartiglio al centro sulla fascia esterna… Un tipo di scrittura mai trovato prima.”
Daniel: “Non sono geroglifici… Forse è una forma diversa di ieratico o di cuneiforme.”
Catherine: “Già.”
Daniel si avvicina alla lavagna dove sono riprodotti i geroglifici noti.
Daniel: “Beh, la traduzione della fascia interna è sbagliata… Avete usato il dizionario di Budge, chissà perché lo ristampano ancora…”
Daniel cancella la traduzione scritta sotto i simboli.
Gary: “Ehi… ehi… mi scusi, ma che sta facendo? Ci siamo serviti di tutte le ricerche fatte fino ad oggi…”
Daniel: “È strano l’uso di questo termine… gebeh..”
Gary: “Già…”
Daniel: “Seguito dall’avverbiale sedjem-en-ef, cioè… sigillato e sepolto…”
Gary: “Mi scusi… ma cosa sta facendo?”
Daniel: “Questo non è sarcofago è per sempre… Chi diavolo l’avrà tradotto?”
Catherine e l’altra scienziata, Barbara Shore (Rae Allen), guardano di sottecchi il loro collega Gary Meyers (Richard Kind).
Gary: “L’ho tradotto io…”
Daniel: “Allora il testo dice: un milione di anni fa nel cielo è Ra, Dio del Sole… sigillata e sepolta per sempre è.… qui non è porta del cielo… è porta delle stelle…. Stargate.”
Catherine sorride soddisfatta.
Daniel: “Allora perché i militari hanno tanto interesse per dei geroglifici di cinquemila anni fa?”
Jack: “Il mio rapporto dice diecimila anni fa.”
L’ingresso del Colonnello O’Neil smorza, per un attimo, l’eccitazione degli scienziati. Jack si presenta a Catherine come il nuovo comandante della base mentre Daniel esprime le sue perplessità a Barbara.
Daniel: “Datarli a diecimila anni fa è ridicolo… La cultura egizia non esisteva ancora e…”
Barbara: “Sì, lo sappiamo. Ma le analisi soniche e al carbonio quattordici non lasciano dubbi!”
Daniel: “Questo coperchio di pietra… c’era una tomba sopra?”
Barbara: “No, no, no, no… ma è stata trovata una cosa che è molto più interessante…”
Jack: “Chiedo scusa, questa informazione è coperta dal segreto militare. D’ora in avanti nessuna informazione deve essere passata al personale civile senza il mio permesso.”
Jack si allontana ma Catherine lo segue e gli chiede delle spiegazioni.
Catherine: “Colonnello O’Neil, credo che lei mi debba una spiegazione. Mi era stata garantita completa autonomia!”
Jack: “I piani sono cambiati.”
Catherine: “Perché è qui? Perché hanno assegnato lei a questo progetto?”
Jack: “Sono qui in caso abbiate successo.”
E con queste parole sibilline Jack si allontana…
Sono passate due settimane e Daniel non è ancora riuscito a dare un significato ai misteriosi segni. Sta andando a riempire il bricco del caffè quando nota un giornale in mano al sorvegliante militare. Vede qualcosa che lo colpisce al punto di strappare un foglio dal giornale dell’uomo scappando via di corsa lasciando questi attonito a guardarlo.
Né lo stupore diminuisce quando, tornato sui suoi passi, chiede al sorvegliante se può tenere il giornale. L’ultima pagina del quotidiano riproduce le stelle della Cintura di Orione, Daniel le unisce con delle linee e confronta il risultato ottenuto con uno dei misteriosi segni. Combacia.
Una riunione viene convocata in tutta fretta e ad essa partecipa il diretto superiore di Jack, il Generale West (Leon Rippy), che si rivolge, sedendosi, a un trafelato Daniel giunto carico di rotoli.
West: “Così avrebbe risolto in due settimane quello che loro non hanno risolto in due anni?”
Daniel: “Due anni?”
West: “Esatto. La ascoltiamo.”
Daniel: “Ehm… ho… ho qui del materiale da mostrarvi, vi spiace passarvelo? Dovete dividerli perché… mi spiace non ce ne è abbastanza per tutti… Comunque sia cominciamo, eh? Ovviamente quello davanti a voi è il disegno del coperchio di pietra… ecco… sulla fascia esterna. Questi segni che voi credevate fossero parole da tradurre sono, in effetti… scusi tanto… (si alza dalla sedia) … sono, in effetti… costellazioni stellari! E queste costellazioni sono state disposte in modo da formare una mappa o una specie di cammino… Sette punti necessari a tracciare una rotta verso una destinazione e… per trovare una destinazione all’interno di uno spazio tridimensionale servono sei punti per determinarne l’esatta posizione…”
West: “Non aveva detto che ne servivano sette?”
Daniel: “Beh, no. Sei servono per la destinazione… ma per tracciare una rotta serve… un punto d’origine…”
Gary: “Il guaio è che ci sono solo sei simboli nel cartiglio.”
Daniel: “Beh, il settimo in effetti c’è ma non è all’interno del cartiglio… È subito sotto, rappresentato da… una piccola piramide con… due buffi esserini e una… curiosa lineetta che esce fuori dalla punta… comunque sia…”
Catherine (quasi a sé stessa): “C’è riuscito…”
Gary: “No! Quel simbolo non è presente nel congegno!”
Daniel: “Come? Quale congegno?”
West guarda Jack poi esclama.
West: “Glielo mostri.”
Una porta scorrevole si apre dietro la lavagna dove Daniel stava disegnando le sue teorie e mostra una finestra che dà in un’ampia sala dentro alla quale, una decina di metri più in basso, si erge il gigantesco anello trovato a Giza.
Daniel: “Che cos’è quello?”
Catherine: “È il suo Stargate. Venga, Jackson.”
In pochi minuti Daniel trova anche il settimo simbolo e così, nel laboratorio, tutto si mette in moto per far scorrere i simboli scoperti dal giovane archeologo davanti a degli incastri predisposti sul gigantesco meccanismo.
Daniel: “C’era questo sotto la grande pietra?”
Catherine: “Sì, mio padre lo trovò nel 1928. È fatto di un minerale che non si trova sulla Terra.”
Inserito il settimo e ultimo simbolo un gigantesco vortice si forma dentro l’anello. Una barriera che sembra la superfice di una grande pozza d’acqua increspata dal vento (il trucco usato, opera sempre del computer, è lo stesso adoperato per lo pseudopode in The Abyss).
Barbara: “Il segnale della sonda si è agganciato in un punto imprecisato della galassia di Kaliam.”
Assistente: “Ha una massa? Potrebbe essere un pianeta o un asteroide.”
Daniel: “Dove siamo sulla mappa?”
Catherine: “Quel punto blu… Esatto Jackson. Ha raggiunto l’altra estremità dell’universo conosciuto.”
I militari inviano una sonda automatica attraverso lo Stargate. Poi esaminano le immagini e i dati che essa ha inviato.
West: “Queste sono le informazioni inviateci dalla sonda. Blocca e ingrandisci. Si vede chiaramente l’accesso dall’altra parte. I due Stargate devono funzionare come porta fra i nostri due mondi!”
Ufficiale: “I dati dicono che le due atmosfere sono identiche. Pressione barometrica, temperatura e, soprattutto, c’è ossigeno!”
Daniel: “Quei simboli sono diversi. Non coincidono con quelli del nostro Stargate.”
West: “Ecco perché, forse, dovremo rinunciare. Il progetto fallisce senza una missione di ricognizione.”
Ufficiale: “Una volta dall’altra parte dovremo decifrare i simboli sull’altro Stargate per trovare, come dire, la chiave di casa… riportare indietro la squadra.”
Daniel: “Li interpreterò io…”
West: “Sicuro di riuscirci?”
Daniel: “Più che sicuro.”
Jack: “Decida lei.”
West: “Si unirà alla squadra.”
Lo Stargate viene rimesso in funzione mentre la squadra guidata da Jack O’Neil si sta preparando. In mezzo a volute di fumo il grande portale è collegato. Qui si inserisce un secondo pezzo tagliato in cui Jack osserva lo strano reperto trovato sotto l’anello e che è attaccato al muro a mo’ di quadro.
Catherine dà come portafortuna a Daniel il medaglione che era stato trovato tanti anni prima vicino allo Stargate. Dopo che tutti gli altri hanno attraversato la porta anche Daniel entra e si trova quasi immediatamente in un anfratto oscuro assieme ai suoi compagni.
La squadra di O’Neil esplora il posto, una specie di tempio e ne raggiungono l’esterno. La costruzione è isolata in mezzo alla sabbia di un deserto che li circonda. Guardano l’azzurro nel cielo dove si vedono tre lune (e quando diciamo lune intendiamo dire tre foto della nostra Luna. La cosa è talmente evidente da suscitare almeno più di una perplessità. Non si capisce come mai in un film così costoso, si parla di 55 milioni di dollari, si possa cadere in una “topica” così stupida).
Jack: “Jackson, si metta al lavoro sullo Stargate.”
Daniel: “Ho bisogno di un po’ più di tempo… Ci saranno altre costruzioni come queste o qualche altro segno di civiltà!”
Jack: “Non in questo viaggio. Rientri e apra questo Stargate.”
Daniel: “Beh, non è così facile… È la copia identica della grande piramide di Giza. Non troveremo geroglifici o scritti di altro genere là dentro. Dobbiamo per forza fare un giro e cercarli.”
Jack: “Il suo compito qui è riallineare lo Stargate. Lo sa fare o no?”
Daniel: “Non posso…”
Jack: “Non può o non vuole?”
Daniel: “Posso decifrare i simboli sullo Stargate ma devo trovare l’ordine di successione. Sulla Terra quest’ordine era indicato nel coperchio, dovremmo trovarne uno simile anche qui… il problema… il problema è trovarlo!”
Alla squadra non resta che montare le tende. Mentre Jack armeggia misteriosamente attorno a un’apparecchiatura che si è portato dietro, il Tenente Kawalski (John Diehl), irritato contro lo scienziato, gli scaraventa sulla sabbia la sua valigetta contenente dei libri. Daniel comincia a raccattarli quando scorge sulla sabbia delle orme. Le segue e scopre una strana creatura quadrupede (in realtà si tratta di un robusto cavallo con sopra una copertura e un muso mosso meccanicamente) con addosso dei finimenti.
Lo strano animale si spaventa all’arrivo di Jack e dei suoi e, fuggendo, trascina con sé Daniel che è rimasto attaccato con i piedi a una corda che pende dai finimenti dell’animale. Dopo una breve fuga questi si ferma e prende a leccare Daniel, mentre Jack e una parte della squadra lo raggiungono.
Dietro la duna successiva i nostri scorgono una cava nella quale parecchie persone dall’aspetto umano, trascinano ceste di uno strano minerale. All’avvicinarsi di Daniel e degli altri, quello che sembra essere il loro capo, Kasuff, (Erik Avari) si inginocchia davanti a Daniel assieme ai suoi uomini. Poi questi offre agli stranieri da bere e, a sua volta, accetta una tavoletta di cioccolato che gli offre lo scienziato trovandola molto gustosa.
Li conducono nella loro città, un ammasso di case decrepite ricavate dai mattoni e i nostri osservano l’immagine su una delle case, la stessa immagine incisa sul medaglione.
Daniel: “L’occhio di Ra. È il Dio Egizio del Sole. Credono che ci abbia mandato lui.”
Al campo base, dove sono rimasti alcuni uomini di presidio, cercano di mettersi in contatto con Jack ma una furiosa tempesta di sabbia interrompe ogni collegamento. I nativi chiudono le grandi porte della città mentre il mare di sabbia si sta minacciosamente avvicinando. E qui altra scena tagliata in cui i nostri esploratori si oppongono fin troppo fermamente alla chiusura delle porte salvo accorgersi dell’arrivo della tempesta di sabbia e quindi cessate le ostilità.
Al campo base preferiscono rientrare nella piramide mentre Jack e gli altri stanno gustando una specie di grande armadillo come cena. Secondo Daniel ha il sapore di pollo e ne fa anche il verso subito imitato dai giovani tra i quali campeggia il figlio di Kasuff, Skaara (Alexis Cruz).
Jack: “Jackson… ha detto che quello è un simbolo Egizio…”
Daniel: “Sì, l’occhio di Ra.”
Jack: “Allora potremmo ipotizzare che se loro ne conoscono già uno di simbolo egizio…”
Daniel: “Sì… sì…”
Cerca di farsi capire da Kasuff scrivendo sulla sabbia ma il capo cancella immediatamente quello che Daniel cercava di rappresentare.
Daniel: “Sembra che per loro sia proibito scrivere.”
I nativi prendono Daniel e lo portano dentro ad una tenda dove viene pulito e profumato da delle fanciulle. Poi entra Sha’Uri (Mili Avital), anche lei figlia di Kasuff e dono di questi a Daniel. Quando l’archeologo realizza la cosa vorrebbe mandare via gentilmente la ragazza ma fuori dalla tenda c’è Kasuff che lo guarda addolorato, allora Daniel finge di accettare e si ritira nella tenda con la ragazza.
Quando questa le disegna un’immagine di un simbolo, Daniel le chiede di portarlo nel luogo dove questo si trova. Intanto la tempesta di sabbia sta tenendo isolato il campo base. Una luce proveniente dal cielo investe la piramide e una piramide ancora più grande o, meglio ancora, un’astronave dalla forma piramidale ingloba l’edificio sotto il quale sono gli uomini di Jack. Gli uomini vengono assaliti da uno strano e gigantesco essere che si nasconde dietro una maschera.
Invece, nella città, Skaara sta guardando Jack che fuma una sigaretta e, a sua volta, prova a imitarlo ma ne ricava solo un attacco di tosse. Jack allora gli regala l’accendino ma quando il ragazzo tocca la sua mitraglietta, il Colonnello gli urla di non toccarla.
Daniel, frattanto, dietro un antro buio e nascosto, trova dei simboli e comincia anche a capire il linguaggio della ragazza.
Ferretti (French Stewart), uno dei soldati di Jack, viene portato sulla cima della piramide astronave e vede con orrore un grande sarcofago aprirsi e da esso uscire una mano… Poi viene colpito al capo. Jack non riesce, ovviamente, a mettersi in contatto con il campo base quindi si mette in cerca di Daniel e chiede sue notizie a Skaara e ai suoi amici ma solo facendo il verso del pollo questi capiscono che l’uomo si riferisce a Daniel. Il metodo per trovare Daniel è semplice. Skaara fa annusare a uno degli animali la sua giacca e questi li porta dove l’archeologo si trova.
Jack: “Credevo che non parlasse la loro lingua.”
Daniel: “Ah, mi ha spaventato… È un antico dialetto Egizio, al contrario della loro cultura si è evoluto autonomamente però, capito l’uso delle vocali…”
Jack: “Lei risponda alla mia domanda.”
Daniel: “Beh, voglio dire che bisogna imparare a pronunciarla. Per noi è una lingua che non viene più parlata da più di mille anni… Ecco guardi, qui dice: un viaggiatore proveniente da stelle lontane fuggì da un mondo morente per prolungare la durata della propria vita. Il suo corpo era debole e in disfacimento e non poteva arrestarne la fine. Tutta la sua specie era in via di estinzione. Allora egli viaggiò, esplorò le galassie per trovare il modo di ingannare la morte e, guardi qui, giunse in un mondo ricco di vita dove incontrò una razza primitiva, gli umani. Una specie che egli, con tutti i suoi poteri e le sue conoscenze, poteva tenere in vita eternamente. Capì che dentro un corpo umano poteva rinnovare la propria vita per sempre. Così, a quanto è scritto, trovò un giovane. Qui dice: mentre gli abitanti, terrorizzati, fuggivano, la notte divenne giorno. Incuriosito, e per nulla spaventato, il ragazzo andò verso la luce. Ra prese il giovane e s’impossessò del suo corpo come una specie di… parassita in un organismo ospite e con le sue nuove sembianze umane si proclamò sovrano. Si servì dello Stargate per portare migliaia di persone su questo pianeta come schiavi, per le miniere, come quelli che abbiamo visto. È chiaro che quel minerale è la base portante della sua tecnologia, con esso può mantenersi in vita in eterno. Però qualcosa accadde a questo punto sulla Terra. Una rivolta, una ribellione e lo Stargate fu sepolto sulla Terra. Temendo una rivolta anche qui, Ra proibì la scrittura. Non voleva che la gente si tramandasse la verità.”
I simboli che Daniel cercava sono proprio lì vicino ma il settimo è diventato illeggibile. I soldati e Daniel tornano verso il campo base, accompagnati da Skaara e, naturalmente, avvistano subito la grande astronave. Una volta entrati nel tempio vengono assaliti dai giganteschi guerrieri e Jack e Daniel vengono trascinati sotto la piramide. Il soffitto si apre e scendono degli anelli apparentemente sospesi nel nulla che avvolgono i viaggiatori e li teletrasportano sulla cima dell’astronave. La punta della piramide si apre lasciando entrare la luce del sole e i due si accorgono di essere in una specie di sontuosa stanza del trono. Entra il padrone di Abydos, il mondo nel quale i due sono capitati, Ra (Jaye Davidson). L’alieno parla la lingua del luogo e a lui Daniel risponde. Per noi ci sono delle utilissime didascalie.
Ra: “[Siete venuti qui per distruggermi]”
Due uomini hanno portato nella sala la strana apparecchiatura che Jack teneva nascosta a tutti.
Daniel: “Quello cos’è? È una bomba, vero? È quella che cercava prima. Che diavolo voleva fare? Perché e stato mandato qui?”
Le armature che coprono i volti delle guardie e la maschera che copre il volto di Ra, con un elegante effetto prodotto grazie al computer, scompaiono mentre Jack non risponde alle domande di Daniel e s’impossessa di uno dei lunghi fucili laser delle guardie e ne uccide una, l’altra colpisce mortalmente Daniel mentre Jack non può colpire Ra perché i suoi piccoli sudditi gli si parano davanti per proteggerlo. Poi il Colonnello viene stordito dall’altra guardia e Ra nota il medaglione al collo del cadavere di Daniel. Jack viene buttato in un pozzo semisommerso nell’acqua dove incontra Kawalski e i suoi uomini superstiti. Delle navette escono dalla piramide e bombardano, a scopo punitivo, la città degli schiavi.
Skaara raggiunge la città e, sempre tramite le solite didascalie, possiamo capire il dialogo che si svolge tra lui e la sorella.
Skaara: “[Sha’Uri, cosa è successo?]”
Sha’Uri: “[Ra ci ha puniti!]”
Skaara: “[Perché?]”
Sha’Uri: “[Cosa è accaduto a Daniel?]”
Lo sguardo di Skaara è più che eloquente, la ragazza piange. Il giovane incontra poi il padre.
Kasuff: “[Figlio, non dovevamo aiutare gli stranieri.]”
Daniel apre gli occhi all’improvviso e si trova dentro al sarcofago di Ra. Si alza e vede l’alieno davanti a lui. Anche in questo caso dobbiamo ricorrere alle didascalie.
Daniel: “[Ero morto?]”
Ra: “[Ecco perché ho scelto la vostra razza. I vostri corpi sono così facili da riparare. Vi siete molto evoluti, avete imbrigliato l’energia dell’atomo.]”
Daniel: “[Ora cosa pensi di fare?]”
Ra: “[Non dovevate riaprire il passaggio. Presto rimanderò la vostra arma nel vostro mondo con un carico del nostro minerale che ne aumenterà il potere distruttivo di cento volte.]”
Daniel: “[Perché lo vuoi fare?]”
Ra: “[Io ho creato la vostra civiltà e adesso la distruggerò. Ma prima che i miei schiavi contestino la mia autorità tu dimostrerai che sono il loro unico Dio uccidendo i tuoi compagni.]”
Daniel: “[E se rifiutassi?]”
Ra: “[Allora distruggerò te e tutti coloro che ti hanno visto. Deve esserci un solo Ra.]”
Gli strappa il medaglione di Catherine dal collo.
Nella città Skaara comunica alla sorella gli ordini di Ra. Ovviamente, siamo sempre con le didascalie.
Skaara: “[Sha’Uri, Ra vuole che ci raduniamo. Un’esecuzione].”
Sha’Uri: “[Skaara... Nabeth... avvicinatevi tutti. Non dobbiamo permetterlo. Ascoltate cosa mi ha detto Daniel sulle origini del nostro popolo, perché non dobbiamo più vivere in schiavitù…]”
Così, davanti al suo popolo di schiavi, Ra ordina a Daniel di uccidere Jack e i suoi tre uomini. Mentre lo scienziato scende la scalinata con in mano il lungo fucile alieno, dalla folla e sfruttando la superfice lucida dell’accendino, Skaara avvisa Daniel che tutti sono pronti a muoversi e sono armati. Daniel arma il fucile ma si gira di scatto e spara a uno dei guardiani, mentre Ra e gli altri fuggono. A loro volta Daniel e gli altri vengono presi dalla folla e coperti con i loro stracci in modo da nasconderli. Skaara e gli altri alimentano la confusione usando le armi dei terrestri. Purtroppo, però, uno dei soldati rimane ucciso.
Rifugiatisi in un nascondiglio, Jack si dimostra subito contrario a utilizzare i ragazzi di Abydos come una loro truppa alleata.
Daniel: “Perché non gli dice tutto, Colonnello? Perché non gli dice della bomba?”
Kawalski: “Di che bomba parla?”
Jack: “I miei ordini erano precisi. Scoprire segni di eventuali pericoli. Se ne avessi trovati distruggere lo Stargate… Beh, ne ho trovati eccome…”
Daniel: “La bomba è nelle mani di Ra e domani la rimanderà sulla Terra assieme a un bel carico di quel loro minerale e nelle condizioni in cui è adesso quando scoppierà sulla Terra avrà un effetto cento volte più distruttivo!”
Jack: “Troverò quella bomba prima che Ra riesca a farla partire.”
Kawalski: “Perché non sono stato informato?”
Jack: “Perché non c’era motivo di dirglielo, Kawalski. Lei e tutti gli altri dovevate tornare subito indietro sulla Terra con Daniel. Dovevo restare solo io per far saltare lo Stargate ed è esattamente quello che farò!”
Daniel: “Ma è lo Stargate sulla Terra il vero pericolo. È quello che dovremmo far saltare.”
Jack: “Sì, ha perfettamente ragione ma dato che lei non sa come farci tornare, non abbiamo alternative, dico bene?”
Ra sta cercando freneticamente i suoi nemici e interroga le sue guardie.
Daniel raggiunge Jack, solo davanti al fuoco.
Daniel: “Anche se sapeva che non sarebbe tornato comunque, ha accettato questa missione. Non ha nessuno che le voglia bene? Non ha una famiglia?”
Jack: “Avevo una famiglia… Nessuno dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli..”
Daniel: “Io non voglio morire. I suoi uomini non vogliono morire, questa gente non vuole morire… peccato che lei abbia tanta fretta di morire…”
Intanto Ra punisce con la morte una delle guardie mettendogli una mano sulla testa, dopo aver indossato uno strano oggetto munito di quello che sembra essere una pietra rossa. L’uomo muore tra gli spasmi. Al campo intanto Daniel scopre di essere considerato sposato. Sha’Uri non ha avuto il coraggio di raccontare di essere stata rifiutata da Daniel; ma ora l’archeologo è ben lungi dall’idea di rifiutarla ancora e la bacia teneramente. Skaara chiude la tenda.. Il giorno dopo Daniel vede il ragazzo che disegna una piramide con le tre lune di Abydos sopra.
Daniel: “Cosa stai disegnando?”
Skaara: “Il giorno della nostra vittoria.”
Daniel: “Colleghiamo le lune. Questo è il simbolo del vostro pianeta… ecco… il punto d’origine!”
Kawalski: “Che cosa stai facendo?”
Daniel: “L’ho trovato!”
Kawalski: “Di che cosa parli?”
Daniel: “Il settimo simbolo… Ritorniamo a casa!”
Alla cava sorge la prima sommossa. Gli schiavi abbattono una delle guardie. Kasuff apostrofa il figlio.
(Didascalie)
Kasuff: “[Ci porterai alla catastrofe, figlio.]”
Skaara: “[Padre, non vogliamo vivere come schiavi!]”
Daniel: “[Ecco i vostri Dei... (toglie la maschera alla guardia abbattuta) Guardateli bene!]”
Dall’alto della sua astronave Ra vede la carovana che porta il carico del minerale alla sua piramide.
(Didascalia)
Ra: “[La carovana si avvicina. Portate la bomba allo Stargate.]”
Due dei suoi uomini portano la bomba nella base della piramide. Alcuni degli uomini di Jack assalgono le guardie e le eliminano. Mentre gli altri stavano arrivando di rinforzo, una delle guardie superstiti chiude la porta della piramide. Contemporaneamente i due aerei escono per bombardare le truppe che si trovano all’esterno. Kawalski raggiunge uno dei carri carichi di minerale e lo rovescia per creare uno sbarramento al fuoco dal cielo.
Ra: “[Inviate subito la bomba sulla Terra.]”
Ma Jack ha trovato la bomba.
Daniel: “Che sta facendo?”
Jack: “Porto a termine la missione.”
Daniel: “Non dovevamo distruggere lo Stargate sulla Terra?”
Jack: “Lo farà lei, Jackson, quello è compito suo, ora. Io rimango qui. Farò esplodere questo. Avete sette minuti.”
Un’altra guardia colpisce e uccide Sha’Uri e Daniel la ammazza a sua volta. Ignorando le proteste di Jack, Daniel si carica la donna in braccio ed entra nel teletrasporto ad anelli per portare la ragazza nella sala del trono e metterla dentro il sarcofago magico di Ra. Intanto il capo dei Guardiani assale Jack.
Daniel mette la sua donna nel sarcofago che si chiude iniziando la sua opera rivivificatrice. Mentre Jack lotta furiosamente contro il gigantesco guardiano, all’esterno gli aerei mietono vittime. Daniel, come si riapre il sarcofago, prende in braccio Sha’Uri, ora svenuta, ma la mano di Ra si posa sulla sua fronte per ucciderlo.
Ra: “[Non mi sto divertendo più... Morirete insieme.]”
Gli anelli teletrasportatori scendono improvvisamente ma solo la testa del guardiano entra nell’apparecchiatura e così quando questa si aziona è solo la sua testa che arriva nella sala del trono mentre, contemporaneamente, Daniel e la ragazza scendono e si materializzano davanti a Jack il quale sta cercando di fermare il timer della bomba. Manca un minuto e trentaquattro secondi all’esplosione.
Gli uomini di Jack si sono arresi e i piloti dei due mezzi stanno ora dirigendosi a piedi, ma sempre armati, verso i prigionieri ma, dalle dune vicine, urlando, Kasuff incita tutto il suo popolo verso il nemico e quelli che un giorno erano schiavi scendono urlando dalle dune e uccidono i due piloti.
Ra ha assistito alla disfatta e decide di ripartire con la sua nave spaziale. La grande piramide comincia ad alzarsi.
Daniel: “Quanto tempo resta ancora?”
Jack: “Quarantacinque secondi.”
Daniel: “Ra se ne va, la disattivi!”
Jack: “È quello che sto facendo ma non ci riesco.”
Daniel: “Come?”
Jack: “Non riesco a fermarla, l’hanno manomessa!”
Poi entrambi guardano il teletrasporto e poi la bomba esclamando all’unisono:
Jack & Daniel (che non è un rimando al whiskey!): “Mi è venuta un’idea!”
E la bomba viene teletrasportata a bordo della grande piramide che si trova ora fuori dell’atmosfera di Abydos. Una grande esplosione la distrugge assieme al pericoloso alieno. Il popolo degli schiavi non è più tale.
I superstiti stanno per ripartire. Jack saluta Daniel che resta su Abydos.
Jack: “È proprio convinto di quello che fa?”
Daniel: “Sì, più che mai.”
Jack: “Andrà tutto bene.”
Daniel: “Andrà benissimo: e a lei?”
Jack: “Sì… sì, credo di sì.”
Gli mette in mano la collana.
Daniel: “Dica a Catherine che mi ha portato fortuna.”
Jack: “Glielo dirò. Ci vediamo. Dottor Jackson…”
Il vortice riprende i superstiti. Si torna a casa.
Contrariamente a quanto si può pensare gli effetti speciali curati dal computer hanno sostenuto un ruolo secondario nel film. Come abbiamo detto sono serviti per fare l’effetto acqua della porta dello Stargate e le maschere che si aprono sia nelle guardie sia in Ra, un effetto di morphing. Poi, sempre il computer è intervenuto, oltre che nell’effetto teletrasporto anche nella discesa e nella salita degli anelli i quali scivolavano attraverso delle sbarre cancellate poi sul fotogramma dal computer. Gli anelli in questione salivano e scendevano con l’aiuto di contrappesi.
Gli effetti meccanici sono stati realizzati da Kim West a cui dobbiamo i trucchi di film come Il ritorno dello Jedi, Dune e I predatori dell’Arca perduta. Poiché gli studi cinematografici disponibili erano troppo piccoli venne presa a noleggio una cupola a Long Beach che conteneva l’aereo più grande del mondo. Trecento persone hanno lavorato sei mesi per montare settecento tonnellate di impalcature e preparare la struttura per le riprese.
Il grande anello dello Stargate era azionato, nelle sue parti mobili, da una centralina di comando ed era costruito in metallo e fibra di vetro. Il diametro era di quasi sette metri. Un motore elettrico a velocità variabile muoveva una cinghia che faceva ruotare l’anello dello Stargate. I meccanismi di bloccaggio venivano azionati per mezzo di un sistema pneumatico, per il suo funzionamento veniva usato un compressore che pompava aria ad alta pressione. Quando l’aria veniva rilasciata in un cilindro aveva l’effetto di spingere un pistone che azionava i meccanismi. Per due mesi cinque tecnici hanno realizzato diverse componenti dello Stargate, li hanno assemblati e quindi hanno collaudato il tutto.
Gli effetti nebbia erano realizzati in vari modi: con l’azoto liquido, con una macchina speciale che separa l’olio minerale in molecole formando una nebbiolina diffusa nell’aria per mezzo di ventilatori. Grandi generatori all’esterno della cupola spingevano vapori all’interno, generatori di nebbia che usano il propandiolo, un ingrediente dell’antigelo delle automobili.
All’interno dell’anello dei generatori di raggi laser formavano una griglia luminosa che serviva da riferimento per i successivi interventi in computer grafica.
Gli intarsi sul sarcofago di Ra sono stati fatti con una intagliatrice collegata a un computer, il quale elaborava il disegno richiesto e guidava il lavoro di intaglio. In questo modo era possibile intagliare un pannello di un metro e venti per due metri e quaranta in un’ora, per fare lo stesso lavoro manualmente sarebbero occorsi quattro giorni. Il pezzo ottenuto veniva poi dato ai tecnici per la verniciatura e l’aggiunta di altri componenti in rilievo. Per muovere le varie aperture del sarcofago che pesava una tonnellata fu usato un sistema oleodinamico simile a quello utilizzato per i meccanismi di bloccaggio.
L’attore Jaye Davidson non voleva entrare in quella specie di bara e quindi il regista Roland Emmerich si offrì come cavia per il primo esperimento e per incoraggiare l’attore. Ogni volta, per la scena successiva, bisognava regolare nuovamente tutte le pressurizzazioni perché era essenziale che i meccanismi partissero tutti contemporaneamente e altrettanto contemporaneamente si fermassero.
Le scene sulla sabbia sono state girate nel deserto dell’Arizona con una serie di ventilatori di due metri e mezzo di diametro in aggiunta al vento già esistente. Per sollevare refoli di sabbia non era pratico usare proprio della sabbia perché troppo pesante, quindi veniva sollevata della polvere dello stesso colore della sabbia ma molto più leggera e soffiata davanti a ventilatori con dei compressori. La forza aerea di Ra era
realizzata con dei modellini sostenuti da fili, che poi il computer ha cancellato, su dune di sabbia in miniatura.
In buche scavate sulla sabbia venivano messi dei contenitori metallici di quasi un metro di diametro nel quale venne sistemato del prymacorp, un esplosivo molto potente che ha l’aspetto di una fune. Con dei fili elettrici che correvano sotto la sabbia veniva collegato l’esplosivo a un detonatore. A questo punto i contenitori venivano riempiti di terra e il tutto veniva ricoperto di sabbia. Fuori dal campo di ripresa venivano piazzati dei riferimenti per indicare ai tecnici dove si trovavano gli esplosivi. Ogni tecnico, per ragioni di sicurezza, poteva far esplodere solo due cariche sulle venticinque che erano state collocate e, infatti, la prima era singola, quindi i conti tornano…
L’azione dell’assalto alle guardie con oltre cinquecento comparse, le esplosioni dei colpi di laser degli aerei, colpi che poi il computer disegnava sul fotogramma, fu girata con sette cineprese. Le esplosioni in primo piano sugli attori venivano simulate con cannoni ad aria che creavano nuvole di polvere.
(1 – continua)