Baltimora, anzi qualche decina di chilometri più in là. Anno del Signore 1734.
Un piccolo gruppo di case, nate così, alla rinfusa, danno origine alla comunità rurale di Blair, abitate soprattutto da protestanti. Trentacinque anni più tardi, sull’elenco dei passeggeri del piroscafo Scafarer, proveniente dall’Irlanda e diretto verso la città di Baltimora, compare il nome di tale Elly Kedward. E l’inizio della tragedia di… Blair? Blair? Ma sì, di certo ora ricorderete uno strano film girato con una handycam, The Blair witch project, uscito nel 1999 e diretto da Eduardo Sanchez e Daniel Myrick. Un curioso film che oscilla tra il documentario girato con mezzi molto amatoriali e una sorta di horror movie. Al suo successo – ha ottenuto il Premio Giovani al Festival di Cannes dello stesso anno, per il miglior film straniero – ha contribuito indubbiamente una quasi martellante e ben fatta campagna pubblicitaria che puntava molto sul fatto che le vicende narrate erano veramente accadute. Un anno più tardi è uscito il sequel più prfessionale Il libro segreto delle streghe: Blair Witch 2, che però…. non mi è piaciuto affatto! Torniamo a quei lontani avvenimenti della fine del XVIII secolo…
Nel 1785 tutta la comunità di Blair – e quel che ora leggerete sono fatti realmente accaduti, non è finzione cinematografica… – accusa la Kedward di aver rapito alcuni bambini per ucciderli e berne il sangue. Si sa come vanno a finire certe faccende – il processo alle streghe di Salem tristemente docet! – e così Elly Kedward, in un freddo inverno, è condotta nel fittissimo bosco che circonda Blair e viene lì abbandonata, legata a un carretto di legno, affinché animali e inclemenza del tempo facciano giustizia.
Così venne abbandonata, legata a un carro, Elly Kedward, la “vampira del bosco” di Blair.
Passano i mesi e nel novembre del 1796 i bambini che, insieme ai genitori, avevano accusato la “strega” Elly Kedward di averli attirati nella sua catapecchia per succhiarne la linfa vitale, scompaiono senza lasciare alcuna traccia. Analoga sorte capita a gran parte dei loro genitori…
Passano gli anni, la comunità di Blair si dà pace e quasi dimentica quei misteriosi episodi ma, nel 1809, un anonimo pubblica uno strano libro intitolato The Blair Witch Cult, in cui descrive vita e misfatti di una “strega” che sarebbe stata nascosta proprio nel bosco circondante la cittadina teatro delle scomparse dei bambini.
Come sempre accade, al libro non si dà più importanza del dovuto e ci si dimentica addirittura che Blair sia mai esistita…
Poi, quindici anni più tardi, operai addetti alla costruzione di una ferrovia collegante Baltimora con Washington, mentre abbattono gli alberi del bosco in cui avvennero quei lontani episodi di sangue, scoprono quel che rimane di un villaggio, di case abbandonate: è proprio Blair, dove vissero e morirono sventurati individui. Ma anche la “strega” Elly Kedward.
Un gruppo di case come questa fu rinvenuto nel 1824 nel bosco che circondava Blair. In uno di questi tuguri abitava e compiva le sue “odissee di sangue” la “vampira del bosco”, Elly Kedward.
Dato l’avvento della ferrovia, i terreni circondanti il bosco cominciano ad assumere un interesse notevole dal punto di vista economico. Perciò un intraprendente uomo d’affari, Henry Burkitt, li acquista e fa edificare un nuovo villaggio che – guarda caso! – chiama proprio Burkittsville.
Questo innocente cartello accoglie oggi i visitatori di quel che una volta fu il villaggio di Blair, teatro di sanguinose vicende mai del tutto chiarite.
Se quella fino a qui descritta fosse la trama di un film dell’orrore, scriverei ora The End, la proiezione del film è terminata, possiamo tornare tranquillamente a casa.
E invece no! Il film comincia adesso, anzi continua…
Nel 1825, appena un anno dopo l’inizio dei lavori nel villaggio che ora si chiama Burkittsville, una bambina, Eileen Treacle, affoga nel fiumiciattolo che passa nel bosco. Una disgrazia, naturalmente. Una tragica ma banale disgrazia dovuta forse all’incuria, alla disattenzione dei genitori della povera Eileen.
Però molti testimoni che hanno assistito alla tragedia, all’annegamento della bambina senza poter intervenire in tempo, giurano di aver visto un braccio che usciva dall’acqua e trascinava sul fondo la povera vittima…
Il torrente Tappy East dove sarebbe scomparsa – “attratta sul fondo da una mano misteriosa” – la piccola Eileen Treacle.
Allucinazioni, senza dubbio. Allucinazioni e improvvisate “leggende metropolitane” ante litteram generate anche dalla triste fama che aleggia sul luogo. Però il corpo della piccola Eileen non viene più trovato, nonostante la profondità del fiumiciattolo superi di poco il metro…
Inoltre, nei giorni che seguono, nel bosco e in prossimità del ruscello vengono rinvenite strane croci – vagamente antropomorfe – realizzate con ramoscelli tra loro intrecciati.
Più o meno come questa qui illustrata erano le croci “antropomorfe” rinvenute nel 1825 nel bosco di Burkitsville, una volta chiamata Blair, dove viveva la “strega” Elly Kedward.
Se a tutto ciò aggiungiamo che molti animali domestici muoiono dopo avere bevuta l’acqua del “maledetto” fiumiciattolo, capiamo subito perché la zona comincia ad assumere un’aura sulfurea…
Passano gli anni e nel 1886 un’altra bambina, Robin Weaver, scompare da casa. Disperazione della piccola comunità di Burkittsville, affannose ricerche nel bosco e nel ruscello, ma con risultato nullo! Tre giorni più tardi, come se niente fosse successo, Robin ricompare raccontando di essere stata rapita da una strana signora che sembrava non toccasse mai terra con i piedi e aggiunge di essere stata portata in una lugubre casa del bosco.
Una casa come questa – o forse proprio questa… – era il luogo in cui la “strega del bosco” conduceva i bambini per succhiarne il sangue. O almeno così vuole la storia, la leggenda.
La piccola Robin è viva, ma non lo sono più alcuni uomini del villaggio che si sono recati nel bosco alla sua ricerca. Anzi, vengono trovati con i corpi mutilati in modo orrendo, forse in base a uno strano rituale. Organizzata una piccola spedizione per dare ai poveri resti degna sepoltura, al loro posto vengono trovati solo alcuni mucchi di pietre.
Bosco di Blair. La cosiddetta “Roccia della Bara” nei pressi della quale furono trovati i resti degli uomini che si erano avventurati alla ricerca di Robin Weaver.
Quale spiegazione “razionale” dare agli avvenimenti fin qui descritti?
Elly Kedward era una pedofila, una sorta di “vampira” affetta da turbe psichiche e sessuali oppure – da vera “strega” – utilizzava il sangue dei bambini per preparare magiche pozioni per i suoi sulfurei intenti?
Tale Lloyd Whellons, agricoltore di Burkittsville, ebbe a commentare così quegli strani eventi: “… Il 1828 fu uno degli anni peggiori che io ricordi. La nostra città fu colpita dal morbo e non vi fu famiglia che venisse risparmiata… Il raccolto fu scarso… Gli indiani razziarono una città poco lontana ad est, uccidendo tutti i cristiani che colà vivevano. Un puma entrò in casa di una donna divorando il neonato nella culla e una bambina annegò nel fiume e tutti in città dicevano che era stato il demonio a tirarla dentro l’acqua…”.
Furono dunque i “pellerossa” a rapire gli altri bambini dati per scomparsi nel bosco? Furono gli stessi “pellerossa” a trucidare gli uomini che stavano cercando la piccola Robin Weaver? Furono i “pellerossa” ad ammucchiare dei sassi, forse per uno strano rito legato alle loro credenze religiose?
O in quel tempo, in quelle contrade ancora ben poco esplorate avvenne qualcosa di ben più strano? Non lo sappiamo e il tempo – che è un “grande medico”… – sana per lunghi decenni quelle atroci “ferite”…
Poi arriva il 1940 e le “ferite” si riaprono tragicamente.
“Tremate, tremate, le streghe son tornate!”
É il 13 novembre del 1940 e una bambina di Burkittsville, Emily Holland, scompare nel nulla. Ma non è la sola, poiché nel giro di pochi mesi di altri sette bambini si perdono le tracce. Le ricerche si estendono a tutto il bosco e ai territori circostanti ma senza alcun esito, finché, dopo un anno, uno strano individuo trentottenne che vive nascosto da quelle parti, tale Rustin Parr, confessa di avere rapito i bambini per ordine… della signora del bosco, ammette di averli uccisi – forse anche seviziati – e di avere nascosto i loro corpi nella cantina dell’orrido tugurio in cui vive.
“Tremate, tremate, le streghe son tornate!”, sembra comunicare questo bel dipinto di Johann Heinrich Füssli intitolato proprio “Le tre streghe”.
Il folle Rustin Parr, autore di ben sette omicidi ai danni di altrettanti bambini. Affermò di aver ucciso per ordine della “strega del bosco”, Elly Kedward lasciata morire nel bosco stesso nel lontano 1785…
I sopralluoghi confermano la confessione del folle criminale e i resti dei bambini vengono effettivamente rinvenuti nella sua casa. Parr – senza perder tempo – viene impiccato il 22 novembre dell’anno successivo…
Alle domande dei giudici, Parr sostiene di aver agito per ordine di “voci”, di parole pronunciate da una “vecchia” che egli udiva ma non vedeva, e confessa anche che alcune misteriose scritte trovate sui muri della sua catapecchia – e delle quali egli non conosce il significato – sono state fatte… dalla Strega di Blair.
Fine della storia…
Il libro – una sorta di saggio “romanzato”… di D.A. Stern – pubblicato sulle vicende legate alla strana esistenza dell’eremita e serial killer Rustin Parr.
In alto il piccolo Kyle Brody, l’unico sopravvissuto al massacro dei sette bambini “ritualmente” uccisi da Rustin Parr nel 1940. In basso, un ritaglio di giornale dell’epoca dei fatti.
In alto, quella che viene ritenuta essere stata l’abitazione di Rustin Parr (tutto sommato…. non male!) prima di diventare un pericoloso serial killer. Sotto, la casa come è ridotta ai nostri giorni.
Fine della storia… dicevamo!
Oppure no, come si evincerebbe dal curioso film (il primo!) sulla strega di Blair?
Dai fatti fin qui narrati – in parte frutto di reali eventi storici, in parte amplificati dal fascino per il “mistero” – sono nati questi due film, il primo dei quali, a sinistra, fa intuire abbastanza fedelmente i fatti accaduti a partire da metà del XVIII secolo fino al 1941.
Roberto Volterri
Tra i moltissimi argomenti trattati nel libro KILLERS. Gli Apostoli del Male, libro – che ha riscosso anche il plauso del Maestro del Brivido, Dario Argento! – i primi capitoli sono dedicati a quelle donne di solito appartenenti alla meravigliosa altra metà del cielo, – le Sacerdotesse del Male – le quali, in compagnia di strani personaggi, hanno lasciato un incancellabile, nerissimo, ricordo anche nella storia del nostro Bel Paese. Quasi per completare gli argomenti trattati in tale volume, – per Enigma Edizioni di Firenze – vi segnaliamo OMICIDI. Il fascino del Male, nuove inchieste, ampiamente documentate, su killers, seriali o meno, vissuti in un passato più o meno lontano o anche viventi, i cui nomi appaiono sempre scritti con inchiostro “rosso sangue” nelle cronache dei quotidiani o in trasmissioni televisive dedicate all’affascinante universo criminologico.