AI MARGINI DEL CAOS (1995) – PARTE 03
Secondo decennio del 21 secolo.
Dominano le multinazionali.
Il mondo è minacciato da una nuova piaga: l’enne a esse (NAS)…
Sindrome da attenuazione del sistema nervoso
(Nerve Attenuation Syndrome),
fatale, epidemica, incurabile.
Le multinazionali sono combattute dai LoTeks,
un movimento di resistenza nato dalla strada:
hackers, ladri di dati, veterani delle guerre informatiche.
Per difendersi le multinazionali
ingaggiano la Yakuza,
la più potente organizzazione criminale.
Racchiudono i loro dati nell’Ice Nero, virus letali
in grado di bruciare il cervello degli intrusi,
ma i LoTeks sono in agguato nelle loro roccaforti,
nel cuore delle vecchie città,
come topi nelle viscere della Terra.
A volte le informazioni più preziose
devono essere affidate a corrieri mnemonici,
agenti speciali
che fanno contrabbando di dati
inserendoli in impianti cerebrali.
JOHNNY MNEMONIC (Johnny Mnemonic)
Johnny (Keanu Reeves) si sveglia mentre la donna accanto a lui si riveste. Tramite un telecomando compone direttamente un numero di telefono sul computer e gli risponde il suo agente, Ralfi (Udo Kier).
Johnny: “Rispondimi, Ralfi… Che fine hai fatto, Ralfi, non avevi detto di avermi già fissato l’operazione?”
Ralfi: “Sto bene, grazie… e tu?”
Johnny: “Ralfi, la data! Quando?”
Ralfi: “Mi dispiace, John, i chirurghi dello SCIBA hanno aumentato le pretese.”
Johnny: “Quindi non bastano i 700 K che dicevi…”
Ralfi: “La tariffa per rimuovere l’impianto ora è un milione e mezzo, per un recupero completo della memoria, se invece non la rivuoi per intero credo che saranno disposti a scendere.”
Johnny: “Se volessi togliere il silicio dal cervello mi basterebbe andare oggi stesso a Mexico City, ho bisogno di un recupero completo, io rivoglio tutta la mia memoria!”
Ralfi: “John, il prezzo lo stabiliscono quelli dello SCIBA, io ho fatto quello che potevo…”
Johnny: “Ma andiamo, Ralfi!”
Ralfi: “Basterebbe un’altra corsa e avresti la somma che ti serve, sempre se vuoi fare un colpo grosso…”
Johnny: “Cos’hai in mente?”
Ralfi: “Dipende. Hai potenziato le capacità di memoria?”
Johnny: “Sì.”
Ralfi: “Molto bene. L’appuntamento è al Centro Chiamate per domani sera, dieci in punto. È una cosa grossa, sii puntuale, John.”
Centro di Pechino.
Facendosi largo tra una folla che, con vistosi cartelli, incita le autorità a fermare il NAS, Johnny arriva al Centro Chiamate, una sorta di lussuoso albergo. Entra nell’ascensore ed estrae dalla tasca un’apparecchiatura che collega con uno spinotto a un foro nascosto in mezzo ai capelli.
La voce computerizzata lo avvisa della procedura in corso.
“Attivato raddoppiatore di memoria Terrent, la vostra capacità attuale è di 80 gigabytes, caricamento in corso. Ora la vostra capacità è di 170 gigabytes. Attenzione: non superare la capacità di memoria.”
Entra in una camera dove, spaventate e terrorizzate, trova un gruppo di persone che deve far pervenire un importantissimo messaggio a Newark. Il messaggio è di ben 320 gigabytes ma Johnny non muove un muscolo e accetta di farselo inserire nel cervello. Dalla sua valigetta trae tutto l’armamento necessario. Nel frattempo un minaccioso gruppo di persone alla guida di un orientale sta prendendo l’ascensore. Johnny dà le ultime istruzioni.
Johnny: “Quando il contatore si avvicina allo zero clikkate su tre immagini dalla tv, tre qualunque, si fonderanno con i dati e io non saprò quali sono. È il codice di trasferimento. Dovete stamparne una copia poi dovete faxarla al vostro collegamento dall’altra parte, quando arrivo lì inseriamo il codice e scarichiamo i dati, è chiaro?”
Compiuta la dolorosissima operazione e dopo aver clikkato i codici, Johnny chiede di andare in bagno mentre i loschi individui si stanno avvicinando alla porta della loro stanza. In bagno Johnny soffre di dolori lancinanti e perde sangue dal naso. Con il training autogeno riesce a calmare le fitte. Il sensore di movimento che Johnny aveva applicato sulla porta della stanza segnala l’arrivo di persone. La porta viene bucata e poi sfondata da una sorta di filo laser. Nascosto dietro la porta del bagno Johnny stordisce uno degli uomini e dopo una breve lotta con il capo della spedizione e la sua singolare arma, egli recupera una parte delle tre foto che stavano per essere spedite via fax e fugge. Uno dei superstiti al massacro che si sta perpetrando nella camera, recupera l’altro pezzo della striscia delle foto e sta per bruciarlo quando il capo, Shinji, con un rapido colpo di filo, gli trancia le dita. In preda al dolore la vittima confessa la destinazione di Johnny che, intanto, con un rapido quanto opportuno travestimento, è riuscito a fuggire dal Centro Chiamate.
Libera città di Newark.
Sceso dall’aereo Johnny consegna il suo passaporto alla apparecchiatura elettronica ad alta precisione che individua subito il suo innesto, peraltro approvato dal Governo, ma gli dice anche che rischia un collasso sinaptico entro ventiquattro ore.
Appena uscito dall’aeroporto Johnny si libera del passaporto gettandolo tra i rifiuti.
Intanto Shinji (Denis Akiwama) si è recato dal potente Takahashi (Takeshi Kitano) alla sede centrale della Pharmakom di Newark.
Takahashi: “È in ritardo. Allora che cosa doveva dirmi di tanto importante? (Nota l’unghia finta ma appuntita sul pollice dell’uomo e che contiene il suo filo laser) Vedo che ha trasformato il risultato di una sconfitta in un vantaggio, in un anno.”
Shinji: “Per prima cosa desidero farle le più sentite condoglianze…”
Takahashi: “Non penso che lei sia venuto qui per questo. Non perda altro tempo, veniamo al dunque.”
Shinji: “Tokyo vuole che recuperi i dati che sono stati rubati alle Industrie Pharmakom di Zurigo.”
Takahashi: “Non l’ha già fatto?”
Shinji: “La nostra operazione a Pechino ha avuto un successo parziale. I traditori della Pharmakom sono morti, il corriere però è sfuggito con i dati, sta venendo qui a Newark.”
Takahashi: “Perché non mi ha informato?”
Shinji: “Non volevo disturbarla in un momento così difficile, deve essere molto triste perdere l’unica figlia…”
Takahashi: “Non s’impicci di cose che non la riguardano. Qual è la natura dei dati?”
Shinji: “Non mi hanno autorizzato a dirlo.”
Takahashi: “Uhm… forse non lo sa.”
Shinji: “Mi hanno incaricato di recuperare la testa del corriere mnemonico e di conservarla criogenicamente.”
Takahashi: “Conservarla?”
Shinji: “I traditori hanno cancellato l’unità centrale della Pharmakom, se perdiamo il corriere quei dati andranno perduti per sempre.”
Takahashi: “Se il corriere ora è a Newark la responsabilità è mia. Lei ha una parte del codice di trasferimento del corriere. La dia a me!”
Shinji prende la busta contenente le due fotografie e gliela sbatte sul tavolo. Intanto, sul taxi, Johnny parla via videotelefono con Ralfi.
Johnny: “Allora, come funziona qui?”
Ralfi: “Johnny bello!”
Johnny: “Johnny bello un cavolo! Che cazzo è questa storia? Sono sovraccarico, e di parecchio, neanche te lo immagini quello che porto.”
Ralfi: “Mi hai detto che avevi esteso la memoria.”
Johnny: “Sì, sì, certo, infatti. Io ho la merce, Ralfi, ora voglio semplicemente scaricarmela dalla testa, hanno recuperato il codice?”
Ralfi: “Non preoccuparti, dicono che si può estrarre…“
Johnny: “Estrarre?! Cosa? Ma che succede, Ralfi? Mi puzza tanto di affare andato a monte.”
Ralfi: “Tu hai detto che devi scaricare dei dati. Loro sono gli unici in grado di farlo, non c’è altra scelta, fidati. Dirò all’autista dove deve portarti.”
Johnny: “Sì, certo…”
Ralfi sta parlando da una specie di locale pubblico, quasi più una bettola ed è spiato da Jane (Dina Meyer), una ex guardia del corpo senza lavoro che si è fatta potenziare con degli innesti fatti dal suo amico, il Dottor Spider (Henry Rollini).
Jane vorrebbe lavorare per Ralfi, conosciuto come il miglior agente sulla piazza, ma egli ha già due valchirie, una bianca e una nera al suo servizio. Poiché vuole dimostrare di essere lei la più veloce e la più brava si avvicina alle due e immobilizza la bianca. Alla richiesta di essere assunta Ralfi le chiede di tendere il braccio e di tenerlo fermo, ma la sua mano trema leggermente ed è, come dice Ralfi, piena di innesti avariati da quattro soldi. La ragazza se ne va imbufalita.
Il taxi di Johnny è arrivato a destinazione in una zona fatiscente. Le sue mosse sono spiate, dall’alto di un caseggiato in rovina, da un ragazzo e da un uomo di colore. Poi Johnny viene avvicinato da un individuo e condotto in una stanza dove scopre che ad attenderlo c’è uno dei sicari del Centro Chiamate. Prima di entrare, però, Johnny aveva collocato all’esterno una bomba, la fa esplodere e questo gli permette di fuggire.
All’esterno viene inseguito da uno dei due sicari mentre l’altro è stato stordito dall’esplosione. Il ragazzo da sopra fa involontariamente cadere una pietra e l’uomo spara repentinamente, colpendolo. Si avvicina al cadavere mentre l’altro è sceso fino a terra da una tubatura. Sta per uccidere anche lui quando Johnny, da dietro le sue spalle, gli assesta un poderoso colpo. Interviene il secondo killer ma un preciso lancio di coltello da parte dell’uomo di colore lo stende. Johnny comincia a raccogliere le armi. L’altro lo guarda.
Jaybone: “Ti attrezzi per una bella seratina, ma voglio che tu ti metta in testa una cosa: siamo pari. Io non ti devo un cazzo!”
Johnny gli punta l’arma contro.
Johnny: “Chi sei tu?”
Jaybone: “Mi chiamo Jaybone. Gestisco il Paradiso, il quartier generale dei LoTeks.”
Johnny si è girato a guardare ma quando si volta nuovamente l’uomo è scomparso.
Il corriere riesce a sorprendere Ralfi e ad arrivare alle sue spalle ma, mentre lo sta minacciando con la pistola, la nera guardia del corpo lo tramortisce. Jane vede le due che portano Johnny nelle stanze interne, si fa dare dal barista la sua roba, entra nel bagno e, attraverso un condotto, si avvicina alla stanza dove hanno portato il corriere. Una voce riporta Johnny alla realtà.
Ralfi: “Sembra che stia rinvenendo… Come ti senti John?”
Johnny: “Che cosa mi hanno caricato Ralfi? Mi sento il cervello che sta per esplodere…”
Ralfi: “Io credo che il nostro amico possa aiutarti.”
Johnny alza gli occhi dal letto dove è legato e vede Shinji.
Johnny: “Aaah… Ralfi… Sei uno schifoso bugiardo!”
Ralfi: “Ti prego, risolviamo la cosa da gentiluomini, John, nessuno è sfuggito alla Yakuza più di una volta.”
Shinji: “Ci servirà un secchio… Mettilo qui, vicino al tavolo.”
Johnny: “Aspettate, possiamo parlarne…”
Shinji: “Parla.”
Johnny: “Io ho un’immagine del codice d’accesso, voi avete le altre due. Io vi do i dati e siamo tutti contenti.”
Shinji: “Tu non capisci. Loro non vogliono solo quei dati, vogliono tutto quello che c’è in memoria. C’è meno rischio di perdere le informazioni e poi così non dobbiamo preoccuparci che qualcuno ci entri con delle sonde mnemoniche. Di questi tempi anche i morti hanno delle storie da raccontare…”
Johnny: “Deve esserci un modo per risolvere la situazione!”
Shinji: “Sì, c’è.”
Gli ficcano in bocca una specie di bavaglio ma, nello stesso tempo, Jane interviene; Ralfi le promette una ricompensa ma Johnny, liberatosi dal bavaglio, aderisce alle richieste pecuniarie di Jane che lo libera. Tenendo sotto la minaccia delle armi Ralfi e Shinji, i due escono mentre l’orientale taglia a fette Ralfi con il suo filo laser. Inseguiti da Shinji e da una delle due guardie del corpo, oltre che da altri suoi uomini, i due riescono a fuggire grazie all’aiuto di Jaybone e dei suoi.
Scesi in un tombino Jane e Johnny si mettono a percorrerlo per allontanarsi da quel posto.
Jane: “Com’è che ti volevano tagliare la testa? Di solito da queste parti ti terminano e basta.”
Johnny: “È una lunga storia…”
Jane: “Beh, io non mi schiodo finché non mi paghi, tesoro, quindi…”
Johnny: “Posso caricare nella testa quasi ottanta gigabytes, centosessanta con un raddoppiatore, il fatto è che me ne hanno infilati molti di più e io non so come tirarli fuori.”
Jane: “Va bene, ho capito. Aspetta un attimo. Passi informazioni? Con la testa?”
In quel momento il corriere subisce un collasso e si appoggia al muro urlando mentre una serie di immagini martellano la sua mente.
Nella sua casa Takahashi sta osservando le immagini della figlia scomparsa mentre sta mettendo una camicia sul suo corpo completamente coperto da tatuaggi. Qualcosa si inserisce nella registrazione, il volto di una bella ragazza bruna con una voce dolcissima.
“Takahashi, come è triste perdere un figlio. Loro sanno che tu non hai più uno scopo nella vita. Ora che non c’è più tua figlia sei diventato un rischio. Dà un’occhiata al loro uomo, quello che vuole la testa del corriere, sta tramando di distruggerti. Tu devi neutralizzarlo, Takahashi. Io ti prometto che il corriere, ciò che trasporta, ti darà un nuovo scopo nella vita. Io ero nella Pharmakom e ho… Stanno ascoltando, sono dappertutto…”
Dei ricordi su una bambina, poi la visione scompare. Jane è davanti a John. Vede degli oggetti per terra, la ragazza li raccoglie velocemente.
Jane: “Ah, sono i miei attrezzi: mazza, coltelli a doppia lama, una bomba a mano, le cose che servono a una ragazza…”
Johnny si guarda la mano destra ancora rattrappita.
Johnny: “Mi hai lasciato dormire?”
Jane: “Ne avevi bisogno.”
Johnny: “Ti avevo detto che avevo fretta. Sono morto se non mi tolgo questa roba dalla testa!”
Il corriere si avvia velocemente e lei lo segue.
Jane: “Ehi, hai mai dato una sbirciata a quello che porti?”
Johnny: “Di solito c’è un codice. È come un lucchetto.”
Jane: “Beh, e quando non c’è?”
Johnny: “No. È questa la procedura. Più sicuro per me, più sicuro per il cliente. Come mai conoscevi quei…”
Jane: “Ah, chiamali LoTeks. Da bambina giravo sempre con loro. Ma come fai a ficcarti in testa tutta quella merda? Devi essere bravo a imparare a memoria, eh?”
Johnny: “Ho un impianto. Un impianto cerebrale, mi sono scaricato un blocco di memoria a lungo tempo.”
Jane: “Ti sei scaricato un blocco di cosa?”
Johnny: “La mia infanzia.”
Jane: “La tua infanzia!? Davvero? Vuoi dire, tutto? Non ti ricordi un accidente?”
Johnny: “Forse sono rimaste delle tracce residue. Ogni tanto qualcosa riemerge ma non riesco a fermarlo.”
Jane: “Certo che è proprio una cosa da matti.”
Johnny: “Sì, ma forse non ho perso niente che volessi conservarmi. Mi serviva quello spazio per lavorare.”
Jane: “Beh, ce li hai i genitori o che?”
Johnny: “E tu ce li hai i genitori o che?”
Jane: “Sì, ce li avevo, ma ormai sono anni che non li vedo.”
Johnny: “Già, comunque io non ci penso quasi mai, va bene?”
Jane: “Beh, allora a chi pensi quando sei solo?”
Johnny: “Al fatto che voglio tirarmi fuori da questo letamaio, che voglio collegarmi in rete e mi serve un computer.”
Johnny riesce a introdursi in un magazzino e ad assemblare un computer quindi entra in rete manovrando con la realtà virtuale. Telefona a Pechino e, dopo qualche tentativo, riesce a capire dove stava per essere inviato il fax. Nello stesso momento Shinji sta cercando di intercettarlo tramite un operatore della Pharmakom, anche lui collegato in rete. L’indirizzo a cui stava per essere inviato il fax è la Newark Copyshop e, una volta entrato nel buffer, trova anche il vero nominativo a cui era indirizzato: il Dottor Allcome.
L’operatore ha localizzato Johnny e lo comunica a Shinji il quale gli ordina di introdurre il virus mentre il corriere contatta in rete un suo amico che gli deve un favore. Questi gli rivela che in testa egli ha dei dati provenienti dalla Pharmakom, poi si accorge dell’arrivo del virus mentre Jane, aperta la porta del magazzino, vede giungere in macchina Shinji e i suoi uomini. Rientra velocemente mentre lo stesso volto e la stessa voce apparsa a Takahashi stanno per avvisare Johnny di un pericolo imminente. Jane gli toglie bruscamente il casco.
Jane: “Tempo scaduto, andiamo!”
Mentre escono da una porta secondaria Jane lancia una bomba verso gli uomini della Yakuza. Dall’esterno Shinji vede lo scoppio e contatta la Pharmakom.
Shinji: “Informi Takahashi che il suo operatore ha localizzato troppo tardi il corriere, sembra che sia riuscito a scappare.”
La segretaria (Sherry Miller) informa l’uomo dell’accaduto e questi dà l’incarico a un killer di professione, detto il Predicatore (Dolph Lundgren), così chiamato perché vive in mezzo a ceri e croci e per predicare il verbo del Signore a proprio uso e consumo, di portargli la testa di Johnny entro ventiquattr’ore a paga triplicata.
Johnny, intanto, contatta la Pharmakom e offre a loro i dati; l’uomo, dall’altra parte dello schermo, accetta. Jane offre a Johnny un’alternativa, di parlare del suo problema a Spider, il dottore che si è occupato di lei ma, in quello stesso momento si sente male e così Johnny, è costretto a portarla a casa di Spider. Dopo qualche incomprensione il medico apre la porta e, aiutato da Johnny, stende la ragazza nel lettino del suo laboratorio pieno di apparecchiature.
Johnny: “Senti, io devo scappare…”
Spider: “Sta zitto! Dammi quel rilassante muscolare, quello rosso.”
Johnny: “Ha l’NAS, vero?”
Spider: “Sì, il tremore nero, come la metà del nostro pianeta. Senti, chiariamo subito, non è il mio lavoro che l’ha ridotta così. Io ho fatto un lavoro pulito e poi questa merda non ti viene con i trapianti, è solo una favola.”
Johnny: “Allora, qual è la causa?”
Spider: “Qual è la causa? Il mondo! (Indica tutte le apparecchiature tecnologiche che sono lì intorno) Questa è la causa, questa è la causa, questa è la causa! Sovraccarico di informazioni! Tutta l’elettronica che usiamo riempie l’etere di veleni! La nostra civiltà tecnologica del cazzo! Ma questa roba ce la teniamo stretta perché senza non viviamo. Lasciami lavorare…”
All’esterno Jaybone vede passare il Predicatore che si aggira in caccia della sua preda e ordina ai suoi uomini di stargli lontano. Intanto la segretaria di Takahashi è riuscita a reperire informazioni sulla misteriosa immagine apparsa sul computer.
Segretaria: “Anna Kallman, ex amministratore delegato della multinazionale Pharmakom Industries di Zurigo. Nata il primo agosto 1965, morta il 3 settembre del 2015…”
Takahashi: “Morta? Sei anni fa…”
Segretaria: “È stata impressa nell’impianto Neural della Pharmakom di Zurigo prima dell’insorgenza della malattia…”
Takahashi: “È stata impressa…”
Segretaria: “La sua entità Neural ha cittadinanza Svizzera. Secondo le leggi dell’intelligenza artificiale del 2006 è consulente della società nella sua veste attuale.”
Takahashi: “Un fantasma nella macchina…”
Intanto, nel laboratorio di Spider, Johnny cerca di collegarsi con la Pharmakom ma mentre, nuovamente, l’immagine di Anna (Barbara Sukowa) appare sul computer, Spider lo ferma e lui spegne il computer.
Il medico gli chiede chi egli sia e il corriere dice di chiamarsi Johnny… Johnny e basta.
Johnny: “Sembri attrezzato piuttosto bene qui, come te la cavi con gli impianti cerebrali? Al silicio, sovrapposizioni neurali, estensioni della memoria…”
Spider: “Ne facciamo pochi di quegli impianti, qui a Newark, Johnny e basta, è un po’ troppo sofisticata per noi quella roba.”
Johnny: “Io l’ho presa a Singapore.”
Spider: “Ah, sì? E che cosa cerchi, Johnny e basta?”
Johnny: “Ho un piccolo problema qui dentro.”
Il Predicatore è giunto nel locale dove c’era Ralfi e si rivolge al barista al quale Jane ha chiesto indietro la sacca con la sua roba e, brutalmente, distruggendogli una mano nell’ossigeno liquido, viene a sapere di Jane e di Spider.
Il dottore, in quello stesso momento, sta esaminando Johnny e non trova che le sue condizioni siano proprio splendide. Jane si risveglia.
Jane: “Ehi, va tutto bene?”
Johnny annuisce.
Spider: “Brava, Jane, lo hai portato nel posto giusto.”
Jane: “Lo sistemi?”
Spider: “Non lo so. Da come è ridotto, anche se riesco a recuperarlo, non so se il prodotto sarebbe leggibile.”
Johnny: “Non me ne frega un cazzo del prodotto! Voglio solo liberarmene.”
Spider: “Magari fosse così semplice.”
Johnny: “Allcome, Dottor Allcome, hai mai sentito questo nome?”
Spider: “Forse.”
Johnny: “E dov’e?”
Spider: “Stai calmo. Ho detto forse… Perché lo vuoi vedere?”
Jane: “Aaah, andiamo Spider!”
Spider: “Io farò in modo che Johnny e basta riesca a vedere chi ha bisogno di vedere ma tu, tu devi riposare. Niente lavoro!”
Jane: “No. È un mio cliente.”
Spider: “Forse non hai capito. Ti ho detto che devi dormire!”
Johnny: “Basta che tu mi dica dov’è.”
Spider: “Lascia stare. Vi ci porto io.”
Johnny: “Perfetto.”
Salgono sul furgone di Spider e, dopo pochi metri, l’alta figura del Predicatore si para davanti a loro. Spider lo investe e si allontana velocemente mentre il gigante si rialza. Dopo un breve viaggio il mezzo si ferma davanti a un edificio fatiscente dentro al quale è stato attrezzato un ospedale di fortuna. Spider si mette un camice e chiede una cartella clinica, quando gliela portano Johnny, irritato, gliela toglie di mano.
Johnny: “Dov’è il Dottor Allcome?”
Spider: “Dottor Allcome è il nome che usiamo negli ospedali quando abbiamo un grave problema e non vogliamo spaventare i pazienti.”
Jane: “Cosa?”
Spider: “Allcome: Tutti vengano. È una chiamata d’emergenza e noi molliamo tutto e ci precipitiamo immediatamente lì. Di solito significa che c’è un pazzo, un malato violento.”
Johnny: “Ma io l’ho letto sul buffer di un fax!”
Spider: “Quel fax era indirizzato a noi.”
Johnny: “Noi chi? Ehi, aspetta un attimo, noi chi?”
Spider: “La Resistenza all’Enne A Esse. Quelli che mandano avanti questo posto, gente come me. Stenditi qui sopra.”
Johnny: “Perché?”
Spider: “Non fare lo stronzo più del necessario, stenditi e basta… va bene, collegati… sta giù… diamo un’occhiata… niente codice d’accesso…”
Johnny: “Ho solo un ‘immagine, una su tre.”
Spider: “Uhm, non ci serve… Ma che hanno usato? Immagini a caso?”
Johnny: “Sì, dalla TV.”
Spider: “Ho dei codici di decriptazione, ora li lancio, vediamo se c’è qualcosa. Jane dovresti stenderti un pò.”
Jane: “Lo puoi tracciare il codice?”
Spider: “Uhm… se siamo fortunati, molto fortunati… (Digita al computer) Cazzo!”
Johnny: “Niente da fare?”
Spider: “No, ma posso togliere i dati.”
Johnny: “Come?”
Spider: “Anestesia generale, trapanazione del cranio e un semplice paio di pinze.”
Johnny: “Ed è molto probabile che muoia, giusto?”
Spider: “Moriresti comunque. Sei al limite. Se tolgo l’impianto potresti anche sopravvivere, forse perderai alcune capacità motorie e potresti non ricordare niente per più di tre minuti alla volta…”
Johnny (alzandosi dal lettino): “Vaffanculo!”
Spider: “Stammi bene a sentire! Allora, cominciamo da quello che hai lì dentro e da quanto vale, quanto vale per il mondo! Trasporti la cura per l’Enne A Esse.”
Johnny: “Vorresti dirmi che ho…”
Spider: “La relazione della Pharmakom sulla cura per la Sindrome da Attenuazione del Sistema Nervoso, più i rapporti sulla sperimentazione per dimostrare che funziona e funziona veramente…”
Jane: “Vuoi dire che esiste una cura?”
Spider: “Sì, e potrebbe rimetterti in sesto in tre settimane, Jane. Te e tutti gli altri.”
Johnny: “Per questo vogliono tutti la mia testa.”
Spider: “Certo, la riportano a Saigon e la passano al rilevatore di interferenza quantistica ma poi la cura ce l’avrebbero soltanto loro. Se ti tieni quella roba in testa nessuno può salvarti e la cura sarà persa per sempre. Io posso recuperarla, anche se avessimo il codice il tuo esaurimento renderebbe i dati in uscita spazzatura.”
Johnny: “Perché dovrebbe interessarmi? Tanto sarò morto, non ti sembra?”
Spider: “La cura può salvare milioni di persone. Tu morirai comunque se non la tiriamo fuori.”
Johnny: “Io so solo che qualunque cosa abbia in testa vale quattrini a palate. Perché dovrei fidarmi? E tu (rivolto a Jane) dovresti essere la mia guardia del corpo? Guardia del corpo…”
Fa per allontanarsi.
Spider: “Tu non vai da nessuna parte, non con quei dati in testa.”
L’ingresso del Predicatore sconvolge ogni altra discussione. Mentre, faticosamente, Spider cerca di trattenere il killer, ordina a Jane di portare Johnny da Jones. I due fuggono e l’assassino uccide Spider che non vuole rivelare dove sia questo fantomatico Jones.
Sul furgone di Spider, Johnny si mette in contatto con la Pharmakom chiedendo un ulteriore appuntamento ma non sa che, in realtà sta parlando con Takahashi. Prima di chiudere il contatto, sullo schermo dell’imprenditore appare Anna.
Anna: “Ascolta Takahashi, prima che sia troppo tardi. Non abbiamo più tempo, lui ha la cura per…”
L’uomo interrompe il contatto senza ascoltarla.
L’appuntamento di Johnny è vicino ai tralicci di un ponte. Non c’è nessuno. Dall’alto una macchina viene sganciata e cade addosso al furgone. Johnny è furibondo, si dichiara stanco, vuole tornare a vivere tranquillo. Si avvicina a loro Jaybone che li porterà da Jones. Mentre si avviano sull’elevatore che li porta in mezzo ai tralicci, Johnny subisce un nuovo attacco e viene trasportato di peso all’interno del rifugio. Intanto Takahashi sta per andare all’appuntamento.
Ancora una volta delle rapidissime immagini, di quella che sembra essere una festa di compleanno, passano per la mente di Johnny che si risveglia con Jane vicino a lui. I due si baciano ma Jaybone interrompe le effusioni per accompagnarli da Jones.
Jaybone: “Abbiamo costruito il Paradiso con gli scarti del mondo. Tutti portati quassù pezzo per pezzo. Noi lavoriamo per Spider e la sua gente e per chiunque combatta il sistema. Spariamo fuori il meglio.”
Johnny: “In che senso, sparate?”
Jaybone: “Il Paradiso, il cuore è là.”
Un gigantesco grappolo di televisori fa da sfondo a un insieme di apparecchiature rudimentali ma perfettamente funzionanti.
Jaybone: “Da qui contrattacchiamo. Rubiamo tante belle immagini dal loro universo a cinquecento canali, riconsensualizziamo e spariamo fuori quello che esce. Guanti speciali, cose che servono alla gente, la roba che ci manda Spider la mandiamo in orbita.”
Johnny: “In orbita?”
Jaybone: “La trasmettiamo. In mondovisione attraverso il satellite che Jones crakka per noi. Come lo hanno equipaggiato in Marina entra in un codice avanzato come un coltello nel burro.”
Johnny: “Un decriptatore… Beh, non vedo l’ora di conoscerlo.”
Jaybone: “Da questa parte.”
Lo porta davanti a una grande vasca dove si trova un delfino collegato con dei cavi all’impianto, probabilmente il primo delfino cibernetico della storia del cinema, anche se Johnny lo definisce: pesce.
Johnny: “Questo era l’asso nella manica di Spider?”
Jaybone: “Ehi, guarda che Spider non era stupido. È predisposto per campionare i codici dei sottomarini nemici, scansione ultrasuoni, attraverso lo scafo.”
Shinji e il suo esercito sono arrivati sotto le travature del ponte.
Dal soffitto del Paradiso scendono una sedia e una cuffia di collegamento.
Jaybone: “Jones sfilerà i codici grimaldello. Cercheremo di tirarti fuori in tempo.”
Johnny: “No, aspetta un attimo, lo hai già fatto prima, eh? L’ha fatto il pesce? Quali pericoli ci sono?”
Jaybone: “Basta che tu tenga ferma la testa. Se ti muovi troppo potrebbe friggerti il lobo frontale.”
Johnny: “Scordatelo.”
Jaybone: “Pensaci bene. Non hai altra scelta. Decidi tu, fai quello che devi fare…”
Johnny, probabilmente, giunge alla determinazione, e noi con lui, che sia meglio un tentativo di questo genere che farsi trapanare il cranio e forse si chiede anche, e noi sempre con lui, perché Spider, che conosceva Jones e le sue capacità, non ha proposto questo tentativo al posto di un buchetto sul capo, ma questo resterà per sempre un mistero…
Comunque sia Johnny decide di tentare.
Jaybone: “Dammi quello che hai del codice di recupero.”
Con delle funi a trazione gli uomini di Shinji stanno arrampicandosi sul traliccio mentre all’interno comincia la procedura per scaricare i dati dalla mente di Johnny. L’elicottero di Takahashi sorvola la zona per atterrarvi. Delle due guardie che sono al controllo dell’elevatore, una viene uccisa con il filo laser che le taglia di netto la testa e l’altra con una pugnalata ma, nel cadere, abbassa una leva che sgancia un’automobile, a mò di roccia lanciata da degli spalti, agli uomini lasciati giù in basso. Uno di loro pone mano al bazooka e comincia a colpire il traliccio.
Jaybone si accorge dell’attacco e manda i suoi uomini ai posti di combattimento. Un secondo colpo fa cadere dalla sedia Johnny che si rimette in piedi e si avvicina a Jaybone.
Johnny: “Cosa è avvenuto?”
Jaybone: “Ancora niente. Non possiamo più farlo, ora. Devi entrare tu nel tuo cervello. È l’unico modo e scaricare attraverso Jones.”
Jaybone si dirige verso quelli che in epoca medioevale avremmo chiamato spalti e da lì, con un preciso colpo di balestra, elimina la franca tiratrice.
Incredibilmente illeso, mentre intorno infuria una lotta furibonda, Takahashi arriva fin davanti al corriere con la pistola in pugno. Poi estrae una affilata spada e sta per avventarsi contro Johnny quando il grappolo dei televisori si trasforma in una sola grande immagine, quella di Anna.
Anna: “Takahashi! Lo sai cosa porta quest’uomo nella sua testa? Nel suo cervello c’è la cura decisiva per l’Enne A Esse. Tua figlia è morta per salvare i profitti della Pharmakom perché, per loro, curare i malati è molto più redditizio che guarirli. Avevano la formula già otto mesi fa, Takahashi. La Pharmakom, la società che io ho creato, ha lasciato morire tua figlia.”
Un colpo di spada, dato con furia, recide il cavo di connessione e l’immagine scompare poi Takahashi guarda il corriere ma dei colpi di pistola echeggiano alle sue spalle. L’uomo, colpito, si abbatte. Appare Shinji con la pistola in mano e un altro uomo che tiene immobilizzata Jane.
Shinji: “Ciao, Johnny. Alza la testa, facciamo una cosa pulita.”
Jane colpisce il suo uomo e Johnny ne approfitta prima per nascondersi poi per affrontare Shinji. I due lottano e finiscono al piano sottostante e Johnny si aggrappa a delle reti mentre sotto di lui c’è il vuoto.
Johnny: “Se io cado resti senza testa, giusto? E se perdi la testa sei fottuto!”
Il pavimento cede sotto i piedi di Shinji e anche lui si trova aggrappato alla rete ma Johnny riesce a raggiungere la mortale unghia dell’orientale e ad attorcigliargli il cavo laser intorno uccidendolo. Il corpo precipita nel fiume.
Ma non è finita.
Jane si è trovata davanti al Predicatore. Mentre infuria ancora la battaglia intorno a loro Johnny incontra il morente Takahashi che gli allunga la seconda foto prima di defungere quasi con un sorriso felice.
Tocca a Johnny salvare Jane sottraendola alla furia del Predicatore che dapprima viene colpito da un fascio di ultrasuoni e poi debitamente carbonizzato con la corrente elettrica.
Il collegamento viene ripristinato e, manco a dirlo, riappare il volto di Anna.
Anna: “Johnny, il delfino può portarti dentro i dati. Trova la terza immagine. Il segreto. Io conoscevo il loro segreto. L’immagine. La Compagnia l’ha dimenticata per me. Ora mi cancellano, mi bruciano per farmi sparire dalle unità centrali, una memoria dopo l’altra. Che pensiero gentile da parte loro, mi commuove… Johnny… Johnny…”
Jaybone: “Se vuoi scaricare dobbiamo farlo ora, siamo a corto di energia. Ricordati, devi collegarti a Jones, Johnny.”
Johnny: “Va bene, facciamolo.”
Jaybone: “Tieni gli occhi aperti, non sappiamo quali difese ci abbia infilato la Pharmakom. Probabilmente ci sono dei virus, sei pronto?”
Johnny: “Collegami.”
Jaybone: “Attenzione, mondo. Questa è l’ultima trasmissione dal quartier generale dei LoTeks che, ve lo dico io, vi spariamo una bomba, amici. Preparate il videoregistratore perché è quello che vi serve. Abbiamo la cura per l’Enne A Esse. Esatto, la cura per il tremore nero che vi arriva in diretta dai laboratori della Pharmakom, e sapete una cosa? Non volevano darvela questa informazione. E invece eccola qui, completamente gratis nello stile di LoTeks.”
La battaglia nel mondo virtuale viene condotta da Johnny e dalla regia di Robert Longo, al suo primo lungometraggio, in maniera breve ma suggestiva. Autoduplicatosi nella realtà virtuale, Johnny sfugge al virus, entra nella propria memoria e preleva la terza immagine, quella di Anna. Grazie al codice l’intestazione Pharmakom Industries appare sullo schermo.
Jaybone: “Pronti a trasmettere!”
Una cascata di luce si riversa verso i televisori di tutto il mondo, i dati, le foto, ogni cosa, appare chiaramente poi, nella mente di Johnny, tornano i suoi ricordi. La festa per il suo terzo compleanno, il volto di sua madre. Si toglie la cuffia e abbraccia Jane. Lontano, nel buio, un lampo di luce. Brucia il palazzo della Pharmakom.
Jaybone: “È il momento della rivincita.”
Tratto da un racconto di William Gibson è curioso notare che Jaybone o, se preferite, J-Bone è interpretato dal cantante rap Ice – T e il ruolo di Takahashi è sostenuto dall’attore e regista il cui nome per intero è Takeshi Kitano.
(3 – continua)