BEL PIANETA… LO PRENDIAMO (1996) – PARTE 03
STAR TREK PRIMO CONTATTO (The first contact)
Nei pensieri di JeanLuc Picard (Patrick Stewart) torna ricorrente il periodo in cui fu prigioniero e assimilato dai Borg, le entità cibernetiche che vogliono dominare la Galassia.
Un altro incubo nell’incubo, il Comandante sogna di essersi svegliato e di sciacquarsi il viso quando una componente metallica esce dalla sua guancia. Il sogno viene troncato dalla chiamata della Federazione che gli comunica che la stazione Deep Space Five è a conoscenza di una colonia distrutta dai Borg.
Picard: “<Diario del Capitano. Data Stellare 50893.5. Il momento che ho tanto temuto in questi sei anni alla fine è arrivato. I Borg, i nostri nemici più letali, hanno intrapreso l’invasione della Federazione e stavolta, forse, non riusciremo a fermarli>.”
Picard riunisce i suoi ufficiali per comunicare loro che è stata avvistata una nave Borg ma che l’incarico dell’Enterprise è quello di pattugliare la Zona Neutrale per evitare che i Romulani possano approfittare del momento delicato per compiere rappresaglie.
Nella sua cabina Picard sta ascoltando della musica quando Riker (Jonathan Frakes, che è anche il regista del film) gli porta il rapporto delle prime ore d’ispezione. Un rapporto molto scarno e assai poco interessante tranne, forse, la scoperta di una nuova cometa.
Riker: “Perché ce ne stiamo qui a inseguire comete?”
Picard: “Diciamo che la Flotta Stellare ha piena fiducia nell’Enterprise e nel suo equipaggio ma non si fida del suo Comandante. Secondo loro un uomo che una volta è stato catturato e assimilato dai Borg non dovrebbe essere messo in condizioni di affrontarli di nuovo. Sarebbe come introdurre un elemento di instabilità in una situazione già critica.”
Riker: “È ridicolo! La sua esperienza con i Borg fa di lei l’uomo ideale per guidare lo scontro!”
Dalla Plancia arrivano le comunicazioni della Flotta Stellare che ha intercettato i Borg.
Dall’altoparlante giunge la voce inumana del nemico.
“Noi siamo i Borg. Abbassate i vostri scudi e arrendetevi. Assimileremo le vostre peculiarità teologiche e tecnologiche alle nostre. La vostra cultura si adatterà a servire noi. La resistenza è inutile.”
Le navi sono in evidente difficoltà mentre l’ormai fin troppo tristemente noto cubo Borg si dirige verso la Terra. Picard non ha esitazioni e ordina di dirigersi a massima curvatura verso l’obbiettivo dei nemici.
Picard: “Sto per commettere un’esplicita violazione dei nostri ordini. Se qualcuno di voi è contrario parli ora, sarà registrato sul mio giornale di bordo.”
Data: “Capitano, credo di parlare a nome di tutti qui, Signore, quando dico al diavolo gli ordini!”
Picard: “Allarme rosso, tutti ai posti di combattimento! Attivare!”
Nello spazio vicino alla Terra il cubo Borg si sta inesorabilmente avvicinando incurante dei colpi che le navi della flotta gli stanno assestando. Anche l’astronave comandata da Worf (Michael Dorn) è in grosse difficoltà e l’Enterprise che si sta avvicinando teletrasporta i superstiti sulla propria nave. La nave ammiraglia è stata distrutta e quindi Picard parla alle navi rimaste.
Picard: “Numero Uno, apra un canale con la flotta.”
Riker: “Canale aperto, Signore.”
Picard: “Qui è il Capitano Picard dell’Enterprise, assumo il comando della Flotta. Puntate tutte le vostre armi sulle seguenti coordinate, (le digita al computer) fuoco al mio comando!”
Data: “Signore, le coordinate che ha indicato non sembrano essere un sistema vitale.”
Picard: “Si fidi, Data.”
Riker: “La flotta ha risposto, Signore, sono pronti.”
Picard: “Fuoco!”
Mentre una pioggia di colpi cade sul grande cubo Borg, Picard confida a Troi (Marina Sirtis) di sentire dentro al suo cervello la voce dei Borg.
Da una grossa apertura del cubo esce una grande sfera che prosegue la sua corsa verso la Terra. L’Enterprise segue la sua traiettoria mentre Worf entra in plancia e Picard gli chiede di mettersi al tattico. L’inseguimento continua e Data (Brent Spiner) comunica alcuni fenomeni inquietanti.
Data: “I sensori mostrano particelle cronometriche che emanano dalla sfera.”
Picard: “Stanno creando un vortice temporale.”
Riker: “Viaggio nel tempo.”
Il vortice creato dalla sfera investe l’Enterprise.
Picard: “Data, rapporto!”
Data: “Sembra che siamo incappati in un’onda temporale.”
Worf: “Capitano… la Terra…”
Data: “L’atmosfera contiene alte concentrazioni di metano, monossido di carbonio e fluoro.”
Picard: “Segni di vita?”
Data: “Popolazione stimata circa nove miliardi… tutti Borg!”
Troi: “Come…”
Picard: “Devono averlo fatto nel passato. Sono tornati indietro e hanno assimilato la Terra, cambiato la storia…”
Beverly: “Se hanno cambiato la storia perché noi siamo ancora qui?”
Data: “L’onda temporale deve averci protetto dai cambiamenti nella linea temporale… Signore, il vortice sta collassando.”
Picard: “Mantenga la rotta, Signor Hawk, dobbiamo seguirli nel passato, riparare qualunque danno abbiano fatto.”
È notte in quell’angolo della Terra, una sorta di accampamento e un fuoco.
Zefram Cochrane (James Cromwell) e Lily (Alfre Woodard) stanno uscendo da una specie di bar quando vedono un punto muoversi lontano nel cielo… da questo punto partono dei raggi che colpiscono la base.
L’Enterprise esce dall’onda temporale.
Picard: “Rapporto.”
Riker: Scudi abbassati, sensori a lungo raggio fuori uso, l’energia principale tiene.”
Data: “Stando alle letture astrometriche siamo a metà del XXI Secolo. Dagli isotopi radioattivi nell’atmosfera direi che siamo all’incirca dieci anni dopo la Terza Guerra Mondiale.”
Riker: “Ma certo. Molte delle principali città distrutte, pochi Stati sopravvissuti, seicento milioni di morti, nessuna resistenza.”
Worf: “Capitano…”
La grande sfera sta sparando in un punto preciso della Terra.
Picard: “Signor Worf, siluri quantici pronti.”
Worf: “Pronti.”
Picard: “Fuoco!”
La sfera esplode.
Picard: “Sparavano alla superficie. Posizione!”
Riker: “Emisfero Occidentale. Continente Nordamericano, sembra una base missilistica nel Montana Centrale.”
Picard: “Base missilistica… la data, presto, ho bisogno di sapere la data esatta.”
Data: “4 aprile 2063.”
Riker: “4 aprile… il giorno prima del Primo Contatto.”
Data: “Precisamente.”
Beverly: “Deve essere la base dove Zefram Cochrane sta costruendo la sua nave a propulsione curvatura.”
Picard: “Ecco che cosa sono venuti a fare: a impedire il Primo Contatto.”
Riker: “Quanti danni, tenente?”
Hawk: “Non so, i sensori a lungo raggio sono ancora fuori uso.”
Picard: “Dobbiamo scendere laggiù, scoprire che è successo: Data, Beverly, con me! Voglio trovare una squadra di sicurezza in sala teletrasporto 3. Computer, abiti civili della metà del XXI Secolo. Numero Uno, le affido la Plancia.”
Picard e gli altri si fanno teletrasportare nella base gravemente colpita dai raggi Borg, tramite una botola entrano in un sotterraneo dove trovano tutti gli addetti ai comandi morti.
Il Capitano si rivolge a Beverly (Gates McFadden).
Picard: “Vedi se uno di loro è Cochrane. Data, andiamo a controllare lo stato della nave.”
Picard e Data entrano nel silo che contiene il Phoenix, l’ormai storica astronave di Cochrane ma Lily spara loro contro. Data interviene e, con un lungo salto, raggiunge la ragazza che gli scarica addosso il mitra senza provocare il minimo effetto. Lily sviene e Beverly constata che ha subito un avvelenamento da radiazioni e la trasporta nell’infermeria dell’Enterprise.
Picard ordina che Riker, con una squadra di ricerca, scendano per cercare lo scienziato e ordina anche a La Forge (LeVar Burton), il quale non porta più il visore ma sfodera due occhi quasi umani, di scendere per riparare i piccoli danni che la Phoenix ha subito durante il bombardamento.
Data e Picard si soffermano a esaminare la nave.
Picard: “Non è stupefacente? Una volta questa nave era un missile nucleare.”
Data: “È paradossale che il Dottor Cochrane abbia scelto uno strumento di distruzione di massa per inaugurare un’era di pace.”
Picard (tocca la nave): “Sa, mi sembra un sogno, Data. Devo aver visto questa nave centinaia di volte nello Smithsonian ma non avevo mai potuto toccarla.”
Data: “Signore, il contatto tattile altera la sua percezione della Phoenix?”
Picard: “Oh, sì. Noi umani, con il tatto, stabiliamo con l’oggetto un legame molto personale, lo sentiamo più reale.”
Data (tocca a sua volta la nave): “Sto rilevando imperfezioni nel rivestimento al titanio, variazioni di temperatura nel collettore del carburante, ma non mi sembra più reale ora di quanto fosse un minuto fa…”
Troi: “Volete restare da soli voi tre?”
Picard: “Che cosa ha scoperto?”
Troi: “Non c’è traccia di Cochrane da nessuna parte dell’edificio.”
Picard: “Deve essere qui, per lui nulla era più importante di questa nave, questo volo era il suo sogno.”
Troi: “Capitano, dovremmo considerare la possibilità che il Dottor Cochrane sia rimasto ucciso nell’attacco.”
Picard: “Se è così anche il futuro potrebbe morire con lui.”
Ci sono dei problemi sull’Enterprise, al settore 16, e un tecnico entra in uno dei condotti per controllare, vede delle ombre e qualcosa lo assale. La sua collega si affaccia anche lei al condotto, qualcosa le si avvicina, un urlo e poi più nulla.
Ancora delle voci nella mente di Picard, si mette in contatto con l’Enterprise e Worf gli comunica che c’è qualcosa di strano nella sezione 16. Picard risale immediatamente mentre, nell’infermeria della nave spaziale, la temperatura sta aumentando. Qualcuno o qualcosa sta cercando di sfondare la paratia d’ingresso.
Picard: “Comandante Worf, ho bisogno di sapere esattamente che cosa è successo.”
Worf: “Abbiamo perso il contatto col Ponte Sedici, comunicazioni, sensori interni, tutto. Stavo per inviare una squadra di sicurezza per indagare.”
Picard: “No, isoli il Ponte Sedici. Voglio squadre di sorveglianza a ogni punto d’accesso. Signor Hawk, prima che perdessimo i sensori interni quali erano esattamente le condizioni ambientali in sala macchine?”
Hawk: “La pressione atmosferica era di due kilopascal al di sopra della norma, novantadue per cento di umidità, trentanove gradi Celsius.”
Picard: “Trentanove gradi Celsius… Come una nave Borg. Sapevano che la loro nave era condannata, i nostri scudi erano abbassati. Sono riusciti a trasportarsi qui senza essere individuati. Assimileranno l’Enterprise e poi… la Terra.”
I Borg cominciano a isolare le varie sezioni della nave. Data interviene rapidamente e isola il computer della nave con un codice criptato. In infermeria Lily si sveglia estremamente agitata.
I Borg stanno per entrare e Beverly attiva il Dottore Olografico, un irresistibile cameo di Robert Picardo, famoso per avere quel ruolo nella serie Voyager. La Dottoressa chiede al medico di cercare di far perdere tempo ai Borg e una imbarazzatissima immagine olografica si dirige verso i Borg.
Dottore: “Secondo gli archivi medici della Flotta Stellare, gli impianti Borg possono provocare gravi irritazioni cutanee… Forse desidera una pomata analgesica?”
Beverly e il suo gruppo, tra infermieri e pazienti, si rifugiano nei condotti ma Lily prende volutamente un’altra direzione.
In plancia Picard fa il punto della situazione.
Picard: “La prima cosa che faranno in sala macchine sarà creare una collettività, un punto centrale da cui poter controllare l’alveare. Il problema è se cominciamo a usare armi a particelle in sala macchine corriamo il rischio di colpire il nucleo a curvatura. Io credo che dovremmo cercare di bucare uno dei serbatoi di refrigerante del plasma. Data?”
Data: “Ottima idea. Il refrigerante induce liquefazione del materiale organico al contatto.”
Worf: “Ma i Borg non sono completamente organici.”
Picard: “Vero. Ma come tutte le forme di vita cibernetiche non possono sopravvivere senza i loro componenti organici.”
Worf: “Ho ordinato di impostare tutte le armi su una modulazione variabile. I Borg si adatteranno rapidamente. Potremo sparare dodici colpi al massimo.”
Picard: “Un’altra cosa. Potreste incontrare membri dell’equipaggio dell’Enterprise che sono già stati assimilati, non esitate a sparare. Credetemi, gli farete un favore. Andiamo.”
Scusate, ma questa frase non ci è sembrata né giusta né opportuna. Se lo avessero fatto anche con lui a suo tempo?
Sulla Terra, nel campo base, i superstiti stanno riparando i danni causati dalla incursione Borg. Troi è seduta al tavolo del bar, e Riker la chiama ma la donna, in uno stato di evidente ubriachezza e farfugliando un poco, gli presenta l’uomo che stanno cercando, Zefram Cochrane, ubriaco a sua volta.
Il Consigliere si giustifica con Riker dicendogli che quello era l’unico modo per trattenere l’uomo e per essere ascoltata da lui. Quindi crolla completamente ubriaca dopo aver tracannato un ultimo sorso. Cochrane, ancora in piedi, ha rimesso in funzione il juke box e sta ballando scompostamente.
La squadra che sta setacciando la nave alla ricerca dei Borg si divide: Picard e Data guidano la prima e Worf la seconda.
Data: “Capitano, credo di stare provando… ansia. È una sensazione interessante ma mi distrae…”
Picard: “Data, sarà senz’altro un’esperienza affascinante ma forse dovrebbe disattivare il suo chip emozionale, per ora.”
Data: “Buona idea, Signore… (scuote la testa) Fatto.”
Picard: “Bene… certe volte la invidio.”
La squadra di Worf incontra Beverly e i suoi e la Dottoressa chiede al klingoniano di cercarle Lily che è scomparsa. Intanto Picard e gli altri hanno incontrato i Borg.
Picard: “Abbassate le armi. Ci ignoreranno fino a che non saremo una minaccia.”
Gli alieni passano tra loro ed essi li seguono incrociando Worf e i suoi uomini.
Cercando di attivare l’apertura manuale del Ponte Sedici Data si ritrova la serratura in mano. Questo tentativo è sufficiente perché ora i Borg si interessino a loro. Picard chiede a Data di coprirlo e cerca di attivare la porta digitando su un pannello dietro la parete. Riesce ad aprirlo proprio mentre i colpi di faser diventano inefficaci e si trovano davanti ad altri Borg. Picard ordina la ritirata verso il Ponte Quindici, ma un pannello si apre leggermente dietro Data che viene afferrato per i piedi e trascinato all’interno. Subito dopo l’apertura si richiude. Nella fuga Picard è costretto a uccidere uno dei suoi uomini nel quale era iniziato il processo di assimilazione.
Picard entra nei condotti interni e qui incontra Lily che s’impossessa della sua arma, la ragazza è al limite dell’isteria e ordina a Picard di portarla fuori di lì. Sotto la minaccia dell’arma il Capitano si avvia lungo un condotto. Data si trova saldamente legato a un tavolo nella sala macchine e vede i tentativi compiuti dai Borg per penetrare nel computer.
Data: “Qualsiasi tentativo di decriptare il codice sarà del tutto vano come pure il tentativo di assimilarmi alla vostra collettività.”
Gli risponde una voce femminile.
“Parole coraggiose. Le ho già sentite pronunciare da migliaia di specie in migliaia di mondi ma molto prima che tu fossi creato… ma ora quelle specie sono Borg.”
Data: “Io sono diverso da qualsiasi forma di vita abbiate incontrato prima. I codici immagazzinati nella mia rete neurale non possono essere rimossi con la forza.”
“Tu sei un essere imperfetto creato da un essere imperfetto. Trovare il tuo punto debole è solo questione di tempo.”
Delle punte penetrano nella tempia di Data.
Cochrane: “Allora, vediamo se ho capito bene la situazione, Comandante. Un gruppo di creature cibernetiche venute dal futuro sono tornate indietro nel tempo per assoggettare la razza umana e voi siete qui per fermarle.”
Riker: “Esatto.”
Cochrane: “Porca vacca, che eroi! (Ride).”
Riker: “Glielo dimostreremo… Geordi!”
La Forge sta guardando dentro a un telescopio.
Geordi: “Eccola lì. Stupenda! Allora… dia un’occhiata.”
Cochrane: “Bene, bene, bene. Che si vede di bello? Adoro gli spogliarelli… (Inquadrata dal telescopio appare una piccola Enterprise sullo sfondo stellato) Aaah… è un trucco… Come avete fatto?”
Geordi: “È il suo telescopio.”
Troi: “È la nostra nave, l’Enterprise.”
Cochrane: “E… Lily è lassù, adesso”
Troi: “Esatto.”
Cochrane: “Posso parlarle?”
Riker: “Abbiamo perso il contatto con l’Enterprise, non sappiamo perché.”
Cochrane: “Allora…Cosa volete che faccia?”
Riker: “Semplice. Compia il suo volo a curvatura domani mattina come era previsto.”
Cochrane: “Perché domattina?”
Riker: “Perché alle undici in punto una nave aliena comincerà ad attraversare il Sistema Solare.”
Cochrane: “Aliena vuol dire extraterrestre? Altri cattivi?”
Troi: “Buoni. Sono in missione di ricognizione. Non hanno interesse per la Terra, troppo primitiva…”
Cochrane: “Ah…”
Riker: “Dottore. Domani, registrando la traccia a curvatura della sua nave, capiranno che gli umani hanno scoperto come viaggiare ad una velocità maggiore di quella luce. Modificheranno la loro rotta e stabiliranno il Primo Contatto con la Terra proprio qui.”
Cochrane: “Qui?”
Geordi (indicando dietro di sé): “Beh, veramente, sarebbe lì.”
Riker: “È uno dei momenti chiave della storia dell’umanità, Dottore. Lei stabilirà il Primo Contatto con una razza aliena e, da quel momento, tutto comincerà a cambiare.”
Geordi: “Grazie alle sue teorie sulla propulsione a curvatura, flotte di navi stellari potranno esplorare la Galassia.”
Troi: “La consapevolezza di non essere soli nell’Universo unirà gli uomini come nessuno avrebbe mai ritenuto possibile. Povertà, malattie, guerre, scompariranno nell’arco dei prossimi cinquant’anni.”
Riker: “Ma se non farà il suo volo a curvatura domattina, prima delle undici e un quarto, tutto questo non accadrà.”
Cochrane: “E voialtri siete tutti… astronauti… in una specie di viaggio stellare…”
Geordi: “Senta, dottore, lo so che può suonare incredibile ma ormai ci resta poco tempo. Ci serve il suo aiuto.”
Riker: “Che cosa dice?”
Cochrane: “Perché no…”
Sull’astronave i Borg continuano ad assimilare l’equipaggio dell’Enterprise. Intanto Picard è riuscito a convincere la sospettosissima Lily, le mostra la Terra sotto di loro e il campo di forza che sostituisce il vetro. Data continua a conversare con la voce sconosciuta. Misteriosamente i due fori sulla tempia sono scomparsi. (Blooper?)
“Sei pronto?”
Data: “Chi sei?”
“Io sono i Borg”
Data: “Ma è una contraddizione. I Borg hanno una coscienza collettiva, non ci sono individualità.”
Dall’alto scende la cosa a cui appartiene la voce che sta parlando con Data. È un testa, un collo e una colonna vertebrale che si applicano a un corpo che l’attendeva in basso. È nominata nel copione come Regina Borg (Alice Krige) noi la contrarremo in R.B.
R.B.: “Io sono l’inizio e la fine, l’uno e molti altri. Io sono i Borg.”
Data: “Salve. Sono curioso. Tu controlli la collettività Borg?”
R.B.: “Presupponi una diversità che non esiste. Sono io la collettività.”
Data: “Forse dovrei riformulare la domanda. Vorrei capire come sono i rapporti organizzativi. Sei tu il loro capo?”
R.B.: “Io porto ordine nel caos.”
Data: “Interessante ma criptica risposta.”
R.B.: “Tu sei nel caos, Data. Tu sei la contraddizione, una macchina che desidera essere umana.”
Data: “Visto che sai tante cose di me, saprai anche che sono programmato per evolvermi, per migliorare me stesso.”
R.B.: “Anche noi stiamo cercando di migliorare noi stessi, di evolvere verso uno stato di perfezione.”
Data: “Perdonami, ma i Borg non si evolvono, conquistano.”
R.B.: “Assimilando altri esseri nella nostra collettività, li portiamo più vicini alla perfezione.”
Data: “Io però dubito dei vostri scopi.”
R.B.: “Questo perché non sei ancora stato opportunamente stimolato.”
Data: “Ah… tu hai… riattivato il mio chip emozionale. Perché?”
R.B.: “Non avere paura..”
Data: “Io non ho paura.”
Uno degli anelli che tiene immobilizzato Data si apre e, guardando il suo polso, Data resta sorpreso:
R.B.: “Sai cos’è questo, Data?”
Data: “Sembra che tu stia cercando di innestare tessuto organico sulla mia struttura endoscheletrica.”
R.B.: “Che fredda descrizione di un dono così prezioso…”
Soffia leggermente sulla pelle facendola accapponare. Data ne sente lo stimolo.
R.B.: “Ti è piaciuto?”
Il viso di Data è quello di un essere al settimo cielo.
Picard e Lily stanno percorrendo i corridoi e le paratie per ora deserte della grande nave spaziale.
Lily: “Quanti pianeti ci sono in questa Federazione?”
Picard: “Oltre centocinquanta. Sparsi in ottomila anni luce.”
Lily: “Non tornerai spesso a casa.”
Picard: “Veramente, considero questa nave la mia casa ma se ti riferisci alla Terra cerco di tornarci ogni volta che posso… Bene non hanno ancora decriptato il codice.”
Lily: “Chi? Quegli zombie bionici di cui mi parlavi?”
Picard: “Borg.”
Lily: “Borg… Sono svedesi… Quanto è grande questa nave?”
Picard: “Ci sono ventiquattro ponti. È lunga quasi settecento metri.”
Lily: “Ci ho messo sei mesi per rimediare abbastanza titanio da costruirci una cabina di pilotaggio di quattro metri! Quanto è costato quest’affare? (Indicando il distintivo sulla tuta di Picard)”
Picard: “L’economia del futuro è piuttosto diversa. Vedi, il denaro non esiste nel XXIV Secolo.”
Lily: “Niente soldi? Vuoi dire che non ti pagano?”
Picard: “L’acquisizione della ricchezza non è più la forza motrice delle nostre vite. Noi lavoriamo per migliorare noi stessi e il resto dell’umanità… In realtà siamo come te e il dottor Cochrane.”
A una svolta Lily vede i Borg e urla.
Picard: “Aspetta, andiamo!”
Lily: “Non c’è un’altra strada?”
Picard: “So quello che faccio.”
I due passano in mezzo ai Borg poi entrano in un corridoio laterale e Picard spara alla strumentazione aliena per farsi seguire dai cyborg. Entrato nella stanza il Capitano mette in funzione il programma The big goodbye e quando i Borg entrano si trovano in mezzo a una finzione in puro stile Humphrey Bogart. Picard si accorge di aver sbagliato capitolo del programma e passa a quello che gli interessa (per la precisione dal Capitolo 2 al 12) in questo modo, durante un ballo, può impossessarsi del mitra nascosto dentro al violino di uno degli invitati e con questo fare fuoco contro i due Borg che crollano colpiti a morte. Dal corpo di uno di essi Picard prende un microprocessore dove sono archiviate tutte le istruzioni e lo decodifica. Il suo volto si fa, se possibile, ancora più scuro e dice a Lily che devono tornare in Plancia immediatamente.
Sulla Terra, intanto, tutte le attenzioni che Geordi e i suoi uomini riversano su Cochrane, trattandolo come un eroe, lo infastidiscono, il pensiero di essere diventato un personaggio storico al quale dedicheranno delle statue e intesteranno delle scuole, rende Zefram ancora più cupo e l’unica cosa che sa rispondere a Geordi, allontanandosi, è:
Cochrane: “Cambio l’acqua al pesce.”
Picard ha raggiunto Worf, Beverly e gli altri in Plancia.
Worf: “I Borg controllano oltre metà della nave. Abbiamo cercato di ridare energia alla Plancia e al sistema armamenti ma senza successo.”
Picard: “Abbiamo un altro problema. Ho trovato un neuroprocessore Borg e ho scoperto cosa stanno cercando di fare. Stanno trasformando il disco del deflettore in un faro interfasico.”
Hawk: “Interfasico?”
Picard: “È un trasmettitore spaziale. Attivando il faro saranno in grado di stabilire un collegamento con i Borg che vivono in questo secolo.”
Beverly: “Ma nel XXI Secolo i Borg sono ancora nel Quadrante Delta.”
Picard: “Invieranno rinforzi. L’umanità sarà un bersaglio facile. Attaccare la Terra nel passato per assimilare il futuro.”
Worf: “Dobbiamo distruggere il disco del deflettore prima che attivino il faro!”
Picard: “Non possiamo arrivare né al controllo deflettore né a una navetta. Signor Worf, ricorda l’addestramento militare in assenza di gravità?”
Worf: “Ricordo che mi dava il voltastomaco e… Che cosa ha in mente?”
Picard: “Credo che sia ora di fare una bella passeggiata.”
Sulla Terra, nel frattempo, Riker e La Forge rintracciano Cochrane che era scomparso senza dire nulla a nessuno.
Sull’Enterprise Worf, Picard ed Hawk hanno indossato le combinazioni spaziali e si preparano per l’E.V.A. (Extra Veicolar Activity).
Worf: “Ho rimodulato gli emettitori d’impulso ma credo che non avremo più di un paio di colpi prima che i Borg si adattino.”
Picard: “Allora ogni colpo deve andare a segno.”
Ora ci spostiamo nella sala motori dell’Enterprise, da Data.
Data: “Dimmi, stai usando un neurotrasmettitore a base polimerica per inviare impulsi nervosi organici al processore centrale della mia rete positronica? In questo caso, come hai risolto il problema della degradazione del segnale inerente all’apparato organico sintetico e.…”
R.B.: “Tu parli sempre tanto?”
Data: “No, non sempre. Ma spesso.”
R.B.: “Perché insisti ad utilizzare questa comunicazione linguistica primitiva? Il tuo cervello androide ha capacità molto superiori.”
Data: “Hai dimenticato. Sto sforzandomi di diventare più umano.”
R.B.: “Umani. Noi eravamo esattamente come loro, difettosi, deboli, organici, ma ci siamo evoluti fino ad includere il sintetico, ora li usiamo entrambi per raggiungere la perfezione. La tua aspirazione dovrebbe essere la stessa.”
Data: “Ritenere sé stessi perfetti spesso è indice di una mente maniacale.”
R.B.: “Piccole parole di un piccolo essere che cerca di attaccare ciò che non capisce.”
Data: “Io capisco che tu non provi un vero interesse per niente. Il tuo scopo è solo quello di ottenere i codici per il computer dell’Enterprise.”
R.B.: “È solo uno dei nostri scopi. Uno dei tanti ma per raggiungerlo sono pronta ad aiutarti a raggiungere il tuo.”
Un Borg toglie il fermo che immobilizza Data per controllare il suo innesto sul polso, questo è sufficiente all’androide per liberarsi e prendere a cazzotti i Borg; uno di essi però lo ferisce al braccio, proprio sulla nuova pelle che si mette a sanguinare, lui la guarda stupito, la Regina Borg allontana i suoi uomini.
R.B.: “Cominci a capirlo ora? Ma guardati: te ne stai lì a coccolare la nuova pelle che ti ho dato. Se non significa nulla per te perché proteggerla?”
Data: “Io… io sto semplicemente imitando il comportamento degli umani.”
R.B.: “Vedo che stai diventando sempre più umano, Data. Stai anche imparando a mentire.”
Data: “La… la… mia… programmazione non prevedeva l’elaborazione di queste sensazioni.”
R.B.: “Allora strappati la pelle dalle braccia come se fosse un circuito difettoso… coraggio, Data. Noi non ti fermeremo… fallo! Non farti tentare dalla carne. Hai familiarità con le forme fisiche del piacere?”
Data: “Se… ti stai riferendo alla… sessualità… io sono perfettamente funzionale, programmato in tecniche multiple.”
R.B.: “Quanto tempo è che non le usi?”
Data: “Otto anni, sette mesi, sedici giorni, quattro minuti, ventidue…”
R.B.: “Troppo tempo…”
Lo bacia e Data risponde al bacio.
Ora siamo sull’Enterprise, anzi, all’esterno della stessa. Worf, Picard ed Hawk stanno guardando l’opera che i Borg stanno compiendo.
Worf: “Dovremmo portare dei rinforzi.”
Picard: “Non c’è tempo. Sembra che stiano costruendo il faro sopra all’emettitore di particelle. Una volta fissate le aste del transponder il faro sarà attivato.”
Hawk: “E se regolassimo a piena potenza i nostri faser?”
Picard: “No. Rischieremmo di colpire il disco. È caricato con antiprotoni, potremmo distruggere metà della nave. Dobbiamo trovare un altro modo.”
Sulla Terra Cochrane giustifica la sua fuga con il fatto che è terrorizzato di quello che diventerà in futuro ma poi decide di tornare indietro anche perché Riker lo stordisce con il faser.
Nello spazio i tre iniziano a sbloccare i fermi che mantengono in sede l’emettitore di particelle. La loro manovra è sottolineata dai rumori dei passi sulla nave spaziale, dal fruscio dell’apertura di un pannello, ogni minima mossa, ogni minimo gesto è sottolineato dal suo rumore opportuno, anche il più piccolo. Tutto questo nel vuoto più assoluto dove il suono non si propaga. Appena uno dei pannelli viene disattivato i Borg iniziano a muoversi e nelle lotte che ne seguono, Worf si trova con un piccolo foro nella tuta, Hawk viene colpito mentre solo due Borg vengono eliminati.
Picard riesce alla fine a staccare l’emettitore con sopra i Borg ma viene assalito dall’ormai assimilato Hawk, poi l’intervento di Worf risolve la situazione. Il klingoniano quindi rivolge il faser che ha usato per uccidere Hawk in una sorta di tiro al piattello spaziale colpendo l’emettitore che si stava allontanando nello spazio con il suo carico alieno.
Il risultato dell’operazione viene captato dalla Regina Borg.
Sulla Terra manca un’ora al lancio e Riker sale sulla Phoenix dove Cochrane è già seduto al posto di pilotaggio.
Dal centro di controllo aprono i portelli esterni e la luce del giorno entra nell’astronave. Riker indica a Cochrane la falce lunare.
Riker: “Guardi lì.”
Cochrane: “Come, non ce l’avete la Luna nel XXIV Secolo?”
Riker: “Certo che ce l’abbiamo, solo che è molto diversa. Ci vivono cinquanta milioni di persone nel mio secolo. Si vedono Tycho City, Nuova Berlino, perfino il lago Armstrong in una giornata come questa… e sa una cosa, dottore?”
Cochrane: “La prego! Non mi dica che il merito è tutto mio, ne ho abbastanza del grande Zefram Cochrane! Non so chi scriva i vostri libri di storia o dove prendiate le vostre informazioni ma voialtri vi siete fatti delle strane idee su di me. Mi guardate tutti come se fossi una specie di santo, di visionario o che ne so…”
Riker: “Io non la credo un santo, ma un sogno ce l’aveva e ora c’è seduto dentro.”
Cochrane: “Vuole sapere qual è il sogno? Un sacco di dollari, molti. Non ho costruito questa nave per inaugurare una nuova era per l’umanità. Crede che voglia andare nello spazio? Neanche mi piace volare, io vado in treno! Ho costruito questa nave per potermi ritirare in un’isoletta tropicale piena di donne nude… Ecco Zefram Cochrane! Ecco il suo sogno! L’altro tipo di cui non fate che parlare, il personaggio storico… io non l’ho mai conosciuto e non credo che lo conoscerò mai.”
Riker: “Qualcuno una volta ha detto: non cercare di diventare un grand’uomo, sii solo un uomo e lascia il giudizio alla storia.”
Cochrane: “Che stupida retorica! Chi l’ha detto?”
Riker: “Lei. Tra dieci anni. Ha cinquantotto minuti. Farà meglio a spuntare quella lista di controllo.”
L’avanzata dei Borg sui ponti dell’Enterprise continua inesorabile ma Picard ordina di resistere e di cercare di fare in modo che i faser possano tornare a uccidere gli spietati droni e di ricorrere al corpo a corpo se fosse necessario.
Worf: “Aspettate! Le nostre armi sono inutili. Dobbiamo attivare la sequenza di autodistruzione, usare le navette di salvataggio per evacuare la nave!”
Picard: “No!”
Beverly: “JeanLuc, se distruggiamo la nave distruggiamo i Borg.”
Picard: “Resteremo a combattere!”
Worf: “Signore, abbiamo perso l’Enterprise ma non dovremmo sacrificare…”
Picard: “Non abbiamo perso l’Enterprise, Signor Worf! Non lasceremo l’Enterprise, non ai Borg, finché avrò io il comando, questi sono gli ordini!”
Worf: “Io mi dichiaro contrario a questa linea di condotta!”
Picard: “La sua obiezione è registrata.”
Worf: “Con il dovuto rispetto, Signore, credo che lei stia consentendo alla sua personale esperienza con i Borg di influenzare il suo giudizio!”
Picard: “Lei ha paura. Vuole distruggere la nave e fuggire. È un codardo!”
Beverly: “JeanLuc!”
Worf: “Se fosse un qualsiasi altro uomo la ucciderei dove si trova!”
Picard: “Via dalla mia Plancia!”
Lily assiste esterrefatta alla scena, vede allontanarsi Worf e poi anche Picard esce dalla Plancia. Beverly ha intenzione di eseguire gli ordini del Capitano quindi Lily raggiunge Picard che sta cercando di cambiare le frequenze dei faser. L’uomo le spiega che sei anni prima era stato parzialmente assimilato dai Borg e che quindi conosce meglio di tutti la loro malvagità e i loro scopi. Lily paragona Picard al Capitano Achab di Moby Dick, la cui sete di vendetta lo accecava, portandolo a perdere la nave e a perire. Ne nasce una discussione accesa e Picard urta con il faser la vetrina che contiene tutti i modellini precedenti dell’Enterprise.
Picard: “Io non sacrificherò l’Enterprise. Siamo già scesi a troppi compromessi, troppe ritirate. Invadono il nostro spazio e noi ci ritiriamo, assimilano mondi interi e noi ci ritiriamo, adesso basta! Li dobbiamo fermare qui, impedirgli di andare oltre e io gliela farò pagare per tutto quello che hanno fatto!”
Lily: “Hai rotto le tue piccole navi, ci vediamo, Achab…”
Picard: “E sul bianco dorso della balena egli scaricò la somma di tutta la rabbia e l’odio provati dalla propria razza. Se il suo petto fosse stato un cannone gli avrebbe sparato contro il suo cuore…”
Lily: “Cosa?”
Picard: “Moby Dick…”
Lily: “Veramente non l’ho mai letto…”
Picard: “Achab passa anni a cacciare la balena bianca che lo ha azzoppato. È sete di vendetta e, alla fine, distruggerà lui e la sua nave.”
Lily: “Forse non ha saputo fermarsi in tempo.”
Un triste sorriso appare rapidamente sul volto di Picard che torna in Plancia.
Picard: “Prepararsi ad evacuare l’Enterprise.”
Tutto è pronto per il decollo, sulla Terra.
La sequenza di autodistruzione viene inserita usando i codici vocali di Picard, Beverly e Worf. Tra quindici minuti la nave esploderà.
Worf sta per allontanarsi ma Picard lo ferma.
Picard: “Signor Worf, mi dispiace di alcune delle cose che le ho detto prima.”
Worf: “Alcune?”
Picard: “Per la verità io credo che lei sia l’uomo più coraggioso che abbia conosciuto.”
Worf: “Grazie, Signore.”
Picard gli allunga la mano ed il klingoniano gliela stringe.
Rimasto solo in Plancia il Capitano sente nella sua mente la voce di Data.
La sequenza dei controlli è stata completata e un missile, molto simile a un vecchio Titan, decolla dalla base con una assordante musica di rock ‘n’ roll, un disco inserito da Cochrane che ferisce le orecchie di Troi.
Lily sta per imbarcarsi su una delle navette.
Lily: “Tu non vai, vero?”
Picard: “Lily, quando ero prigioniero sulla nave Borg, il mio equipaggio ha rischiato tutto per salvarmi e adesso c’è qualcuno, su questa nave, a cui devo la stessa cosa.”
Lily: “Vai a cercare il tuo amico.”
Le capsule di salvataggio lasciano l’Enterprise e Picard entra nella sezione dominata dai Borg fino a raggiungere il cuore della sala motori.
R.B.: “Che c’è che non va, Locutus, non ricordi più? Le menti organiche sono così fragili cose… Come hai potuto dimenticarmi così in fretta? Eravamo molto vicini tu e io. Ascolti ancora la nostra canzone…”
Picard: “Sì, io… io mi ricordo di te… ci sei sempre stata… ma… quella nave e tutti i Borg sono stati distrutti!”
R.B.: “Ragioni in termini così tridimensionali, come sei diventato piccolo… Data mi capisce, non è vero Data?”
Picard: “Che cosa gli hai fatto?”
R.B.: “Gli ho dato quello che voleva, carne e ossa.”
Picard: “Lascialo andare, non è lui che vuoi.”
R.B.: “Stai offrendo te stesso a noi?”
Picard: “Offrire te stesso… ma certo! Sì, mi ricordo adesso, per te non era sufficiente assimilarmi, dovevo offrirmi spontaneamente ai Borg… a te!”
R.B.: “Ti sopravvaluti. Sovrintendo all’assimilazione di milioni di entità. Tu non eri diverso dagli altri.”
Picard: “Stai mentendo. Tu volevi di più di un semplice drone Borg, volevi un essere umano con una mente propria, che potesse colmare il divario fra gli uomini e i Borg, tu volevi una controparte! Ma io resistevo, ti combattevo…”
R.B.: “Non puoi neanche immaginare la vita che ti sei negato.”
Picard: “Non è troppo tardi. Locutus potrebbe ancora esserti accanto, proprio come volevi tu, da eguale. Lascia andare Data e io riprenderò il mio posto al tuo fianco, volontariamente, senza opporre resistenza.”
R.B.: “Ma che nobile creatura, una qualità che a volte ci fa difetto. Assumeremo questa tua peculiarità alle nostre. Benvenuto a casa, Locutus… Data, sei libero di andare.”
Picard: “Data, vada!”
Data: “No! Io non voglio andare.”
R.B.: “Come puoi vedere io ho già trovato un eguale. Data, disattiva la sequenza di autodistruzione.”
Picard: “Data, no! Non lo faccia! Data, mi ascolti…”
Data ignora le parole di Picard e disattiva l’autodistruzione.
R.B.: “Ora inserisci i codici criptografici e dammi il controllo del computer.”
Picard: “Data! Data…”
Data: “Sarà un eccellente drone.”
Due Borg afferrano Picard e lo portano via.
Nello spazio l’esperimento procede perfettamente. L’ordine di Cochrane, che ha a bordo Riker e Geordi, è quanto mai noto:
Cochrane: “Attivare!”
L’Enterprise si sta avvicinando alla Phoenix, la cosa preoccupa Cochrane ma non Riker e Geordi, all’oscuro del dramma che si sta svolgendo a bordo.
Data: “Sto per attivare i sensori esterni.”
La Phoenix è pronta per la velocità curvatura.
Data: “Siluri quantici bloccati”
R.B.: “Distruggili! …Guarda la fine del tuo futuro…”
Picard è tenuto fermo su una poltrona da un Borg e assiste impotente a Data che fa fuoco contro la Phoenix ma, incredibilmente, manca il bersaglio.
R.B.: “DATA!”
Data: “La resistenza è inutile!”
Con un poderoso colpo Data infrange uno dei serbatoi di refrigerante del plasma e una densa nuvola di fumo verde invade la stanza.
Picard si arrampica verso l’alto usando uno dei tubi che scendono dal soffitto ma la Regina Borg gli si aggrappa. Picard e i sostegni stanno per cedere quando dal fumo sbuca la mano di Data che afferra la Regina trascinandola con sé in mezzo al refrigerante. Le parti organiche della Regina cominciano a sciogliersi e i Borg, privi di ogni controllo, fanno la stessa fine.
Il volo del Phoenix ha completo successo: dopo un brevissimo volo a curvatura, i tre astronauti osservano una piccola Terra lontana. Le vie dello spazio sono aperte.
Sull’Enterprise il tubo si stacca da uno dei due sostegni e Picard ondeggia fino ad aggrapparsi a un traliccio. Il Capitano avvia l’aspiratore e libera la stanza dal gas. Sul pavimento resta lo scheletro metallico della Regina Borg, ancora pulsante di luci, Picard ne spezza la spina dorsale, le luci si spengono.
Data: “Capitano…”
Picard si volta e vede l’androide. Tutte le sue parti organiche sono scomparse lasciando in evidenza i circuiti.
Picard: “Data! Come si sente?”
Data: “Immagino meglio di quanto sembri… È strano, una parte di me soffre per la sua morte.”
Picard: “Lei era unica.”
Data: “Mi ha portato più vicino all’umanità di quanto non ritenessi possibile. Per qualche tempo sono stato tentato dalla sua offerta.”
Picard: “Per quanto tempo?”
Data: “Zero sei e otto secondi, Signore. Per un androide è quasi un’eternità.”
Picard: “Diario del Capitano. 5 aprile 2063. Il viaggio della Phoenix è stato un successo, di nuovo. La nave aliena ha individuato la traccia della curvatura e sta andando verso il suo appuntamento con la storia.”
La nave aliena sta scendendo.
Il portello si apre, una figura scende lungo la passerella.
Cochrane: “Mio Dio! Sono veramente di un altro mondo…”
Riker: “Vorranno conoscere l’uomo che ha volato con la nave a curvatura.”
Cochrane si avvicina all’alieno e questi si toglie il cappuccio che gli copriva il capo, noi lo riconosciamo subito per un vulcaniano come riconosciamo il suo tipico saluto.
Vulcaniano: “Lunga vita e prosperità.”
Come non riuscirà mai a Kirk, anche Cochrane non riesce a fare il saluto vulcaniano quindi gli si avvicina e gli porge la mano che l’alieno, con qualche esitazione iniziale, stringe.
Cochrane: “Grazie.”
In distanza i nostri eroi seguono la scena.
Picard: “È ora di uscire discretamente di scena.”
Mentre gli altri si preparano per il teletrasporto, Picard si avvicina a Lily.
Lily: “Devi andare? Vi invidio per il mondo in cui tornate.”
Picard: “Io invidio voi che muovete i primi passi in una nuova frontiera. Mi mancherai, Lily.”
La bacia sulla guancia e si allontana.
Il campo gravitazionale della Luna ha oscurato la traccia di curvatura quindi i vulcaniani non si sono accorti della presenza dell’Enterprise.
Picard: “Signor Data, calcoli la rotta per il XXIV Secolo, sospetto che il nostro futuro sia lì ad aspettarci.”
Data: “Rotta inserita. Signore.”
Picard: “Attivare!”
Cochrane ha invitato i vulcaniani nel Bar della base e sta loro offrendo da bere. Poi li terrorizza con il rock’n’roll. Un Primo Contatto con gli umani che solo la grande pazienza vulcaniana potrà tollerare.
E sarà solo la prima di tante volte… vero Kirk?
Per tutta la lavorazione il film aveva come titolo Genesis II, ma era ormai chiaro che la Next Generation poteva avere un film tutto suo. Visti i precedenti risultati, Ron Moore, Brannon Braga e Rick Bergman si misero al lavoro. Era chiaro, o almeno Bergman ne era totalmente convinto, che il soggetto doveva riguardare un viaggio nel tempo, un argomento che aveva sempre colpito nel segno, ma Moore e Braga, a loro volta, desideravano portare sullo schermo i migliori cattivi televisivi che erano stati creati nella nuova serie: i Borg. Quindi bisognava unire le due cose ed era abbastanza logico che i Borg, i cui tentativi precedenti erano sempre stati frustrati, potessero cercare di sconfiggere la Federazione e soprattutto i terrestri, cercando di colpirli nel passato. Bisognava decidere quale passato e, a tutta prima, nacque un’idea assolutamente intrigante e cioè quella di ambientare l’incontro tra Picard e i Borg nell’Italia rinascimentale.
L’idea fu abbandonata malgrado avesse molte scene interessanti come quella di Data che discuteva con Leonardo Da Vinci sulle sue incredibili creazioni. Il Rinascimento fu un periodo di idee feconde e illuministiche ma anche questo non bastò per mantenere in piedi il progetto. Specie per gli americani, che non hanno parte nella nostra storia passata, sarebbe stato un periodo poco conosciuto e la spettacolarità e la partecipazione dello spettatore ne avrebbe risentito. Non era poi facile, infine, far apparire Picard e gli altri in abiti d’epoca senza farli apparire, almeno allo spettatore sprovveduto, ridicoli. Per cui, con rimpianto, il progetto fu abbandonato.
Il trucco usato per creare le protesi facciali dei Borg necessitava di qualcosa come cinque ore per l’applicazione compreso il fatto che ci volevano due ore per indossare le tute di gomma che erano state realizzate su misura. Il tutto sottoponeva le comparse a una specie di bagno turco che fu sopportato stoicamente. Il trucco era poi completato da lucette lampeggianti opera di Michael Westmore Jr. che ha poi programmato queste luci su trentacinque comparse Borg diverse in modo che lampeggiassero in un preciso codice morse. I nomi che queste luci comunicano sono quelli dei produttori e anche il suo cane che si chiama Bonnie. Poi anche Data si è dedicato a questa trasmissione dei messaggi, quando la sua struttura metallica diventa visibile, le sue luci comunicano il messaggio: Resistance is futile.
La scena del ballo del ponte ologrammi in puro stile anni ’40 fu girata in una sala esistente della Union Station di Los Angeles, e l’arredamento fu solo ritoccato in qualche punto. Gli esterni della base di Cochrane furono girati in una valle del Parco Nazionale di Los Angeles. La solita ILM si preoccupò di realizzare qualcosa come più di duecento effetti ottici e computerizzati come, per esempio, tutte le navi che si vedono attorno al grande cubo Borg, un misto, come accadde poi anche, per esempio, in Independence Day di modellini e di creazioni digitali. Il vortice temporale fu creato con la tecnica usata nel film Twister, un sistema di renderizzazione di particelle con un effetto coprente che non permetteva di rivelare subito la Terra dominata dai Borg.
Fu realizzata una nuova Enterprise per opera di John Eavesed: il risultato fu, casualmente, molto vicino a quello della U.S.S. Voyager come se fosse una naturale evoluzione verso quella forma ma Eavesed non aveva visto né la serie TV né i bozzetti della Voyager. Il modello dell’Enterprise fu curatissimo a tal punto che furono applicate sulle finestre del modellino delle piccolissime diapositive che mostravano gli interni della nave spaziale.
Abile la regia di Jonathan Frakes che aveva già dalla sua la realizzazione, come regista, di alcuni episodi di The Next Generation. Il personaggio di Zefram Cochrane è apparso in uno degli episodi della serie classica dal titolo Guarigione da forza cosmica di Ralph Senensky ed era interpretato, allora, da Glenn Corbett.
Era destino per Zefram Cochrane di avere la possibilità d’incontrare un altro famoso Capitano dell’Enterprise. Dopo aver avuto a che fare, infatti, con un Picard tornato indietro nel tempo è la volta di James T. Kirk ed è lui, questa volta, il viaggiatore inconsueto che avrà questa seconda possibilità. In questo episodio della serie classica intitolato Guarigione da Forza Cosmica, Cochrane, questa volta interpretato da Glenn Corbett, incontra Kirk in un’epoca nella quale lui dovrebbe essere morto da un pezzo e, infatti, come sapremo, così sarebbe avvenuto se non gli fosse stata offerta, contro la sua volontà una possibilità straordinaria conosciuta dagli uomini come una chimera: l’immortalità, favoloso dono tema portante anche di Star Trek: L’Insurrezione.
L’episodio che stiamo per presentare è stato trasmesso nell’ormai lontano 1967 e, per la precisione, il 10 novembre, anche se la sua ideazione risale tra aprile e maggio dello stesso anno. In Italia è arrivato, per la prima volta, ben dodici anni dopo: il 22 maggio 1979.
La navetta Galileo sta portando il Vice Commissario della Federazione Nancy Hedford (Elinor Donahue)
verso l’Enterprise. Le ragioni di questo trasporto sono subito note.
Spock: “Ecco, abbiamo raggiunto il Punto 3, Capitano, ora vediamo sulla nuova rotta 201.15.”
Kirk. che siede a fianco del vulcaniano, si era appisolato ma apre gli occhi prontamente.
Kirk: “Grazie, Signor Spock.”
A bordo della navetta c’è anche il Dottor McCoy e la sua paziente, lo stesso Vice Commissario Nancy Hedford. La donna passa al medico una tazza di caffè che questi porge al suo Capitano.
McCoy: “Jim…”
Kirk: “Come sta, Dottore?”
McCoy: “Stazionaria.”
Nancy: “Devo ringraziare la sua flotta astrale…”
McCoy: Via, Commissario, non può incolpare la flotta astrale!”
Nancy: Avrebbero dovuto farmi in anticipo le opportune vaccinazioni.”
McCoy: Il Morbo di Sakuro è estremamente raro. C’è una probabilità su un miliardo di contrarre tale malattia.”
Nancy: “Ero stata mandata a Epsilon Canaris 3 per prevenire una guerra e grazie all’inefficienza del personale medico della flotta astrale sono stata costretta a partire prima del previsto.”
Kirk: “Le assicuro che, raggiunta l’Enterprise con la sua attrezzatura medica, lei potrà ristabilirsi e tornare al suo lavoro in tempo per evitare una guerra.”
Nancy: “E quando dovremmo raggiungere questa sua astronave?”
Kirk: “Esattamente fra quattro ore e ventun minuti, Commissario.”
La pausa caffè risulta essere molto breve per Kirk.
Spock: “Capitano…”
Kirk: Sì?”
Spock: “Dia un’occhiata al suo rilevatore, prego.”
Kirk: È strano… mai visto niente del genere…”
Spock: “Già, nemmeno io.”
Kirk ordina di accendere lo schermo e così possono scorgere visivamente l’elemento perturbatore costituito da una strana nuvola di gas che cambia continuamente di colore.
Spock: “Si dirige direttamente su di noi a grande velocità.”
La manovra evasiva sortisce, come al solito, un risultato nullo.
Kirk: Si è affiancata a noi. Cosa segnalano i sensori?”
Spock: “Una specie di nube di idrogeno ionizzato ma con forti impulsi elettrici intermittenti.”
La Galileo viene investita dalla nuvola e, all’interno della navetta, tutto sussulta.
Kirk: “Ci siamo!”
Spock: “Il timone non risponde, Capitano.”
Kirk: “Nemmeno quello d’emergenza. Le comunicazioni sono interrotte, azionare i deflettori, interrompa i collegamenti!”
Spock: “Interrotti, Capitano.”
La nube colorata avvolge la navetta.
Nancy: “Capitano, cosa succede? Voglio sapere!”
Kirk: “Sa quello che sappiamo noi, Signorina Hedford, non so quale sia la causa, ma siamo stati deviati dalla nostra rotta.”
Spock: “Ora siamo sulla rotta 98. 1 e 2, diretti verso la regione di Gamma Canaris.”
McCoy: “Jim! Dobbiamo portare la Signorima Hedford sull’ Enterprise, le sue condizioni…”
Kirk: “Lo so, Bones, ma non posso farci niente!”
Nancy: “Esigo che si raggiunga l’Enterprise come programmato!”
Kirk: “Signorina Hedford, faremo tutto il possibile. Al momento siamo impotenti, sarà meglio che si rilassi e si goda la passeggiata!”
“Spazio, ultima frontiera.
Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale diretta ad esplorare nuovi mondi, a ricercare nuove forme di vita e nuove civiltà, ad arrivare coraggiosamente là dove nessun uomo è mai arrivato prima…”
GUARIGIONE DA FORZA COSMICA (Metamorphosis)
La Galileo è atterrata su un pianeta sconosciuto.
Kirk: “Enterprise, qui è la Galileo, rispondete per favore, rispondete… Enterprise, qui è la Galileo, rispondete per favore! Niente, non riusciamo a trasmettere… Bones?”
McCoy: “Atmosfera di ossigeno, azoto, kripto, argon, neon, temperatura settantacinque gradi Farenheit, praticamente identica all’atmosfera terrestre.”
Spock: “Gravità simile alla Terra, piuttosto insolita, data la sua dimensione, La sua struttura è composta in gran parte di ferro e nichel, qualcosa di più di un asteroide, un piccolo pianeta, direi, forse i resti di un pianeta dissolto tanto tempo fa. Perfettamente idoneo alla vita umana.”
Kirk: “D’accordo, usciremo a vedere. Fase di sbarco. Bones, lei si tenga in stato d’allarme. Signorina, lei resterà qui.”
Nancy: “E per quanto tempo dovrei restar qui dentro, Capitano?”
Kirk: “Domanda molto sensata. Vorrei poterle rispondere… Bene, andiamo!”
I tre scendono dalla navetta e si guardano intorno.
Kirk: “Dia un’occhiata in giro, Bones.”
Mentre il dottore va in esplorazione, Spock e Kirk si avvicinano ai pannelli della Galileo. Il vulcaniano ne apre uno ed esamina i contatti.
Spock: “Stranissimo, incredibile… Anzi, Capitano, del tutto impossibile…”
Kirk: “Non ci sono guasti ma niente funziona.”
Spock: “Precisamente.”
Kirk: “Ci deve essere un motivo!”
Spock: E’ ovvio.”
Kirk: “Controlliamo ancora.”
Anche Nancy si affaccia all’esterno e scende la scaletta. McCoy ha finito il suo giro.
McCoy: “Jim, ho fatto un rapido controllo e confermo gli stessi dati ricavati da Spock, solo che siamo stati sospinti fuori rotta.”
Spock: “Da quella nube ionizzata?”
McCoy: “Credo di sì. La sua presenza è segnalata anche su questo pianeta, in quella direzione… Non sembra solida, sembra piuttosto instabile, inconsistente, simile ad una massa gassosa.”
Una voce li sta chiamando, una figura umana si avvicina correndo e facendo dei cenni. Giunto vicino a loro la figura si rivela come perfettamente umana, almeno all’apparenza.
Spock: “Sorprendente!”
Kirk: “Bones, rilevi i dati fisiologici di quell’essere!”
Ora l’uomo è di fronte a loro.
Cochrane: “Siete reali? Voglio dire: non vi sto sognando, vero?”
Kirk: “Penso di no.”
Cochrane: “Parlate la mia lingua, siete terrestri?”
Kirk: “Della Federazione.”
Cochrane: “La… beh, non importa, io mi chiamo Cochrane. Sono qui non so da quanto… Come sono felice di vedervi… Una donna… e bella, per giunta.”
Kirk: “Sono il Capitano James Kirk, comandante dell’astronave Enterprise.”
Cochrane stringe la mano a tutti man mano che Kirk gli presenta i suoi due più validi collaboratori.
Kirk: “Il mio Primo Ufficiale, il Signor Spock.”
Cochrane: “Lei è un vulcaniano, vero?”
Spock: “Esatto.”
Kirk: “Il Capo Chirurgo Leonard McCoy.”
Cochrane: “Dottore…”
McCoy: “Piacere…”
Kirk: “Oh, mi scusi, il Vice Commissario Federale Hedford.”
Cochrane: “(fissandola) Siete come ossigeno per un moribondo… Tutti quanti… Ehi, ma che bella nave, semplice e lineare. Stavate cercando di ripartire?”
Kirk annuisce.
Cochrane: “Lasciate perdere, è inutile.”
Mentre Cochrane osserva estasiato la Galileo, McCoy sussurra qualcosa a Kirk.
McCoy: È umano, Jim. Tutto corrisponde perfettamente.”
Kirk: “Signor Cochrane! Senta… siamo stati dirottati e condotti qui da una forza a noi ancora sconosciuta…”
Spock: “…Che al momento pare presente su questo corpo celeste…”
Cochrane: “Mi dispiace, ma io non ne so niente…”
Spock: “Lei dice che non riusciremo a rimettere in funzione questa nave?”
Cochrane: “E’ da escludere. C’è un campo di smorzamento qui per cui i sistemi elettrici non funzionano.”
Spock: “Ha qualcosa in contrario se continuiamo a provare?”
Cochrane: “Fate pure. Avete un mucchio di tempo.”
Kirk: “E lei, Cochrane? Come è arrivato qui?”
Cochrane: “Ho avuto un incidente… ma, vi prego, non parliamone qui. Ho una piccola abitazione da quella parte, con tutte le comodità, posso persino offrire un bagno caldo.”
Nancy: “Molto acuto da parte sua notare che me ne serve uno!”
Kirk: “Se non le dispiace vorrei sapere qualcosa di più in merito al suo arrivo qui. Siamo lontani dalle solite rotte.”
Cochrane: “E infatti… e sono felice di vedervi! Risponderò a tutte le vostre domande, ma non qui… La vostra nave è una bellezza…”
Kirk: “Sì, lo è.… e, dato che lei è fuori circolazione da molto tempo può darsi che l’impostazione le risulti nuova… Signor Spock, perchè non spiega i nostri sistemi di propulsione al Signor Cochrane?”
Kirk si apparta con McCoy mentre Spock spiega a Cochrane il funzionamento della Galileo e Nancy sta guardando lo strano paesaggio del pianeta che è stato ricostruito in studio in modo evidente e verrà in seguito utilizzato più volte come già è stato fatto in precedenza con solo qualche variante, ma che è comunque suggestivo.
McCoy: “Parla parecchio ma non dice molto.”
Kirk: “Uhm… e ho notato anche qualcos’altro…”
McCoy: “Cosa?”
Kirk: “E’ un viso familiare…”
McCoy: “Familiare? Ora che me lo dice lo noto anch’io…”
Kirk: “Ma non riesco a localizzarlo… La signorina Hedford?”
McCoy: “Niente febbre, ancora, ma dobbiamo intervenire subito. Jim, sono sicuro che le salirà presto. Che cosa dobbiamo fare?”
Kirk: “Accetteremo l’invito di Cochrane.”
E così avviene e i quattro si avviano, guidati da Cochrane, verso la sua casa.
Spock: “L’ha costruita lei, Signor Cochrane?”
Cochrane: “Sì, sono riuscito a salvare alcuni attrezzi dal disastro. Non me la cavo male, naturalmente non è la Terra ma è tollerabile. Coltivo degli ortaggi nei campi al di là di quella altura. Entrate pure.”
Nancy comincia ad avere dei capogiri e McCoy la sostiene ma la donna entra con le sue forze nell’elegante abitazione di Cochrane.
Kirk: “Proprio tutte le comodità di una vera casa… E questo cimelio?”
Il Capitano ha preso da un mobile quello che sembra essere un vecchio componente di un razzo.
Cochrane: “Ah, allude ai miei strumenti? Immagino che nel frattempo le cose siano molto cambiate.”
Kirk: “Non molto in realtà.”
Porge lo strumento a Spock.
Nancy: “Ma perchè fa così caldo qua dentro?”
Cochrane: “C’ è una temperatura di venticinque gradi. Vi offrirò qualche cosa di fresco.”
Cochrane si allontana in un’altra stanza.
McCoy: “Sente caldo?”
Nancy: “Mi sento furiosa, profondamente delusa e terribilmente oltraggiata.”
McCoy: “Beh, è stata una giornata spossante. Perchè non riposa un po’?”
Nancy: “Riposerò dopo, Dottore.”
McCoy: “Ha la febbre, questo è il primo sintomo.”
Kirk: “Già, non ci resta molto tempo…”
Spock: “Capitano, Dottore…”
I due raggiungono il vulcaniano che è in piedi accanto alla porta e sta guardando fuori, all’esterno dove una strana forma luminosa è apparsa tra gli sporadici alberi e le rocce rosse.
Una nube rotante di colore giallo con inframezzate delle parti luminose di vari colori e rotanti anch’esse.
La visione scompare.
Kirk: “Che cos’era?”
I tre sono rientrati e il capitano si è rivolto a Cochrane che è entrato a sua volta nella stanza portando dei bicchieri e una bottiglia su un vassoio.
Cochrane: “Beh, talvolta la luce fa strani effetti. Non immaginate neanche quel che ogni tanto mi sembra di vedere…”
Spock: “Non è stata un’immaginazione. C’era un’entità là fuori, forse la stessa che ci ha condotti sin qui. Si spieghi.”
Cochrane: “Non c’è nulla da spiegare…”
Cochrane porge il bicchiere a Nancy che lo ringrazia ma Kirk non ha alcuna intenzione di far cadere l’argomento.
Kirk: “L’avverto che ho pochissima pazienza quando c’è in gioco la sicurezza dei miei uomini! L’abbiamo trovata in un luogo che gli esseri umani non frequentano, siamo stati praticamente aggrediti e condotti qui, non solo le chiedo una spiegazione, Signore, ma la esigo!”
Cochrane: “E va bene… Era il Compagno…”
Kirk: “Cosa?!”
Cochrane: “E’ così che lo chiamo. Vede, per la verità non mi sono schiantato qui. Ci sono stato condotto con la mia nave… ero mezzo morto e il Compagno mi ha salvato.”
Spock: “Era ferito?”
Cochrane: “Stavo morendo, Signor Spock.”
Kirk: “Beh, ora sembra in ottima forma. Che è successo?”
Cochrane: “Ero vecchio.”
Kirk: “Che cos’era?”
Cochrane: “Non so come abbia fatto ma il Compagno mi ha ringiovanito, mi ha fatto tornare come sono ora.”
Spock: “Preferisco astenermi da qualsiasi commento su questa storia. Nel frattempo vuol, per favore, spiegarmi che cos’è esattamente questo suo Compagno?”
Cochrane: “Ve l’ho detto: non so che cosa sia. So che esiste, che è vivo e che posso comunicare con lui.”
McCoy: “E’ una storia piuttosto incredibile.”
Kirk: “Signor Cochrane, qual è il suo nome?”
Cochrane: “Zefram.”
Kirk: “Zefram… Cochrane… dell’Alpha Centauri, della Commutazione nell’Iperspazio…”
Cochrane: “Esatto, Capitano.”
McCoy: “Ma è impossibile, Zefran Cochrane è morto centocinquanta anni fa!”
Spock: “Il nome di Zefran Cochrane è ricordato in tutta la Galassia. Hanno dato il suo nome a pianeti e importanti università e città.”
Kirk: “Non le sembra poco credibile la sua storia, Signor Cochrane?”
Cochrane: “Avevo 87 anni quando arrivai in questo pianeta.”
Kirk: “Dice che… il Compagno l’ha soccorso e ringiovanito. Cosa faceva nello spazio così vecchio?”
Cochrane: “Ero stanco, Capitano, prossimo alla morte e volevo morire nello spazio.”
Spock: “Il suo corpo non fu mai ritrovato.”
Cochrane: “Ce l’ha davanti, Signor Spock.”
Spock: “Se è così porta molto bene i suoi anni.”
Mc Coy vede che la ragazza continua a star male e le si avvicina.
McCoy: “Come si sente?”
Nancy: “Malissimo, come dovrei sentirmi?”
McCoy: “Ha un po’ di febbre, sarebbe meglio si sdraiasse.”
Nancy: “Dottore, vuole lasciarmi in pace? E’ il caldo.”
McCoy: “Va bene, come vuole…”
McCoy si avvicina nuovamente a Kirk.
McCoy: “Jim…”
Kirk: “Sì?”
McCoy: “E’ cominciata la febbre e credo che continuerà a salire.”
Kirk: “Quanto tempo ci resta?”
McCoy: “Questione di ore.”
Dopo aver sostenuto questa conversazione con la delicatezza di un asteroide che collida contro la Terra visto che Nancy ha ascoltato tutto, Kirk si rivolge a Cochrane.
Kirk: “Lei sostiene di essere qui da più di centocinquant’anni e ha l’aspetto di un trentacinquenne…”
Cochrane: “Non invecchio grazie al Compagno…”
Spock: “Capitano… questi strumenti risalgono all’epoca indicata… Provengono dalla sua nave?”
Cochrane: “Sì, l’ho smontata. Cibo, acqua e tutto quello che mi serve mi viene fornito dal Compagno che apparentemente li crea qui sul luogo.”
Kirk: “Lei afferma di comunicare con lui, forse può chiedergli perchè siamo qui.”
Cochrane: “Lo so già.”
Kirk: “Le dispiacerebbe dircelo?”
Cochrane: “Non vi piacerebbe.”
Kirk: “Niente mi piace qui!”
Cochrane: “Siete qui per farmi compagnia.”
Kirk: “E’ stato lei, dunque.”
Cochrane: “Non io, il Compagno. Gli dissi che sarei morto di solitudine, speravo che mi avrebbe lasciato andare, invece ha condotto qui voi…”
A sentire queste parole che suonano un po’ come una condanna, Nancy viene presa da una crisi isterica. Kirk e McCoy la distendono sul letto di Zefran.
Kirk: “Spock, si dia da fare. Cerchi di sapere tutto quello che può. Mi trovi un’arma da usare contro quella cosa…”
Spock: “Mi chiede di trovarle un’arma, ha intenzione di distruggerlo?”
Kirk: “Ho intenzione di fare il possibile per lasciare questo pianeta e ricoverare la signorina all’ospedale. Se il Compagno ci ostacolerà dovremo eliminarlo, chiaro Spock?”
Spock: “Chiarissimo, Capitano.”
Kirk: “Molto bene, al lavoro… Se lei se ne andasse da qui, Signor Cochrane, cosa succederebbe?”
Cochrane: “Comincerei ad invecchiare, come tutti.”
Kirk: “Le piacerebbe andarsene?”
Cochrane: “Capitano, l’immortalità è fatta soprattutto di noia, mi dica: come si sta nella Galassia?”
Kirk: “Abbiamo colonizzato un migliaio di pianeti, attraversiamo distanze fantastiche, ovunque c’è vita, Cochrane. Riteniamo che esistano milioni di pianeti con forme di vita intelligente, non siamo però riusciti a localizzarli tutti, le interessa?”
Cochrane: “A lei piacerebbe risvegliarsi nel nuovo mondo dopo 150 anni di sogni?”
Kirk: “Quel mondo l’aspetta ma avremo bisogno del suo aiuto.”
Kirk: “Lo avrete.”
Spock sta esaminando i motori della Galileo e controllando i contatti sui pannelli quando, alle sue spalle, appare il Compagno. Spock allunga una mano per toccarlo ma una scarica lo scaraventa a terra mentre tutti i circuiti vengono fatti saltare.
A casa di Cochrane le condizioni di salute di Nancy peggiorano e, finalmente, il nostro Capitano sembra accorgersi di lei come a una priorità ormai imprescindibile.
Kirk: “Sembra che questo suo Compagno possa fare quasi tutto.”
Cochrane: “In effetti è molto potente.”
Kirk: “Potrebbe curarla?”
Cochrane: “Non lo so.”
Kirk: “Come comunica con lui?”
Cochrane: “Non certo a livello verbale. Comunico per via telepatica.”
Kirk: “Bisogna provare. La prego, veda se può far qualcosa.”
Cochrane esce e McCoy e Kirk lo seguono.
Kirk: “Come fa?”
Cochrane: “E’ semplice. Devo solo concentrarmi e lui arriva.”
Cochrane si allontana di alcuni passi e i due astronauti osservano la scena.
L’uomo chiude gli occhi e, poco dopo, il vortice di luce appare e avvolge Cochrane che, sempre a occhi chiusi, è avvolto da piccoli lampi pulsanti.
Osservando questa scena McCoy e Kirk, con un’intuizione data a loro da una sceneggiatura carente, arrivano a brillanti deduzioni.
Kirk: “Bones, che ne pensa?”
McCoy: “E’ quasi una specie di simbiosi, direi, un’unione…”
Kirk: “Pare anche a me… Non… non è un genere di rapporto tipo guardiano – prigioniero, vero?”
McCoy: “No… è molto di più.”
Kirk: “Infatti… è più simile all’amore…”
Le brillanti deduzioni si fermano con la scomparsa del Compagno. McCoy e Kirk raggiungono Cochrane.
McCoy: “Si sente bene?”
Cochrane: “Sì… mi lascia sempre un po’ stanco ma poi passa.”
Kirk: “Allora?”
Cochrane: “Il Compagno non può far nulla per la Signorina.”
Kirk: “Dovrà morire?”
Cochrane: “Per quanto mi riguarda farò del mio meglio, glielo assicuro, ma non possiamo aspettarci nulla dal Compagno.”
McCoy ha raggiunto la Galileo e trova Spock svenuto.
McCoy: “Spock! Si sente bene?”
Il vulcaniano apre gli occhi e si mette seduto.
Spock: “Sì… tutto a posto, sì… E’ accaduta una cosa straordinaria: a quanto pare il Compagno ha pensato bene di sottopormi ad un bel elettroshock vecchia maniera, di notevole voltaggio anche…”
McCoy: “E l’ha aggredita?”
Spock: “Evidentemente. Senza dubbio gran parte della sua sostanza è semplice elettricità.”
McCoy: “Ah, sì, certo. Io non sono un laureato in fisica, Signor Spock, ma se non mi sbaglio tutto ciò che genera elettricità può essere isolato, giusto?”
Spock: “Giustissimo, Dottore.”
Nella casa di Cochrane, Spock ha approntato un’apparecchiatura.
Spock: “Se colloca questo vicino al Compagno e preme il tasto sconvolgerà tutti gli impulsi elettrici che quella entità può produrre, non può fallire.”
Kirk nota lo sguardo cupo di Cochrane e gli si avvicina.
Kirk: “La cosa la turba?”
Cochrane: “(annuisce) Il Compagno mi ha salvato la vita, si è sempre preso cura di me. Siamo… siamo stati molto intimi in un modo molto difficile a spiegarsi. Penso perfino di provare dell’affetto per lui…”
Kirk: “Però la tiene prigioniera…”
Cochrane: “Non voglio che sia ucciso.”
Spock: “Vorremmo solo renderlo impotente.”
Cochrane: “Ma ci riuscirete? Potreste ucciderlo e questo non lo sopporterò.”
Kirk: “Dobbiamo andarcene da qui, lo sa anche lei. E io farò di tutto per salvare le nostre vite.”
Cochrane: “Dal suo punto di vista ha ragione.”
McCoy: “Comprendiamo quello che prova, Signor Cochrane, ma va fatto.”
Cochrane: “Va bene. Mi devo mettere in contatto?”
Kirk: “Sì, grazie, ma fuori.”
Cochrane si avvia verso l’esterno ma si ferma sulla porta.
Cochrane: “Come lo definiscono, il bacio di Giuda?”
L’astronauta esce mentre Kirk si avvicina alla porta di casa e Spock resta dietro di lui con l’apparecchiatura.
Spock: “Vi sono dei rischi, Capitano. Non conosciamo l’entità della sua potenza.”
Kirk: “Nemmeno lui la nostra.”
Il contatto avviene regolarmente e il Compagno avvolge Cochrane. Dalla casa Kirk osserva la scena.
Kirk: “Ora!”
Spock accende l’interruttore e la scarica colpisce il Compagno che lascia il contatto con Cochrane il quale cade a terra. Poi la creatura di energia si dirige verso la casa, distrugge l’apparecchio e avvolge i due con l’intento di soffocarli. Il suo colore è ora di un arancione intenso. McCoy osserva impotente la scena.
McCoy: “Lasciali, li stai uccidendo!”
Ma l’attacco continua.
McCoy: “Basta, per favore basta! Li stai soffocando, smettila!”
Cochrane rinviene e sente le implorazioni di Spock. Si alza e chiude gli occhi per mettersi in contatto con il Compagno. L’essere cambia colore e scompare. McCoy soccorre i due astronauti i quali però si rialzano prontamente e guardano fuori Cochrane avvolto dal Compagno il quale ha ripreso il suo solito colore.
Kirk: “Cochrane ci ha salvati, mi chiedo se ci ha fatto un favore…”
McCoy: “Che razza di discorso!”
Kirk: “Siamo impotenti a combatterlo. Ho una nave da qualche parte e la responsabilità di quattro vite qui, una delle quali si sta spegnendo.”
McCoy: “Non è colpa sua.”
Kirk: “Sono io il comandante e sono responsabile! Certo che è colpa mia, McCoy.”
McCoy: “Non dimentichiamoci che l’addestramento di un soldato comprende anche l’insegnamento della diplomazia. Perchè non provare con il miele anzichè col bastone?”
Kirk riflette rapidamente su queste parole.
Kirk: “Spock!”
Spock: “Sì, Capitano.”
Kirk: “Poichè disponiamo di un Traduttore Universale cerchiamo di usarlo per comunicare con quello.”
Spock: “Il traduttore funziona con forme di vita più consistenti…”
Kirk: “Lo adatti, lo modifichi. Aggiustarlo significherà qualcosa da fare, evitare d’annoiarsi.”
Spock: “E’ possibile. Se solo potessi potenziare le sue capacità…”
Kirk: “Faccia come crede, Spock, ma si metta al lavoro. Quella cosa è sempre là fuori, ora vada. (Si rivolge a McCoy riferendosi a Nancy sempre a letto in uno stato di torpore) Cambiamenti?”
McCoy: “Sì, in peggio.”
L’Enterprise sta solcando lo spazio.
Scott: “Giornale di Bordo. data Astrale 3219.8, Parla il Vice Comandante Scott in assenza del capitano Kirk. La navicella con a bordo il capitano, il Primo Ufficiale, il Capo Chirurgo McCoy e il Vice Commissario Federale Hedford, risulta ormai definitivamente in ritardo all’appuntamento con l’Enterprise. Stiamo tentando di rintracciarla.”
Uhura: “Signor Scott, il computer centrale ha segnalato che ci troviamo sulle coordinate dell’ultima posizione segnalate dalla navicella.”
Scott: “Grazie. Costante?”
Sulu: “No. Signor Scott, il rilevamento effettuato ha appena dato via libera, nessun residuo antimateria.”
Scott: “Rilevatori! Movimento sferico a massimo raggio… Dovrebbero individuarla.”
Uhura: “Se fosse andata fuori rotta, Signor Scott, ma se fosse stata rimorchiata…”
Scott: “Ci sarebbero comunque tracce residue fluttuanti di materia, Tenente…”
Sulu: “Rilevamento 2.40. Forte concentrazione di particelle… Ci siamo Signor Scott!”
Scott: “Seguire quella rotta. Mantenere i rilevatori!”
Sulu: “Siamo in rotta, Signore. Densità delle particelle… in diminuzione… Sparite! Azzerato…”
Scott: “Si mantenga in rotta, Signor Sulu.”
Uhura: “Cosa crede che significhi, Signor Scott?”
Scott: “La navicella era in orario fino a cinque ore prima dell’appuntamento. Poi è successo qualcosa.”
Uhura: “Non riesco a capire cosa possa essere accaduto.”
Scott: “Non si è sfasciata, non ci sono rottami, non c’è alcuna traccia di atmosfera interna che possa essere fuoriuscita dalla navicella ma… qualcosa l’ha trascinata via, una forza sconosciuta, può darsi… bisogna scoprire che fine ha fatto…”
Uhura: “Ma se non ci sono tracce da seguire come faremo a ritrovarli?”
Scott: “Manteniamo questa rotta e vediamo che succede.”
Uhura: “La Galassia è grande, Signor Scott.”
Uhura torna alla sua postazione mentre Scott risponde quasi a se stesso.
Scott: “E’ vero…”
Nell’abitazione di Cochrane, intanto, Spock sta lavorando al Traduttore Universale, apparecchiatura che in seguito perderà il suo attuale ingombro per diventare poi parte integrante dell’equipaggiamento in The Next Generation e viene portato sull’uniforme. Il traduttore è poi protagonista di un episodio di Deep Space Nine dal titolo La terra promessa dove ne viene spiegato il funzionamento il cui concetto però è spiegato anche qui dallo stesso Capitano Kirk.
Cochrane: “Su quale principio si basa questo congegno?”
Kirk: “Esistono certe idee e concetti universali comuni a tutte le forme di vita intelligente. Questo apparecchio confronta la frequenza di campioni di onde telepatiche, seleziona quelle idee e concetti che riconosce, poi fornisce la necessaria grammatica.”
Spock: “Quindi traduce i suoi dati nella lingua richiesta.”
Cochrane: “Vuol dire che parla?”
Kirk: “Con una voce che si avvicina il più possibile a quella dell’entità in questione. Certo, non funziona alla perfezione ma bisogna accontentarsi… pronto Signor Spock?”
Spock: “Pronto, Capitano.”
Kirk: “Signor Cochrane, chiami il Compagno.”
Cochrane esce per effettuare il collegamento mentale. Kirk e Spock sono davanti alla porta dell’abitazione dell’astronauta.
Il Compagno arriva e avvolge, come al solito, Cochrane.
Kirk: “Compagno… Vogliamo parlarti.”
L’essere lascia Cochrane e si avvicina ai due. La voce che scaturisce dal traduttore è indubbiamente femminile.
Compagno: “E come possiamo comunicare? In forma telepatica? Captate i miei pensieri? È interessante.”
Kirk: “Femminile… nessun dubbio in proposito.”
Spock: “Sì, e questo potrebbe mutare sostanzialmente la situazione.”
Kirk: “Sono d’accordo.”
Spock: “Non è un guardiano.”
Kirk: “No. E’ un’amante… Ascoltami… Non è giusto tenerci qui contro la nostra volontà.”
Compagno: “L’Uomo ha bisogno della compagnia di esseri del suo stesso genere o cesserà di esistere. Lo ha detto l’Uomo.”
Kirk: “C’è una donna con noi che cesserà di esistere se non l’accompagneremo al più presto dove potrà essere curata.”
Compagno: “L’Uomo ha bisogno di altri della sua specie ed è per questo che voi siete qui. L’Uomo deve continuare.”
Kirk: “Compagno, cerca di capire: è nella natura della nostra specie essere liberi come è nella tua natura stare qui. Vedi, noi cesseremo di esistere in cattività.”
Compagno: “I vostri corpi hanno cessato il loro processo di degenerazione, niente vi potrà più nuocere. Voi vivrete per sempre e l’Uomo vivrà per sempre, è necessario.”
Spock: “Capitano, questa, per noi, è una magnifica occasione. Le chieda della sua natura, della sua storia…”
Kirk: “Signor Spock, qui non siamo a scuola, lasci da parte la teoria!”
Spock: “Un’occasione come questa non si presenterà mai più.”
Kirk: “Questo non è il momento… Compagno, quello che tu ci offri è la non continuazione, è la non esistenza. Noi cesseremo di esistere. Anche l’uomo, capisci, cesserà di esistere…”
Compagno: “I vostri impulsi sono illogici. Questo colloquio è inutile. L’Uomo deve continuare perciò voi continuerete, è necessario.”
L’essere scompare. Kirk e gli altri, seguiti da Cochrane, rientrano in casa.
Cochrane: “Capitano, perchè avete inserito nel traduttore una voce femminile?”
Kirk: Non siamo stati noi.”
Cochrane: “Eppure…”
Kirk: “Vede, maschio e femmina sono concetti universali ed è fuori dubbio che il Compagno sia femmina.”
Cochrane: “Credo di non capire…”
McCoy: “Davvero? Eppure anche un cieco lo vedrebbe… Non mi guardi così, lei per il Compagno non è un giocattolo, è un’amante.”
Cochrane: “Che cosa sono?”
Spock: “L’atteggiamento del Compagno, quando si avvicina a lei, è diverso da quello che ha con noi. Il suo aspetto, leggero (?), gentile (?), la sua voce melodica, piacevole (??)… Non riesco ad afferrare completamente le sue emozioni ma ovviamente esistono. Lei è amato dal Compagno.”
Cochrane: “Ma si rende conto? Per tutti questi anni ho permesso ad un’entità estranea come quella di penetrare dentro di me, nella mia mente, nei miei sentimenti…”
Kirk: “In cambio della vita però, si ricordi.”
Cochrane: “Quella cosa là fuori si è nutrita di me, è disgustoso!”
McCoy: “No, non è disgustoso questo, è solo un’altra forma di vita. Ci si abitua a queste cose…”
Cochrane: “Siete corrotti come lei!”
Spock: “Questa sua reazione emotiva è estremamente illogica. La sua relazione con il Compagno è stata per 150 anni emotivamente soddisfacente, altamente pratica e totalmente innocua, oserei dire perfino benefica.”
Cochrane: “E sarebbe questo il futuro? Uomini privi di decenza e di moralità. Forse sono vissuto tutti questi anni fuori moda ma non intendo servire da foraggio a qualche mostro!”
Dopo questa uscita medioevalesca, illogica anche per uomo di 150 anni prima e appartenente quindi comunque al nostro futuro, Cochrane se ne esce di casa.
Spock: “E’ incredibile, il suo antiquato modo di vedere.”
McCoy si sente chiamare da Nancy, La ragazza è sempre sdraiata sul letto in preda alla febbre.
McCoy: “Eccomi, sono qui.”
Nancy: “Ho sentito tutto… È amato… e se ne risente…”
McCoy: “Su, non si agiti adesso.”
Nancy: “No, non voglio morire. Sono stata apprezzata per il mio lavoro ma… non sono mai stata amata… mai… Mi dica che genere di vita è.… non essere mai amata né mai aver dato l’amore… e lui vuole sfuggire all’amore…”
Nancy si gira piangendo e McCoy si alza guardando Kirk. Sa che la fine della ragazza è ormai vicina.
Nello spazio l’Enterprise sta continuando la sua disperata ricerca.
Scott: “Giornale di bordo. Data Astrale 3220.3 parla il Vice Comandante Scott in sostituzione del Capitano e del Primo Ufficiale. Stiamo continuando le ricerche della navicella scomparsa.”
Sulu: “Ci avviciniamo ad una zona d’asteroidi, Signore, i rilevatori segnalano circa settemila corpi variabili dal tipo “A” al tipo “M”.
Scott: “Composizione atmosferica?”
Sulu: “Il trentaquattro per cento dei corpi ha un’atmosfera dei tipi da “H” a “N”.
Scott: “Molto bene. Diamoci da fare, allora. Sensori pronti a registrare forme di vita. Selezione automatica.”.
Uhura: “Ma sono migliaia e potrebbero essere su uno qualunque di essi e non è detto che poi ci siano.”
Scott: “Infatti, ha detto bene, Tenente, migliaia e noi li esploreremo uno ad uno.”
Sull’asteroide Kirk sta cercando ancora di convincere il Compagno mentre Cochrane assiste alla conversazione.
Kirk: “Compagno, ami l’Uomo?”
Compagno: “Io non capisco.”
Kirk: “E’ importante per te? Cioè, voglio dire, è come se fosse parte di te stessa?”
Compagno: “E’ parte di me. L’Uomo deve continuare.”
Kirk: “Non continuerà. Egli cesserà di esistere perchè i tuoi sentimenti verso di lui lo condannano a un’esistenza che gli è intollerabile. E’ così, cesserà di esistere.”
Compagno: “Non invecchia. Esisterà per sempre.”
Kirk: “Tu parli del suo corpo, io parlo del suo spirito. Compagno, là, in quella casa, una donna della nostra specie sta morendo. Significa che lei non continuerà e la stessa cosa succederà all’uomo se tu non ci lascerai liberi.”
Compagno: “Io non capisco.”
Kirk: “La nostra specie può sopravvivere solo se ha degli ostacoli da superare. Tu ci hai tolto tutti gli ostacoli, senza di essi che ci rafforzano siamo destinati a morire. Oh, tu consideri l’Uomo come un giocattolo, tu ti trastulli con lui.”
Compagno: “Ti sbagli. L’Uomo è al centro di tutto, io mi curo di lui.”
Kirk: “Ma non puoi amarlo veramente, non sai minimamente cos’è l’amore, l’unione totale di due persone. Tu sei il Compagno lui è l’Uomo. Siete due cose diverse, non puoi unirti a lui, non puoi amarlo. Tu potrai tenerlo qui per sempre ma rimarrai comunque separata, divisa da lui.”
Compagno: “Se… se fossi umana potrebbe esserci l’amore?”
Non attende risposta e scompare.
McCoy: “Con ciò cosa spera di ottenere, Jim?”
Kirk: “Vorrei arrivare a convincerla di una cosa: che talvolta l’amore si esprime anche col sacrificio perciò, forse, se lo ama davvero, lo lascerà libero…”
Spock: “Ma si ricordi non è un essere umano e non può aspettarsi che reagisca come tale.”
Kirk: “Ho tentato.”
Cochrane: “E’ tutto inutile, lo so.”
Forse non è stato tutto inutile. Cochrane si sente chiamare, si volta e sulla soglia di casa c’è Nancy
che lo guarda sorridendo.
Nancy: “Zefram…”
Kirk: “Bones.”
Il medico esamina la donna con il suo Tricorder.
McCoy: “Non capisco, non è più ammalata!”
Nancy: “Noi capiamo.”
Cochrane: “E’ lei.”
Kirk: “Cosa?”
Cochrane: Ma non capite, è il Compagno!”
Kirk: “Bones!”
McCoy: “E’ in perfetta salute. Cuore a posto, respirazione normale, pressione normale… E’ impossibile, scientificamente…”
Nancy: “Siamo qui.”
Kirk: “Siamo?”
Nancy: “Tutte e due. Il Commissario della Flotta Spaziale, il Compagno.”
“Nancy” avanza verso Cochrane.
Nancy: “Siamo una sola persona.”
Spock: “Compagno… ma tu non hai il potere di creare la vita.”
Nancy: “Solo il Creatore dell’Universo può farlo.”
Spock: “Ma la Signorina Hedford stava morendo…”
Nancy: “Una di noi due… era troppo debole per resistere, ben presto avrebbe cessato di vivere, ora siamo insieme…”
Spock: “Perciò siete presenti entrambe in un solo corpo?”
Nancy: “Siamo una sola persona.”
Ora “Nancy” è davanti a Cochrane.
Nancy: “Zefran, non aver paura, non c’è motivo di temere… Solitudine… è questo che vuoi? Che sensazione amara… Oh, Zefram, è così triste, come riesci a sopportarla?”
Kirk: “Signor Spock, controlli la navicella, i motori e i dispositivi.”
Nancy: “Non è necessario, Capitano, funzionerà esattamente come prima, compresi tutti i dispositivi.”
Cochrane: “Ci lascerai andare?”
Nancy: “Non potremmo far nulla per trattenerti. Prima non potevo conoscere l’amore perchè non ero un essere umano, ora lo sono. Conoscerò il trascorrere del tempo e anche la morte ma pur di essere vicino all’Uomo, niente è più importante.”
Cochrane: “Sei molto bella.”
Nancy: “Una parte di me capisce ma… ma l’altra parte no, però ne è felice.”
Cochrane: “Potrei spiegarti molte cose.”
Nancy: “Ah, lasciami camminare Zefram, lascia che io senta la terra sotto i miei piedi, lascia che io senta il tepore del sole sul mio viso e te al mio fianco, lasciami provare queste cose…”
Cochrane guarda Kirk che annuisce.
Kirk: “Vada pure, Cochrane, noi abbiamo alcune cose da fare.”
I due si allontanano mano nella mano mentre sull’ Enterprise giunge finalmente una comunicazione da parte dei dispersi.
Uhura: “Signor Scott, è il Capitano.”
Scott: “Me lo passi. Stabilisca le coordinate! Capitano, sono Scott, tutto bene?”
Kirk: “Benissimo. Riuscite a localizzarci?”
Scott: “I rilevatori lo hanno già fatto, Capitano.”
Sulu: “Rotta 224. 12. Tempo d’avvicinamento: 57 minuti.”
Scott: “Saremo lì tra cinquantasette minuti.”
Kirk: “Molto bene. Mi terrò in comunicazione, mantenetevi in orbita all’arrivo, vi raggiungeremo noi con la navicella.”
Scott: “Che vi è successo?”
Kirk: “Una storia interessante, Scott. Non posso dirle niente ora, perchè in realtà non so come andrà a finire. Passo e chiudo.”
Cochrane e Nancy stanno parlando mentre la ragazza si sta beando di tutte le nuove sensazioni che prova.
Cochrane: “Sarà tutta una scoperta per te. Ci sono migliaia di pianeti nello spazio e milioni di esseri umani di tutte le razze. Sarò io a guidarti e a mostrarti ciò che c’è da vedere, non appena avrò imparato di nuovo a viaggiare.”
Nancy: “Non posso venire con te.”
Cochrane: “Ma certo che puoi, devi farlo.”
Nancy: “La mia vita è profondamente radicata a questo posto, se solo dovessi abbandonarlo per pochi giorni cesserei di esistere. Non posso, anche se so che un giorno la morte sarà inevitabile.”
Cochrane: “Vuoi dire che hai rinunciato a tutto per diventare umana? Ma anche se rimarrai qui un giorno morirai”
Nancy: “La gioia di quest’ora mi ripaga.”
Cochrane: “Non posso andarmene e lasciarti qui.”
Nancy: “Tu devi essere libero, Zefram.”
Cochrane: “Mi hai salvato la vita, mi hai amato. Ti sei presa cura di me. Io non l’avevo capito ma ora sì”
Cochrane la bacia.
L’Enterprise è arrivata e Kirk e gli altri vedono i due tornare dalla loro passeggiata.
Kirk: “L’Enterprise sta aspettando, Signor Cochrane.”
Cochrane: “Non posso portarla via, se lo facessi morirebbe e se la lasciassi morirebbe di solitudine. Io le devo tutto, non posso abbandonarla, Capitano, io amo Nancy.”
Spock: “La cosa non mi sorprende. Voi esseri umani siete irrazionali.”
Kirk: “Ci pensi bene. C’è un’intera Galassia che aspetta di onorarla.”
Cochrane: “Non è agli onori che tengo.”
Spock: “Ma invecchierete, tutti e due. Non godrete più della immortalità. Diventerete vecchi qui e alla fine morirete.”
Cochrane: “Succede da sempre agli uomini e alle donne. E’ una delle cose più apprezzabili della condizione umana, quella d’invecchiare insieme.”
Kirk: “Ne è sicuro?”
Cochrane: “Qui c’è acqua in abbondanza, il clima è favorevole alla vegetazione, potrei diventare anche un buon contadino e trovare persino la cosa divertente… Non si tratta di gratitudine, ora che la vedo, che la sento, capisco di amarla. Abbiamo tanti anni davanti a noi, anni felici.”
Kirk: “(stringendogli la mano) Ve lo auguro.”
Kirk e i suoi si avviano verso la Galileo.
Cochrane: “Capitano… Non dica niente di me.”
Kirk: “(voltandosi) Stia tranquillo, Cochrane.”
I tre s’incamminano nuovamente ma McCoy ha ancora un dubbio.
McCoy: “Jim, hai dimenticato la guerra su Epsilon Canaris 3!”
Kirk: “Sono sicuro che la Federazione troverà un’altra donna che si darà da fare per impedirla.”
Non si capisce perchè debba essere assolutamente una donna come non è neppure chiaro, tranne che per ragioni evidenti di sceneggiatura, come mai i nostri eroi siano andati a prendere Nancy con la Galileo invece di usare il teletrasporto ma questo non è importante, possono esservi stati mille buoni motivi…
La saga di Zefran Cochrane finisce qui, almeno fino a questo momento.
La sceneggiatura iniziale prevedeva anche l’inclusione dello stesso Scott nell’equipaggio della navetta Galileo, era lui quello che veniva fulminato dal Compagno ma poi si è deciso di soprassedere in quanto non sarebbe stato possibile limitare nello spazio di un telefilm tutto quello che il buon scozzese avrebbe voluto chiedere e sapere da Zefram Cochrane.
Come abbiamo detto il personaggio di Zefram Cochrane è qui interpretato da Glenn Corbett. L’attore è nato il 24 febbraio del 1934 a El Monte, in California. Non ha girato molti film ma è tra gli interpreti di pellicole come Chisum (1970) e La Battaglia di Midway (1976) e ha partecipato a molte serie televisive, quali per esempio L’uomo dell’U.N.C.L.E. nell’episodio Hong Kong Shilling Affair (1965) e anche nella serie La Terra dei Giganti dove, nell’episodio Un Mondo Misterioso (1968) è, ancora una volta, un viaggiatore dello spazio intrappolato sul pianeta. È morto, a causa di un tumore intestinale, il 16 gennaio 1993 a San Antonio, nel Texas.
(3 – continua)