ANTONIO TENISCI… AKHENATON E LA NARRATIVA GIALLA

L’antico Egitto ha espresso una splendida civiltà a capo della quale vi erano i faraoni, potenti sovrani, ritenuti figli degli dei, che regnavano incontrastati. Questo tema ha da sempre affascinato gli scrittori i quali hanno creato storie avvincenti e avventurose, di enigmi e misteri, di amori e guerre, tradimenti e colpi di scena. Ci piace in proposito ricordare la celebre saga di Wilbur Smith, maestro dei romanzi d’avventura. Anche la narrativa italiana dà spazio all’affascinante tema. Attualmente c’è un gruppo di validi scrittori, il Collettivo Valery Esperian che, tra l’altro, sta realizzando una serie di romanzi storici sui faraoni, per Fanucci Editore. Tra questi è stato pubblicato “Akhenaton l’eretico”, scritto a quattro mani da Antonio Tenisci ed Elisa Bertini. Incuriositi dall’esperimento letterario del Collettivo che sta portando a lusinghieri esiti abbiamo contattato Antonio Tenisci. Nativo di Ortona, città dove vive, consulente informatico di professione, Antonio è un valente scrittore soprattutto di romanzi storici e di gialli. Tanti i riconoscimenti letterari ricevuti tra cui il Premio della Critica al concorso internazionale “Montefiore” di Cattolica, il 32° Premio Writers Magazine Italia e il Premio dell’Editoria Abruzzese – Città di Roccamorice.

COMINCIAMO  DAL ROMANZO STORICO “AKHENATON L’ERETICO”, SCRITTO CON ELISA BERTINI. COME AVETE SCELTO IL PERSONAGGIO E IN COSA SI E’ CARATTERIZZATO IL REGNO DI QUESTO FARAONE?

Ci affascinava la sua figura, meno conosciuta rispetto a faraoni come Tutankhamon o Ramses, ma cruciale: Akhenaton infatti ha cambiato per sempre il volto dell’Egitto e della storia sconvolgendo un impero, imponendo un unico dio, Aton il sole, e guidando una rivoluzione religiosa costellata di intrighi, passioni, tradimenti e lotte per il potere. Lo stesso Akhenaton ci ha scelto, visto che eravamo l’unica coppia di scrittori mista. Elisa era la sola scrittrice donna dei dieci che si sono cimentati nella stesura dei Romanzi dei Faraoni editi da Fanucci. Così ci è sembrato giusto che la fantastica storia d’amore tra Akhenaton e Nefertiti dovesse essere raccontata dal punto di vista maschile e femminile, in modo da dare risalto a una delle più belle storie dell’antichità. Talmente bella che è arrivata a noi nonostante la repressione subita dal faraone alla sua morte e il passare dei secoli.

PARLIAMO DEL PROGETTO PORTATO AVANTI DAL COLLETTIVO VALERY ESPERIAN.  QUAL  E’ IL VOSTRO  FINE  E  COME RITIENI QUESTA  ESPERIENZA?

Il Collettivo 29 nasce grazie al coordinatore del gruppo, Franco Forte, che ha raccolto una serie di autori da lui giudicati in grado di rispondere a un’esigenza molto moderna della narrativa: realizzare progetti di valore, sviluppati su più romanzi in tempi brevi, per dare la possibilità agli editori di acquistare serie complete in modo da determinarne fin da subito la qualità e l’appetibilità per il pubblico. La voglia di scrivere, insieme all’intuizione di un grande personaggio dell’editoria nazionale come Franco, ci ha dato l’occasione di metterci alla prova, confrontandoci con una realtà editoriale molto esigente. Il lavoro è stato duro ma i risultati ci stanno dando ragione.

LA STORIA E’ BASILARE COME DISCIPLINA NEI TUOI ROMANZI E NEI TUOI RACCONTI. QUALE PERIODO TI INTERESSA MAGGIORMENTE?

La Storia come passione viene fuori dal bisogno di ricordare fatti, eventi e persone che ci hanno preceduto e che avevano la nostra stessa voglia di vivere, cambiare il mondo, amare e sognare. Per questo non c’è un periodo storico più interessante dell’altro, ma è la voglia di raccontare che sceglie per me. Ho iniziato con un romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, uno di quelli che ti rimane dentro perché ti rendi conto che certe cose non puoi davvero dimenticarle, per poi proseguire con un giallo storico con personaggi medicei di grande personalità e infine Akhenaton che da solo potrebbe riempire decine di volumi.

CI PUOI SPIEGARE IL TUO METODO DI LAVORO? COME TI DOCUMENTI  E COME ORGANIZZI  LE RICERCHE?

Per ogni romanzo sono stato molto attento alla ricostruzione storica anche dei particolari più piccoli, per esempio ricordo che per “Nuvole rosse sotto il mare”, ambientato nell’inverno del 1943, ho studiato anche le fasi lunari per le ambientazioni notturne. Per “La Madama”, dedicata alla figura di Margherita d’Austria, ho avuto accesso alla biblioteca storica della mia città, avendo la fortuna di leggere documenti originali dell’epoca scritti in volgare. Più interessante, ma anche più inflazionato, l’antico Egitto. In questo caso io ed Elisa abbiamo consultato solo libri di egittologi riconosciuti per essere il più possibile credibili.

Credo che senza un’ottima scaletta non si possano scrivere romanzi così complessi, soprattutto se parliamo di storici. Ho studiato anni prima di scrivere una sola riga sulla Seconda Guerra Mondiale e sulla famiglia degli Asburgo. Per Akhenaton la gavetta e la consapevolezza acquisita mi hanno aiutato a scrivere più velocemente, ma i mesi di studio dell’epoca e dei personaggi non si possono evitare. In questo mi ha aiutato molto scrivere a quattro mani con un’autrice brava e preparata come Elisa Bertini.

PASSIAMO ALLA NARRATIVA GIALLA. LO SCORSO ANNO HAI PUBBLICATO IL ROMANZO “OMBRE VIOLA”, INCLUSO NELLO SPECIALE GIALLO MONDADORI “AMORI MALATI”…

…scrivere per il Giallo Mondadori è stato il classico sogno realizzato, soprattutto pensando ai tantissimi gialli comprati in edicola e letti a partire dall’adolescenza. Anche per questo motivo ho avuto un approccio molto attento e rispettoso.

IL TESTO RIGUARDAVA IL FEMMINICIDIO. COME HAI TRATTATO L’ARGOMENTO? VUOI FARE UNA RIFLESSIONE IN PROPOSITO?

Il tema è stato molto difficile da affrontare. Prima di scrivere ho studiato attentamente più di trenta casi reali che mi hanno aperto un mondo che non conoscevo. Da uomo mi sono sentito molto a disagio. Il femminicidio è una reale emergenza. I casi che si susseguono hanno numeri che raccontano una violenza senza fine. Siamo di fronte a un massacro quotidiano che sembra non faccia più neanche notizia. Uccidere la propria compagna, la donna, la moglie a cui si è giurato amore eterno, non è umano. Come non lo è credere che sia un problema che non ci riguarda, per il quale voltarsi dall’altra parte e fare finta di nulla. Io l’ho fatto fino a qualche tempo fa, senza cattiveria, ma solo perché il mondo legato a questo tipo di violenza pensavo non mi appartenesse. Non mi rendevo conto che vittime e carnefici camminano ogni giorno per strada senza far rumore. Magari vittima è la ragazza che mi porge il caffè al bar tutte le mattine, quella che per una settimana ha indossato un paio di occhiali troppo grandi e scuri per essere giustificati. Oppure, il carnefice di turno, è quell’insospettabile e affabile padre di famiglia del mio vicino di casa, che mi saluta gentile ogni volta che ci incrociamo in ascensore. Poi, un giorno, capita che nella mia tranquilla città di provincia, un uomo si trasforma in orco e annienta le vite di due donne, cancellando così la cartolina patinata in cui mi illudevo di vivere. Ecco! In “Ombre viola” ho voluto riportare il malessere che, da uomo, cerco di ricacciare indietro ogni volta che sono davanti all’ennesima notizia di una donna assassinata, massacrata, annientata, picchiata da qualcuno che un giorno, di sicuro, le aveva confessato amore. La storia di una donna ammazzata e dimenticata in fretta perché obliata, dopo pochi giorni, dalla storia di una donna diversa, ma con uguale e tragico destino.

UN TEMA DI DRAMMATICA ATTUALITA’ SUL QUALE  NON BISOGNA ABBASSARE LA GUARDIA E BENE FA ANCHE LA NARRATIVA DI GENERE A SOTTOLINEARLO.   IN CHIUSURA ANTONIO CI ANTICIPA CHE E’ IN USCITA UN GIALLO STORICO AMBIENTATO NEL 1500 CON EVENTI REALMENTE ACCADUTI. UN’ALTRA OCCASIONE PER LEGGERE LA STORIA IN MODO AVVINCENTE!

Filippo Radogna