Attivi nel campo del cinema e della letteratura come scrittori, saggisti e sceneggiatori, Fabio Giovannini e Antonio Tentori sono fra i più grandi esperti di cinema di genere del nostro paese. E’ sempre un vero piacere ospitarli sulle nostre pagine ma, se fino ad ora li abbiamo sempre avuti in separata sede, in occasione dell’uscita del saggio EDGAR ALLAN POE – AL CINEMA, IN TV E NELL’IMMAGINARIO scritto a quattro mani per le Edizioni Profondo Rosso, stavolta abbiamo l’onore di averli con noi con un’intervista doppia.
CIAO RAGAZZI, E’ DA UN BEL PO’ DI TEMPO CHE NON CI SENTIAMO: L’ULTIMA VOLTA FABIO ERA IMPEGNATO COME NARRATORE NELLE VESTI DEL SUO ALTER EGO IVO SCANNER, MENTRE ANTONIO STAVA “LOTTANDO” CON “LA BESTIA DENTRO”. COSA AVETE FATTO NEL FRATTEMPO?
AT: Nell’ambito della narrativa ho pubblicato il romanzo thriller “La voce del buio” (Mondoscrittura), scritto con Enrico Luceri, la sceneggiatura “La mano guantata della morte” scritta con Nico Parente (Shatter) e l’adattamento del romanzo di Emilio Salgari “La gemma del fiume rosso” (Tabula Fati). Per la saggistica invece “Delirio dei sensi - Cult movies dell’erotico italiano” (Shatter) e “Per un pugno di dollari - Il cinema western italiano”, scritto con Antonio Bruschini (Profondo Rosso).
FG: Ho pubblicato un libro autoprodotto di grande formato, in tiratura limitatissima, destinato ai veri appassionati: “Dracula il vampiro - Il capolavoro gotico della Hammer 60 anni dopo”. Per Shatter Edizioni è uscito “Il Lord del Brivido - Christopher Lee da Dracula a Lo Hobbit”. Per quanto riguarda Ivo Scanner si è autopubblicato la raccolta di racconti “Orrori sociali” e sta per essere distribuito il romanzo “Menstruum” (Profondo Rosso).
ADESSO VI RITROVIAMO A LAVORARE INSIEME PER LE EDIZIONI PROFONDO ROSSO CON IL SAGGIO “EDGAR ALLAN POE – AL CINEMA, IN TV E NELL’IMMAGINARIO”. DI COSA SI TRATTA?
AT: E’ un saggio, il più possibile esaustivo, sulla grande influenza che Poe ha esercitato e continua a esercitare in tutti gli ambiti artistici. Noi abbiano privilegiato naturalmente il cinema.
FG: Aggiungo che abbiamo dedicato anche ampio spazio agli adattamenti televisivi dei racconti e romanzi di Poe, affrontando la interminabile (ma piacevole) visione di tutti i titoli di cui trattiamo nel libro. Chi vuole immergersi nell’universo di Poe attraverso le trasposizioni al cinema, in tv e negli altri media troverà una mappa completa su cui orientarsi.
NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE LAVORATE INSIEME. COME VI DISTRIBUITE I COMPITI E QUALI SONO LE PARTI DELL’UNO E QUALI QUELLE DELL’ALTRO?
AT: Ci dividiamo il lavoro esattamente a metà e il nostro affiatamento è tale che ci distribuiamo i capitoli e i film a seconda delle nostre preferenze. Alla fine interveniamo per dare una forma unica al testo.
FG: Confermo!
COME AVETE DECISO LE ASSEGNAZIONI E SOPRATTUTTO CHE SCELTE AVETE OPERATO NEL PROCEDERE ALLA STESURA DEL SAGGIO?
AT: Le scelte sono state dettate dalla volontà di inserire tutti i film che in un modo o nell’altro hanno a che fare con Poe, o perché direttamente ispirati alla sua opera o perché comunque debitori. Senza contare i molti film che riprendono le sue tematiche o quelli che vengono spacciati per poeiani, anche se magari c’è ben poco di Poe.
FG: Ai “falsi Poe” dedichiamo alcune pagine, dato che il nome dello scrittore americano era diventato per un certo periodo una sorta di “marchio di garanzia” per distribuire horror, soprattutto in Italia.
QUAL E’ IL RAPPORTO CHE VI LEGA A EDGAR ALLAN POE?
AT: Il mio amore per Poe nasce quando ero un bambino di una decina di anni e, prima di leggere i suoi racconti, mi terrorizzavo con i fumetti di Zio Tibia, che avevano al loro interno diverse trasposizioni dei racconti di Poe. Da ragazzo poi ho iniziato a leggerlo veramente e da allora rimane uno dei miei autori più cari.
FG: Anch’io ho cominciato ad avvicinarmi a Poe in tenera età, con i suoi racconti. Ha popolato la mia adolescenza e non l’ho mai abbandonato.
FRA LE OPERE DELLO SCRITTORE DI BALTIMORA, QUALI SONO LE VOSTRE PREFERITE?
AT: “Il crollo della casa Usher”. “Il gatto nero”. “La maschera della morte rossa”. “Il cuore rivelatore”. “Ligeia”.
FG: Le poesie “Annabel Lee” e “Eldorado”.
E FRA QUELLE DERIVATE INVECE, QUELLE DI CUI PARLATE NEL LIBRO, QUALI SONO STATE QUELLE CHE PIU’ VI HANNO CONVINTO E PERCHE’?
AT: A mio avviso quelle che hanno più colto il senso e le atmosfere dell’opera di Poe sono i film di Corman “I vivi e i morti” e “La maschera della morte rossa”, “Il gatto nero” di Argento e “Black Cat” di Fulci. Incisivo e toccante è poi “The Raven” di James McTeigue, una vera e propria summa dell’opera poeiana.
FG: Anch’io ho apprezzato la saga su Poe di Roger Corman. Aggiungerei, anche se sono film non fedeli ai testi dello scrittore, la saga della Universal con Bela Lugosi (“The Murders in the Rue Morgue”, “The Black Cat”, ”The Raven”).
DOBBIAMO ASPETTARCI QUALCHE CHICCA O QUALCHE SORPRESA?
AT: Penso proprio di sì!
FG: Probabilmente anche il più attento appassionato di Poe troverà delle curiosità che gli erano sfuggite, non solo nel cinema ma ad esempio a proposito di videogiochi, di tv o di web-series.
ULTIMA DOMANDA, COME CONSUETUDINE: A COSA STATE LAVORANDO IN QUESTO MOMENTO?
AT: Stiamo scrivendo insieme un libro su Donald Pleasence, indimenticabile attore di tanti film horror e fantastici.
FG: E abbiamo in cantiere altri viaggi nell’immaginario cinematografico!
MOLTO BENE, DIREI CHE C’E’ ANCORA TANTA CARNE SUL FUOCO… NON CI RESTA CHE ATTENDERE CHE SIA COTTA!