IL COMANDANTE ALFA… GLI STUDENTI E LE MISSIONI SEGRETE

E’ stata un’assemblea d’istituto entusiasmante quella tenuta nei giorni scorsi all’Istituto tecnico economico “Carlo Levi” di Grassano (Matera) con la conferenza del Comandante Alfa, personaggio che ha assunto un alone quasi leggendario per le missioni segrete effettuate con successo contro la criminalità organizzata e il terrorismo sia in Italia sia all’estero. Tra i fondatori del Gis, Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, reparto d’élite dell’Arma, pluridecorato, il Comandante Alfa, nome in codice che gli è stato attribuito dai suoi uomini, mantiene ancora oggi celata la sua identità ricoprendo il volto, quando è in pubblico, con il mephisto, cappuccio nero delle forze speciali.  

La presenza al “Levi” di Grassano dell’ex militare coraggioso e fedele alle Istituzioni, che ha servito l’Arma dei carabinieri per 47 anni e oggi gira le scuole per raccontare la propria esperienza agli studenti, si inserisce in un progetto scolastico coordinato dal prof. Nicola Incampo che ha già portato altri rappresentanti delle Istituzioni a incontrare gli studenti. “Per far giungere a Grassano il Comandate Alfa – ha evidenziato il docente – gli studenti si sono tassati e ringraziamo anche il sindaco Luberto per il contributo dell’amministrazione comunale che ha reso possibile questo incontro altamente educativo per i nostri giovani”. Un appuntamento didattico di valore che conferma il ruolo di istruzione e di educazione sociale della scuola, hanno sottolineato la docente responsabile del plesso, Maria Teresa Caserta, e il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo, Maria Luisa Sabino. Il concetto è stato ripreso anche dal vescovo di Tricarico Giovanni Intini, che ha parlato di scuola come palestra di cultura e umanità. E’ quindi toccato alla giornalista Rossella Montemurro e al rappresentante degli studenti Mario Daraio presentare l’ospite.

“Dialogare con voi ragazzi per me è come parlare con i miei figli e oggi che non faccio più parte del Gis, è questa la mia missione – ha esordito il Comandante Alfa -. La mia storia di ragazzo di famiglia umile emigrato dalla Sicilia – ha continuato – testimonia che tutti possono farcela. Gli obiettivi sono raggiungibili ma ci vuole tanto sacrificio e impegno. Non bisogna mai mollare!”.

Nella massima attenzione da parte degli studenti ha quindi affrontato vari temi che interessano le giovani leve, da quelli del disagio sociale, all’utilizzo delle vecchie e nuove sostanze stupefacenti, paradisi artificiali che portano all’annullamento della persona, sino al bullismo che va combattuto non isolando ma facendo squadra e coinvolgendo i ragazzi più deboli nel gruppo. Poi l’eroe di tante missioni, rispondendo alle sollecitazioni degli studenti, ha raccontato di sé, da quando entrò nei Carabinieri paracadutisti, del duro addestramento quotidiano, delle tattiche utilizzate dalle forze speciali e delle tante esperienze vissute direttamente sul campo: dall’istituzione del Gis negli Anni di Piombo da parte dell’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga, alla rivolta dei brigatisti nel supercarcere di Trani nel ’78. Dalla liberazione degli ostaggi in Aspromonte e in Sardegna, alle missioni segrete nei teatri di guerra in Bosnia-Erzegovina, Libia, Afghanistan, all’addestramento della polizia irachena a Baghdad e Nassiryia. E ancora, della scorta nel 2009 al presidente francese Sarkozy al G8 tenuto in Italia a L’Aquila, alla protezione dei giudici antimafia in Sicilia.

Tutte le esperienze sono raccontate nei suoi tre avvincenti libri “Io vivo nell’ombra”, “Cuore di rondine” e “Missioni segrete”, pubblicati da Longanesi, i cui proventi vanno in beneficienza. E ciò non può che continuare a onorare, se ancora ve ne fosse bisogno, la sua straordinaria figura.

Abbiamo avvicinato il Comandante Alfa per chiedergli cosa pensa dell’allarme nel nostro Paese sul terrorismo islamico, proveniente dalla Libia, lanciato dal presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte. A questo vanno aggiunte le minacce all’Occidente da parte del leader dell’Isis, Abu Bakr al Bagdadi, ricomparso sul web.

“Non siamo esenti da questo problema – ha asserito il pluridecorato militare -. L’Italia è organizzatissima contro il terrorismo e sarà stata anche fortuna se sino ad oggi non è successo niente, però noi abbiamo creato una squadra d’intelligence: servizi segreti, reparti speciali ma anche delle forze ordinarie di polizia, carabinieri e della guardia di finanza che collabora. L’Isis sul campo è stato sconfitto e oggi è un animale ferito, a maggior ragione adesso occorre stare attenti perché quello del terrorismo islamico è un problema veramente enorme. Non dobbiamo abbassare la guardia”.

COME STA CAMBIANDO LA LOTTA AL TERRORISMO RISPETTO AL PASSATO? E COSA OCCORRE FARE PER COMBATTERLO CON LA MASSIMA EFFICACIA?

Oggi le forze speciali sono molto più professionali. C’è maggiore collaborazione anche dell’intelligence a livello mondiale in quanto per combattere il terrorismo islamico occorre fare rete. La loro strategia è cambiata e per gli attentati vengono utilizzati i lupi solitari, radicalizzati attraverso il web. Il lupo solitario potrebbe essere anche il ragazzo della porta accanto. Comunque occorre stare tranquilli, ognuno di noi deve continuare a fare che quello che ha sempre fatto, perché questa è anche una guerra psicologica. Ciò che occorre maggiormente è la collaborazione della popolazione con le forze di polizia. Uniti si vince!

Filippo Radogna