Sulle pagine della Zona mi occupo da anni dei fumetti neri degli anni ’60 e ’70, soprattutto ho cercato di capire le reciproche influenze tra fumetti, letteratura e cinema di allora.
Vorrei adesso, con questo modesto contributo, portare all’attenzione alcuni fumetti e alcune collane che ho rintracciato nei vari mercatini dell’usato.
Si tratta di serie minori, di difficile reperibilità, albi che cercavano di imitare la fortuna delle collane di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon.
Vado in ordine sparso, come sempre.
Raptus – I racconti dell’angoscia delle edizioni STAPEM di Milano (usciti tra il 1972 e il 1974). Si tratta di una collana di fumetti autoconclusivi brevi, storie dell’orrore che oscillano tra Oltretomba e i fumetti del periodico Horror della Sansoni. Ogni numero di Raptus presentava un numero variabile di storie. L’interesse, più che nei disegni (analoghi a serie come Terror e Oltretomba), è nelle trame: i racconti dell’angoscia hanno un contesto maggiormente urbano e moderno e sembrano giocare su una strana miscela di avventura, noir, poliziesco e horror gotico. Non mancano le spruzzatine di sesso, senza quel gusto dell’eccesso e della depravazione tipica dei fumetti della Ediperiodici.
Altra collana misconosciuta è quella di Emanuela (1971-1972), fumetto per adulti edito dalla Società Internazionale di Edizioni di Milano. Emanuela è una bella ragazza giramondo, una sorta di Emanuelle invischiata in avventure d’ogni tipo. Il mondo di Emanuela è quello del jet-set modaiolo degli anni ’70 e la caratterizzazione del personaggio non è lontana da quella di tante donnine del thriller italiano di quegli anni. Tra le tavole del fumetto scorrono modelle, biker, tossicomani, satanisti, maniaci, ricconi e pervertiti d’ogni tipo. Il fumetto ha un taglio narrativo d’azione, allungato con lunghi momenti erotici e shake di belle bambole.
Meno interessante (almeno per me) il fumetto Medium (primo numero del gennaio 1974) edito dalla Casa Editrice Dardo. Medium è un anonimo impiegato di concetto, un uomo mite e banale che scopre per caso il mondo della parapsicologia e si trasforma in un ridicolo super eroe dai poteri telepatici. Le sue storie oscillano tra l’avventura e l’orrore, senza gli eccessi di certi fumetti neri. Ad aiutare Medium nelle sue imprese l’apparizione di Spirit, una sorta di folletto dell’oltretomba, quasi un’anticipazione dei surreali personaggi che fanno da contorno a Napoleone (Sergio Bonelli Editore).
Più vicino ai miei gusti è La maledizione di Neftast, un self pocket della Nea Omnia Edizioni del 1975. Qui l’intento di ricopiare (anche nel formato) le collane horror erotiche di Oltretomba, Il vampiro presenta, Lo scheletro presenta, è evidente: la trama è quella di un gotico anni ’60, con la maledizione di una strega che torna a colpire il piccolo villaggio ottocentesco di Pointoise. L’intreccio però calca la mano sulla violenza e il sesso, con tanto di mostro sfregiato (un mix tra Frankenstein e il dottor Jekyll) che sodomizza povere campagnole. Malato e morboso!
Altro figlio di nessuno: Laldilà (scritto proprio così, senza motivo apparente!!!), un fumetto dell’Editrice A.P. di Roma: il formato è leggermente più grande rispetto ai pocket di quegli anni. La trama segue le avventure di Sibilla, una giovane strega che somiglia alle eroine pecorecce di allora (penso soprattutto a Cimiteria); nel numero 4 del 1972 la ragazza finisce nelle mani di un gruppo di frati osceni e sodomiti che abuseranno di lei. Il fumetto utilizza l’horror come sfondo, calcando poi gli aspetti erotici, anche se non ancora pornografici.
Pornografico invece è Vampira, un fumetto della Galax Editrice, inserito in una collana che non lascia spazio ai dubbi: I giganti del porno fumetto! Tra le altre proposte della Galax abbiamo Lolita story, La corsara nera e Morbosità. Nel n. 20 di Vampira (1979) la bella non morta, assieme al suo servo gobbo e deforme, deve vedersela con un castello infestato da un vampiro specializzato in torture medievali e perette anali. Da urlo la scena in cui la serva del mostro lo risveglia dal letargo della morte con un lungo blowjob. Orrore e pornografia si intrecciano in modo sfacciato, cercando di superare in cattivo gusto le avventure (già molto disinibite) di Zora e Sukia.
Stesso discorso per la breve serie di Zodiaca della Editoriale Trastevere (siamo nel 1989). Zodiaca è una sorta di porno fantasy, con una strega eroina che si muove a cavallo di un mondo remoto fatto di magia, draghi, alieni e sortilegi. Un mix curioso di spunti e generi, amalgamati tra loro da scene di sesso esplicito.
Negli anni ’90 i gusti erano cambiati e il fumetto di genere cambia pelle. La moda di breve durata dello splatter contagia le pellicole americane e gli effetti si fanno sentire anche in Italia coi prodotti della Acme. Sulla scia di quel bruciante successo (stroncato poi da una feroce campagna censoria) uscivano i fumetti editi dalla Edizioni Center Tv come Horror Comics, o Profondo Rosso della Eden (molti soggetti e sceneggiature erano curate dal nostro Davide Longoni). Si tratta di brevi fumetti splatter introdotti dalla figura di Dario Argento, sorta di zio Tibia italiano, un marchio da sfruttare per trainare le collane. I fumetti riproponevano storie in salsa thriller ispirate ai film del regista, oppure mettevano su carta i brevi cortometraggi horror che Argento aveva girato nella seconda metà degli anni ’80 per la trasmissione Rai Giallo. Ai fumetti gli albi alternavano inserti di approfondimento su trucchi, effetti speciali e film del periodo, con interessanti incursioni nei film di genere degli anni ’60 (ricordo un bello speciale su Mario Bava). Sempre delle edizioni Center Tv era Tenebre, sorta di spin-off di Profondo Rosso, sempre con Dario Argento a fare da collante alle varie storie autoconclusive. Interessante notare che nel n. 1 di Tenebre Collections (1990) appare una avventura di Stella Holmes (personaggio creato da Luigi Cozzi) che si intitola La terza madre e anticipa (o meglio ne propone una versione alternativa) il film che Argento avrebbe girato, col medesimo titolo, nel 2007. La trama del fumetto (scritta da N. Tulli) vede la Holmes alle prese con brutali omicidi rituali e una congrega di streghe impegnate in messe nere e strani sacrifici. Le analogie (soprattutto nella figura del servo assassino nero vestito) col film non mancano e sarebbe interessante sapere se le idee sono di Tulli. Nel caso vorrebbe dire che Argento deve essersi andato a rivedere questo fumetto prima di girare la sua versione.
Full Moon Project, edito dalle Edizioni Center Tv, è un progetto fumettistico curato nei primi anni ’90 da Davide Longoni, Stefano Vietti, Giancarlo Olivares, Luigi Simeoni, Mario Rossi e altri. Si tratta di un formato bonelliano di fumetti horror che cercano di coniugare in modo interessante la tradizione più classica dei pocket della Sansoni degli anni ’70 o le storie del Corriere della paura con la produzione del periodo.
Facciamo un passo indietro.
Oltre ai fumetti, gli anni ’60 e ’70 hanno visto un boom di fotoromanzi, sorta di ibrido tra le tavole disegnate e i film. Il fotoromanzo è un prodotto assai interessante per un collezionista, anche perché all’epoca, in assenza di videoregistratori o altro, non era possibile conservare in modo preciso il ricordo di una pellicola. Il fotoromanzo permetteva di salvarne ampie parti e proponeva tagli e sequenze erotiche spesso cadute sotto la forbice della censura. Molti thriller, erotici o gotici uscirono anche in versione fotoromanzo.
Oggi introvabile e costosissima (su e-Bay ne girano pochi pezzi a cifre vertiginose) è la collana Malìa i fotoromanzi del brivido dell’editoriale Nova. Malìa presentava gotici italiani, messicani, americani, oppure, in alcuni numeri, proponeva storie inedite fotografate appositamente (è il caso del n. 6 Il vampiro etrusco, o del n.12 Il vampiro dell’autostrada).
Altra collana storica è Bigfilm.
Il numero 20 dell’ottobre 1971 presenta un lungo fotoromanzo sul film La notte dei dannati, gotico erotico diretta da Filippo Ratti. La trama stregonesca è infittita di scene di nudo e momenti lesbo assai spinti per il periodo. In una sorta di aldilà nebbioso e fumoso (ricostruito in studio) la strega attira le sue concubine per coinvolgerle in orge lesbiche addobbate con catafalchi, candele e teschi. Il piacere di sfogliare queste pagine è difficile da descrivere, anche perché molte di queste sequenze sono state accorciate o tagliate del tutto dalla copia definitiva della pellicola.
Del maggio 1971 è il numero 13 di Suspense (Edizioni Edigraft) col fotoromanzo integrale di Operazione paura, uno dei gotici più belli di Mario Bava. Le tavole sono in bianco e nero, ma non tolgono nulla alle fascinose ambientazioni del maestro.
Suspense n. 11 del marzo (l’anno è cancellato, non riesco a leggerlo) presenta il fotoromanzo di un gotico inglese con Barbara Steele, Christopher Lee e un vecchio Boris Karloff: Black horror.
Altra testata era Racconti dell’Aldilà (Edizioni Edigamma). Il n. 3 del gennaio 1976 spacciava ancora nelle edicole un gotico che per molti anni sarebbe stato inghiottito dall’oblio: si tratta di una pellicola degli anni ’60, La vendetta di lady Morgan.
Molto curioso il fotoromanzo edito dalla Edimax di Milano intitolato Vampyr. Si tratta di un periodico oggi praticamente introvabile (ne sono usciti pochi numeri) che presentava storie gotiche originali, fotografate appositamente. I due numeri in mio possesso sono il n. 6 dell’agosto 1972 e il n. 5 del luglio 1972. Gli attori sono sempre gli stessi, impiegati per trame horror da poche lire che riciclano catapecchie di campagna, catacombe alla buona, catene, fruste e molte scene di nudo. Il fascino comunque di questi gotici in sedicesimo è indubbio e pare quasi di “vedere” una pellicola inedita, maciullata da qualche censore cretino di allora. A impreziosire gli albi (di grande formato, con pagine sottili e delicate), oltre ai corpi delle modelle (lontani dalla perfezione formale e anoressica di oggi), le rubriche di apertura e chiusura sulle perversioni di Amburgo e che cosa pensa l’uomo bianco dell’orgasmo nero.
Stesso titolo i fotoromanzi Vampyr della Ponzoni. Qui si tratta di albi in formato ridotto usciti nei primi anni ’70 che riproducevano vari horror del periodo come La cripta e l’incubo o Il mostruoso dottor Crimen.
Sempre della Ponzoni Editore il mitico Killing, sorta di Kriminal e Diabolik ancora più sadico e perverso: i fotoromanzi di Killing sono originali, con un parco di attori che tende a ripetersi da numero a numero. Il personaggio protagonista è un super criminale con una tuta che riproduce la radiografia di uno scheletro umano. Killing, a differenza dei suoi colleghi, non ha un vero e proprio scopo da perseguire, se non quello di maciullare più gente possibile e torturare sadicamente belle donnine mezze nude. Trapani, cinghie, catene, candele, ruote dentate, seghe elettriche, sparachiodi sono le armi utilizzate dal nostro, vero genio della tortura. Ogni albo termina infatti con una istruttiva storia della tortura attraverso i secoli.
Un fumetto nero oggi da galera, fucina educativa per tanti piccoli mostri di Firenze in erba!
Gemello nel formato (un pochino meno nella sostanza) il fotoromanzo di Genius di Furio Viano Editore. Genius è una sorta di eroe positivo che ama ammazzare i gangster e le pupe dedite al male. Come in Killing, Genius è una sorta di ibrido originale tra le atmosfere del gangster movie e il sadismo raffinato del thriller (un po’ come avveniva in quella pellicola curiosa che è Crimson, film spagnolo degli anni ’70 con un Paul Naschy malavitoso a cui trapiantano il cervello di un maniaco sessuale), tanto che in alcune avventure non mancavano maniaci mascherati armati di coltello o falci (penso in particolare al fotofilm gigante n. 11 del 1971 intitolato Il baratro degli schiavi).
Per ora passo e chiudo!