A iniziare dalle sue origini la Chiesa ha avuto sempre il compito di combattere contro le eresie e di proibire la lettura di testi considerati pericolosi per la sua sopravvivenza.
Ad esempio, durante il primo Concilio di Nicea, dell’anno 325, si proibisce la lettura delle opere di Origene e di Ario. Qualche decennio più tardi papa Innocenzo I elenca una serie di libri apocrifi la cui lettura è – diciamo così… – vivamente “sconsigliata”.
Passano i secoli e il secondo Concilio di Nicea, dell’anno 787, stabilisce che i libri “eretici” debbano essere consegnati al vescovo, mentre nell’anno 868 un altro Concilio ecclesiastico manda al rogo i testi di Arnaldo da Brescia e di Pietro Abelardo. E, tanto per non farsi mancare nulla, aggiunge anche l’ebraico Talmud e le opere di Cecco d’Ascoli.
Passano altri secoli e il Concilio di Tarragona, del 1234, fa un bel falò delle traduzioni in volgare della Bibbia.
Un paio di secoli più tardi le fiamme non vengono alimentate solo da innocenti pergamene o fogli di carta, ma come combustibile viene usato il corpo dell’eresiarca Jan Hus.
Il Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia, nel 1543, da un apposito comitato denominato Esecutori contro la Bestemmia fa sorvegliare i contenuti dei testi stampati, mentre sei anni più tardi il ben noto Monsignor Giovanni della Casa – suo è il poco frequentato “Galateo” – pubblica il Catalogo di diverse opere, compositioni et libri, li quali come eretici, sospetti, impii et scandalosi si dichiarano dannati et prohibiti in questa inclita città di Vinegia, comprendente 149 titoli di libri più o meno “maledetti”.
Finalmente – lo dico ironicamente! – nel 1559 il Sant’Uffizio pubblica, a Roma, il Cathalogus librorum Haereticorum.
Frontespizio di un’edizione del 1564 dell’Indice dei libri proibiti.
Questa pubblicazione “… elencava i volumi la cui lettura avrebbe dannato l’anima dei fedeli: tra questi c’era anche il Necronomicon…”, leggo sulla prima pagina di un interessante libro pubblicato nel 1994 dalla casa editrice romana Fanucci.
Libro che fra poco esamineremo con maggiore attenzione perché ricco di “informazioni” molto difficilmente verificabili. Ma tutte estremamente interessanti…
“… Nell’occasione della pubblicazione nel 1978 della prima edizione del Necronomicon – quella americana, poi pubblicata da Fanucci, ovviamente! – l’Editore e tutti quelli che avevano collaborato alla pubblicazione, alla vendita e alla diffusione del libro “proibito” (tipografi, magazzinieri, trasportatori), nel gennaio 1980, vennero scomunicati.”
Naturalmente sarebbe bastata quest’ultima, incredibile, affermazione per mettere sull’avviso qualsiasi lettore interessato alla genesi, alla storia di questo strano pseudobiblium!
Però l’attenta lettura del libro non a caso intitolato Necronomicon – Il libro proibito di Howard Phillips Lovecraft è veramente ricca di spunti su cui meditare un po’.
Spunti finalizzati alla riflessione sul cui prodest? relativamente dall’iniziale, geniale, colto depistaggio effettuato proprio dal “solitario di Providence” a proposito del libro dell’Abisso su cui stiamo indagando, per finire con quanto inserito ad arte nei vari libri pubblicati dalla Fanucci, la cui lettura – cum grano salis! – raccomando vivamente agli appassionati di HPL!
Funerea e “vissuta” copertina dell’edizione americana, pubblicata da Neville Spearman nel 1978, del “Necronomicon”.
Mi interesso da molti anni al Necronomicon – sono quasi certo l’abbiate capito… – e quasi da sempre mi sono convinto che il geniale Lovecraft non ha inventato tutto riguardo al testo relegato dai più tra i cosiddetti pseudobiblia.
No, nonostante la cronologia stilata da HPL proprio per attestare che l’arabo pazzo Abdul Al-Hazred era frutto della sua fantasia alimentata da giovanili letture della celebre antologia di novelle orientali Alf layla wa-layla, ovvero Le mille e una notte, che Al Azif, l’originario titolo del testo su cui stiamo indagando, non è mai stato scritto da nessuno, che non esiste… i conti – non tutti, almeno – non tornano.
Credo di aver letto tutto ciò che in lingua italiana è stato pubblicato sul “solitario di Providence”, ho per lui un interesse sconfinato, i suoi racconti – a parte qualche personalissima perplessità dal punto di vista stilistico – mi hanno sempre affascinato e li ho letti più di una volta, ma non mi ha mai convinto l’impegno profuso per far credere che l’introvabile libro dell’Abisso, il Necronomicon, sia unicamente parto delle sue esperienze oniriche, della sua sterminata fantasia.
No caro HPL, non ce la racconti giusta!
E non ce la raccontano “giusta” anche i vari autori, le varie case editrici che negli ultimi anni hanno pubblicato svariati testi in cui si prefiggevano di porre la parola “fine” alle infruttuose ricerche di chi, come chi scrive, si affanna nell’indagare sulla vera genesi del misterioso pseudobiblium, sulle possibili fonti dalle quali E’ch-Pi-El – un altro simpatico vezzo con cui Lovecraft spesso firmava le sue lettere, facendo lo spelling delle iniziali del suo nome – aveva attinto notizie sulle antiche cosmogonie, sui rituali magici che sembrerebbero comparire nel Necronomicon.
Almeno da quanto si può dedurre leggendo i suoi racconti…
Vediamo qualche esempio.
Come accennato prima, nel lontano 1979 – già mi occupavo di queste strane vicende – la Casa Editrice Fanucci pubblica un interessante libro intitolato – sic et simpliciter – Necronomicon – Il libro segreto di H.P. Lovecraft. Naturalmente l’ho letto più e più volte, attratto soprattutto dall’approccio di carattere informatico effettuato, così parrebbe, da tale David Langford al manoscritto del cinquecentesco “mago” John Dee, intitolato Liber Logaeth – Il libro della parola di Dio, noto anche come Liber Mysteriosum Sextus et Sanctus.
L’interessante libro della Casa Editrice Fanucci in cui si rinvengono curiose informazioni che “disorientano” il lettore alla ricerca dell’introvabile “Necronomicon”…
Una delle varie edizioni apocrife (molto apocrife…) dell’introvabile Necronomicon.
Adesso torniamo al testo della Fanucci, pubblicato – così leggo nel frontespizio – “a cura di George Hay”…
Di certo, si tratta del fondatore della Science Fiction Foundation (1970) e, verso gli anni Ottanta, presidente della Herbert George Wells Society nonché accreditatissimo storico della science fiction.
La qual cosa poco depone a favore dell’attendibilità di quanto poi contenuto nel libro da un punto di vista – diciamo così – prettamente “scientifico”.
Inoltre, operando nel campo dell’editoria “misteriosa” fin dal lontano 1976, capisco bene che spesso è necessario inserire nomi di collaboratori che sembrano apparire opportunamente introdotti negli infiniti meandri delle conoscenze “esoteriche” e che tutto (o quasi) conoscono delle “stranezze” che si occultano tra le pieghe della Storia.
Spesso questi collaboratori esistono sul serio, a volte si celano dietro un suggestivo pseudonimo, ma a volte… non esistono affatto!
E ciò “fa perdere la bussola” – e anche la pazienza – a chi sta svolgendo ricerche in una specifica direzione.
Ė come se io scrivessi, in un mio qualsiasi libro o articolo “…tutti ben sanno che il professor Joseph Tisi Jacovelli, di recente, ha pubblicato un libro, con le Edizioni Il Segno del Comando, in cui viene finalmente svelata dove è nascosta l’Arca dell’Alleanza…”.
Naturalmente molti si affannerebbero (lo farei anche io!) a cercare tale esaustiva pubblicazione, la chiederebbero al loro abituale libraio, la cercherebbero in internet, cercherebbero la Casa Editrice “Il Segno del Comando” – che ci riporrebbe ad un fiction televisiva in bianco e nero di molti anni fa – ma… non troverebbero nulla!
Riproverebbero digitando diligentemente “Joseph Tisi Jacovelli” su Google, ma non apparirebbe neppure un miserrimo risultato!
Per forza! Non esiste nessun celeberrimo professor “Joseph Tisi Jacovelli” – a dire il vero, un mio caro amico scomparso molti anni fa… – e una casa editrice con la ragione sociale ispirata al noto sceneggiato televisivo scritto da Giuseppe D’Agata ancora deve essere fondata.
Ad occhio e croce tutto ciò si definirebbe “disinformazione”.
Ma cui prodest? Che vantaggio trarrei dal diffondere non il mio solito, salutare, costruttivo “dubbio” ma una deleteria notizia che farebbe perdere tempo (e la pazienza!) a chiunque? Nessuno, di certo.
Eppure in quasi tutti i saggi legati in qualche modo al Necronomicon compaiono nomi, date, testi, località, avvenimenti inesistenti…
Torniamo al libro della Fanucci di cui stiamo parlando…
A pagina 56 di un interessante intervento di Colin Wilson – accreditato studioso di “misteri” a tutto tondo – nel saggio “Il segreto di H.P. Lovecraft”, leggo “…Nell’estate del 1976, accennai casualmente al nostro “progetto Lovecraft” con il mio amico dottor Carl Tausk, dell’Istituto Tecnologico di Vienna. E questi mi fece sgranare gli occhi, osservando distrattamente che aveva sentito dire che il padre di Lovecraft era membro della Massoneria Egiziana…”.
Sopra, una delle pochissime immagini con il “nostro” HPL sorridente. Ma aveva solo due anni! Vi appare la madre, Sarah Susan Phillips, e Winfield Scott, il padre, verosimilmente cultore di studi massonici. E non solo…
Sotto, HPL in età adulta.
Ovviamente non appare strano che Winfield Lovecraft, il padre di HPL, appartenesse a qualche Loggia massonica, quel che sembra “anomalo” in tutto ciò è in Austria, presso la “Vienna University of Technology” (in Karlsplatz 13 – 1040 Vienna) – forse l’Istituto Tecnologico prima citato? – non risulta mai essere stato in servizio nessun “dottor Carl Tausk”. Né sono riuscito a trovare nel web (provate anche voi…) qualsiasi “Carl Tausk” anche se appena vagamente legato a ricerche di carattere tecnologico o simili. Anzi, non esiste nessun “Carl Tausk”!
Eppure, se veramente fosse appartenuto al corpo accademico dell’Università sopra citata, a suo tempo avrebbe di sicuro pubblicato qualche studio di carattere scientifico, sarebbe stato citato in qualche bibliografia di carattere specifico, insomma sarebbe… esistito sul serio!
Proseguiamo…
Sempre facendo le classiche” pulci” al saggio di Colin Wilson sul “segreto” di Lovecraft, a pagina 60 leggo “… Il dottor Stanislaus Hinterstoisser – sul frontespizio citato come “collaboratore alla stesura del libro” – è autore di una storia della politica monetaria dell’ultimo decennio dell’impero austro-ungarico. Nato a Liegnitz, in Slesia, il 23 agosto 1896, il dottor Hinterstoisser si laureò con una tesi in teoria politica all’Università di Dresda nel 1925, e visse per quasi tutta la vita a Vienna…”.
Ebbene, datevi un po’ la pena di cercare in internet qualsiasi notizia relativa a questo fantomatico personaggio e non troverete assolutamente nulla di nulla!
O, meglio, mi correggo: troverete molto sia di Stanislaus Hinterstoisser, sia di Carl Tausk, sia di vari altri illustri sconosciuti che ora incontreremo, in tutti i siti web che trattano del Necronomicon. In tutte le lingue!
E questo per un motivo molto semplice; mentre copiare un libro si definisce “plagio”, il copiarne dieci, cento o mille si definisce “ricerca bibliografica”.
E tutti gli appassionati del “solitario di Providence” non fanno altro che dedicarsi alla “ricerca bibliografica “ di uno pseudobiblium – forse ingiustamente così definito – citandosi a vicenda o citando passi tratti dai vari libri, come quello edito dalla Fanucci che stiamo esaminando.
In tal modo, suggerirebbe una notissima “aria” tratta dal rossiniano Il barbiere di Siviglia…
La calunnia è un venticello,
un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente,
incomincia a sussurrar.
“Sussurra” oggi, “sussurra” domani, riporta in “rete” ciò che altri hanno già riportato con scarso spirito critico, ed ecco che essa, la “calunnia”, o più esattamente la disinformazione voluta o “casuale”…
Piano, piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando
nelle orecchie della gente
s’introduce destramente,
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
E le editoriali “acque” in cui è immerso da decenni il Necronomicon si intorbidano sempre di più!
Il Dottor Roberto Volterri con una sua settecentesca copia dell’Astronomicon di Marcus Manilius (29 a.C. – 14 d.C. ). Verosimilmente a questo libro si ispirò Lovecraft per il titolo dato alla sua introvabile opera… Necronomicon.
Nell’acqua torbida… si pesca meglio!
Cercate su qualsiasi motore di ricerca il libro Prolegomea zu einer Geschichte der Magie, testo che sarebbe stato scritto dall’irrintracciabile dottor Hintestoisser dopo aver letto il saggio di Thomas Jay Hudson intitolato The Law of Psychic Phenomena, prestatogli niente meno che da Carl Gustav Jung… mentre il testo di Hudson esiste sul serio, quello di Hintestoisser appare del tutto sconosciuto anche all’efficientissimo Google!
Almeno questo libro esiste sul serio!
Mentre altri testi, puntigliosamente citati nei vari saggi che trattano del “Necronomicon”, debbono ancora… essere scritti! “Pseudobiblia” degli “pseudobiblia”…
Ma il saggio di Wilson non ha finito di stupirci!
A pagina 61 così potete leggere “…In una lettera egli formula l’affermazione assai controversa che Cagliostro lasciò ai suoi seguaci certi manoscritti, incluso l’originale Necronomicon…” e poco più avanti, a pagina 63, così aggiunge “…l’identità di “Tall Cedar” che insegnò a Winfield Lovecraft – il padre di HPL – a leggere il Necronomicon… e la strana storia di Fouquier Tinville, che l’ottenne “non senza torture” dai seguaci di Cagliostro.”
Un vero e proprio scoop!
Ci mancava anche Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro (1743 – 1795), il “Gran Cofto” in questa ingarbugliatissima (ad arte, ne sono certo) vicenda del Necronomicon!
Sopra, Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro. In tutta questa complicatissima vicenda del “Necronomicon” ci mancava solo lui!
Sotto, Antoine Quentin Fouquier de Tinville (1746 –1795) – magistrato che esercitava la funzione di pubblico accusatore presso il tribunale rivoluzionario di Parigi durante il regime del Terrore – appartiene all’esigua categoria di personaggi realmente esistenti, citati nei saggi che trattano del “Necronomicon”. Uno dei pochi!
Inoltre, il fantomatico dottor Hinterstoisser avrebbe scritto a Colin Wilson che “ Il Necronomicon non è l’opera di un singolo uomo – Alhazred – bensì una compilazione di materiale magico proveniente dall’Akkadia, dalla Babilonia, dalla Persia e da Israele, probabilmente realizzata da Al-kindi (Ya’kûb ibn Ishâk ibn Sabbah al – Kindî, che morì intorno all’850 d.C.). Nel testo si sostiene che racchiude reliquie di una tradizione magica anteriore all’avvento dell’umanità.”
Qua e là, nella ricerca bibliografica relativa al “Necronomicon” qualche citazione appare rispondente al vero! Anche Al-kindi esiste e gli è stato dedicato anche un francobollo.
“Tall Cedar, chi era costui?” direbbe inoltre un qualsiasi manzoniano “don Abbondio” leggendo il saggio di Colin Wilson.
Qui, forse, si spiega l’arcano sapendo che la Tall Cedars of Lebanon of North America è una delle tante organizzazioni massoniche attiva fin dal 1840 negli Stati Uniti d’America. Quindi potremmo presumere che Winfield Lovecraft “imparò” a leggere il Necronomicon – o un testo, un Grimoire ad esso affine – frequentando questa o altre organizzazioni massoniche.
Se è attendibile ciò che scrive, Colin Wilson, ovviamente!
Allegra riunione di pacifici pensionati made in USA? Niente affatto!
Sono i membri dell’organizzazione massonica nota come Tall Cedars of Lebanon of North America. Forse ad essa si riferiva Colin Wilson quando si chiede chi avrebbe insegnato al padre di Lovecraft come “leggere” il Necronomicon…
E Dunwich, l’inquietante, sinistra, cittadina citata nel racconto L’orrore di Dunwich del 1929, dove albergherebbero gli infiniti incubi frutto dell’inesauribile fantasia del “viaggiatore del sogno” di Providence? Esiste o no?
Esiste, esiste ma non è situata nella valle dell’inesistente fiume Miskatonich, nel nord del Massachusetts. Esiste ed è un piccolo villaggio costiero nella contea di Suffolk, in Inghilterra, a pochissimi chilometri da Southwold.
Uno scorcio di una chiesa e del cimitero della vera Dunwich inglese. Ad essa si ispirò Lovecraft per la “sua” cittadina dove sarebbero – nella finzione letteraria – avvenuti strani eventi, strane nascite e altrettanto stranissime morti?.
Ne avete abbastanza o volete qualche altro esempio? Sul serio?
Allora ci incontreremo su La Zona Morta tra una settimana…
(1 – continua)
Roberto Volterri
Ne I LIBRI DELL’ABISSO troverete inedite immagini e notizie su alcuni libri mai visti, sfogliati e letti da nessun essere umano. Forse perché… non sono mai esistiti, forse perché non li abbiamo ancora ritrovati. Molti sostengono di averli visti, ma nessuno… sa dove siano realmente, ovvero il famigerato Necronomicon. Ma tra i Libri dell’Abisso non potremmo non annoverare anche l’intraducibile (fino ad ora…) Manoscritto Voynich, definito come “il libro più misterioso del mondo”, catalogato come MS408 presso la “Beinecke Rare Book and Manuscript Library” dell’Università di Yale. Insomma, scoprirete, pagina per pagina, i “misteri” che da un secolo aleggiano intorno a questi stranissimi Libri dell’Abisso, ripercorrerete le ricerche degli autori, forse troverete altri indizi, altre “tracce”, altri “misteri”…