FANTASCIENZA STORY 235

NON FIDARTI DI NESSUNO (1998) – PARTE 03

DEEP IMPACT (Deep Impact)

Richmond, Virginia.

Un gruppo di astrofili sta osservando il cielo stellato. Fra essi c’è Leo Biederman (Elijah Wood), appassionato di astronomia. Il ragazzo osserva nel cielo uno strano oggetto sconosciuto e il suo professore gli consiglia di scattarne una foto per mandarla al Professor Wolf.

Osservatorio Adrian Peak.

Tucson, Arizona.

Il Professor Wolf (Charles Martin Smith) sta esaminando le foto che il centro astrofilo di Richmond gli ha mandato e, tramite il computer, esamina lo strano oggetto luminoso per cercare di identificarlo, invece il computer gli conferma che si tratta di qualcosa mai visto prima. In base ai dati, successivamente elaborati dal computer in tempo reale, Wolf calcola la traiettoria dell’oggetto e il risultato lo fa balzare dalla sedia buttando via la pizza che stava mangiando. Copia i dati su un dischetto che mette in una busta indirizzata al Dipartimento Scienze Planetarie poi si precipita sul suo fuoristrada e lo mette in moto cercando, al tempo stesso, di mettersi in contatto telefonico con il Dipartimento. Purtroppo, lungo il percorso la sua macchina urta un camion precipitando nella scarpata e incendiandosi. Fortunatamente la busta viene sbalzata via.

Washington D.C.

Un anno dopo.

I giornalisti televisivi che lavorano per l’MSNBC sono in riunione, presieduta dal loro capo, Stuart Caley (Bruce Weitz). L’argomento è le impreviste e sospette dimissioni del Ministro Alan Rittenhouse (James Cromwell) e le ragioni delle stesse sembrerebbero indicare il precario stato di salute della moglie che parrebbe dedita all’alcoolismo. Il caso è affidato a Beth Stanley (Laura Innes) che usa come suo tuttofare Jenny Lerner (Tea Leoni) la quale, invece, vorrebbe poter avere un’avanzamento di carriera ma Beth si guarda bene dall’offrirle qualunque spiraglio. Nel tardo pomeriggio Jenny incontra la madre, Robin (Vanessa Redgrave), una donna sola il cui marito e padre di Jenny, Jason (Maximilian Schell), si è appena risposato con una donna di due anni solo più anziana di Jenny. La ragazza continua la sua indagine per scoprire le cause delle dimissioni di Rittenhouse e viene a scoprire che, con ogni probabilità, il Ministro aveva un’amante il cui nome potrebbe essere Ele. Jenny cerca di intervistare Rittenhouse però questi gli dice solamente, e a telecamera spenta, che lui desidera solo stare vicino alla famiglia e che nulla ha più importanza ora. Da questi e da altri dati Jenny deduce che il Ministro copriva probabilmente il Presidente degli Stati Uniti, Tom Beck (Morgan Freeman). La sua macchina viene bloccata da altre vetture, la ragazza viene caricata e portata in un posto segreto del tutto simile a una cucina di un grande albergo e qui si trova di fronte al Presidente in persona il quale gli chiede che cosa sappia di Ele. Alla risposta della ragazza Beck le chiede di aspettare due giorni prima di divulgare quello che sa e in cambio avrà un posto in seconda fila alla conferenza alla Casa Bianca.

Jenny: “Voglio l’esclusiva.”

Beck: “Mi stia a sentire. Le faccio un favore presidenziale. La lascio andar via perché non voglio un altro mal di testa e mi fido di lei perché so cosa vuole dire questo per la sua carriera. Potrebbe sembrare che ci prendiamo entrambi per la gola, signorina, è solo un’impressione però, mi creda.”

Jenny: “Voglio…”

Beck: “Lei vuole?”

Jenny: “Potrei… potrò fare la prima domanda?”

Beck: “A martedì, signorina.”

Tornata in redazione Jenny si collega con internet all’archivio della MSNBC (Arch.MSNBC.com/…per la precisione) cercando il significato di ELE, non più convinta che si tratti di un nome. La ricerca è negativa fino a che non prova E.L.E. e così trova Extinsion Level Event, un sito che parla della passata estinzione dei dinosauri avvenuta, come si ritiene, a causa di un asteroide caduto sulla Terra il quale fece abbassare la temperatura del globo per mesi  anni uccidendo così tutta la vegetazione per colpa del freddo e della mancanza di luce. I giganteschi rettili non trovarono più cibo e freddo e fame li sterminarono. Così potrebbe accadere di nuovo per la vita sulla Terra se una massa di grandi dimensioni andasse a collidere con il nostro pianeta.

Dopo aver parlato con Beth e averle spudoratamente mentito sui risultati della sua indagine, Jenny incontra il padre e la sua nuova donna, un incontro molto imbarazzante specialmente per lei.

Il giorno della conferenza un funzionario, sotto gli occhi allibiti di Beth, la fa accomodare in un posto prenotato dicendole che il Presidente indicherà lei per la prima domanda. La conferenza stampa ha inizio.

Beck: “Buonasera. Poco fa gli ambasciatori degli Stati Uniti presso tutti i paesi del mondo hanno comunicato ad ogni Governo quello che io sto per dire a voi. È un pò complicato da spiegare e ci vorrà del tempo per cui mi auguro che avrete la pazienza di ascoltarmi fino in fondo. Poco più di un anno fa due astronomi americani, Marcus Wolf e Leo Biederman, durante osservazioni in cima a un monte dell’Arizona, videro una cosa nel cielo stellato che suscitò la loro preoccupazione: una cometa. Ma questa cometa era… beh, esisteva una remota possibilità che quella cometa percorresse una traiettoria che l’avrebbe portata in rotta di collisione con la Terra… Ora, noi veniamo colpiti continuamente da pietre, da meteoriti, alcune della grandezza di un’automobile, altre di una mela, ma la cometa che abbiamo scoperto è grande quanto New York City, diciamo dal confine Nord di Central Park al Battery Park, in tutto circa dodici chilometri. In altri termini questa cometa è più grande del Monte Everest e pesa cinquecento miliardi di tonnellate. Le comete provengono dallo spazio profondo. Sono quanto è avanzato dalla creazione del Sistema Solare avvenuta miliardi di anni fa. Di solito questi nuclei di detriti cosmici orbitano intorno al nostro Sole, ma ogni tanto capita che uno di essi venga colpito e cambi direzione mettendosi a ruotare su un’orbita differente. Ora, se questa cometa continuerà la sua corsa intorno al Sole mantenendo la traiettoria attuale, il 16 agosto, quindi fra circa un anno, c’è il rischio che si verifichi un impatto. È per questo che negli ultimi otto mesi, Stati Uniti e Russia, hanno assemblato il più grande vettore spaziale mai costruito. È stato assemblato in orbita intorno alla Terra, si chiama il Messiah.Un gruppo di astronauti americani più un russo si trova a Cape Canaveral, fra due mesi partirà con lo Shuttle Atlantis e s’imbarcherà sul Messiah. È questo l’equipaggio che dovrà fermare la cometa. Desidero che il mondo conosca questi uomini straordinari. Comandante Oren Monash, presenti lei l’equipaggio…”

In collegamento diretto con Cape Canaveral e davanti a un folto gruppo di giornalisti, Oren presenta il suo equipaggio.

Oren: “Con grande piacere, Signore. Il pilota Andrea Baker (Mary McCormack), l’ufficiale medico Gus Partenza (Jon Favreau) …”

Gus: “Signore…”

Oren: “Dalla Russia il nostro esperto nucleare il Colonnello Michael Tulchinsky (Alexander Baluev), il navigatore Bob Simon (Blair Underwood) e il pilota del randez vous Spurgeon Tanner (Robert Duvall).”

Simon: “Salve, Signor Presidente…”

Tanner: “Signor Presidente, è un onore…”

Beck: “Capitano Tanner, lei ha al suo attivo sei missioni Shuttle ed è stato l’ultimo uomo a scendere sulla Luna, vero?”

Tanner: “Sissignore… ma Oren avrà le maggiori responsabilità, io devo solo curare la discesa sulla superficie della cometa.”

Beck: “Sì, ma ci conforta sapere che avremo la sua grande esperienza, lassù.”

Tanner: “Grazie, Signore.”

Beck: “Buon viaggio, signori, contiamo su di voi.”

Tanner: “Grazie, Signore…”

Mentre avviene tutto questo la sede della MSNBC è in piena e formicolante attività: ricerca di immagini, di esperti, scienziati, astronomi, astronauti e la trasmissione è seguita anche da Leo Biederman e dalla sua famiglia.

Beck: “La nostra vita sociale continuerà normalmente, seguiterete ad andare al lavoro… e a pagare le bollette. Niente incetta di viveri, non ci saranno vili speculazioni. Congelerò tutti i salari e i prezzi. Quello che una bottiglia d’acqua vi costava ieri, vi costerà anche domani… Ed ora qualche domanda…(ignora il coro di mani alzate e di richiami ed indica Jenny)… Signorina Lerner…”

Jenny: “Ehm… Jenny Lerner della MSNBC… ehm… Signor Presidente, perché questo annuncio non è stato fatto prima?”

Beck: “Beh, non c’era alcun motivo di allarmare il pianeta prima di sapere se potevamo costruire il Messiah e intercettare la cometa… un’altra domanda, signorina?”

Jenny: “Sì… ehm… c’è… esiste un qualche collegamento tra la cometa e il rientro delle truppe americane dall’estero?”

Beck: “I nostri militari stanno tornando a casa perché è più prudente per la sicurezza nazionale averli qui, per quanto io mi auguri che non ci sia bisogno di loro… altre domande?”

Jenny: “Chiedo scusa, Signor Presidente, avrei un’ultima domanda, se possibile Signore… La MSNBC ha… ha saputo che il Ministro Rittenhouse non si è dimesso per le ragioni illustrate nei giorni scorsi dal suo portavoce, infatti è vero o no Signore che… non tutti i membri del suo Governo sono convinti che il Messiah ci salverà dall’estinzione?”

Beck: “Il Ministro Rittenhouse ha servito il suo paese con abnegazione. Si è dimesso per ragioni personali. Posso però garantire una cosa a lei, signorina, e a tutti voi che siete qui con me e a voi che ascoltate la mia voce, che, a un certo punto nei prossimi dieci mesi, faremo i conti con le nostre peggiori paure ed angosce… ma posso garantirvi anche un’altra cosa: la vita continuerà, noi sopravviveremo… Sally?”

Sally: “Signore, questa cometa come si chiama?”

Beck: “I due scienziati che l’hanno scoperta sono morti in un incidente stradale mentre correvano ad avvertire il mondo. Le abbiamo dato il loro nome, Wolf-Biederman.”

A casa di Leo i genitori ascoltano orgogliosi del loro figliolo, anche perché sanno benissimo che, in realtà, è vivo e vegeto e con lui si congratulano anche tutti i vicini…

Beth: “Perché sono stati coinvolti solo i russi in questa missione ignorando altri paesi avanzati?”

Beck: “Beh, noi avevamo la tecnologia per costruire il razzo vettore, loro quella necessaria per farlo muovere…”

La conferenza stampa finisce e inizia un momento di gloria per Leo che, davanti a tutto il suo istituto, riceve congratulazioni e invidia dai compagni. Gli astronauti con i loro familiari sono presenti a un party prima della partenza e Tanner guarda con invidia i suoi giovani colleghi e, la sera, sono essi stessi a dirgli che la sua presenza sul Messiah è solo pubblicitaria per la missione. Tanner, ovviamente, non è d’accordo perché ritiene la sua esperienza importante per la riuscita della spedizione.

Missione Messiah.

Giorno Uno.

Lo Shuttle Atlantis si alza con un rombo dalla sua rampa di lancio.

Annunciatore: “Spinto da cinquecentomila tonnellate di propellente liquido, l’equipaggio dello Shuttle punta verso la sua prima destinazione. Una volta a bordo del Messiah… lì troverà un carico particolare: otto ordigni nucleari che dovrebbero servire a frantumare la cometa. Il Messiah stesso si avvale di un sistema propulsivo nucleare sperimentale inizialmente concepito per ben altri scopi. Il programma si chiamava Orione ma ora, con l’aiuto d’ingegneri russi, una tecnologia sviluppata per lanciare sistemi distruttivi di massa sospingerà i razzi che intercetteranno la più grande minaccia che il nostro pianeta abbia mai affrontato…”

E il sistema di propulsione Orione dà la spinta al Messiah che si immerge nello spazio profondo…

5 mesi dopo.

Stuart sta dirigendo un’altra riunione organizzativa e a Jenny tocca, con sua grande soddisfazione, l’incarico delle notizie in diretta.

Il Messiah è giunto nei pressi della cometa e usando il residuo di carburante rimasto nei razzi Orione si avvicina al suo nucleo.

Jenny: “Buonasera. Tra poco, diciamo nel giro di un’ora, la missione Messiah entrerà nella fase più critica. la discesa sulla Wolf-Biederman e il posizionamento degli ordigni che devieranno la cometa dalla sua rotta di collisione con la Terra. Ma prima il Capitano Tanner dovrà guidare il veicolo spaziale attraverso la tempesta di pietre, polvere e ghiaccio che costituisce la coda o chioma della cometa stessa. L’equipaggio dovrà terminare il lavoro prima che sorga il Sole…”

Il complesso Orione viene staccato e il Messiah, sotto la guida di Tanner, comincia a immergersi nel nucleo. A parte Andrea e Tanner gli altri astronauti si sono messi le combinazioni spaziali pronti per l’attività extraveicolare. Il Messiah è dotato anche di telecamere collegate con la Terra.

Jenny: “…che in questo caso provengono da telecamere installate all’interno del Messiah. Le immagini giungono a noi con circa venti secondi di ritardo dovuto all’enorme distanza che devono percorrere. Come potete vedere sono un pò disturbate, la qualità è scarsa… Da Houston però avevano previsto anche questo anzi, ci hanno informato che a causa della incerta composizione della chioma esiste la possibilità di perdere ogni contatto con gli astronauti…Vedete? Ci sono molte interferenze, le immagini non sono un granchè… In questo momento la trasmissione si è interrotta. Resteremo comunque in ascolto in attesa e collegati con voi fino alla fine.”

Il Messiah comincia a discendere verso il nucleo della cometa incontrando nel suo percorso dei macigni anche di grosse dimensioni.

Jenny: “Posso dirvi, come Houston mi ha confermato, che è in corso l’avvicinamento del Messiah verso la superficie della cometa. In questo momento dovrebbero trovarsi a…”

Il Messiah ha raggiunto la superficie della cometa, tutt’intorno, tra crepacci e rocce, il breve orizzonte è contornato dai gas che salgono verso il cielo. L’astronave sgancia gli arpioni d’ancoraggio e gli astronauti escono portandosi dietro le bombe racchiuse dentro “le talpe”.

Jenny: “Se tutto procede secondo i piani gli astronauti ora stanno piazzando le talpe sulla superficie della cometa. Le talpe sono quello che il loro nome suggerisce: delle potenti trivelle in grado di perforare la crosta fino ad una profondità di cento metri dove poi verranno fatte brillare. Ognuna di esse contiene, infatti, una testata nucleare da cinquemila chilotoni.”

Pur procedendo il più in fretta possibile il tempo rischia di non essere sufficiente. Tra poco il Sole innonderà la parte del nucleo dove sono gli astronauti in quanto esso ha un moto di rotazione di circa sette ore. Quando i raggi solari innonderanno il suolo, la neve e i gas contenuti all’interno del nucleo esploderanno violentemente verso l’esterno. Jenny, intanto, sta intervistando uno scienziato.

Jenny: “Che cosa succederà se non lasceranno in tempo la superficie della cometa?”

Scienziato: “La luce diretta del Sole farà innalzare la temperatura di… trecentocinquanta gradi in pochi minuti provocando getti esplosivi di gas… dovesse capitare sarà… sarà come trovarsi in un campo minato.”

Durante la perforazione una delle talpe si blocca a ventitrè metri e Oren scende nel foro per sbloccarla. Mancano ventiquattro minuti all’arrivo del Sole ed entro sei minuti gli astronauti devono essere a bordo così Tanner decide di avvicinare l’astronave alla loro postazione, anche se così porterà il carburante ai limiti. Oren raggiunge la talpa che si è incastrata tra le roccie di una caverna e a forza di spinte riesce a riavviarla. Mentre Oren risale lentamente in superficie il Sole supera la linea dell’orizzonte e la temperatura inizia rapidamente a salire. Gli astronauti all’esterno inseriscono la visiera, uno sbuffo di gas porta il comandante così rapidamente in superficie che lo scaraventa verso il cielo e i suoi occhi, senza protezione, vengono bruciati dal Sole. Gli altri astronauti recuperano il loro comandante e si stanno precipitando verso il Messiah quando un violento getto di gas scaraventa in alto Gus Partenza il quale, a velocità di fuga, comincia ad allontanarsi dalla cometa perdendosi nello spazio.

Tanner fa calare i rampini di recupero poi conduce subito l’astronave fuori da quell’inferno e così anche i collegamenti possono ripristinarsi.

Tanner: “Houston, tutte le talpe sono in posizione, armate e pronte. Abbiamo perso Partenza per un’esplosione e Monash è ferito.”

Malgrado le proteste di Michael che vorrebbe recuperare Gus, Tanner porta il Messiah fuori definitivamente dalla chioma e si allontana nello spazio.

Jenny: “Il Messiah ha decollato, ha da poco lasciato il suolo della cometa, purtroppo però Gus Partenza non ce l’ha fatta…”

Mentre Jenny fa il necrologio di Gus, Tanner si congratula con i colleghi per il lavoro svolto. Andrea sta cercando di alleviare il dolore di Oren e Michael sta mettendo una fascia sul braccio ferito di Simon.

Jenny: “Con la perdita del dottor Gus Partenza e con Oren Monash ferito, è il Capitano Spurgeon Tanner ad assumere il comando di questa missione. L’equipaggio del Messiah ha portato a termine con successo la fase più delicata e ora si appresta a far brillare le bombe collocate sulla Wolf-Biederman. La telecamera esterna, piazzata in coda all’astronave, ci trasmetterà le immagini dell’esplosione, ma le radiazioni interromperanno di nuovo le comunicazioni. Una volta ancora vi ricordo che le immagini ci giungono con venti secondi di ritardo perciò quando esse torneranno la cometa, speriamo, sarà già stata deviata su un’altra orbita.”

Tanner: “Houston, qui Messiah. La chioma è molto più densa di quanto avevamo calcolato, il telecomando bombe va azionato ora o non funzionerà… Preparati a togliere le sicure e a far fuoco.”

L’esplosione avviene regolarmente e altrettanto regolarmente le immagini s’interrompono mentre l’onda d’urto investe il Messiah provocando fortunatamente solo danni superficiali.

L’esito della missione viene comunicato dal Presidente Tom Beck

Beck: “Salve, America. Ho l’ingrato compito d’informarvi che il Messiah ha fallito. Questa immagine radar, ingrandita dal computer, ci mostra che l’esplosione ha avuto luogo ma purtroppo non ha distrutto la cometa, l’ha solo divisa in due parti, una di dieci chilometri di diametro, l’altra di due chilometri e mezzo, entrambe ancora dirette verso la Terra, Ora però dobbiamo prendere insieme delle decisioni. Cosa fare? Avete ancora… abbiamo ancora una carta da giocare. Da quando la cometa è stata scoperta abbiamo reagito e sperato in un buon esito, intanto però ci preparavamo anche al peggio e la strategia qui è sempre stata duplice. A tal fine il comando missilistico si appresta a coordinare con i Russi un lancio massiccio di missili Titan per intercettare le comete. Se potremo deviarne le traiettorie di solo due gradi rimbalzeranno senza conseguenze fuori dall’atmosfera e proseguiranno la corsa nello spazio. Purtroppo però i Titan non potranno essere lanciati finché le comete non saranno a poche ore da noi e, se pur fiduciosi nel successo dell’attacco missilistico, la prudenza ci consiglia di prendere misure cautelative per la sopravvivenza della nostra specie. A garanzia che restino uomini e donne in numero sufficiente per ricostruire un mondo nuovo nell’eventualità che le comete si schiantino sulla Terra. Per questo, nella roccia calcarea del Missouri, abbiamo scavato ed allestito un’immensa rete di caverne quasi pronte all’uso.

Ospiteranno un milione di persone e quel milione potrà sopravvivere in quei sotterranei per due anni finché la polvere si poserà e il cielo si schiarirà. Grotte che non sono solo dormitori, ma una nuova Arca di Noè. Vi stiamo ammassando semi e germogli, piante ed animali, tanti quanti ne serviranno. Il 10 agosto un computer selezionerà a caso ottocentomila americani che si aggiungeranno ai duecentomila scienziati, medici, ingegneri, insegnanti, soldati ed artisti che sono già stati scelti. Altre nazioni preparano caverne simili operando scelte diverse per la salvaguardia dei propri sistemi di vita. Ognuno per sè. A partire da stasera, e fino al termine di questa crisi, entrerà in vigore la legge marziale. Le forze armate e la Guardia Nazionale collaboreranno con le polizie locali. Sempre stasera a mezzanotte scatterà il coprifuoco nazionale per cui, ovunque siate, tornate a casa. Non circolate per le strade dopo il tramonto, i reati contro la persona e la proprietà saranno puniti rapidamente e con severità. Mentre parlo alle stazioni televisive del paese sta arrivando copia via fax del regolamento del sorteggio. I particolari vi saranno comunicati fra loro. Mi auguro… no, non è esatto, il termine è sbagliato, mi sono espresso male… quello che voglio dire è  che io ho fede in Dio… So che molti di voi non sono credenti, ma voglio lo stesso innalzare una preghiera per la nostra sopravvivenza, compresa la mia perché sono convinto che Dio, comunque voi lo chiamiate, ascolta tutte le preghiere anche se, a volte, la sua risposta è no. Quindi che Dio vi benedica e protegga… Possa Egli posare il Suo sguardo misericordioso su di voi e darvi la pace.”

Jenny: “Ci sono appena giunte comunicazioni per il sorteggio nazionale. Coloro che sono già stati preselezionati saranno avvertiti nei prossimi minuti, gli altri dovranno attendere la sera del 10 agosto quando gli aventi diritto riceveranno comunicazione che il loro numero di Previdenza Sociale è stato estratto dal computer. Sebbene alcuni americani con più di cinquant’anni d’età siano stati preselezionati per l’Arca in virtù della loro grande competenza in alcuni campi fondamentali, nessun uomo e nessuna donna dell’intera popolazione sopra i cinquant’anni parteciperà al sorteggio. Le… le operazioni di evacuazione di coloro che saranno ammessi nell’Arca non richiederanno più di due giorni, a partire dal 12 agosto. Durante questi due giorni nessun veicolo all’infuori di quelli autorizzati potrà circolare. I cittadini selezionati verranno trasferiti nell’Arca con autobus e treni da personale militare. Reparti della protezione civile in ogni cittadina del territorio nazionale con più di cinquemila abitanti distribuiranno viveri, organizzeranno rifugi di gruppo utilizzando i parcheggi sotterranei e individueranno altri siti adatti. I piani di costruzioni per i rifugi di fortuna, l’equipaggiamento, l’ubicazione dei centri in cui trovare i viveri e materiali necessari oltre ai sistemi di conservare i cibi commestibili in ambiente chiuso e alle tecniche per purificare l’acqua sono disponibili già da ora su Internet WWW ECDA.COM. Tutti i sistemi telefonici verranno disattivati entro settantadue ore a partire dal 9 agosto. Da quel momento gli unici apparecchi che squilleranno saranno quelli delle persone estratte… è tutto, è tutto… non c’è altro.”

La famiglia Biederman che stava ascoltando, assieme a Sarah e ai suoi genitori il notiziario TV, riceve l’inaspettata telefonata di essere entrata nella preselezione questo per merito della scoperta di Leo.

Allora il padre di Sarah si alza per andare a casa nel caso ricevessero anche loro una comunicazione. Sarah resta accanto a Leo, sa che a loro non arriverà alcuna telefonata. Sul Messiah, intanto, dopo aver constatato i danni, si decide di tornare sulla Terra anche se non potranno prendere contatto con il loro pianeta fino a che non ne saranno molto vicini proprio per un guasto alle comunicazioni così come non sono sicuri che lo schermo antiradiazioni possa ancora funzionare. Ma, nonostante tutto questo il loro desiderio principale è quello di tornare a casa…

Tempo dall’impatto: quattro settimane e due giorni.

Jenny incontra sua madre la quale ha praticamente svuotato la sua casa dalla preziosa mobilia donandola a un museo che sta organizzando e imballando il materiale in modo che, qualunque sia la catastrofe, possa comunque salvarsi. Jenny è tra le persone preselezionate e di questo Robin ne è felicissima, ma anche Leo ha trovato una soluzione: sposerà Sarah, in questo modo sia lei che la sua famiglia potranno salvarsi.

Il tempo trascorre e Jenny è costretta a commentare in TV i massacri e i saccheggi che vengono compiuti in ogni parte del mondo. Robin sta ascoltando la televisione mentre si trucca e si veste con un elegante abito da sera, guarda le sue foto di famiglia e scivola lentamente in un sonno dal quale non c’è più risveglio. Leo sposa Sarah.

Tempo dall’impatto: due settimane e tre giorni.

Il viaggio del Messiah avviene velocemente per poter tornare sulla Terra prima della catastrofe. A bordo Tanner e Oren fanno amicizia mentre l’astronave prosegue la sua corsa il vecchio astronauta legge al Capitano, diventato cieco, Moby Dick.

Leo sta attendo il pullman con i suoi familiari e con quelli di Sarah, ma quando questo arriva i genitori della ragazza non sono sull’elenco e quindi anche Sarah resta con loro mentre il pullman se ne va con i Biederman a bordo. A Jenny comunicano il suicidio della madre e la ragazza va a raccogliere le sue cose, in una sera piovosa Jason la trova seduta su una panchina e le dice che la sua donna lo ha lasciato e che si sente solo. Jenny rifiuta di salire sulla sua macchina e lo manda al diavolo chiedendogli come ci si sente quando si è soli, così come lo è stata sua madre prima di lui e che per quanto la riguarda si sente come un’orfana.

Tempo dall’impatto: cinque giorni.

Cava dell’Arca.

Limestone Cliff, Missouri.

La gente selezionata entra tramite i pullman dai cancelli attorno ai quali sono assiepati coloro che sono stati esclusi, sotto alcuni aspetti la scena ricorda quella stessa presentata in Quando i Mondi si Scontrano: l’unica differenza sono i soldati armati che sono assiepati attorno ai cancelli e sulle torrette. Vengano caricati anche animali di varie specie. Intanto, in redazione, Jason passa velocemente a salutare la figlia volendo dimostrare che lei non è un’orfana, ma una ragazza che è stata amata oltre che da Robin anche da lui e, per dimostraglielo, le mostra una fotografia scattata sulla spiaggia davanti all’oceano dove sorge la loro casa per l’estate e che mostra lei a cinque anni in groppa a suo padre. La foto fu scattata da Robin.

Jason: “…Era una belllissima giornata, c’eravamo solo noi in spiaggia, è chiaro che doveva esserci anche lei nella foto ma… non c’era nessuno lì che potesse farcela e… È stata lei ad insistere, tu sai quanto è testarda… quanto lo era… Jenny, fu una splendida giornata per tutti e tre… Fai uno sforzo di memoria… Tienile pure… addio…”

Leo ha deciso di tornare indietro per salvare Sarah e ha chiesto un passaggio dentro a un camion che lo sta riportando indietro. Per radio ascolta le ultime novità.

Annunciatore: “Ci è stato appena confermato l’avvenuto lancio di tutti i missili Titan dislocati in Nord Dakota e Wyoming. Le comete si trovano approssimativamente a 14 ore di cammino dall’atmosfera terrestre. I missili, invece, a quanto ci è stato detto, dovrebbero raggiungere il loro bersaglio tra meno di venti minuti.”

Jenny: “Allora, questa è la situazione attuale, tutti i Titan sono stati lanciati, ma ancora non sappiamo se la mossa ha avuto gli effetti desiderati. Le comete dovranno percorrere una certa distanza prima che le stazioni di rilevamento radar ci dicano se le abbiamo deviate su una rotta sicura che non comprenda la Terra perciò, ancora una volta, dobbiamo aspettare.”

Ancora una volta tocca al Presidente dare la notizia.

Beck: “I nostri missili hanno fallito. Le comete puntano ancora sulla Terra e non possiamo fare niente per fermarle, questa è la realtà. Se il mondo andrà avanti ancora non sarà per tutti nè come prima. Abbiamo appena finito di calcolare le traiettorie finali delle comete e abbiamo scoperto dove avverranno gl’impatti. La più piccola delle due, Biederman, cadrà per prima in mare aperto, in Oceano Atlantico, diciamo nelle acque al largo di Capuenteras, fra meno di dodici ore, alle 16,35, ora della Costa Orientale. L’impatto della prima cometa si preannuncia… beh, disastroso. Solleverà una gigantesca onda anomala che si propagherà nell’Oceano Atlantico. Sarà alta circa trenta metri e viaggerà a milleottocento chilometri orari, una velocità superiore a quella del suono. In prossimità della costa l’onda rallenterà la corsa. La sua altezza, invece, a causa della progressiva diminuzione della profondità, aumenterà ovunque. Sarà compresa tra i trecento e i mille metri a seconda del luogo. Dove la costa è pianeggiante l’onda dilagherà dirigendosi all’interno fino a mille, milleduecento chilometri. L’onda raggiungerà la nostra capitale quaranta minuti dopo l’impatto.New York City, Boston, Atlanta, Philadelphia, saranno spazzate via. Se avete dei mezzi per allontanarvi dal suo percorso distruttivo, usateli. La cometa più grande, Wolf, sarà anche più catastrofica, un vero e proprio evento di livello estintivo. L’impatto avverrà nel Canada Occidentale tre ore dopo la Biederman. In una settimana il cielo si oscurerà per la polvere sollevata e resterà così per due anni. Ogni forma di vita vegetale morirà entro trenta giorni. La vita animale si estinguerà in pochi mesi. Non c’è altro. Buona fortuna a tutti.”

Tempo dall’impatto: 10 ore e 37 minuti.

A bordo del Messiah giunto in prossimità della Terra.

Tanner: “Mi concedete per un minuto la vostra attenzione? Osservate quella più grande. Qui l’esplosione ha creato una cavità larga un chilometro e lunga almeno tre. Avvicinandosi al Sole il ghiaccio del nucleo fonde. Il ghiaccio evapora e il buco si allarga, chiaro? Ora, quante testate ci rimangono, Mich?”

Michael: “Quattro.”

Tanner: “Se riusciamo a portare le ultime bombe in quella cavità della cometa resteranno frammenti non più grandi di una valigia. Per l’altra non possiamo far niente ma così la Terra avrà una speranza. Per sapere però i codici di armamento dobbiamo avvicinarci alla Terra tanto da poterli chiedere a Houston.”

Michael: “Se autonomia sistemi di tute basta appena per scendere dentro di stiva a prendere testate… come noi fa di lavorare su cometa?”

Simon: “Una cosa è certa: abbiamo esaurito il propellente necessario per manovrare. Come lasceremo la superficie della cometa una volta… una volta ridiscesi?”

Oren: “Resteremo là.”

Andrea: “Un lato positivo c’è: ci saranno ovunque licei intitolati a noi.”

A Houston non credono alle loro orecchie quando la voce di Tanner si fa sentire dopo tanto tempo.

Tanner, familiarmente detto “Fish” per la sua passione per la pesca, parla con il capo controllo, Mitch, per avere i codici delle bombe e questi intuisce rapidamente il perché della richiesta.

Alla redazione della stazione televisiva vengono estratti a sorte i sei che potranno salire a bordo dell’elicottero che li porterà via: la settima persona è Jenny, che verrà portata direttamente all’Arca.

Leo è arrivato a casa di Sarah trovandola deserta e s’impossessa quindi della moto del padre per andarla a cercare lungo la strada che porta all’interno intasata da migliaia di macchine ferme. In redazione Beth è tornata sui suoi passi con la sua bambina perché non è potuta uscire dalla città trovando tutte le uscite bloccate dall’esodo scomposto e disordinato della gente che, come sempre, si è mossa all’ultimo momento. L’elicottero sta per arrivare e Jenny prende in braccio la bambina portandola sul tetto del grattacielo seguita da una disperata Beth che chiede di poterla abbracciare ancora una volta.

Arrivata sul tetto Jenny cede il posto alla collega e osserva l’elicottero alzarsi stringendo a sè le foto che le ha dato suo padre.

Intanto Leo sta ancora cercando Sarah in mezzo al caos di autoveicoli e finalmente la trova, o meglio e per la precisione, è lei a vedere passare lui e lo chiama. A questo appunto avvengono due cose ben più improbabili dell’ipotesi di impatto con una cometa: prima di tutto Leo riesce a sentirla ma, soprattutto, abbandona la moto e corre da lei e nessuno, assolutamente nessuno, in quel caos di macchine bloccate con gente che cerca disperatamente una via d’uscita, gliela porta via. I genitori di Sarah caricano la ragazza sulla moto, per evitare multe le mettono il casco e le affidano il fratellino minore appena nato. Loro sanno di essere condannati, ma almeno ai figli resta una speranza. Jenny ha raggiunto il padre in macchina abbastanza facilmente dovendo percorrere la strada verso l’oceano e tutti invece si dirigono dalla parte opposta. Lo trova davanti alla casa, sulla spiaggia dove sta guardando verso l’orizzonte, verso la grande massa d’acqua che, tra poco, investirà la costa. Gli si avvicina.

Jenny: “Quando avevo undici anni ti ho rubato trentadue dollari dal portafoglio…”

Jason: “Una volta, quando eri piccola, per distrazione ti ho fatto battere la testa…”

Jenny: “Quando sei venuto allo studio e mi hai fatto vedere quelle foto, non è vero che non ricordavo niente, papà. Ricordo bene altrochè. Mi ricordo che stavamo là, tutti e tre, e che da lì la mamma ha fatto la foto alla casa. Fu una splendida, bellissima giornata. Sono venuta qui apposta per dirtelo.”

Jason: “Grazie…”

Jenny: “Tu mi manchi da allora, lo sai?”

L’abbraccia forte.

Jason: “Mi sei mancata anche tu.”

Biederman entra nell’atmosfera terrestre. Sorvola la zona dove c’è colui che le ha dato il nome. Jenny e Jason la vedono inoltrarsi nell’Oceano. Poi l’impatto. Una gigantesca onda comincia a travolgere ogni cosa, il fondale sulla spiaggia si abbassa e i due vedono il gigante minaccioso su di loro. Si abbracciano forte… è questione di un attimo… New York viene travolta e sommersa in un istante, crollano i grattacieli, i ponti, le case, la Statua della Libertà viene travolta e distrutta e poi l’onda si dirige minacciosa verso la lunga colonna di auto. La gente comincia a fuggire per i boschi che costeggiano la strada, i genitori di Sarah si abbracciano serenamente…

Leo esce dalla carreggiata e comincia a percorrere con la moto la collina cercando di salire il più in fretta possibile e scansando gli altri fuggitivi. Nello spazio la cupa immagine di Wolf sta coprendo la Terra. Il Messiah sta avviandosi verso l’ultimo appuntamento con la grande cometa sulla quale arriveranno tra quattro minuti e quarantacinque secondi. L’equipaggio parla con i familiari in un momento molto dolce e toccante ben condotto, senza tanta retorica, ma inutile per il cinismo odierno, dalla regista Mimi Leder.

Andrea: “Contatto con Wolf tra due minuti e trenta secondi.”

Controllo Missione: “Oren, Mariette era a casa dei tuoi, nello Utah. Ho mandato un aereo a prenderla ma non è ancora arrivata. Fish, i tuoi figli sono in missione, ho provato a richiamarli ma sarebbero arrivati tardi.”

Tanner è rimasto vedovo di sua moglie Mary e il suo unico contatto con la vita sono il suo lavoro e i suoi figli.

Tanner: “Mitch, vorrei salutare Mary, dirle che l’amo e che da quando non c’è più, tutti i giorni non ho pensato che a lei. Mary, torno a casa!”

All’ultimo momento la moglie di Oren riesce ad arrivare con il figlio appena nato e che quindi lui non ha mai visto e che nemmeno ora può vedere attraverso lo schermo quindi è Simon che gli dice che il bambino ha in mano uno shuttle giocattolo e che ride felice… anche lui si chiama Oren, come il padre.

Andrea: “17… 16… 15… È stato un piacere lavorare con lei…”

Tanner: “L’onore è stato mio, Andy.”

La mano di Oren si poggia sullo schermo, quasi ad accarezzare quel figlio che non vede, ma che sente con la voce del cuore.

Oren: “Fai il bravo, Oren, fai il bravo…”

Il Messiah s’infila nel canalone della Wolf, giù verso il fondo. Poi un lampo accecante distrugge la minaccia che pendeva sulla civiltà umana. Leo e Sarah hanno raggiunto la cima della collina, le acque dietro di loro si sono fermate.

Davanti al Campidoglio di una Washington distrutta, le parole del Presidente Beck:

Beck: “L’esplosione ha frantumato la seconda cometa in milioni di frammenti di roccia e ghiaccio che a contatto con l’atmosfera si sono dissolti senza conseguenze illuminando il cielo per un’ora. Tuttavia dobbiamo fare i conti con la devastazione prodotta dalla prima cometa. Le acque hanno invaso l’entroterra fino alle vallate del Tennessee e dell’Ohio. Hanno travolto fattorie, città, foreste e grattacieli. Poi le acque si sono ritirate. L’onda si è abbattuta anche su Europa ed Africa, a milioni si contano i morti e ancor più numerosi sono i senza tetto… ma le acque si sono ritirate. Le città cadono, ma vengono ricostruite, gli eroi si sacrificano, ma di loro resta eterna memoria. Noi gli renderemo onore con il nostro lavoro, arando un campo, cogliendone i frutti, consolando i nostri figli ai quali insegneremo ad essere riconoscenti e ad apprezzare quanto ci è stato reso… il nostro pianeta, le nostre case… E adesso è ora di ricominciare…”

La regista Mimi Leder, appena saputo che si stava girando un film su tema similare, Armageddon, non volle assolutamente sapere di quale storia si trattasse per non esserne influenzata in alcun modo e in effetti a confronto dell’ altro film che prestissimo esamineremo. Deep Impact ha quasi un tono più documentaristico e reale e solo in particolare nel finale, a parte la riuscita ambientazione scenica sulla cometa, vediamo lo scatenarsi degli effetti speciali ancora una volta ottenuti mischiando il computer per l’effetto acqua e i modellini distrutti dalla stessa.

L’asteroide è stato ricostruito in studio mentre l’orizzonte con in lontananza i getti di gas è nuovamente opera del computer.

Naturalmente, ancora una volta è stata la ILM ad occuparsi della resa effettistica del film, essa si è avvalsa della collaborazione di astronomi, scienziati ed ex astronauti della NASA. Poichè, a quanto si sa, le comete sono composte di ghiaccio e roccia, lo scenografo Leslie Dilley, per rendere credibile la superfice del bolide, si è ispirato alla “rosa del deserto”. Sotto il set è stato praticamente costruito un labirinto dove mettere le luci e creare le esplosioni gassose; le stelle, tutt’intorno alla gigantesca cometa, sono state ottenute non più con le vecchie lampadine di una volta (Uomini Sulla Luna) ma con delle fibre ottiche. Gli sbuffi di gas sono trentamila metri cubici di azoto liquido per ogni giornata di riprese. Oltre duemila comparse hanno occupato una strada in costruzione in Virginia, assieme a millequattrocento veicoli di diverso tipo e hanno simulato una fuga disordinata dalle città. È chiaro che un film del genere, grazie alla tecnica odierna, surclassa il pur Premio Oscar Quando i mondi si scontrano, ma considerate sempre una cosa: prima era tutto fatto a mano…

La scena sulla spiaggia tra Maximilian Schell e Tea Leoni, tra l’altro moglie di quel David Duchovny noto per la serie tv X – Files e il suo relativo film, solo per fare un esempio, è stata girata sulla spiaggia con i due attori davanti a un serafico e pacifico Oceano nel quale, con gli occhi della fantasia, dovevano immaginare un’enorme onda che stava per travolgerli. Il vento era un semplice ventilatore e onda e cielo sono stati poi aggiunti in questa e nelle altre scene dalla solita inappuntabile ILM che ne ha curato i colori, la trasparenza e i riflessi a seconda di dove si muoveva e di che cosa investiva.

Il problema del rischio d’impatto con un bolide cosmico è da considerarsi raro, ma non impossibile. In ere lontane un corpo delle dimensioni di Marte, sfiorando la Terra, diede probabilmente origine alla Luna. Più di sessanta milioni di anni fa un asteroide di più o meno dieci chilometri di diametro fu il responsabile della scomparsa dei dinosauri. Una grande meteorite esplose a poca distanza dalla Terra il 30 giugno 1908 a Tunguska devastando un’aerea fortunatamente deserta per oltre a duemila chilometri quadrati. Altri crateri sul nostro pianeta testimoniano che in epoche lontane per noi, ma geologicamente vicine per la storia del nostro pianeta, la Terra è stata bombardata da corpi celesti e che ancora lo è. La ricerca in questo senso è molto relativa, così come lo è quello di ricerca di forme di vita attraverso i segnali del cosmo. Purtroppo gli stanziamenti sono scarsi e i progetti non hanno avuto seguito… finora.

(3 – continua)

Giovanni Mongini