INSEGUIRE UN FANTASMA

INSEGUIRE UN FANTASMA (Eretica Edizioni) si presenta come un thriller, e si veste di maiuscole in tutte le parole del titolo sullo stile statunitense e frasi incisive di un certo piglio commerciale (anche quello statunitense) in quarta di copertina, ma porta dentro di sé l’anima romantica dei più bei romanzi non di genere italiani e europei in generale. Natale Cassano parte da una tesi semplice su cui è costruito tutto il reticolato preciso dell’intreccio: amare e farsi amare. I due fulcri dell’esistenza. Se manca uno di questi, la nostra vita, allora sì, diventa un thriller.

Giovanni riceve in eredità una collezione di quadri. L’eredità è un regalo di qualcuno che non possiamo ringraziare e su cui non possiamo fare domande. E da queste domande non fatte, da questo buio, si sviluppano gli avvenimenti successivi: la scoperta, la ricerca, la sorpresa, l’amore per un padre nonostante tutto. Un protagonista che non vuole avere a che fare col suo passato dovrà affrontarlo e superarlo, dovrà “riportare in vita un fantasma”.

Bari è la città che fa da sfondo alle vicende e che sembra nascondere mille segreti dietro la bellezza struggente del sud dell’Italia, l’Italia di oggi e l’Italia del dopoguerra, i suoi profumi mediterranei sono misteriosi quanto avvolgenti, i suoi colori sono quelli della bandiera italiana. Anche in periodi sporchi di morte e polvere da sparo, quei colori sono sempre rimasti vivi e netti.

Cassano scrive bene, scrive come un giornalista che si prende il tempo di “allungare il respiro” e lasciare da parte la cronaca per trasformarla in prosa, oppure come un romanziere che in realtà fa un sacrificio a mantenersi nello spazio di un articolo laddove gli piacerebbe inventare, costruire, dare vita a un romanzo. Ancora una volta quel dualismo cartesiano, la mente o il corpo, amare o farsi amare, “bei gesti” o “amor proprio”. Cos’altro possiamo fare dopo aver capito che contro il passato non abbiamo alcuna arma di difesa, perché il passato è fatto di persone a cui non possiamo chiedere spiegazioni e a cui non possiamo più dire “ti amo”. Che cosa faremmo se venissimo a conoscenza di persone della nostra famiglia di cui non conoscevamo l’esistenza?

Frank Iodice