Titolo originale: Aladdin
Anno: 2019
Regia: Guy Ritchie
Soggetto: Ron Clements, John Musker, Ted Elliott e Terry Rossio (dal film d’animazione Aladdin)
Sceneggiatura: John August e Guy Ritchie
Direttore della fotografia: Alan Stewart
Montaggio: James Herbert
Musica: Alan Menken
Effetti speciali: Michael Dawson
Produzione: Walt Disney Pictures, Rideback e Marc Platt Productions
Origine: Stati Uniti
Durata: 2 h e 8’
CAST
Mena Massoud, Will Smith, Naomi Scott, Marwan Kenzari, Navid Negahban, Nasim Pedrad, Billy Magnussen, Numan Acar
TRAMA
Aladdin è un ladruncolo che vive con la sua scimmietta Abu nella città di Agrabah: un giorno incontra per caso la principessa Jasmine, ribelle contro le convenzioni, ma sa che il loro è un amore impossibile. Il ragazzo finisce poi nelle grinfie del visir Jafar, che vuole usarlo per recuperare una lampada da una grotta maledetta e piena di tesori, ma le cose andranno in maniera imprevista. Aladdin incontrerà un Genio e forse potrà essere diverso da quello che è sempre stato. Ma gli ostacoli da superare saranno ancora molti, perché Jafar non si darà per vinto, e cercherà di mettere le mani sul Genio, a cui Aladdin ha comunque promesso la libertà.
NOTE
Uno dei maggiori successi animati degli anni Novanta arriva in un film dal vero, che riprende in buona parte la storia originale, con alcuni cambiamenti, tra cui alcune canzoni in più e una caratterizzazione del personaggio di Jasmine in linea con il girls’ power delle principesse Disney dell’ultimo decennio.
Aladdin è una fiaba di origine cinese contenuta nelle Mille e una notte, ma praticamente ovunque, salvo su un vecchio libro illustrato delle Fiabe Sonore, è rappresentata con un’ambientazione araba, qui resa in maniera particolarmente colorata e fantastica, un mondo che racchiude tutte le suggestioni, gli archetipi e anche gli stereotipi dell’Oriente ma che tutto sommato funziona, girato partendo dalla Giordania, poi con l’aggiunta di computer graphic e simili.
Del resto, il cast, tolto Will Smith, ottimo genio, è tutto formato da interpreti che provengono dai Paesi del Medio Oriente: l’egiziano Mena Massoud è Aladdin, il tunisino Marzan Kenzari è un deludente Jafar, gli iraniani Navid Negahban e Nasim Pedrad sono il Sultano e Dalia, new entry del film è il turco Numan Acar che è il capo delle guardie Hakim.
Questo dimostra la volontà ormai della Disney a ragionare non solo in base al pubblico a stelle e strisce e occidentale, ma anche a guardare ai nuovi mercati emergenti o consolidati in altre aree del mondo: del resto Aladdin risente molto dell’estetica dei film di Bollywood, tra musical e avventura, con fotografia, costumi e interpretazioni.
Senz’altro i nostalgici e chi ama Aladdin in animazione si trovano a loro agio con questa nuova versione che ricalca l’originale, ma il suo pubblico d’elezione sono le platee, spesso giovanissime, dai Paesi medio orientali e asiatici, un target vasto e in continua crescita, capace di produrre le cinematografie più vivaci e prolifiche del mondo.