Dell’asteroide ‘Oumuamua probabilmente avete già sentito parlare: la notizia è girata a novembre del 2017 quando si era scoperto che si trattava del primo asteroide interstellare mai osservato dall’uomo, anche se inizialmente si era pensato a una cometa. ‘Oumuamua era stato registrato per la prima volta a fine ottobre dello stesso anno dall’osservatorio di Halaekalā, nelle Hawaii, grazie al sistema di telescopi e fotocamere Pan-STARRS: gli scienziati hanno subito notato che aveva una forma particolare, molto allungata, che somigliava più a un sigaro che alla classica forma “a patata” che hanno la maggior parte degli asteroidi. Il mese successivo un gruppo di studiosi ha pubblicato un paper sulla rivista Nature dove spiegavano di avere calcolato che si trattava di un asteroide interstellare, o extrasolare, cioè originario di un altro sistema solare. Una grande novità, visto che i 750 mila asteroidi e comete finora conosciuti sono tutti originari di questo sistema solare. Anche per questo l’asteroide è stato ribattezzato ‘Oumuamua, che vuole dire esploratore o messaggero nella lingua delle Hawaii (o anche, come spiega Wikipedia, «colui che giunge per primo»). Prima aveva un nome molto meno poetico, ossia semplicemente A/2017 U1.
In questo periodo però, quasi due anni di intensi studi e osservazioni, si è aggiunto un nuovo tassello interessante. Si è scoperto infatti che un astronomo di Harvard, tale Avi Loeb, ha scritto una e-mail in cui spiega: «Più studio questo oggetto, più mi sembra inusuale, spingendomi a domandarmi se possa essere stato costruito artificialmente e mandato da una civiltà aliena». Oltre a essere il presidente del dipartimento di astronomia di Harvard, Loeb è anche consulente di Breakthrough Listen, un programma di ricerca di vita aliena finanziato dal tycoon russo Yuri Milner e di stanza a Berkeley, presso il dipartimento di astronomia dell’università. È stato proprio in una mail inviata a Milner che lo scienziato ha espresso i suoi dubbi sulla natura dell’asteroide.
Stando a quanto riporta l’Atlantic, dopo averla ricevuta, Milner ha immediatamente convocato Loeb nel suo ufficio di Palo Alto. Il risultato è che Breakthrough Listen ha annunciato qualche settimana fa di avere iniziato a studiare meglio ‘Oumuamua. Ora, prima di eccitarsi eccessivamente, è il caso di ricordare che siamo ben lontani dal potere dire, o anche solo ipotizzare seriamente, che l’asteroide sia il frutto di una tecnologia aliena. Il dato interessante però è che uno scienziato del calibro di Loeb abbia confessato di non capacitarsi per il momento delle sue caratteristiche, al punto da tirare in ballo, come possibile spiegazione logica, che possa essere una “tecnologia” di una forma di vita intelligente.
E il fatto che potrebbe essere una sonda aliena inviata per indagare la Terra, è anche la tesi suggestiva avanzata da altri astronomi sempre dell’Università di Harvard, che hanno puntato l’attenzione su alcune caratteristiche che ne spiegherebbero “un’origine artificiale”, definendola addirittura una sonda alla deriva nello spazio.
Del resto, ‘Oumuamua ha già dato adito a svariate ipotesi: prima si pensava a una cometa e poi un asteroide, alla fine è stato addirittura suggerito che potesse essere una nuova classe di “oggetti interstellari”. In un nuovo studio dei ricercatori dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics si sostiene come dicevamo che l’oggetto, che viaggia alla velocità di 315.431,424 km/h, possa invece avere “un’origine artificiale”.
“‘Oumuamua potrebbe essere una sonda inviata intenzionalmente nelle vicinanze della Terra da una civiltà aliena”, sostiene il rapporto, citato anche dalla Cnn. Si parla della possibilità che “viaggi nello spazio interstellare come un detrito grazie a un’attrezzatura tecnologica avanzata”, spinto forse dalle radiazioni solari. L’alta velocità dell’oggetto, insieme alla sua traiettoria inusuale, fa pensare agli scienziati che non sia più funzionante.
Inoltre sembrerebbe che l’intruso del Sistema Solare potrebbe non essere solo: altri oggetti come ‘Oumuamua potrebbero infatti vagare nella Via Lattea trasportando i mattoni della vita. Lo indica stavolta una simulazione secondo la quale una stella simile alla nostra vicina di casa, Alpha Centauri, potrebbe liberare ogni anno migliaia di corpi celesti simili a ‘Oumuamua e che il Sistema Solare potrebbe catturarli al ritmo di uno al secolo.
La simulazione, anticipata sul sito arXiv e in via di pubblicazione sull’Astrophysical Journal, si deve al gruppo dell’americano Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics coordinato da Idan Ginsburg. “La vita potrebbe potenzialmente essere trasportata per migliaia di anni luce”, rileva il responsabile del progetto Ginsburg.
Secondo i ricercatori infatti, ‘Oumuamua, divenuto celebre per essere stato il primo corpo celeste proveniente da un altro sistema planetario, dimostra che questi possono essere espulsi dai loro rispettivi sistemi solari e, se contengono i mattoni della vita, li possono trasportare ovunque nella Via Lattea. In questo modo, si rafforzerebbe anche la teoria, chiamata panspermia, secondo la quale gli elementi della vita si diffonderebbero in tutto il cosmo trasportati da comete e asteroidi.
La simulazione ha calcolato, ad esempio, che una stella come Alpha Centauri potrebbe espellere ogni anno migliaia di oggetti delle dimensioni di ‘Oumuamua e il nostro Sistema Solare potrebbe catturane uno ogni secolo. I ricercatori hanno poi moltiplicato questa percentuale di cattura per il numero di stelle che un oggetto interstellare può incontrare sulla sua strada. E’ emerso così che se gli oggetti si muovono nello spazio interstellare alla velocità di 26 chilometri al secondo, come ‘Oumuamua, 10 milioni di essi saranno catturati da qualche parte nella Via Lattea in un milione di anni.
Buona vita a tutti!