E’ sicuramente, tra i disegnatori emergenti della nuova generazione, uno dei più interessanti: ha un tratto che ricorda molto i migliori cartoonist americani, pur con una sapiente miscela di tratto italiano che non gusta mai. Si chiama Marco Checchetto. Si presenta, stilisticamente parlando, con un tratto dinamico, cinetico e mai banale… ma soprattutto, con un curriculum di tutto rispetto, si presenta a noi.
CIAO MARCO, COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MARCO CHECCHETTO?
Ciao a tutti i lettori de La Zona Morta … beh, direi un disegnatore/illustratore di 32 anni, che adora i fumetti e il cinema.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI FUMETTISTICHE PRECEDENTI, DA QUANDO HAI INIZIATO FINO AD OGGI?
Ho cominciato con piccoli fumetti per piccole case editrici, ma il vero ingresso nel mondo dell’editoria è stato con le copertine per PSM Playstation Magazine. Poi, come ogni aspirante illustratore di comics, ho bussato alla porta della Sergio Bonelli Editore pronto per lavorare sulla serie Jonathan Steele. Il caso volle, però, che in quel momento la serie stesse passando alla Star Comics. Mentre attendevo gli sviluppi della vicenda, Giuseppe Di Bernardo mi chiese di disegnare un numero de L’Insonne, fumetto di cui oggi sono il copertinista. Di Jonathan Steele ho realizzato due brevi storie a colori apparse su Agenzia Incantesimi e un episodio sul numero 12 della serie regolare. In quel periodo ho conosciuto Stefano Vietti con il quale è iniziata una bella collaborazione. Insieme abbiamo realizzato la nuova serie di fumetti delle Teenage Mutant Ninja Turtles pubblicate su Il Giornalino e con cui ho vinto il premio CoccoBill Cartoomics come miglior nuovo disegnatore. In seguito, sempre con Stefano e con Giancarlo Olivares abbiamo fondato il V.O.C. studio (vedere nella sezione link, ndr). Il primo progetto che abbiamo realizzato tutti e tre insieme è la serie made in Italy di Spider-man. Una collaborazione Marvel/Panini/Ed. San Paolo. L’hanno scorso ha segnato anche il mio debutto in Marvel con una breve storia di Deadpool. Al momento, oltre che su Spider-man, sono al lavoro su una serie per Marvel USA.
DA QUALCHE TEMPO TI OCCUPI PRINCIPALMENTE DI FANTASCIENZA E SUPEREROI, MA QUAL È IL GENERE CHE PREFERISCI?
Fantascienza e supereroi. Non potevo capitare meglio. AHAHAHA.
E QUALE GENERE TI PIACEREBBE DISEGNARE CHE ANCORA NON HAI AVUTO MODO DI FARE?
Io adoro i film di Tarantino, mi piacerebbe disegnare un fumetto con dei personaggi come i suoi.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE COMUNQUE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA, CHE PIÙ CHE ALTRO È UNA SORTA DI CALDERONE IN CUI SI PUÒ INSERIRE DI TUTTO?
Adoro la fantascienza e i supereroi. Io non sono cresciuto con Topolino come fa la maggior parte dei bambini. Avendo un fratello e una sorella più grandi di me guardavo i cartoni animati e i film che guardavano loro e leggevo i loro fumetti. E’ stato un processo naturale che mi ha portato ad amare follemente fin da bambino i supereroi e la fantascienza in generale. Per dire, avevo circa 8 anni quando ho visto per la prima volta Blade Runner, senza capirci nulla e domandandomi come mai in un film di fantacienza Harrison Ford non avesse una tutina attillata o un’armatura. Eheheh!!
SE NON VADO ERRATO, MOLTE TUE ATTIVITÀ SONO LEGATE ALLO SCENEGGIATORE STEFANO VIETTI. CHE RAPPORTO HAI CON LUI?
Prima di tutto è un amico. Abbiamo la fortuna di avere gli stessi gusti in ambito di giochi, film fumetti ecc… una fortuna, in questo modo, infatti, è quasi come se mi scrivessi da solo le storie. Stefano mi conosce molto bene e sa come valorizzare il mio lavoro.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. COME OPERI IN GENERE DAVANTI AD UNA SCENEGGIATURA? CAMBIA QUALCOSA A SECONDA DEI VARI AUTORI OPPURE AGISCI SEMPRE ALLO STESSO MODO?
Cerco di rispettare sempre la sceneggiatura ma sono solito cambiare qualcosina, soprattutto nelle scene d’impatto e d’azione. L’approccio con gli sceneggiatori è sempre lo stesso, prima di inchiostrare o colorare una tavola faccio vedere le matite, se vedo che i miei cambiamenti non sono apprezzati torno al mio posto e mi limito a fare quello che mi viene chiesto. Ma devo dire che questo non succede quasi mai.
QUANTA LIBERTÀ VIENE LASCIATA AL DISEGNATORE, RISPETTO AL TESTO?
Come sopra, dipende dallo sceneggiatore.
A QUANDO UN’OPERA INTERAMENTE TUA, SIA AL DISEGNO CHE AI TESTI?
Uhm…mi piacerebbe prima o poi, ma non ci perdo di certo il sonno. Ho la fortuna di lavorare con sceneggiatori che mi fanno fare quello che mi piace.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Disegnerò Spider-man per Il Giornalino almeno fino alla fine del 2008 e come ho detto prima sto lavorando ad una serie Marvel USA. In cantiere c’è una mini-serie creata in coppia con lo sceneggiatore Andy Schmidt per il mercato americano. Anche con Stefano ho una serie in ballo che non vedo l’ora di disegnare, ma è ancora troppo presto per parlarne. Bye, Marco.
07/03/2008, Davide Longoni