Un saggio che ricostruisce la nascita e l’evoluzione della criminalità organizzata barese e i tentativi di insinuarsi anche in Basilicata tra fine ‘800 e inizi del ‘900. Il testo dal titolo “Con un piede nella fossa. 1861-1914: storie di malavita barese” (LB Edizioni) è stato scritto da Stefano De Carolis ed è impreziosito da una prefazione del procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, e una testimonianza del generale Giovanni Cataldo, comandante della Legione dei Carabinieri della Puglia.
De Carolis, pugliese, sott’ufficiale dei carabinieri in servizio a Bari collaboratore di varie riviste anche negli Stati Uniti, ha al suo attivo pubblicazioni e articoli in particolare nel settore della ricerca di reperti storici sottratti al patrimonio artistico dello Stato visto che tra l’altro svolge funzioni operative presso il Ministero dei Beni Culturali.
Il suo libro d’esordio è stato presentato nei giorni scorsi presso il Mondadori BookStore di Matera in una serata moderata dalla giornalista Rossella Montemurro cui, oltre all’autore, è intervenuto il presidente del Movimento Forense di Bari, Flavio Luigi Romito. Nei dieci capitoli l’autore dopo una lunga ricerca durata 7 anni in cui ha vagliato oltre 4mila documenti nell’Archivio di Stato di Bari prova che la criminalità pugliese non è nata nel 1979 con Raffaele Cutolo a Lucera ma imperversava nel territorio pugliese già nella seconda metà dell’Ottocento.