PAOLO BARBIERI

Paolo Barbieri è uno dei più grandi illustratori del nostro paese, noto anche a livello internazionale, che lavora con successo e da oltre vent’anni nel mondo dell’editoria. Ha collaborato, sia in veste di illustratore che di copertinista, con le più importanti case editrici occupandosi delle copertine di svariati successi editoriali firmati da autori di grande calibro, oltre ad aver dato alle stampe strepitosi volumi a suo nome che raccolgono il meglio della sua produzione. In vista del suo ultimo libro intitolato STARDRAGONS, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di intervistarlo per voi.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È PAOLO BARBIERI?

Paolo Barbieri è una persona che ha sempre avuto molta fantasia. Il lavoro di illustratore è forse una conseguenza del mio carattere in quanto prima c’è stato il bambino che inventava e disegnava i suoi mondi per poi rifugiarsi in essi. Tutto questo percorso è stato probabilmente tra le scuole più importanti che io abbia avuto.

COME HAI COMINCIATO A DISEGNARE?

Ho iniziato da bambino ma la vera scintilla scoccò con l’arrivo dei cartoni animati giapponesi, da Goldrake a Mazinga, da Starblazers a Capitan Harlock, insieme a tutti gli altri. Quell’invasione in tv mi fece letteralmente impazzire di gioia e mi misi a ricopiare i miei eroi su fogli di ogni tipo.

PRIMA DI DEDICARTI A TUTTO TONDO ALL’ILLUSTRAZIONE E ALLE COPERTINE PER L’EDITORIA, HAI PARTECIPATO AL FILM “AIDA DEGLI ALBERI”, COSA RICORDI DI QUELL’ESPERIENZA?

L’esperienza è stata gratificante ed estremamente utile per la mia esperienza di pittore/illustratore. Gli scenografi coreani mi insegnarono a dipingere con gli acrilici utilizzando le “classiche” tecniche utilizzate per film d’animazione giapponesi e Usa, dove, in poche parole, si fonde tecnica ad acquerello con quella per acrilici, dando un risultato estremamente affascinante.

L’avventura iniziò quasi per caso: l’art director Victor Togliani e il regista Guido Manuli cercavano qualcuno che potesse dipingere le scenografie. Dato che io conoscevo Togliani, mi venne chiesto di fare alcune prove per capire se potevo avere la mano “giusta”. Sia il regista che l’art director apprezzarono molto le illustrazioni e nel giro di qualche settimana mi ritrovai a Seul presso lo studio in cui venivano eseguite gran parte delle animazioni e delle scenografie. Io divenni direttore delle scenografie colore (key backgrounds) e il mio compito era di tradurre le indicazioni di Manuli e di Togliani in luci e colori per queste tavole che sarebbero servite a tutti gli scenografi per procedere alla colorazione dei gruppi di scenografie.

VENENDO ALLA TUA ATTUALE ATTIVITA’ DI ILLUSTRATORE, VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI COME COPERTINISTA, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

La prima copertina risale al 1996: inutile dire che quello fu per me l’incarico più “importante”, in quanto diede l’avvio alla mia professione. L’incarico mi venne dato dallo Studio Baroni di Milano. Daniele Baroni visionò il mio portfolio e rimase favorevolmente impressionato dalle mie tavole. Purtroppo, il signor Baroni è mancato qualche anno fa. Successivamente arrivarono altri incarichi e copertine: tra queste ricordo alcune realizzate per le edizioni italiane dei libri di Wilbur Smith, Clive Cussler, Umberto Eco, Ursula Le Guin e varie cover di Urania. Il Drago di Ghiaccio, copertina del libro scritto da George R.R. Martin, è tutt’ora una delle illustrazioni che ricordo con più affetto (George Martin mi scrisse personalmente per complimentarsi). Arrivarono poi le copertine del Mondo Emerso a cui seguirono i due libri illustrati Creature del Mondo Emerso e Guerre del Mondo Emerso-Guerrieri e Creature (Mondadori).

E DELLA TUA COLLEZIONE PERSONALE CON LE EDIZIONI LO SCARABEO COSA PUOI DIRCI?

Dopo vari libri illustrati realizzati per Mondadori, come Favole degli Dei, L’Inferno di Dante, L’Apocalisse, Fiabe Immortali, la Casa Editrice Scarabeo mi contattò perchè interessata a realizzare i Tarocchi.

Dopo questa prima collaborazione, Scarabeo decise che c’erano tutte le premesse per poter realizzare dei libri illustrati che avessero temi un poco più “esoterici” e particolari, lasciando comunque piena libertà alla mia fantasia.

Fu così che naquero Zodiac (2016), Fantasy Cats (2017), Unicorns (2018) e StarDragons (2019). Questa nuova collaborazione mi ha insegnato nuovi modi di procedere per realizzare libri illustrati e soprattutto Storie che in essi collegassero tutte le illustrazioni, in modo che non ci fosse solo l’argomento primario e chiaramente comprensibile dal tema principale (Gatti, Draghi, Unicorni, ecc). Questi libri sono diventati anche Calendari e Oracoli, distribuiti in tutto il mondo proprio da Scarabeo.

RESTANDO IN TEMA, RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PROPRIO PER LO SCARABEO “STARDRAGONS”, UN VOLUME DEDICATO A DRAGHI E STELLE, COSTELLAZIONI E CAVALIERI, CREATURE FANTASTICHE E LUOGHI IMMAGINARI IN CUI SI INCONTRANO I MITI E LE LEGGENDE, DA SEMPRE PROTAGONISTE DELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO DELL’UMANITA’. CE NE VUOI PARLARE?

La Casa Editrice Scarabeo voleva un mio libro sui Draghi e anche io desideravo tornare  ad ampliare l’argomento dopo il libro Mondadori del 2017 realizzato però interamente a matita.

Con STARDRAGONS, io e l’editore decidemmo di utilizzare come secondo leitmotiv trainante le Stelle, in parte perchè l’argomento si ricollega ai temi cari allo Scarabeo, e in parte perchè il mondo delle Stelle e delle Costellazioni mi ha sempre affascinato. Capitan Harlock descriveva spesso lo spazio come il “mare delle stelle”: in un certo senso, credo di aver completato con questo libro quel primo “input” di tanti anni fa.

Aggiungo che nonostante l’argomento delle Costellazioni sia stato affrontato e sviscerato molte volte da film e anime più o meno famosi, ero affascinato dall’idea di reinterpretare a mio modo due degli universi che mi hanno sempre attirato: così, in STARDRAGONS, i nomi dei Draghi sono diventate le Costellazioni principali (le 48 Tolemaiche più altre secondarie), mentre le creature che accompagnano i Draghi nelle illustrazioni hanno i nomi delle Stelle principali delle Costellazioni stesse. Nel libro, Draghi e Creature/Cavalieri non sono in opposizione ma in simbiosi e nati, in un certo senso, dalla stessa cellula (come simbiotico è il rapporto tra Costellazioni e Stelle che le compongono).

Concludo che, per non incorrere in errori, io e l’editore ci siamo avvalsi della collaborazione di Marina Costa, dell’Osservatorio Astronomico di Genova.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELLE AMBIENTAZIONI?

Come ho scritto precedentemente, l’dea principale era di raffigurare Draghi e Creature in una sorta di simbiosi, dato che entrambi si appartengono sia nel mondo illustrato sia in quello reale del cielo. Gli stessi Draghi non seguono la forma delle Costellazioni dato che queste diventano cicatrici luminose sulla loro pelle. Nel libro ci sono 56 illustrazioni e, al di là della premessa, è stato ovviamente impegnativo inventare 56 Draghi con forme e caratteri differenti così come per le altrettante creature che li accompagnano nei disegni.

ALTRA TUA RECENTE USCITA E’ “DRAGHI, DIRIGIBILI E MONGOLFIERE – C’ERA UNA VOLTA A MILANO” SU TESTI DI LUCA CROVI. COSA PUOI RACCONTARCI DI QUESTA ESPERIENZA?

Questo libro, edito da Oligo Editore, è stata un’esperienza sicuramente positiva. Conosco Luca da anni e, con questo libro illustrato, siamo finalmente riusciti a collaborare per questo progetto. La proposta è arrivata direttamente da Crovi che, con questo racconto, ha narrato e unito più elementi: le leggende sui draghi presenti a Milano e ritrarre con le parole una città di altri tempi  attraverso gli occhi di Umberto Nobile che, con il suo dirigibile, parte da Baggio in direzione Polo Nord e sorvolando proprio Milano.

COME TI SEI DOCUMENTATO PER REALIZZARE QUESTO VOLUME?

Luca, grande conoscitore di Milano, della sua storia e delle sue architetture, mi ha aiutato a ricercare edifici e scorci dell’epoca in cui il racconto è ambientato (1928). Insieme abbiamo deciso quali fossero le suggestioni migliori da illustrare per rendere le tavole evocative e descrittive al tempo stesso.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Da piccolo, utilizzavo questi mondi fantastici per fantasticare e fuggire dalla realtà, disegnando e inventando luoghi che avrei desiderato visitare. La fantasia, per quanto mi riguarda, è sempre stata anche una fonte di “insoddisfazione” dato che non riuscivo a disegnare tutto quello che avevo in testa. Tutto questo mi portò a cercare di migliorarmi, proprio per avere le capacità di creare con la matita quello che ancora non riuscivo a trasformare nella mia realtà sui fogli. Questo grande esercizio per la mia fantasia, durato molti anni, ha plasmato quelle che sono le basi per il mio amore verso l’arte fantastica in generale (e senza dimenticare anche la fantascienza).

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER LE TUE ILLUSTRAZIONI?

Da piccolo rimasi folgorato dagli anime giapponesi che furono la vera e propria scintilla scatenante. Poi arrivarono i film, come Labyrinth, La Storia Infinita, Indiana Jones, i Goonies, Navigator, Excalibur, Scontro di Titani (quello originale del 1981), Star Wars e tanti altri. Alla mia formazione contribuirono le opere dei grandi della storia dell’arte, come Bernini, Caravaggio, Michelangelo, per poi proseguire con tanti altri artisti scoperti successivamente come Bouguereau, Alma-Tadema, Giovanni Boldini e l’immenso Beksinski. Oltre a tutto questo ci sono i luoghi in cui vivo come Mantova e la sua natura, le nebbie invernali, gli odori, i sapori, i cieli stellati, i temporali. Insomma, quando si parla di ispirazione, io rispondo che sono tutti gli stimoli avuti in vita a contribuire a questa, compreso le persone che conosciamo e la nostra psicologia.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ultimamente ho purtroppo diminuito le letture (questioni di tempo): tra queste ho, negli ultimi anni, una predilezione per tutti quegli antichi misteri che popolano l’antica storia umana e riferita alle antiche leggende e ai popoli scomparsi. Parlando di scrittori “classici”, senza alcun dubbio Frank Herbert con il magnifico Dune, Asimov e altri. Sottolineo però che, come avviene nella musica, non ho esattamente un autore/scrittore preferito ma sono attirato dalla particolarità delle storie e non dallo stile di scrittura.

E I TUOI ILLUSTRATORI?

Boris Vallejo, Michael Whelan, Alan Lee, Brian Froud, John Howe, Brom, Rodney Matthews, Drew Struzan, Renato Casaro, Ferec Pinter, Giger.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Oltre a quelli già elencati prima, aggiungo: la Trilogia del Signore degli Anelli, Rogue One, Avatar, Dark Crystal, Jurassic Park, L’Uomo Bicentenario, Willow, Il Drago del Lago di Fuoco, John Carter, Blade Runner, SpiderMan 2 (Sam Raimi), Alien e Aliens – Scontro finale, i primi tre film dei Pirati dei Caraibi, Il Cavaliere Oscuro, Ritorno al futuro, Il Labirinto del Fauno e gli Hellboy di Del Toro.

ESISTE UN PERSONAGGIO (O UN ROMANZO) CHE AVRESTI VOLUTO DISEGNARE O ILLUSTRARE MA CHE ANCORA NON SEI RIUSCITO A REALIZZARE?

Dune e tutto il suo mondo (anche se, in questo caso, parliamo di fantascienza)

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Si, ho già nuovi progetti ma preferisco non parlarne mai con largo anticipo. Sogni nel cassetto? Certo! Sono la linfa vitale che mi sprona a migliorarmi e, anche loro, preferisco lasciarli segreti.

Davide Longoni