TALES FROM THE GOLPE (1989 – 1994)

Traccia 1 – Echoes

Nell’ultimo decennio del Novecento il paese s’era lasciato alle spalle le fotografie neorealiste delle campagne meridionali, i nonni e i bambini, gli emigranti e i simboli di una marginalità inerte. La società post-industriale degli anni ’70 fu caratterizzata dalla crescita dei servizi, del lavoro impiegatizio, della tecnocrazia. Passaggi complessi, stratificazioni sociali. Negli anni ’80 e ’90 la metamorfosi era in atto – frammenti macroscopici di cambiamento, nuove professioni che simboleggiano le nuove aspirazioni sociali dei giovani impiegati in solitudine davanti ai computer. La partecipazione politica svanisce e le rade manifestazioni sociali sono appannaggio di nuovi lavoratori, una differente classe operaia di cui non si accorge nessuno e che troverà i suoi gironi nel lavoro evanescente e ubiquo degli anni Zero. I movimenti sociali scaturiti dal ’68 (le campagne sul divorzio, l’aborto, la sessualità, lo statuto dei lavoratori, l’emancipazione della donna) sono rifluiti negli scenari pubblici di fine secolo: dai nomadi barbuti di Castel Porziano alle mense di Sant’Egidio, dai primi discount ai rimasugli comunisti del Leoncavallo, dalle televendite di Wanna Marchi al relax sulle spiagge o nei festival del fitness. Un nuovo mondo senza ideologia ci aspettava oltre il millennio…

Traccia 2 – Orrore anni ’70

Un golpe d’autunno di servizi segreti e loschi figuri, vecchi deliri oltretombali del 7 e 8 dicembre 1970 di Delle Chiaie e del principe Borghese (l’ombra lunga dei Colonnelli, le infiltrazioni dei servizi, enti petroliferi e le sciabole della Decima Mas). “Horror”, il mensile a fumetti dell’insolito, usciva nelle edicole in quella realtà di bombe, stragi e depistaggi. Le sue tavole attingevano da classici letterari (Lovecraft e i suoi topi nel muro fin dal primo numero, nelle edicole pochi giorni prima di Piazza Fontana), o da storie esoterico-satiriche (Carpi e Rostagno), spesso lambendo i confini dell’alienazione contemporanea.

E prima ancora?

Tales from the Crypt, dicevano gli americani negli anni ’50. Un patrimonio collettivo di racconto dell’orrore che miscelavano i giganti del gotico americano (Poe, Bierce, Masters) con le forze oscure del boom economico. Le paure della middle-class statunitense alimentavano la fantasia dei teen-ager di Enola Gay.

Ecco allora che la psicosi e l’isteria, le sottili inquietudini prendono la forma di vecchi custodi della cripta, streghe, custodi del sepolcro, mani mozzate, profanatori di tombe, licantropi, necrofili, navi fantasma, mummie assassine, musei delle cere, sedute spiritiche, il tutto shakerato col realismo esasperato di un mondo moderno, veloce, cinico, sfrenato. C’è uno spettro che s’aggira per l’America ed è lo spettro del Comics Code Authority.

Traccia 3 – Improvvisazione per Franco Evangelisti (Echoes work in progress)

Noi adolescenti degli anni ’90 apriamo gli occhi su un’Italia horror degna dei custodi della cripta della EC Comics. “Progetto per occupare Saxa Rubra” (“La Repubblica”, 2 novembre 1993), “Tracce di golpe, gas nervino e legionari per occupare la Rai” (“la Repubblica”, 27 novembre 1993), “Saxa Rubra, l’ombra dei servizi” (“la Repubblica”, 26 novembre 1993), “Il Sisde dietro l’attacco alla Rai” (“l’Unità”, 26 novembre 1993). Il nostro delitto quotidiano. Bastava sfogliare le prime pagine dei quotidiani lasciati nei laboratori di chimica del mio istituto professionale. Nuovi progetti golpisti. Nuovi personaggi. Giovanni Marra, Pier Luigi Vigna (reduce dalla grande caccia al mostro di Firenze), Donatella Di Rosa desnuda su qualche rotocalco.

E ancora, Salvo Lima crivellato il 12 marzo 1992 a Palermo; il 23 maggio la strage di Capaci, il 19 luglio quella in via D’Amelio. Il 5 novembre, nel giardino dei Boboli a Firenze si scopre una bomba da mortaio; una bomba scoppia a Roma il 14 maggio 1993 in via Fauro, ai Parioli, destinata a Maurizio Costanzo. Il 26 e 27 maggio a Firenze le detonazioni in via dei Georgofili. Il 2 giugno altra deflagrazione a cento metri da Palazzo Chigi a Roma. Tra il 27 e il 28 luglio tre bombe tra Milano e Roma. La sera del 28 un black-out ingoia Palazzo Chigi, costringendo all’oscurità il presidente del Consiglio Ciampi. Altre autobombe a Catania e un ordigno a Padova, al primo piano del Palazzo di Giustizia. Nel frattempo lo spettro di una Uno bianca si aggirava per la penisola, seminando morti e feriti peggio della Christine di King. Il 23 novembre 1993 un fantasma s’aggira nello Shopville a Casalecchio di Reno, oggi Carrefour. Il 22 gennaio ’94, all’Hotel Ergife di Roma, Gianfranco Fini fa il maquillage al fascismo della fiamma tricolore. Il 29 gennaio 1994 si sarebbe tenuto l’ultimo congresso socialista, il 18 la DC sarebbe scesa nella tomba, trascinando con sé i corpi mummificati dei suoi esponenti. Andreotti, geniale figura del gotico italiano, sarebbe sopravvissuto all’apocalisse. The Stand. Ombra dello scorpione. Poi i pentiti avrebbero iniziato a parlare e anche lui sarebbe stato trascinato in una lunghissima cronologia giudiziaria, imputato per Mafia e l’uccisione del Cavallo pazzo Pecorelli Mino. Lo spettro Enimont, Gladio e i venti di Tangentopoli avrebbero portato ad altro, alla Lega di Umberto Bossi e all’alba di una nuova era. Lo spazio politico italiano somigliava ai cimiteri desertificati dipinti sulle copertine di tanti Oltretomba e Terror. Edward Luttwak, autore di un manuale sulla pratica del colpo di Stato, attendeva la luce del mattino con una copia dell’ultimo Splatter arrotolata nelle mani.

Davide Rosso