STORIA, ARCHEOLOGIA E MYSTERI SECONDO PRESS & ARCHEOS

La casa editrice Press & Archeos di Firenze ci segnala una serie di uscire molto interessanti per tutti gli appassionati di mysteri legati alla Storia, quella con la “S” maiuscola. Vediamole insieme.

Iniziamo con PRIMA DI OMERO (264 pagine; 16 euro) di Giovanni Spini, un viaggio nel Mediterraneo ancestrale alle origini della cosmologia occidentale fra Storia, archeologia, archeoastronomia e simboli.

Non v’è dubbio che le cosmologie dei popoli mediterranei d’Occidente abbiano avuto origine dalle prime grandi civiltà medio-orientali. È altrettanto palese che gli archetipi ultra-millenari si rifacciano a matrici comuni, comprovate dai ritrovamenti archeologici, quali la Grande Madre Terra, i corpi celesti e, non ultimo, il ciclo della vita animale. Ma l’evoluzione in forme più complesse e straordinariamente varie di queste simbologie è da attribuirsi storicamente alle sponde orientali del Mediterraneo. Questo libro non tratta solo di divinità e dei loro miti, ma vuole essere un compendio storico-archeologico di tutte le civiltà che si sono affacciate sul nostro mare, dall’Egitto agli Iperborei, da Malta a Creta, rispettando non solo un ordine geografico che ci riporterà alla penisola italica, ma anche un preciso limite temporale: prima di Omero – quindi prima dell’affermazione della religione olimpica che è alla base stessa delle tradizioni occidentali.

Giovanni Spini (Ferrara, 1947), romanziere e saggista, ha pubblicato con Press & Archeos i volumi “Io sono Atropo” e  “La Quadriga Infernale”. Con Enio Pecchioni ha scritto i saggi “Totila e Belisario”, “Figli di Enea” ed altri. Appassionato di mitologia, ha realizzato per AGT il libro “Divinità Feste e Cerimonie del mondo antico”. È membro della Commissione Storica della Foundation for Sports History.

Passiamo a L’EREDITÀ CELTICA – ORIGINI E ANTROPOLOGIA DEI POPOLI CISALPINI (228 pagine; 16 euro) di Stefano Spagocci.

I Celti, generalmente associati a Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna, sono in realtà alla radice di gran parte delle nazioni europee. La presenza celtica in parte dell’Italia settentrionale è altrettanto autoctona quanto quella in Iberia, Europa Centrale ed Isole Britanniche. Dopo le invasioni storiche del IV sec. a.C. tutta l’Italia settentrionale, e parte dell’Italia centrale, fu abitata da popolazioni celtiche o celtizzate. Un tale dato, tuttavia, è quasi sconosciuto al grande pubblico. In questo libro, sintetizzando un ventennale lavoro di spoglio della letteratura archeologica ed antropologica, l’autore ha voluto rendere giustizia ai Celti Cisalpini, delineandone un ritratto antropologico in senso genetico, fisico e culturale. Ciò allo scopo non solo di conoscere meglio questo insieme di popoli ma di capire quanto di loro sia rimasto nell’antropologia dei Popoli cisalpini. Se dal punto di vista genetico, con alcune precisazioni riguardo all’aggettivo “celtico” dalle quali l’autore non rifugge, si può sostenere l’origine celtica, prevalentemente celtica o in parte celtica degli abitanti di buona parte dell’Italia settentrionale, dal punto di vista culturale il discorso si fa più complesso. Per questa ragione un’attenzione particolare è dedicata anche alle dinamiche della romanizzazione, giungendo alla conclusione che molto di celtico, nonostante tutto, sia rimasto in Italia settentrionale.

Stefano Spagocci è nato a Milano nel 1966. Si è laureato in fisica all’Università degli Studi di Milano, svolgendo la tesi di laurea presso il CERN di Ginevra. Ha poi conseguito un M.Sc. alla Edinburgh University ed un Ph.D. presso University College London. Sin dalla tesi di laurea si occupa dello sviluppo di modelli matematici per applicazioni scientifiche, ingegneristiche ed economiche. Ha da sempre un forte interesse per l’archeologia e la storia antica, con una particolare attenzione ai popoli “barbarici”. Nell’ultimo ventennio tale interesse si è congiunto con quello per l’antropologia, dando origine a una lunga serie di ricerche sull’archeologia cisalpina.

A seguire citiamo ETRUSCHI VS. ROMA – DIARIO STORICO DELLA CADUTA DEI RASNA (150 pagine; 12 euro) di Enio Pecchioni.

Le guerre romano-etrusche come non sono mai state raccontate. L’autore ripercorre i rapporti tra l’ancor giovane Roma e le città dei Rasna con un’attenzione speciale per gli eventi prettamente militari. Attraverso le fonti antiche e le testimonianze archeologiche, una fase storica considerata spesso confusa e leggendaria trova nuova sintesi e fruibilità.

A tratti l’esposizione prende la posa di un diario militare e sono descritte, con il supporto di brevi fiction, le singole circostanze belliche indicando per ogni evento sia la data ab Urbe condita, sia quella dell’antico calendario etrusco.

Leggiamone dalla quarta di copertina: “Partendo dai primi scontri tra gruppi di pastori latini e mercanti etruschi si giunge ad una dimensione pienamente storica in cui le caratteristiche di novità della politica romana prendono forma e consapevolezza. La caduta di Veio (396 a.C.) rappresenta un passaggio fondamentale per l’espansione romana; le guerre di Lucio Cornelio Scipione contro Volterra (298 a.C.) indicano un momento di non ritorno, oltre il quale sembra improbabile il mantenimento delle autonomie etrusche. Dopo la battaglia di Sentino (295 a.C.) nessuno potrà più frenare la crescita di Roma.  Dalla conoscenza delle guerre romano-etrusche è possibile comprendere molto della stessa Etruria, un mondo di poleis unite da valori culturali e religiosi ma solo raramente da una strategia politica comunitaria. Non si dimentichi però che, almeno per un periodo, Ruma stessa fu soltanto una tra le suddette città”.

Enio Pecchioni scrive di storia antica di Fiesole e Firenze dagli anni ’60. Tra le sue pubblicazioni più note ricordiamo “Storia di Fiesole” (1979), “Breve storia del popolo etrusco” (1984), “Stilicone” (2010). Con Press & Archeos ha pubblicato insieme a Giovanni Spini: “Firenze Etrusca” (2011), “Totila e Belisario” (2013), “Figli di Enea” (2014) e “Urbicus – da Firenze a Milano” (2015).

Altra uscita è ELISIR DI FATA, DECOTTO DI COMARE – RICETTE O INCANTESIMI IN CUCINA (152 pagine; 9,80 euro) di Daniela Braccini.

Il duplice titolo di questo libro dipende dal fatto che l’argomento trattato, seppur attinente all’arte culinaria, ha però natura accessoria e investe in qualche modo la sfera del femminile magico. Nel caso degli elisir, termine scelto fra le tante preparazioni a rappresentare il vasto mondo di chicche o liquori, è la dolcezza effimera di un intermezzo che incanta il palato oppure il senso estetico. Non servono a nutrire il corpo ma come le fate rendono le ore gradevoli e fanno dimenticare i fastidi o le fatiche del giorno. Si gustano in solitudine, a poco a poco, magari leggendo un libro; oppure si condividono con gli amici, fra chiacchiere e tintinnio di bicchierini. Nel caso del mondo vastissimo dei decotti si entra invece nell’area del recupero del benessere, sfiorando l’universo infinito delle erbe medicinali testate da una millenaria sperimentazione e quello empirico ma altrettanto antico dei rimedi popolari che ad ogni disturbo fisico o psichico trovava modo di abbinare un alimento specifico. E in ambito casalingo chi meglio di una vecchia comare a cui era affidata la salute di grandi e piccini poteva conoscere i giusti rimedi tramandati di bocca in bocca? Una cosa rende questi due filoni simili: in tutti e due i casi ciò che si va ad assumere porterà fatalmente ad un mutamento dello status quo, modificherà in meglio le nostre ore con un momento di puro piacere o con il sollievo da un malessere. Proprio come una bacchetta magica o una ciotola offerta con un sorriso.

Daniela Braccini (Firenze, 1952) ha pubblicato con Press & Archeos i libri “Quando Halloween non c’era e la paura era una cosa seria”, “Fate, Befane, Streghe e Guaritrici”, “La cucina come ambiente vitale” e “Il mondo magico dei funghi”. Il suo primo libro, rivolto ai ragazzi, è stato “San Galgano e la spada nella roccia” illustrato da Alice Rossi (2009).

Infine chiudiamo questa carrellata di nuove uscite con il volume QUANDO A FIRENZE RUGGIVANO I LEONI – STORIA DEI SERRAGLI E DEI GIARDINI ZOOLOGICI FIORENTINI DELL’ANTICHITÀ AI NOSTRI GIORNI (274 pagine; 16 euro) di Pierluigi Finotello.

L’interprete principale di questo libro è il Leone. La narrazione ha inizio in una Toscana antica le cui testimonianze fossili, rinvenute nella terra dei Luni, ancora oggi sono motivo di appassionanti ricerche; il leone viveva proprio qui e al suo fianco cacciavano anche leopardi, linci, iene, orsi e altre specie che certo non ci si aspetterebbe di trovare da queste parti. Una fauna inaspettata dunque, ma senz’altro moderna, che per un “battito di ciglia” non è riuscita a giungere fino a noi. Episodi più recenti riguardano invece la Firenze storica: è la parte centrale del libro, quella più corposa, che copre dal tempo della colonizzazione romana ai giorni nostri. È ancora il leone il protagonista in assoluto: leoni in carne e ossa hanno infatti vissuto per molto tempo in città, in luoghi appositamente pensati per loro, come i serragli. Gli imprevisti, con il biondo predatore, non sono ovviamente mancati: aneddoti e fatti ignorati dalla maggior parte dei fiorentini. La ricerca si sofferma infine sul destino che attende questo superbo felino. Riusciremo a conservare la specie che ci ha accompagnato per buona parte della nostra travagliata storia e ha animato i sogni e i racconti della nostra giovinezza?

Pier Luigi Finotello, zoologo, lavora presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze nella Sezione di Zoologia, la famosa “Specola”. Si occupa di zoologia dei Vertebrati, degli aspetti storici e gestionali dei giardini zoologici e di conservazione della fauna. È autore di numerose pubblicazioni e membro dell’Unione Italiana Zoo e Acquari e dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici. Ha svolto numerosi viaggi di studio nell’area mediterranea e nel Continente africano.

Per tutte le info e per i vostri acquisti consultate il sito della casa editrice Press & Archeos.

Buona lettura.

A cura della redazione