HYPNOS MAGAZINE, SPECIALE WEIRD FRANCOFONO

Segnaliamo volentieri la recente uscita del decimo numero della rivista HYPNOS MAGAZINE delle Edizioni Hypnos, interamente dedicato al weird francofono.

Accompagnato dall’illustrazione di copertina di Ivo Torello, troverete tra i protagonisti di questo numero il duo Émile Erckmann e Alexandre Chatrian, meglio noti con il nome di Erckmann-Chatrian, con due racconti, La ladra di bambini e Lo schizzo misterioso.

Altro autore che nell’Ottocento mise il suo marchio anche come autore fantastico fu indiscutibilmente Jean Lorrain, personaggio eccentrico e anticonformista, poeta, giornalista, autore di numerosi romanzi e racconti, che qui ritroviamo con due storie, La principessa sotto vetro e La principessa Fior di neve.

A rappresentare il fantastico francofono del Novecento è invece una delle sue voci più autorevoli, Claude Seignolle, con il racconto Il mannaro, un vero gioiello della letteratura sul tema della licantropia.

Attraversando l’Oceano approdiamo poi in Canada, e più precisamente in Quebec, dove ci attende Claude Lalumière, autore del fantastico a tutto tondo, con il racconto L’oggetto di venerazione, profonda riflessione sul concetto di devozione.

Ma l’occhio speciale nei confronti della letteratura francofona non si esaurisce certo con la narrativa: potrete leggere un ampio excursus su di essa che ci viene fornito da Cesare Buttaboni, che ripercorre le tappe fondamentali della letteratura del terrore in Francia dall’Ottocento sino a oggi; mentre Tarek Bouaziz ci introduce al mondo di uno degli scrittori più interessanti della letteratura algerina contemporanea, Rachid Boudjedra, la cui opera viene accostata a uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana del Novecento, Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati.

A chiudere il numero ci sarà la seconda parte della Strana storia dell’Arte, che ci conduce nelle spire dell’ammaliante Medusa, a cura di Ivo Torello.

Per solleticare la vostra curiosità vi lasciamo con un estratto da Il mannaro, il racconto di Claude Seignolle:

…Infine stanotte, in questo bosco, sento rivivere l’humus. Le radici trasudano attraverso i pori la nuova linfa in eccesso. Questo nero sentore si lega al freddo; l’uno mi abrade il ventre dall’interno, l’altro mi raschia da fuori come tanti solchi di erpice.

Ma né il buio né il freddo mi appesantiscono. Per risvegliare odio e dolore bisogna che vada a un pascolo migliore, perché la notte, il mio habitat naturale, è lei stessa affamata di altri odi e di altri dolori.

E le stelle che trafiggono il cielo segnano il percorso dei miei vagabondaggi.

Gli uomini mi attribuiscono stupidità, pesantezza… ah, gli uomini! Si immaginano di essere i soli padroni di questa vulnerabile palla di terra: il loro nido obbediente allo spazio, mentre fin dalla sua creazione essa è dominata da un eterno e potente sovrano forcuto che l’ha affidata a due mezzadri instabili ma di forza eguale, uno nero: la notte, il mio pascolo; l’altro bianco: il giorno, quello degli uomini. I due litigano, sconfinando poco a poco l’uno nella parte dell’altro in un impercettibile ma costante gioco di forze, regolato in anticipo e che in definitiva non lascia loro, a turno, che una vittoria dal tempo contato…

Grrr… e io, a modo mio, non sono altrettanto padrone? Padrone della paura degli uomini… Io vivo di notte e muoio di giorno… mi chiamano goffo, ma mi temono. Mi minacciano, ma mi fuggono…

Buona lettura.

A cura della redazione