SERIAL CINEMATOGRAFICI – TV & PILOT & CARTOON INEDITI E NO – PARTE 05
1976 – 1980
Parliamo di Combattler V (Chodenji robo Kon Battler V – Toei Co., 1976) dove un gigantesco robot al servizio dell’umanità viene attivato tramite i comandi simultanei di cinque giovani ragazzi; il loro scopo principale è quello di salvare la Terra dal malvagio Generale Garuda. 54 episodi per la regia di Tadao Nagahama.
Non di animazione, invece, è quest’altro prodotto giapponese intitolato Il Risveglio dei Dinosauri – Born Free (Kyoryu Tankentai Born Free – 1976). In venticinque episodi di trenta minuti l’uno si narra che nel 1996 una cometa passa estremamente vicino alla Terra. A causa di questo passaggio i corpi ibernati o in animazione sospesa dei dinosauri vengono riportati in vita, ma le condizioni climatiche del pianeta e l’inquinamento non consente ai rettili di sopravvivere per cui viene istituita una squadra che provvede alle loro condizioni salute e al loro mantenimento. Vari registi firmano gli episodi.
La NBC, dopo i successi de L’Uomo da Sei Milioni di Dollari e la compagna La Donna Bionica, serve in tavola Gemini Man (1976, stesso titolo anche nel nostro paese), dove l’investigatore Sam Casey (Ben Murphy) lavora per una segretissima organizzazione chiamata INTERSECT. L’agente Casey, investito da un’esplosione radioattiva, si riscopre in grado di diventare invisibile ogni qualvolta lo desidera; ma anche l’invisibilità ha i suoi difetti: se Casey rimane troppo a lungo invisibile, la sua condizione rimarrà permanente. Al fine di monitorare ogni suo bioritmo, la premurosa Abby Lawrence (Katherine Crawford) gli fa da balia, assieme a Leonard Driscoll, il capo della INTERSECT. Qui ritroviamo anche William Sylvester, il Dr Heywood Floyd di 2001: Odissea nello Spazio, in versione agente segreto.
Future Cop (1976, ABC/Paramount), per la regia di Jud Taylor, narra le vicende di un poliziotto (Jon Amos) e del suo aiutante bionico alle prese con manigoldi senza scrupoli, tra i quali ritroviamo Ernest Borgnine e Michael Shannon. Conosciuto anche con il titolo Cops and Robin, nel 1978 i produttori incontrarono molte difficoltà nella messa in onda, dal momento che la serie aveva violato il copyright di Brillo, altra serie televisiva del 1976.
Di produzione inglese è invece Sky (1976), un serial di sette puntate ed è la storia di un viaggiatore temporale che si trova nella nostra epoca. Gli dà la caccia un essere che è in grado di materializzarsi ovunque, per cui gli abitanti del villaggio dove è caduto, attraversando un buco nero, lo aiutano a tornare nella sua epoca. Il film per la tv fu condensato da Patrick Droomgole, ebbe lo stesso titolo ed uscì nel 1979.
Per la serie dei resuscitati del 1976, ecco apparire di nuovo gli Avengers con Gli Infallibili Tre (The New Avengers), con un nuovo cast (Joanna “Purdy” Lumley e Gareth “Gambit” Hunt) e nuove avventure, ma sempre con il timore di comando saldamente tenuto in pugno da Patrick Macnee; niente di particolare rispetto alla prima serie, solo un patetico tentativo di riportare al successo un serial famosissimo.
Lo stesso anno arriva sugli schermi una fanta-comica dal titolo Holmes and Yoyo, che vede Richard B. Schull (Detective Holmes) e John Schuck (Yoyo, l’assistente robot) in un viaggio attraverso la conoscenza del robot stesso. Yoyo sembra praticamente indistruttibile, ma al termine di ogni episodio, puntualmente, gli accade qualcosa di tragico: vuoi per una scossa elettrica, vuoi per un po’ d’acqua, il robot si guasta e l’improvvisato detective Holmes dovrà passare ore ed ore a riconfigurarlo!
Robot difensori anche in Vultus V (Chodenji Machine Voltes V – Toei, ‘77, stesso titolo anche in Italia), robot buono costruito in cinque diversi moduli che si uniscono insieme nel momento del bisogno. La regia dei 40 episodi è di Tadao Nagahama.
Ancora nel campo dei serial TV il cui pilot è uscito da noi in videocassetta, ecco la serie Man From Atlantis, da noi conosciuto come L’Uomo di Atlantide (1977). È interpretato da Patrick Duffy che ancora doveva diventare il famoso “Bobby” nel serial televisivo Dallas. Uno strano individuo viene trovato semisvenuto in riva al mare. Ha perso la memoria ma possiede delle caratteristiche straordinarie: respira e vive tranquillamente sott’acqua ed ha le mani palmate; nei successivi episodi viene utilizzato come arma segreta della marina. Tra i cattivi della serie segnaliamo un istrionico e simpatico Victor Buono, una sorta di Lex Luthor marino.
È per noi adesso un vero piacere presentare un evento di colossali dimensioni! L’evento televisivo che tutti stavano aspettando: il serial più amato dagli americani: Pigs in Space (1977), con l’affascinante Miss Piggy del Muppet Show. Sulla scia degli epici episodi di Star Trek e dell’epico Guerre Stellari, la simpatica porcellina viaggia settimanalmente nello spazio con la grandiosa astronave Swinetrek verso luoghi dove nessun porcello è mai giunto prima! Oltre alla primadonna con la coda arricciata, troviamo il pazzo (non scienziato) Dr. Strangepork e il Comandante Link Hogthrob; trasmesso la domenica mattina all’interno del Muppet Show, questa vivace satira ha riscosso i favorevoli commenti dei bambini (e non) italiani.
Operazione Alpha (The Alpha Incident, 1977) diretto da Bill Rebane, è un altro film televisivo che ci presenta la storia angosciante di cinque persone che, colpite da un virus misterioso e mortale, si barricano dentro la sala d’aspetto di una stazione. Nessuno di loro la scamperà: due muoiono per il misterioso morbo e le altre tre si suicidano, ma la spiegazione è ancora più crudele. Non si trattava di un virus ma di radiazioni e il governo, consapevole, mette tutto a tacere.
Space Academy è una nuova serie (‘77) televisiva, nata dalla fusione di Captain Video e Space Cadett: Tom Corbett, in onda il sabato mattina, nella fascia oraria dedicata ai bambini. Molto costosa, per essere una serie televisiva, ma la CBS (co-produttrice) credette che il successo delle due serie antecedenti potesse essere bissato; oltre a simpatici robot, nel cast troviamo Jonathan Harris (Gampu, il leader di 300 anni), Ric Carrott, Ty Henderson, Brian Tochi e Maggie Cooper (studenti dell’Accademia) e Pamelyn Ferdin (la sorella di Carrott) e Eric Greene (un bambino smarritosi). Con le regie, fra gli altri, di Jeffrey Hauden e Arthur H. Nadel, andarono in onda quindici episodi da trenta minuti.
Se il vostro genere è la fantapolitica, il serial che fa per voi è sicuramente 1990, produzione inglese del 1977, di 16 episodi (per ognuna delle due stagioni). L’Inghilterra è diventata una potenza economica mondiale (siamo appunto negli anni ‘90), ma ci sono ancora molti dissidenti politici che, alleatisi con ribelli statunitensi, cercano di infiltrarsi nella classe politica dominante per destabilizzarne il potere filo socialista.
Le mattinate dedicate ai bambini sono affollate di programmi animati, come The Robonic Stooges (ABC, 1977) dove i tre mascalzoni Moe, Larry e Curly diventano supereroi robotizzati, pronti a sconfiggere i nemici spaziali! E poi citiamo Wonder Wheels (ABC, 1977) in cui due ragazzini hanno il compito di scrivere interessanti articoli per il loro giornale a proposito delle più grandi storie umane; naturalmente i pericoli saranno in agguato, ma il loro motociclo sarà pronto a trasformarsi in un Wonder Wheel (super motociclo), tirandoli fuori dai pasticci! Permetteteci una battuta: chissà che bollo!!
Mystery Island ci porta su di un’isola sperduta, non segnata sulle carte, dove un aereo è stato costretto ad atterrare a causa di un malfunzionamento degli strumenti; i passeggeri dovranno affrontare il perfido Dr. Spider, che non perderà occasione per sabotare il sofisticato computer di bordo P.O.P.S. (ABC, 1977).
Oltre a questi nuovi programmi ritroviamo altre vecchie conoscenze, tirate a lucido come The Secrets of Isis (CBS, 1977), Tarzan: The Lord of the Jungle (CBS, 1977) e The New Adventures of Batman (CBS, 1977). Quest’ultima serie riscosse un buon successo anche da noi, con il titolo Batman: non molto originale, ma apprezzato dai bambini.
Nel 1977, alla televisione americana, fu presentato un film televisivo di fantapolitica intitolato The trial of Lee Harvey Oswald per la regia di David Greene, interpretato da Ben Gazzara e Lorne Greene. Da noi è stato chiamato Il giorno in cui uccisero Kennedy e il suo presupposto è storicamente fantastico: se Lee Oswald, accusato dell’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, non fosse stato ucciso da Jack Ruby, ma avesse subito il processo, quale ne sarebbe stato il risultato? Quale piega futura avrebbero preso gli avvenimenti?
La Morte innamorata (La Mort Amoureuse), film televisivo francese dello stesso anno di Jacques Ertaud, parla di una donna immortale che, come una mantide, uccide non solo i suoi amanti ma anche, indiscriminatamente, uomini e donne. Si innamora di un uomo ma folle di gelosia uccide pure lui. Ogni riferimento a She – La Donna Eterna sembra puramente voluto.
Visto il successo ottenuto con il pilot, La Fuga di Logan (Logan’s Run, 1977) divenne un serial televisivo molto apprezzato dal pubblico, anche se l’intero cast fu completamente rinnovato e anche la trama si differenziò abbastanza da quella consueta. Bisognava dare un nuovo impulso alla serie, cominciando dall’eliminazione dei cristalli sotto il palmo della mano, istruendo un computer centrale sulla vita di ogni abitante, in modo da averne sempre un dossier aggiornato; il Santuario fu poi mistificato, rendendolo più uno stato mentale che un luogo vero e proprio. Per quanto riguarda il cast Gregory Harrison impersona Logan e Heather Menzies la bella Jessica; nelle guest troviamo anche Mel Ferrer e Jared Martin.
Un’altra serie giapponese arriva dall’ormai lontano 1977. Si intitola I-Zenborg (Kyoryu Daisenso Ai-Zenborg), interpreti e registi vari. Fu trasmessa con 39 episodi di trenta minuti l’uno. La storia è questa: i dinosauri si risvegliano dal loro letargo millenario e una mutazione genetica li ha resi ancora più feroci e intelligenti. Uno scienziato crea un’avanzatissima astronave per combatterli e ucciderli, ma muore durante il collaudo mentre i suoi figli restano gravemente feriti. Un altro scienziato li trasforma in due cyborg capaci di unirsi e di fondersi in un grande robot che dà poi il titolo alla serie.
Miniserie inglese, solo sette puntate, è questo Prigionieri delle pietre (Children of the Stones – 1977), anch’essa girata a più mani. La storia è quantomeno curiosa: il piccolo villaggio inglese di Milbury è circondato da pietre megalitiche risalenti a oltre quattromila anni fa. Il proprietario del terreno viene catturato e posseduto da una strana forza proveniente dalle pietre e che si riversa sugli abitanti del villaggio rendendoli inconsciamente felici della loro condizione. Solo uno di loro sfugge al controllo di questa misteriosa emissione e ne scopre il mistero.
Tutto italiano è invece Saturnino Farandola, quindici episodi di circa un’ora diretti, sempre nel 1977, da Raffaele Meloni. Il personaggio è tratto dall’omonimo romanzo di Albert Robida e narra le avventure fantastiche e fantasiose del giovane Saturnino, allevato dalle scimmie e alle prese con personaggi letterari come Nemo e Lancillotto.
Ai limiti dell’incredibile (Tales of the Unspected – 1977) è un serial simile a Ai confini della Realtà, con storie fantastiche e fantascientifiche, ma di vita corta. Fu sospesa dopo solo nove puntate di un’ora.
La strana sorte di The Fantastic Journey (NBC, 1977) è tuttora un giallo irrisolto negli States: durante la prima messa in onda del pilot da 90 minuti, avvenuta il 3 febbraio 1977, l’audience salì così tanto da decidere di programmare l’intera stagione in termine di un episodio a settimana in prima serata; il pubblico rimase in delirio seguendo Vortex, il pilot della serie, in cui un team di scienziati navigando tra le Isole Cayman e il Triangolo delle Bermude incontra una strana nuvola verde che dirotta la nave su di un’isola sperduta nel cuore dell’oceano. I sopravvissuti, tra cui il Dr. Walters (Carl Franklin), il biologo Paul Jordan e suo figlio Scott (Ike Eisenmann), incontrano un sedicente indiano che si rivela in realtà Varian (Jared Martin), un uomo del XXIII secolo rimasto intrappolato sull’isola dopo lo schianto della sua navetta. Molte stranezze accadono sull’isola: un gruppo di primitivi li tiene come ostaggi e alcuni abitanti di Atlantide li minacciano di morte se non lasceranno subito l’isola. La stranezza è che la rete decise di sopprimere la serie dopo quattro puntate, lasciando tutti gli spettatori con un pugno di mosche; lettere di protesta affollavano la cassetta delle lettere della NBC e, finalmente, dopo mesi di attesa, ritornò sugli schermi, ma la serie durò per dieci episodi da sessanta minuti. Fra i registi c’erano Barry Crane e Art Fisher.
E’ noto che gli americani vanno a nozze con le parodie, quindi inseriscono nelle loro programmazioni Quark, un contenitore di mezz’ora nel quale sono prese in giro tutte le grandi produzioni hollywoodiane. Adam Quark è il capitano di un’astronave al cui interno succedono i fatti più strani: in May the Source Be with You, il Capitano Quark si ritrova a capo di uno spirito spaziale che non sa dove andare…
Il successo di Star Trek è così eclatante che nessuno può esimersi dal far parte del cast, anche se in maniera del tutto diversa: John Belushi stesso si è improvvisato Capitano Kirk in The last voyage of Starship Enterprise (NBC, 1978), una satira esilarante e molto ben riuscita e lo stesso Roddenberry ne fu entusiasta. Gli interpreti sono del tutto eccezionali: John Belushi (Capitano Kirk), Chevy Chase (Spock), Dan Aykroyd (McCoy e Scott), Elliott Gould (Herb Goodman), Garrett Morris (Curtis), Leo Yoshimura (Sulu) e Doris Powell (Uhura).
Blindpassasjier, altrimenti conosciuto come Stowaway (Norvegia, 1978), è una miniserie di tre episodi da circa 37 minuti ciascuno il cui fulcro è l’identificazione di un alieno; su di un’astronave, di ritorno dalla scoperta di un nuovo pianeta, comincia a scatenarsi la caccia all’alieno, ovvero a chi dell’equipaggio ospita nel suo interno la creatura aliena salita a bordo durante la permanenza sul nuovo pianeta. Durante la ricerca molte verità saranno svelate a proposito del misterioso mondo. Jon Bing e Tor Age Bringsvaerd dirigono magistralmente la più popolare serie norvegese, che presto vedrà sorgere un filone di nuove e buone proposte.
Lo stesso dicasi per Etot Fantastichesky Mir (Russia, 1978), conosciuto anche come This Fantastic World, passato inosservato ai più: il capolavoro di Andrei Kostenezky riscosse un ottimo successo di pubblico, entrando nelle case russe con una libertà mai vista fino a quel momento. Le prime puntate (in totale furono 15 da un’ora ognuna) volevano somigliare a dei quiz sulla fantascienza, mirate all’ascolto primario dei bambini, ma piano piano mutarono in discussioni approfondite sui temi della nascita del cosmo con famosi autori russi e poi sfociarono in piccole storie a basso costo sull’epopea spaziale; presentate per lo più dal famoso cosmonauta e appassionato di SF Georgi Gretchko, il serial rimane una delle presentazioni fantascientifiche più pregevoli in Russia.
Koseidon (Kyoryu Sentai Koseidon), altro serial giapponese di 52 episodi con registi ed interpreti vari, parla di un gruppo di scienziati che può compiere dei viaggi nel tempo. Ora devono tornare nei tempi preistorici per poter salvare la Terra e questo perché la bellezza di 70 milioni di anni fa degli extraterrestri sono sbarcati sulla Terra per invaderla e questo potrebbe alterare il flusso del tempo impedendo l’evoluzione umana.
Originale la storia di Circuito chiuso, un film televisivo del 1978 di Giuliano Montaldo, inserito appunto in un ciclo intitolato Film italiani per la tv, che narra la incredibile storia che si svolge in un cinema di provincia dove viene proiettato un film western. Ad ogni proiezione, il pistolero del film (Giuliano Gemma) spara sul pubblico uccidendo degli spettatori.
Segnaliamo brevemente il fantastico serial Fantasilandia (Fantastic Island, 1978), un paradiso dei tropici dove i turisti possono realizzare i loro sogni. Anfitrione e padrone di questo mondo fantastico è Mr. Roarke (Ricardo Montalban) insieme al suo aiutante, il nano Tatoo.
“Daitarn! Daitarn! Arriva già il nemico scappa! Ma tu ci sei amico, Daitarn! Evviva Daitarn 3!”. È questo il ritornello di uno dei cartoni animati più graditi nel nostro paese: Daitarn 3. Con Beauty, Toppy, Reika e il fedele maggiordomo, c’è Haran Banjo, figlio del dottor Haran, pronto a combattere contro il malefico impero dei Meganoidi, capitanato da Donzauker con l’aiuto di Koros, bella e debole assistente. Banjo possiede però un’arma infallibile: il poderoso robot Daitarn, che con l’aiuto del sole, sferra attacchi micidiali al bellicoso impero nemico.
Nel 1978 sugli schermi della BBC compare un serial destinato a rimanere nel cuore degli spettatori inglesi: Blake Seven. Capitanato da Blake, un gruppo di sette ribelli sfugge alle angherie della Federazione che li vuole incarcerare; numerose saranno le battaglie che i sette più uno dovranno affrontare, soprattutto quando Blake scompare misteriosamente, ma solo per ritornare nell’ultimo episodio dove è ucciso da un pazzo megalomane.
Ginga Tetsudo 999 (Galaxy Express 999 – 1978) ha accumulato ben 113 episodi prima di concludersi. La regia è di Nabutaka Nishizawa ed è un cartone animato ricco di suspance, dove un giovane ragazzo, deciso a raggiungere Andromeda per avere un corpo meccanico in grado di farlo vivere in eterno, s’imbarca sul treno Galaxy Express 999 aiutato da una bellissima e misteriosa donna di nome Metel. La firma della storia è di Leiji Matsumoto.
In tema di episodi pilota c’è da ricordare che anche Battlestar Galactica (1978) ha completato il successo con la serie televisiva: i membri dell’equipaggio sono gli stessi del pilot e la loro battaglia per un nuovo mondo è la stessa, con l’aggiunta di altre razze aliene da combattere, oltre i soliti Cylon! Costata oltre un milione di dollari a episodio (di un’ora ciascuno), la serie si accalappiò i favori di critica e pubblico, mostrando scenari e set veramente straordinari, mai prodotti per una serie televisiva.
Dopo un periodo di circa due mesi fu presentato al pubblico Galactica 1980 (1980), un diverso formato della serie in cui si prediligeva maggiormente la vita dell’equipaggio, piuttosto che la lotta senza esclusione di colpi con le forze nemiche. La popolarità del telefilm, dopo due stagioni, comincia ad attenuarsi e i produttori decidono di dare una nuova impronta alla serie: con il pilot della terza stagione la Galactica si trova a viaggiare nei diversi periodi storici della Terra (segno che i fondi a disposizione stavano scemando) e anche l’equipaggio subisce dei cambiamenti. Infatti al posto di Apollo (Richard Hutch) e Starbuck (Dirk Benedict) arrivano Troy (Kent McCord) e Dillon (Barry Van Dyke): cambiamenti necessari dicono nelle alte sfere, superflui dice il pubblico.
Dal Giappone con furore arriva il nuovo serial intitolato Guerre fra Galassie (Uchukara no Messaji: Ginga Taisen), conosciuto negli Stati Uniti come Message from Space. Sono ventisette episodi, diretti da vari registi imperniati su tre giovani eroi che difendono la Terra. Due di essi hanno la facoltà di potersi trasformare in potenti guerrieri. Il serial è un astuto mix di cartoon e live movie, in cui si alternano cartoni animati e veri attori. Dalla serie gli americani hanno tratto un lungometraggio intitolato Swords of the Space Ark.
Ennesimo prodotto giapponese è Megaloman (Hono no Senshi Magaloman). Anche qui vari sono sia gli interpreti che i registi: Capitan Delitto è alla guida della malvagia tribù del “Sangue Nero” e il suo scopo è naturalmente quello di conquistare la Terra. Al salvataggio del nostro pianeta arriva un giovane che si trasforma nel super eroe Megaloman il quale contrasta gli invasori fino al duello finale con il mortale nemico.
Flying Dragon (Toei, 1979-80) è invece un surrogato di James Bond intento a gareggiare con una macchina dotata di spettacolari accessori.
Sempre della Toei Co. arriva Force Five (1979), serie molto interessante e fra le più longeve anche in Europa: in ogni episodio un diverso robot di quelli che compongono la potente Force Five, si esibiscono in duelli all’ultimo bullone contro le forze del male; leader della task force è il robot Gaiking.
Da ricordare ancora Mobile Suit Gundam (Kido Senshi Gundam) dello stesso anno, in cui il buon robot Gundam combatte le forze aliene intenzionate a sgominare le colonie terrestri sulla Luna.
Un pilot rimasto tale è Forza Aliena (The Aliens Are Coming – 1979) di Harvey Hart dove gli extraterrestri, presentati come delle luci psichedeliche, cercano di invadere la Terra prendendo dei corpi umani.
Ancora nel 1979 Alessandro Blasetti e Lucio Mandarà mostrano agli italiani una serie di racconti, alcuni dei quali interessanti ma comunque mal realizzati e superficiali, legati dal filo comune della fantascienza: Racconti di Fantascienza è il titolo. Molti sono stati gli attori reclutati per le piccole storie: citiamo fra gli altri Orso Maria Guerrini, Nanni Loy, Paul Muller, Pippo Franco e Catherine Spaak.
Tornando per un momento alla bellissima maialina dei Muppets, prendiamo nota di un favoloso show in tre puntate andato in onda all’interno del Muppet Show: troviamo una parodia di Superman, Wonder Woman e Star Wars. In ognuno degli episodi i personaggi reali interagiscono con i pupazzi di Henson: in Pigs in Space II ritroviamo l’astronave di Miss Piggy, nella quale Chewbacca è tenuto prigioniero assieme a C-3PO e C1-P8, Luke Skywalker deve trovare il modo di salvare i suoi compagni e di portare gli occupanti della Swinetrek sul pianeta Koozebane. Naturalmente Miss Piggy resta affascinata dal giovane Luke e fa del suo meglio per convincerlo che lei stessa è una principessa. Difficile da credere per il giovane Luke! Il Capitano Hogthrob non è molto felice della presenza di Luke e cerca in tutti i modi di farlo scendere. Giunti finalmente su Koozebane l’equipaggio incontra il perfido Dearth Nadir (Gonzo), mentre Chewbacca e C1-P8 ballano il minuetto e C-3PO sfoggia la sua grande abilità nel ballare il tip tap. L’episodio si conclude con tutto il cast che canta When You Wish Upon a Star, che ricorda tanto il tema di un film di Spielberg… Nel secondo episodio, Wonder Pig, Lynda Carter arriva sul set mentre i Muppets sono in profonda concentrazione, intenti a studiare “L’invincibilità facile”, parte di un corso per corrispondenza per portare a galla i superpoteri latenti in ogni essere umano. E chi poteva essere l’eroina della puntata? Miss Piggy naturalmente, che per l’occasione si trasforma in Wonder Piggy! La prima (e unica) missione di Wonder Piggy è quella di salvare una famiglia indifesa dalla ferocia di un pollo gigante, alla faccia della Carter. Nell’ultimo episodio della trilogia, Pighlet, troviamo Christopher Reeve interprete di Amleto, opera di Shakespeare, dove il teschio di Yorick risponde alle sue domande. Sarebbe tutto normale, se il buon vecchio Superman non dovesse sostituire il Dr. Bob (Rowlf) alla clinica veterinaria…
Inghilterra, 1979, Joanna Lumley e David McCallum portano al successo Zaffiro e Acciaio (Zapphire and Steel), un serial in cui due poliziotti del paranormale dovranno prevenire ogni sorta di interferenza soprannaturale causata da viaggiatori temporali.
Una serie televisiva molto apprezzata del 1979 è sicuramente Buck Rogers nel 25° Secolo, trasposizione su piccolo schermo del grande Buck Rogers del 1928. Interpreti della nuova serie sono Gil Gerard (Buck Rogers), Erin Gray (Wilma Deering) e Tim O’Connor (Dr. Huer). Messa in onda dalla NBC ogni giovedì, la saga ripercorre le epiche battaglie del difensore spaziale contro i mostri intergalattici. Qui il futuro dei trasporti e della vita è sicuramente migliore di quelli che conosciamo, viaggiare nello spazio è molto più semplice e il senso dell’umorismo è il perno di questa nuova civiltà, inoltre il producer Larson volle dare un tocco di modernità a Buck, facendolo parlare con un dialetto e con uno slang molto più adatto ai giovanetti che a un paladino. La decisione è stata presa anche grazie all’inventiva dell’altro produttore, Lansbury, che desiderava uno show per tutti: per gli appassionati di fantascienza e coloro che volevano trascorrere una mezz’ora divertendosi. L’ascesa di Buck Rogers al successo è stata determinata in larga parte dall’episodio pilota trasmesso tempo addietro: la NBC capì subito il potenziale e non perse tempo a rimpiazzare le comiche di Laverne & Shirley con i nuovi episodi settimanali di Buck. L’ultimo episodio trasmesso (fine ottobre) della stagione vide Buck Rogers e Flash Gordon salire insieme nella cabina di pilotaggio dell’astronave e Gordon apostrofa Rogers con un tono ironico: “Ho fatto cose di questo genere prima ancora che tu nascessi!”. Non male! Anche se alcune puntate di Buck Rogers nel XXV Secolo in Italia non arrivarono mai e di questo ci dispiace molto.
Nel serial Project UFO (1979) due militari delle forze aeree americane hanno il compito di controllare l’esattezza degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati da parte di militari e civili. Dai loro studi, dalle loro osservazioni, spesso razionalmente spiegate come fenomeni normali, nacque il Progetto Blue Book che tese a dimostrare come certi fenomeni nulla avessero a che vedere con astronavi o elementi alieni. Il telefilm mostra anche accadimenti non spiegati razionalmente. Basato sul vecchio trucco del “vedo-non-vedo”, il serial nel nostro paese riscosse un successo straordinario.
A cavallo tra il 1979 e il 1980 arriva sugli schermi della ABC Salvage One che nel nostro paese pare non sia mai arrivata! In America invece questa serie ha letteralmente fatto impazzire il pubblico; in realtà non è propriamente un serial di fantascienza, ma al suo interno vi sono moltissimi elementi che lo pongono sul filo del rasoio… Nella prima stagione infatti i tre protagonisti (Andy Griffith, Trish Steward e Joel Higgins) arrivano sulla Luna con un razzo, incontrano e sconfiggono l’abominevole uomo delle nevi e si battono contro un killer bionico: se non è fantascienza questa… Comunque, i responsabili stessi della programmazione della ABC, classificarono i tre interpreti dei cosmonauti desueti, ma sembrava che al pubblico questa nuova trasposizione di azione-fantascienza piacesse molto. E (come non detto) l’audience del successivo anno cominciò a diminuire vertiginosamente!
Siamo sicuri che ognuno di voi avrà assistito ad almeno una puntata della serie che consacrò Robin Williams come il miglior comico del momento e con una probabile stella nascente del firmamento televisivo Pam Dawber, ovvero Mork e Mindy. Il debutto della serie fu nel 1979, con uno special di un’ora, nel quale il simpatico Mork veniva spedito sulla Terra, trovandosi in contatto con un nuovo tipo di cultura; la travolgente simpatia di Williams ha subito fatto balzare il serial in testa alle classifiche di ascolti televisivi, 92 episodi di avventure esilaranti. Per la sua realizzazione sono stati impiegati numerosi effetti speciali, impensabili solo per un telefilm, e sono stati ingaggiati numerosi personaggi del panorama televisivo americano, tra i quali spicca il simpatico Robby Robot (quello di Forbidden Planet), come vecchio guardiano di un museo di fantascienza (la voce di Robby, negli States, era di Roddy McDowall). Williams era letteralmente pazzo della serie e, puntata dopo puntata, aggiungeva sempre qualcosa di nuovo al personaggio, oltre alle citazioni dai film di SF!
Simpatico e senza pretese è di sicuro il serial L’Incredibile Hulk (1979) con Bill Bixby e Lou Ferrigno. Non è costato molto in termine di effetti speciali questo sceneggiato a puntate, ma in quanto a vernice verde… Il muscoloso Ferrigno, già visto nel pilot della serie, ancora una volta sveste i panni del docile scienziato per divenire un raddrizzatore dei torti a suon di pugni!
Fa la sua comparsa Capitan Harlock (Uchu kaizoku Captain Harlock, Giappone – 1979), per la regia di Rintaro: guerriero spaziale a bordo dell’Arcadia che porta aiuto a tutti coloro che sono vittime delle ingiustizie; creato da Matsumoto, il personaggio era già uscito sugli schermi televisivi di un’emittente privata che ne aveva cambiato il titolo.
Big Foot, sempre del 1979, è un altro serial imperniato su un ragazzino che, smarritosi nei boschi, viene salvato e curato da un sasquatch di buonissima indole. Il titolo originale è Big Foot and the Wild Boy.
Ritorna il mostro di Mary Shelley nel serial ad episodi L’altra faccia di Frankenstein (Struck by Lightning) del 1979 con Jack Elam: si tratta di una divertente commedia su un insegnante che eredita una vecchia locanda in un paese sperduto e scopre che essa è gestita nientemeno che dal mostro di Frankenstein, una creatura di oltre duecento anni ma assolutamente innocua. Dai rapporti tra questi due protagonisti ed i clienti della locanda si dipanano situazioni divertenti, mentre Time Express ci presenta i coniugi Price (Vincent Price e Carol Browne) fare da anfitrioni ai passeggeri di un treno che ha la capacità di andare indietro nel tempo consentendo quindi agli occupanti di correggere gli errori passati. Si tratta quindi di un serial ad episodi.
Il nuovo Dr. Who arriva direttamente dall’Inghilterra (siamo nel dicembre 1979), sulla scia del più famoso Dr. Who di qualche tempo addietro; Tom Baker (l’interprete) viaggia attraverso il passato e il futuro tramite passaggi dimensionali assieme alla sua giovane assistente, vivendo sempre avventure nuove e diverse. In America il serial è arrivato molto più tardi, grazie alle pressanti richieste di un gruppo di fan alla BBC: da quel momento il telefilm rimase nel cuore dei telespettatori per lungo tempo.
L’anno successivo, 1980, esce un film TV inizialmente classificato come pilot e poi mai portato avanti il progetto dal titolo The Lathe of Heaven di Fred Barzyk e David R.Loxton (PBS), interpretato da Bruce Davison e Kevin Conway; la storia è abbastanza interessante a nostro giudizio: siamo nel XXI secolo, le calotte polari si sono oramai sciolte a causa dell’inquinamento e la minaccia aliena incombe pesantemente; un giovane scopre che i suoi sogni più selvaggi, durante la notte, prendono vita e si trasformano in realtà. Spaventato, Davison, consulta uno psichiatra che, se dapprima cerca di frenare i suoi impulsi onirici, poi, esaltato dalla potente forza mentale, gli insegna a creare e plasmare il suo personale concetto di utopia.
Continuiamo con Cronache Marziane (Martian Chronicles, 1980), interpretato da Rock Hudson, Gayle Hunnicutt e Fritz Weaver; tratto da uno dei più famosi romanzi di Ray Bradbury, per la verità si tratta di più storie incollate insieme; narra della colonizzazione della flotta terrestre, capitanata da Hudson del pianeta Marte. L’antica civiltà marziana deve soccombere agli attacchi terrestri e, come ne La Guerra dei Mondi, i marziani saranno sterminati da un virus. Il Marte che ci viene presentato è tutto diverso da quello che possiamo immaginare: la sua atmosfera è respirabile (anche se più leggera) e le condizioni di vita sono migliori che sulla Terra, dove esplode una guerra nucleare che distrugge completamente il Pianeta; inutile dire che gli unici sopravvissuti sono i colonizzatori. È stato un mezzo fiasco, nonostante l’ottimo impegno degli attori e dello sceneggiatore, Richard Matheson ottimo amico di Bradbury, peraltro molto felice della prossima trasposizione in film del suo romanzo. Una curiosità: la sera della prima in TV Bradbury rimase piuttosto scontento, dal momento che la sua storia fu completamente stravolta dal regista (Michael Anderson), il quale ignorò in pratica la sceneggiatura di Matheson; la storia è convincente e bella, ma gli effetti speciali lasciano a desiderare.
Verso la fine del gennaio ‘80 un altro pilot televisivo esce sugli schermi della NBC, interpretato da Robert Vaughn, Cynthia Harris e Teri Garr. Troviamo un seguace della scuola del famosissimo Dr. Frankenstein, che si diletta nello sventrare i corpi dei defunti asportandone gli organi e trapiantandoli nel corpo di altre persone; crea così una creatura a suo dire perfetta, il suo unico punto debole sono le emozioni che lo rendono capace di fare qualsiasi cosa, anche uccidere. Il finale, come molti dei pilot usciti, rimane aperto, in modo da fornire ottimi elementi per un possibile serial tv, magari con lo stesso titolo: Dr. Franken. La regia è di Marvin J. Chonsky e Jeff Lieberman.
Originariamente prodotto per riempire lo spazio di un contenitore televisivo, Jason of Star Command di Arthur K. Nadel ben presto divenne uno dei cavalli di battaglia della CBS per tutto il 1980, garantendosi un buon indice d’ascolto. Jason (Craig Littler) dovrà affrontare mostri e alieni di ogni tipo per portare in salvo la sua vita e quella degli altri cosmonauti. Per le prime puntate si reclutò James “Scotty” Doohan come uno dei capi ufficiali della flotta.
L’Italia esordisce con Il fascino dell’Insolito – Itinerari nella letteratura dal Gotico alla Fantascienza (RAI, 1980), contenitore televisivo per diversi racconti portati sul piccolo schermo da registi per lo più alle prime armi; tra i vari racconti proposti ricordiamo volentieri Piccolo Assassino di Ray Bradbury per la regia di Stefano Calanchi.
Nel 1980 viene prodotto un serial ad episodi tratto dai film Il Mondo dei Robot e Futureworld intitolata da noi in maniera roboante Alle soglie del Futuro (Beyond Westworld). La regia è affidata a Ted Post e a Rod Holcomb. La storia si svolge sempre nella mitica Delos e in mezzo a robot dall’aspetto perfettamente umano. A provocare guai questa volta è il costruttore della città che, impazzito, scatena i suoi robot in omicidi e rappresaglie.
Il Mostro di Henderson (The Henderson Monster, 1980) è un batterio che distrugge la plastica ma pare sia pure capace di provocare il cancro. Lo scienziato che lo ha creato tiene nascosto questo pericolo ma viene accusato da un suo collega. La regia di questo film televisivo è di Waris Hussein.
Agguerrita, innamorata e bellissima è Lamù (1980), una ragazza spaziale arrivata da un altro pianeta sulla Terra, Terra in cui trova l’amore della sua vita: il giovane Ataru Moroboshi, liceale scapestrato e donnaiolo. Questo cartone animato ha furoreggiato sugli schermi televisivi italiani per molti anni e ancora oggi su qualche emittente privata minore si possono seguire le vicende tragicomiche della bella Lamù e del suo pseudo fidanzato Ataru.
(5 – continua)