THE SUMMONING

Non è un’opera facile selezionare storie originali nel mare magnum della produzione di letteratura fantastica degli ultimi anni, in particolare in quella riservata ai giovanissimi: ma The summoning, di Kelley Armstrong, edito da Fazi (traduzione di Chiara Marmugi e Simona Adami; 10 euro), è qualcosa di diverso e di insolito, anche se per certi versi è una variazione sul tema delle ghost stories, che tornano periodicamente ad affacciarsi nel panorama letterario, in mezzo ai più sensuali vampiri e ai più sanguigni licantropi.

Primo di una trilogia young adults, altrimenti detti adolescenti, da un’autrice che normalmente si occupa di letteratura per adulti, e di cui di lei è già uscito il licantropico Bitten sempre per Fazi, The summoning racconta l’inizio delle peripezie di Chloe Saunders, adolescente che ha la particolarità di vedere le persone morte, un potere che aveva da bambina e che ritorna prepotente, rovinando i suoi progetti di una vita normale.

Su consiglio della zia, Chloe finisce a Lyle House, un misto tra un collegio e un ospedale psichiatrico, dove incontra altri ragazzi problematici, come i due fratelli Simon, dal quale sarà attratta, e Derek, a dir poco odioso, Tori e Rae, che ha il potere di scatenare incendi. A Lyle House Chloe comincia ad avere presentimenti e ad assistere ad eventi sempre più strani ed inquietanti, che non hanno a che vedere solo con i suoi poteri, ma con quello che può essere Lyle House, non solo un posto per ragazzi particolari, ma qualcosa di peggiore.

Una narrazione tesa, un finale in sospeso, una vicenda che riprende qualche tematica già nota, non ultima quella dell’universo chiuso dove si è prigionieri e minacciati (e non bisogna dimenticare che negli Stati Uniti è ancora prassi diffusa ricoverare forzatamente i minori considerati strani, e non solo quelli che hanno comportamenti violenti!), ma infondendo nuova linfa nella vicenda, creando una storia di fantasmi e dell’orrore ma anche una metafora del crescere e dell’orrore legato a questo, del conformismo e dell’imposizione del medesimo, del rifiuto della diversità.

E The summoning può piacere senz’altro ad un pubblico giovane, in cerca di emozioni, ma può essere gradito e gradevole anche per chi ha qualche anno in più, e magari non ha dimenticato la paura e il desiderio di crescere e affermarsi. In attesa dei propri capitoli, perché a quanto pare le storie paranormali e fantasy devono svilupparsi su più di un libro.

Elena Romanello