Philippe Leroy
Maria Rosaria Omaggio
Janet Agren
Nino Castelnuovo
Gastone Moschin
Dagmar Lassander
Silvia Dionisio
Erika Blanc
Vittorio Mezzogiorno
Giorgio Biavati
Licinia Lentini
Paola Gassman
Sergio Nicolai
Umberto Orsini
Giulio Massimini
Giuseppe Pertile
Origine: Italia, Rai
Ideazione: Daniele D’Anza su ispirazione di alcuni racconti di Edgar Allan Poe
Durata: 1 stagione per un totale di 4 episodi di 55 minuti l’uno
Le quattro vicende della serie erano studiate per essere una specie di incrocio tra una puntata vera e propria e un episodio a sé stante. Presentavano altrettante storie in sé quasi del tutto concluse e indipendenti, ma legate da una struttura logica e da una cornice narrativa. Questa cornice era ancorata all’ambiente di villa Usher e al personaggio di Roderick, il principale nella narrazione. Il primo, il terzo e il quarto episodio avevano inoltre elementi narrativi in comune.
Ma andiamo con ordine e diamo un’occhiata alla storia della prima puntata intitolata Notte in casa Usher: due viaggiatori rimangono bloccati con la loro auto nei pressi della villa di Usher e si vedono costretti a chiedergli ospitalità. Usher coltiva con stile la sua vita solitaria, ma li accoglie di buon grado. Scopre in seguito che i due ospiti sono rispettivamente un assassino e il suo giudice: quest’ultimo ha la missione di consegnare al boia il suo prigioniero e compagno di viaggio. Attratto dal suo fiuto professionale, una volta installatosi in casa Usher, l’uomo di legge si mostra subito affascinato e insospettito da uno dei tanti oggetti misteriosi della villa: si tratta di un ritratto ovale della moglie defunta di Usher; il giudice lo osserva minuziosamente, come se volesse individuare una qualche sorta di colpa nel passato della famiglia. Usher, creatore del quadro, confessa di avere peccato di ottusità ed egoismo nei confronti della moglie e di averne provocato indirettamente la morte. A sentire questa spiegazione, il giudice ammette suo malgrado che le colpe di Usher sono difficili da inquadrare nella logica della giustizia umana: è quindi determinato a concentrarsi soprattutto sulla sua principale missione di giustizia, quella di far eseguire la condanna dell’assassino suo compagno di viaggio. Quest’ultimo arriva dal canto suo alla conclusione che il magistrato sia soltanto un miope inquisitore del quale sbarazzarsi alla meglio, per poi rispondere unicamente alla propria coscienza. La parte finale dell’episodio si concentra proprio sull’esplosione finale del conflitto tra giudice e assassino.
La seconda puntata si intitolava Ligeia forever: visitando una parte molto isolata della villa, Roderick Usher si ricorda di una vecchia storia di famiglia. Un flashback ci riporta infatti al periodo a cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta. Robert, il padre di Roderick Usher, abita nella villa familiare, in cui vive con l’attrice Ligeia, un’attrice del cinema muto che alle volte pecca di vanità, ma che è molto amata dal pubblico. Quando per la diva arriva il momento di confrontarsi con il cinema sonoro, la sua carriera subisce un tracollo: sentendo per la prima volta la voce di Ligeia, il pubblico reagisce sconcertato e si mette addirittura a ridere. Per l’attrice, l’insuccesso del suo film è qualcosa di più che un semplice fiasco, per cui Ligeia decide di suicidarsi. Rimasto vedovo, Robert Usher cerca di sfuggire alla solitudine sposando un’altra donna, Morella, ma l’anima di Ligeia continua a vivere nella casa e si installa nell’ala più appartata della villa. Col tempo, Robert si rende conto di amare ancora il ricordo di Ligeia e non la sua seconda moglie, alla quale proibisce l’accesso all’ala della villa riservata a Ligeia senza spiegarne i motivi. Sia come sia, Robert vorrebbe dimenticare i fantasmi del passato e butta via la chiave delle stanze di Ligeia, ma lo spettro dell’attrice vive ancora e impedisce che la chiave vada perduta; la nuova moglie ne entra così in possesso e penetra di nascosto nelle stanze riccamente decorate con foto e cimeli dell’attrice. L’anima dell’attrice defunta, ancora vitale e aggressiva, reagisce violentemente all’intrusione di Morella. Accade così che lo spirito di Ligeia si scagli contro di lei e ne metta a repentaglio la vita. Dopo aver percorso nella memoria tutto il cammino doloroso della storia familiare, per tornare alla vita di tutti i giorni, Roderick Usher lascia le stanze di Ligeia e, come suo padre, butta via la chiave anche lui; ma l’anima dell’attrice vive ancora e non permette di essere dimenticata.
La terza puntata era intitolata Il delirio di William Wilson: a un ballo in maschera di villa Usher arriva, tra i numerosi ospiti, un certo William Wilson. Si tratta di un individuo violento in fuga da un mare di guai. In passato, Wilson aveva avuto una relazione con Eleanor, la sorella di Usher, la quale era succube del fascino e dell’aggressività passionale di William. Wilson ripercorre i fatti avvenuti in un flashback: in passato, egli aveva compiuto gravi scorrettezze nelle scuderie in cui collaudava automobili da corsa; un suo coetaneo, chiamato anche lui con il nome di William Wilson, era stato anche lui assunto nella stessa azienda e con il tempo si era profilato come un alter ego del primo: aveva cominciato a seguirlo personificando la sua coscienza e inchiodandolo in qualche modo alle tante responsabilità accumulate in una vita di delitti e imbrogli d’ogni tipo. Le quattro mura della villa si rivelano un rifugio fragile: quando William finisce di percorrere la catena dei suoi ricordi, scopre di essere stato inseguito dal secondo Wilson persino fino a casa Usher. Cerca dunque di liberarsi del suo presunto oppressore e lo colpisce con la spada. Ignora però che il colpo inferto all’avversario non provocherà soltanto una ferita nell’addome del contendente, ma ne arrecherà una seconda – identica – nel proprio corpo.
La quarta e ultima puntata della miniserie, come era giusto che fosse, prendeva il titolo di La caduta di casa Usher: senza soluzione di continuità con la terza puntata, la vicenda è nuovamente ambientata a villa Usher durante il ballo in maschera. Usher è angustiato da nuovi problemi: sua sorella sta male e non dà segni di miglioramento; inoltre, dei fatti inquietanti accadono nei pressi della villa: ad eventi meteorologici mai visti prima, subentra l’invasione di una nube nera e sconosciuta. La TV comunica alla popolazione che la nube minacciosa potrebbe essere tossica per cui, come consigliato, gli ospiti di Usher si barricano nella villa per proteggersi dai gas. Temendo la fine, essi cominciano gradualmente a mostrare il lato ombra di se stessi: si danno spudoratamente alla pazza gioia e al vandalismo, confessando anche i delitti segreti della loro vita. Usher sa che sulla sua casa pesano le responsabilità di omicidi e abusi commessi nei secoli passati dai membri della famiglia: l’espansione della nube nera pare annunciare di nuovo la maledizione che da tempo immemorabile incombe sulla sua stirpe proprio a causa di queste colpe.
La serie è stata trasmessa nel 1979 dalla Rai sul Primo Canale: prodotta da Arturo La Pegna (“Il segno del comando”, “Baciami strega”, ), vede alle musiche originali niente meno che i Pooh, che si ispirarono parecchio alle colonne sonore dei Goblin, molto in voga in quel periodo. A scriverle furono Roby Facchinetti e Dody Battaglia. Un ruolo di primo piano è ricoperto dal pezzo Fantastic Fly: nel corso degli eventi, il pianoforte di casa Usher si mette a suonare da solo eseguendo proprio la melodia di questa composizione, che tra l’altro fa anche da sigla del programma. Oltre a questo brano, accompagnano la pellicola anche il pezzo strumentale Odissey, degli stralci di danza e delle musiche pop di sottofondo dal carattere minaccioso, a tratti anche spasmodico o funereo. Si tratta in genere di spezzoni brevi e intervallati da bruschi missaggi.
Diretta e ideata da Daniele D’Anza (“ESP”, “Extra”), I RACCONTI FANTASTICI DI EDGAR ALLAN POE vede alle sceneggiature lo stesso D’Anza insieme a Biagio Proietti (“L’assassino ha riservato nove poltrone”, “Black Cat – Gatto nero”, “Alien 2 sulla Terra”), i quali hanno preso spunto dalle raccolte Racconti dell’incubo e del terrore e da Racconti del grottesco e dell’arabesco di Edgar Allan Poe. Lo sceneggiato riprende liberamente le trame delle storie dello scrittore di Baltimora, creando atmosfere misteriose e accattivanti. Gli elementi narrativi si possono ritrovare in opere famose come ad esempio La maschera della morte rossa oppure Il ritratto ovale.
L’ambientazione originale viene però in questa miniserie profondamente mutata: anche se lo sceneggiato è infatti ambientato in un’antica villa descritta da Poe (casa Usher), la vicenda è invece liberamente ancorata nel presente. Comunque, l’isolamento dell’antica villa fa sì che vengano richiamati in continuazione gli ambienti del passato. Inoltre, dei flashback riportano la collocazione temporale in epoche lontane. I dintorni e gli interni della villa sono caratterizzati da dettagli misteriosi e inquietanti: appesa a un soffitto a mo’ di pendolo, si trova per esempio una gigantesca scure che si mette tra l’altro periodicamente a dondolare, minacciando chi vi si trova vicino come in Il pozzo e il pendolo).
Le vicende si svolgono intorno alla famiglia Usher, in particolare a Roderick Usher, padrone di casa egregiamente interpretato da Philippe Leroy (“Il castello dei morti vivi”, “Ecce homo”, “L’inafferrabile invincibile Mr. Invisibile”, “Milano calibro 9”, “Mannaja”, “La terza madre”, “Sandokan”, “L’isola del tesoro”). Vedovo, Usher vive da solo; è una persona intelligente e dai modi impeccabili, ma il suo passato è oscurato da ombre. Ciascuno degli altri personaggi compare, con eccezioni minori, nell’ambito di un unico episodio.
Fra gli altri interpreti segnaliamo: Maria Rosaria Omaggio (“Roma a mano armata”, “Incubo sulla città contaminata”, “Hercules II”), Janet Agren (“Vendetta dal futuro”, “L’assassino ha riservato nove poltrone”, “Bermude: la fossa maledetta”, “Prestami tua moglie”, “Mangiati vivi!”, “Paura nella città dei morti viventi”, “Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande”, “Bakterion”, “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, “Mystère”, “Yado”, “Superfantagenio”, “Per sempre”, “La notte degli squali”, “Quella villa in fondo al parco”), Nino Castelnuovo (“Rose rosse per il führer”, “Sette uomini d’oro nello spazio”, “Ritratto di donna velata”), Gastone Moschin (“L’inafferrabile invincibile Mr. Invisibile”, “Milano calibro 9”), Dagmar Lassander (“Il rosso segno della follia”, “L’iguana dalla lingua di fuoco”, “Gli amici di Nick Hezard”, “La lupa mannara”, “Il Corsaro Nero”, “Zucchero, miele e peperoncino”, “Black Cat – Gatto nero”, “Quella villa accanto al cimitero”, “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, “Shark – Rosso nell’oceano”, “Topo Galileo”), Silvia Dionisio (“L’arciere di fuoco, “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!”, “Uomini si nasce poliziotti si muore”, “Ciao marziano”, “Murder Obsession”), Erika Blanc (“Operazione paura”, “La vendetta di Lady Morgan”, “Agente S03 operazione Atlantide”, “La notte che Evelyn uscì dalla tomba”, “La terrificante notte del demonio”, “Body puzzle”), Vittorio Mezzogiorno (“Extra”), Giorgio Biavati (“La freccia nera”, “Extra”), Licinia Lentini (“La guerra dei robot”), Paola Gassman (figlia di Vittorio e sorella di Alessandro) e Umberto Orsini (“Il pianeta degli uomini spenti”, “L’anticristo”).