Con ANESTHESIA RIVER (Il Fiume Anestesia) e con lo pseudonimo di The Gray Bishop, torna alla regia di un cortometraggio l’amico Daniele Vacchino, esperto del thrilling all’italiana e del Mostro di Firenze come pochi ne conosco. Si sarebbe voluto celare dietro falso nome, ma noi lo abbiamo beccato lo stesso e ci siamo resi conto che, dopo l’ottima prova di VIRGINIA E LA BAMBOLA, il ragazzo ci sa fare davvero anche come regista.
Vediamo la trama. Dopo il lockdown, una ragazza si reca sulle sponde di un fiume, in cerca di pace. Non sa che le sponde hanno un suono d’incubo e sono il proscenio di un rito. Una presenza le abita e la sua veste è un grigio sospiro. Un sospiro che sa di morte…
Dalle immagini di resina riprende forma il thriller italiano degli anni Settanta. Una processione di immagini dall’Era dell’Acquario fino alla stagione del Covid. Danza macabra di espiazione. Imago mortis nella mano guantata. Cupio dissolvi. Eterna anestesia liturgica. Stop! Qua si muore lo stesso, coronavirus o non coronavirus! Del resto Daniele è così, anche quando cambia nome! Girato, montato e improvvisato in un pomeriggio, infittito dalle tematiche fluide, fluviali e naturalistiche del nostro, uomo eroso dall’alienazione lavorativa e in perenne regressione naturalistica dal mondo, ANESTHESIA RIVER fa centro!
Dissonante, dissolvente, disturbante, psichedelico, inquietante… vedere per credere!
Il film vede l’esordio dell’attrice italiana Annalisa Matturro e la produzione è del collettivo letterario Novilunio Stampe Amatoriali… ergo, ci sta dietro anche lo zampino del nostro Davide Rosso, in qualche modo.
Splendida l’idea delle musiche adattate da “Un tranquillo posto di campagna” di Ennio Morricone, omaggio al Maestro da poco scomparso.
Buona visione!