È uscita per Kipple Officina Libraria nella collana “Avatar” il volume FANTATRIESTE (152 pagine; formato ePub e Mobi € 3,95; formato cartaceo € 15) a cura di Roberto Furlani con copertina di Ksenja Laginja, fotografie di Simonetta Olivo e logo FantaTrieste ideato da Elisa Furlani.
Si tratta di dieci storie di fantascienza triestina, dieci essenze di una città, Trieste, che respira il futuro e il limite come forse nessun altro luogo in Italia, in quanto essa stessa città di confine per eccellenza: questa è l’antologia definitiva dedicata alla città di Trieste e al suo rapporto col genere fantascientifico. La città viene qua intesa come luogo di frontiera per eccellenza, a cavallo di culture secolari che lì si sono incontrate in una commistione senza uguali, punto di incontro in cui respirare il futuro e restituirlo. Il curatore Roberto Furlani ha richiamato intorno a sé scrittori di genere, tutti accomunati dall’essere in qualche modo triestini: Fabio Aloisio, Simonetta Olivo, Lorenzo Davia, Giuseppe O. Longo, Alex Tonelli, Fabio Calabrese, Caleb Battiago, Gianfranco Sherwood e Luigi R. Berto.
Per farci un’idea del contenuto leggiamo dall’introduzione del curatore: “Accanto ad alcune delle firme più interessanti del momento (Olivo, Aloisio e Davia, per fare un esempio contemporaneo) proponiamo autori che da decenni occupano una posizione stabile tra le certezze della fantascienza peninsulare, come Fabio Calabrese, Giuseppe O. Longo e Gianfranco Sherwood.
Un curriculum ragguardevole ce l’hanno anche Alex Tonelli e Caleb Battiago, noti esploratori di zone dell’immaginario contigue alla fantascienza dei puristi.
FANTATRIESTE si chiude con un racconto di Luigi R. Berto, il padre putativo della presente iniziativa visto che la sua raccolta personale di oltre quarant’anni fa (e di cui “Pitco” è un estratto) ha dato il la al progetto qui presentato, che ne riprende il nome; anche il curatore Roberto Furlani propone la sua visione di Trieste fantascientifica, con rimandi storici al passato asburgico che si mischiano con uno degli aspetti della Trieste contemporanea: la Barcolana.
Si sottolinea l’ampiezza del ventaglio tematico oltre che generazionale, e ciò si configura nei filoni che trovano spazio in questa selezione: dal divertissment di Berto alle tematiche sociologiche e all’introspezione di Olivo; dalla fantascienza classica dal sapore asimoviano di Longo alle tinte dark di Battiago; dall’incontro con la mitologia a cui ci conduce Tonelli a quello con una civiltà aliena immaginata da Aloisio; dal thriller biotecnologico di Davia a un’hard sf che si snoda tra due secoli di Furlani, dalla fantarcheologia “marittima” di Calabrese a quella “carsica” di Sherwood.
La Trieste fantascientifica aveva veramente molto da dire, insomma, e se in qualche misura l’obiettivo è stato raggiunto occorre ringraziare alcuni autori che non appaiono nelle prossime pagine, ma il cui apporto è stato di prezioso aiuto ai fini della realizzazione di questo progetto: Fabio Tarussio, Zeno Saracino e Fabio Novel. Altri nomi che suggeriscono che le incursioni nella FantaTrieste potrebbero non essere finite”.
Sempre dall’introduzione del curatore leggiamo un altro estratto: “Risulta quasi naturale che Trieste sia permeata da una vocazione fantascientifica, in quanto essa stessa città di confine. Non tanto un confine geografico, tra l’Italia e la Slovenia, tra cultura latina e quella slava, quanto uno spartiacque tra due aree del sapere che impreziosiscono Trieste esattamente alla stessa maniera nella quale impreziosiscono la fantascienza.
Parliamo di una città, infatti, in cui hanno vissuto figure salienti della nostra letteratura, come Joyce, Svevo, Saba e Slataper, fino a grandi autori della narrativa contemporanea del calibro di Claudio Magris e Paolo Rumiz.
Dall’altro lato, Trieste è la culla di realtà scientifiche di preminente interesse nazionale e (in alcuni casi) internazionale. Tra gli enti di ricerca e di divulgazione scientifica possiamo menzionare l’Area Science Park, Elettra Sincrotrone, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, il Centro Internazionale di Fisica Teorica, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il Laboratorio Immaginario Scientifico, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, mentre tra gli scienziati che in anni relativamente recenti hanno lavorato nel capoluogo giuliano spiccano i nomi di Carlo Rubbia e Margherita Hack.
La predisposizione di Trieste verso la sf si è presto tradotta da semplice afflato a iniziative concrete”.
Buona lettura.