FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 07 – PARTE 05

RITORNO AL PIANETA ROSSO (2000) – PARTE 05

IL 6° GIORNO (The 6th day)

Problemi di clonazione nel film di Roger Spottiswoode Il 6° Giorno (The 6th Day), dove Adam Gibson (Arnold Schwarzenegger) che è stato pilota in guerra, è un uomo all’antica in una società che ha fatto della clonazione sugli animali, una naturale conquista. Lui, non lo sa, ma è stato erroneamente clonato da una Corporazione e si trova quindi a combattere per la sua stessa vita in mezzo a creature clonate virtuali e reali, mentre la sua copia vive tranquillamente prendendo il suo posto in famiglia.

L’arma usata nel film è definita una “Harvester TT05”, una sorta di disintegratore la cui potenza è il risultato di una reazione chimica. Sono chiamate familiarmente anche “Foosh Gun” a causa del suono che emettono e delle fiammate laterali della canna che sono, in realtà, il risultato di una combustione generata da carburo di calcio ed acqua. Come è logico sono ancora armi fantascientifiche, ma per costruirle ci si è ispirati ad armi autentiche. Nella parte superiore il carrello è simile a quello della “Star M40 Firestar”, mentre la canna ricorda la Desert Eagle IMI e il calcio assomiglia a quello di alcune pistole ad aria compressa.

Il film è stato girato a Vancouver, una città dall’architettura avveniristica, e per questo location di così tanti film di sf. E in effetti la cornice del film è molto ben riuscita. Il regista Roger Spottiswoode riesce a creare un mondo di un imprecisato ma vicino futuro dominato da schermi, connessioni, visioni satellitari e GPS.

Gli elicotteri guidati da Adam e messi a noleggio dalla sua compagnia si chiamano Whispercraft, sono capaci di ripiegare i rotori e di trasformarsi così in jet supersonici. Si tratta di un’invenzione del designer Ron Cobb, ma si ispirano a un vero elicottero progettato per la NASA, lo Sikorsky S-72. Per simulare i loro voli nel film si sono alternati modelli teleguidati ed effetti digitali. Per le automobili invece il tecnico degli effetti speciali Michael Lantieri si è ispirato a dei prototipi della General Motors.

Il copione originale, scritto dai coniugi Cormac e Marianne Wiberley, era previsto per un film a basso costo e aveva un taglio intimista. Finito nelle mani del produttore Jon Davison e di altri sceneggiatori, fra cui John Sayles, le ambizioni finanziarie crebbero e così il suo taglio da action-movie. Quando poi Schwarzenegger si mostrò interessato, si può immaginare quale piega abbia preso il progetto. In effetti nonostante l’ambientazione curata e le interessanti premesse, Il 6° giorno si risolve in un banale action-movie, prevedibile e inverosimile, con tutti i luoghi comuni del genere. Dal punto di vista scientifico, poi è assurda l’idea di un clone “bell’e pronto”, che alla sua nascita riproduce non solo il codice genetico del modello, ma anche età, memoria e senso di identità.

I momenti migliori ce li regala Robert Duvall, che interpreta il dr. Weir, progettista del progetto illegale di clonazione umana che sta alla base del plot. Da grande attore qual è riesce a dare in poche scene grande umanità e profondità al suo personaggio.

(5 – continua)

Giovanni Mongini & Mario Luca Moretti