Il 2020 non sembra averne basta di brutte notizie e si porta via anche Sean Connery, alla veneranda età di 90 anni, dopo aver combattuto contro l’Alzheimer negli ultimi quindici anni ma anche dopo una carriera durata mezzo secolo che l’ha reso uno degli attori più amati di sempre, da più generazioni.
Sean Connery ha interpretato film di vario genere, dal thriller al dramma, passando per lo storico, vincendo l’Oscar per “Gli intoccabili” di Brian de Palma, adattamento della celebre serie noir cult anni Sessanta e dando vita al vero e solo frate Guglielmo ne “Il nome della rosa” dal romanzo di Umberto Eco.
Ma Sean Connery ha anche legato il suo volto a varie pellicole di genere fantastico, non si può ricordarlo solo per quello, certo, ma sono comunque emblematiche, a cominciare comunque dalla serie di 007, spionaggio certo ma in una cornice per l’epoca avveniristica.
Il suo primo film di successo fu un fantasy, “Darby O’Gill e il re dei folletti”, del 1959, adattamento di una fiaba irlandese, e tra le pellicole da lui interpretate spiccano il distopico “Zardoz” del 1971, il catastrofico “Meteor” del 1979, il thriller fantascientifico “Atmosfera zero” del 1981, la fiaba a spasso nella Storia “I banditi del tempo” di Terry Gilliam del 1981, il fantasy “The Legend of Sir Gawain and the Green Knight” del 1984.
Ovviamente non lo si può dimenticare nei due film di “Highlander”, nel 1986 e nel 1991, dove era l’immortale Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez, e in “Indiana Jones e l’ultima crociata” del 1989, memorabile padre dell’archeologo più famoso dell’immaginario. Nel corso della sua carriera Sean Connery è stato anche Robin Hood in versione struggente e anziana in “Robin e Marian” del 1976 e Riccardo Cuor di Leone nel finale di “Robin Hood principe dei ladri” del 1991, nonché Re Artù ne “Il primo cavaliere” del 1995.
Il suo ultimo film è di genere fantastico, “La leggenda degli uomini straordinari”, dalla graphic novel di Alan Moore, e nel suo curriculum figurano anche il ruolo di papà dell’agente Scully Gillian Anderson in “Scherzi del cuore” del 1998 e la voce del drago Draco in “Dragonheart” del 1996, dove fu sostituito in italiano da Gigi Proietti, altro grande che se ne è andato il giorno dopo di lui.
Un attore completo, affascinante, versatile, attivista per la causa dell’indipendenza scozzese, capace di seguire ovunque la sua squadra di calcio del cuore, i Glasgow Rangers, di cui è stato vicepresidente. Un volto iconico che rimarrà nella Storia del cinema, dove è già entrato da tempo, e anche in quella del fantastico.