IL DOTTOR STRANAMORE

Tutto su un film potrebbe essere il motto della nuova collana di Edizioni Il Foglio, dedicata al grande cinema che ha segnato non solo la storia di un’arte, ma anche stagioni della nostra esistenza, visioni personali e collettive depositate in una memoria che ritorna per immagini ed emozioni. Sono libri per approfondire singoli film, per meglio conoscere gli aspetti segreti e nascosti di un’opera, ma anche atti d’amore per il cinema, il piacere di essere messi a parte di una passione, condividerla. Penetrare intimamente nel corpo di un film, fino quasi a provare l’illusione di riviverne la creazione, la visione, quel che accade dopo. Sentire l’effetto cinema attraverso la lettura, restare nel suo universo ed essere curiosi delle connessioni con gli altri linguaggi. Tutto questo e molto di più è la collana “I film del Foglio”.

E allora non si poteva cominciare meglio questa collana che con Il dottor Stranamore, ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (126 pagine; 12 euro), il più esplosivo film di uno dei più matericamente visionari registi della storia del cinema: Stanley Kubrick. Davide Magnisi ci presenta questa irriverente rappresentazione della Guerra Fredda, quando l’avvenire del pianeta sembrava tra le mani di politici e militari sempre sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale, tra bombe atomiche, pulsanti e valigette di una tecnologia dal complesso sistema di controllo dietro il furore delle ideologie.

Il volume IL DOTTOR STRANAMORE scava nell’età dell’ansia del cinema americano, quando la paura del nemico comunista produsse una serie di film con al centro l’incubo della bomba atomica. Alcune pellicole della prima metà degli anni Sessanta sconvolsero le coscienze mostrando come l’avvenire del pianeta fosse tra i pulsanti e le esplosioni di una tecnologia dal complesso sistema di controllo, dietro il furore delle ideologie. Kubrick rappresenta tutto questo senza pontificare o filosofeggiare, ma audacemente mettendo in scena l’ultimo capitolo della nostra commedia umana: un’immensa, sardonica, irriverente e tragica risata sull’assurdità di una razza così indaffarata a realizzare, con accanimento spesso geniale, la propria distruzione.

Davide Magnisi, docente e critico cinematografico, ha collaborato con quotidiani, riviste, siti internet e rassegne cinematografiche. Ha pubblicato un volume su Stanley Kubrick (“Gli orizzonti del cinema di Stanley Kubrick”, 2003), due su Fernando di Leo (“Di Leo calibro 9”, 2017; “Il cinema di Fernando di Leo”, 2017) uno su Sam Mendes (“Sam Mendes – Da Shakespeare a Bond”, 2018) e uno su Ruggero Deodato (“Cannibal Ballad”, 2019), oltre ad aver preso parte a numerosi libri collettanei (“Cineasti di Puglia”, 2006 – 2007; “10 – Il cinema di Sergio Rubini”, 2011; “Riccardo Cucciolla”, 2012; “Il cinema di Domenico Paolella”, 2014). Membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e della Fipresci, è stato più volte giurato in festival del cinema internazionali.

Buona lettura.

A cura della redazione